I ministri varano la procedura di segretezza - e quindi le trattative senza controllo - per qualunque genere di intervento. Anemone rifà la sede della polizia a cavallo, di certo non un reparto di teste di cuoio o di 007: la dimora barocca di Villa Umberto nel parco di Villa Borghese, con giardini e stucchi. Ma si usa la copertura del top secret anche per sistemare rubinetti degli alloggi delle guardie carcerarie, per rimettere a nuovo sperdute caserme dei vigili del fuoco - e anche qui Anemone riesce a incassare contratti, come quello milionario per la sede di Velletri - per costruire la club house maremmana della polizia di Grosseto o realizzare una foresteria per la Capitaneria di Porto. Nulla che somigli a una questione di sicurezza nazionale.
La Corte dei conti nei dossier che ha dedicato alla materia ha più volte sottolineato l'abuso delle procedure di segretezza. Ai tempi del Guardasigilli Roberto Castelli, per esempio, in due anni la Giustizia ha gestito così oltre 250 milioni di euro per le carceri. La magistratura contabile evidenzia altre due falle, sfruttate per ingannare le regole: i contratti che vengono spezzettati ad arte, in modo da affidarli senza nessuna formalità, e le opere che non sono realmente urgenti. Anche nel rifacimento dell'Istituto superiore di polizia - vicenda in cui Anemone ha un ruolo da protagonista - la Corte rileva queste anomalie. La trance assegnata al costruttore della Cricca viene decisa nel maggio 2002, quando ancora Scajola sedeva al ministero, e poi varata quasi due anni dopo: il segno che non c'era nessuna fretta. Ad Anemone va almeno l'intervento da un milione di euro. Poi c'è un altro mezzo milione per rifare il parquet dell'aula magna e le installazioni tecniche. Infine altri 800 mila per gli impianti. I giudici parlano di "artificioso frazionamento degli stessi" e scrivono che "l'approvazione degli atti formali dell'appalto... è addirittura successiva all'ultimazione dei lavori". Un capolavoro: prima si finisce, poi si firmano i contratti. Anche nel palazzo che custodisce l'ordine pubblico regna il caos nei fascicoli: ad esempio l'appalto per la manutenzione degli immobili del Viminale viene segretato solo quando gli operai se ne sono già andati.
Gli imprenditori che vogliono sedersi al banchetto devono possedere un lasciapassare che vale oro: il nullaosta di sicurezza, Nos. Quello di livello massimo, chiamato "Segretissimo" come una fortunata serie di libri di spionaggio, viene assegnato da una struttura speciale dell'intelligence e serve per lavorare nelle basi Nato. Per infilarsi negli altri appalti è sufficiente un tesserino di grado inferiore - Nos livello "Segreto" o livello "Riservatissimo" - firmato dai ministri. Ma basta poco per perdere la chiave d'ingresso allo scrigno delle opere senza controlli: non serve una condanna, è sufficiente la segnalazione di "comportamenti contrari ai valori della Costituzione". In tal caso, il ministro dovrebbe sospendere immediatamente il nulla osta e buttare l'impresa fuori dai cantieri top secret. E mentre sta mettendo piede negli appalti del Viminale, Dino Anemone, finisce sotto inchiesta in un procedimento antimafia: l'indagine diventa pubblica con una retata del gennaio 2002, ma nessuno al ministero dell'Interno si preoccupa di bloccare il lasciapassare d'oro di mister Anemone. Il costruttore cede subito l'azienda ai figli e sarà prosciolto dal gip quattro anni dopo, nonostante la richiesta dei pm di processarlo. E quella svista del Viminale permette alla famiglia di proseguire la razzia nella riserva di caccia dei contratti segretati.
Quanto sia appetitosa la torta lo dimostrano alcune intercettazioni sull'altro lato della Cricca. Nel settembre 2009 Riccardo Fusi - patron del colosso edile Btp e spesso in lite con Anemone - parla con il suo socio Mario Nencini e concorda l'assunzione della figlia di un alto dirigente della polizia. Si tratta di Renato Masia, che pochi giorni prima era stato promosso al vertice dell'Ufficio centrale ispettivo del ministero dell'Interno: l'organismo che vigila su tutta l'attività segretata e su tutti i cantieri. Ma questa inchiesta nasce proprio da una sfida sul segreto. È proprio per dirimere lo scontro tra imprenditori per la nuova scuola marescialli di Firenze che la Corte dei conti fissa nel 2002 i criteri per le opere top secret. E dall'accademia dei carabinieri parte anche l'indagine del Ros che sta svelando l'ultima metamorfosi di Tangentopoli.
(di Gianluca Di Feo - l'Espresso)
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