"Sono sorpreso che l’avvocato del popolo non abbia ancora rimesso la sua mono-candidatura. Dopo un anno di gestione diretta credo sia il momento dell'esempio. Il Movimento ha perso l'80% e ormai è a un misero 2%"

Davide Casaleggio va all’attacco di Giuseppe Conte. «Quella del M5S in questa tornata è stata la più pesante sconfitta della storia del Movimento», dice. «Sono sorpreso che nessuno abbia ancora chiesto il passo indietro di Conte», accusa il figlio dell’ex fondatore del Movimento, Gianroberto Casaleggio.
Davide, che era stato di fatto estromesso anche dalla gestione dei processi online, spiega: «Abbiamo perso l’80% degli elettori, qualcuno di assuma la responsabilità con i fatti».
«Dopo la più pesante sconfitta elettorale della storia del Movimento con il 2,2%, mi ha sorpreso che nessuno abbia ancora chiesto un passo indietro a Conte e peggio che Conte non abbia rimesso a disposizione la sua mono-candidatura», riflette con l’Adnkronos il fondatore dell'Associazione Rousseau. «Dopo un anno di gestione diretta - attacca l'imprenditore - credo sia il momento dell'esempio. Il Movimento ha perso l'80% degli elettori rispetto alle comunali di 5 anni fa, qualcuno dovrebbe assumersene la responsabilità, con i fatti».
Please credit lastampa.it e Adnkronos
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Capisco la rabbia di Casaleggio-figlio. La cessazione dei rapporti col M5S gli costerà più di qualche spicciolo. Ma la Casaleggio Associati dov'era quando ha consentito un governo insieme alla Lega? E quando non ha battuto ciglio per la nomina di ministri impresentabili, che straparlavano di un inesistente tunnel del Brennero, sbagliavano nomi e congiuntivi, spostavano con nonchalance Salvador Allende dal Cile al Venezuela?
Ma con la nomina a premier di Giuseppi, l'uomo dalla ridicola pochette formato Resegone, colui che ha accettato di essere premier di una coalizione "Con-la-Lega" e "Contro-la-Lega"; colui che ha nominato il peggior Ministro della Pubblica Istruzione della storia della Repubblica (per capirci, quella dei banchi a rotelle che nessuno ha accettato, e che adesso marciscono in qualche deposito, sono costati una barca di soldi per comprarli, e costeranno un'altra barca di soldi per il loro riciclaggio come monnezza speciale); colui che ha partorito - con sprezzo del ridicolo - un curriculum di 80 pagine, contenente anche una frequentazione di Harward, della quale in quella università non si rinvengono tracce...
Ora Casaleggio jr accusa di tutti i mali del M5S Giuseppi. Ma lui e il suo "papi" dov'erano, quando Giuseppi è stato messo a capo del governo? E dov'erano quando è stato messo a capo unicum del Mò-Vi-Mento-5-Stalle? E chi guidava la mitica "Piattaforma Russeau", che nei tempi d'oro ha permesso la candidatura al parlamento di gente che raccoglieva poche decine di click su un qualsiasi meet-up?
E degli attuali problemi legali che hanno investito questo baraccone per i ricorsi presentati da gente tagliata fuori per il mancato rispetto dello statuto nel capitolo "nomine" ne vogliamo parlare, o la piattaforma Russeau non c'era, e se c'era dormiva?
Attendiamo risposte
Tafanus
Scritto il 17 giugno 2022 alle 12:30 | Permalink | Commenti (0)
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09 giugno 2022
Guerra Ucraina-Russia: se uccidere Putin è l’unica via d’uscita (sognando un nuovo Gavrilo Princip?)
Qualche settimana fa, avevamo ipotizzato la possibilità che spuntasse all'orizzonte un fedelissimo "ammesso a corte", e stanco di campare, che risolvesse il problema... In questo approfondimento su lastampa.it Domenico Quirico non sembra così certo dell'esito di una simile, eventuale operazione. L'articolo di Quirico, di cui riportiamo ampi stralci, merita di essere attentamente letto. Tafanus
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Escluso l’intervento militare e amputata la soluzione diplomatica, non resta che teorizzare l’omicidio dello Zar per mano di un fedelissimo

Lo scenario del dopo? Anche quello sarebbe già scritto: all’annuncio della fine prematura e spiccia del despota le folle russe scendono i piazza, finalmente libere dalla paura, per salutare l’avvento della prima democrazia russa, gli apparati repressivi si sfaldano, Navalny e gli altri oppositori liberati dalle galere vengono portati in trionfo alla Duma e prendono il potere. Soprattutto i soldati impantanati dal fango dell’Ucraina e dal disgusto della guerra gettano le armi e tornano a casa. Gli oligarchi o fuggono in Corea del Nord o vengono catturati e costretti a confessare i loro delitti. Tutto il mondo torna al suo posto. Bisogna trovare però il tirannicida. E’ uno scenario possibile? O meglio: è uno scenario probabile?
Per prima cosa, si suggerisce, alleggeriamoci del fardello morale: domandarci cioè se un delitto abbia in questa circostanza giustificazione. Eppure dai tempi di Armodio e Aristogitone che eliminarono Ipparco un pioniere della tirannide nell’antica Atene, questo dibattito affatica filosofi e teologi. In effetti l’eliminazione fisica del dittatore ha antipatiche ma evidenti parentele con le pratiche del terrorismo. I confini sono labili visto che anche i terroristi usano gli stessi metodi e invocano l’assoluzione che viene da una buona causa, la loro.
Fischi allo stadio mentre Putin fa il discorso tagliato dalla tv russa

Resta da risolvere il problema del cosa accadrà dopo. Siamo certi che l’eliminazione violenta e oligarchica del tiranno non inneschi un caos peggiore? Il pessimismo è obbligatorio. Quasi mai il risultato è stato conforme ai desideri di chi pensava di risolvere tutto al prezzo di una sola vita per di più sciagurata. Nel 1914 il serbo Gavrilo Princip si illuse: ammazzando l’erede al trono austriaco i problemi dei Balcani sarebbero stati risolti, pensava. Invece eliminò l’unico personaggio che probabilmente, non per indole pacifista, avrebbe impedito che l’Europa precipitasse nella tragedia della Prima guerra mondiale.
(credit: Domenico Quirico - lastampa.it)
Scritto il 09 giugno 2022 alle 17:30 | Permalink | Commenti (0)
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03 giugno 2022
Il grande giallo del tramonto di Putin (da "lastampa.it)
Siamo grati a lastampa.it e a Jacopo Iacoboni per la pubblicazione di questa inchiesta sulle condizioni di salute di Putin. E' vero che spesso il padreterno, nello scegliere le sue vittime, non ha dimostrato di avere una mira infallibile, ma talvolta ci ha azzeccato.
Fusse ca fusse la vorta bbona?
Tafanus
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Per l’intelligence Usa «la lotta all'interno del Cremlino non è mai stata così intensa durante il suo governo». L’ex capo del MI6 dice: «Entro il 2023 sarà in sanatorio, e non ne uscirà come il leader della Russia». Un oligarca vicino al Cremlino avrebbe detto che il presidente è «molto malato di cancro al sangue». Storia di una (presunta) malattia del leader russo, e delle modalità con cui potrebbe cedere potere

Putin ha un cancro, e è stato operato ad aprile. A marzo è scampato a un tentato omicidio. La sua presa sul Cremlino «è forte, ma ormai non assoluta. La lotta all'interno del Cremlino non è mai stata così intensa durante il suo governo, tutti avvertono che la fine è vicina».
Per la prima volta non sono semplici rumor a dirlo, ma un report dell'intelligence Usa che, nell’ultima valutazione periodica di maggio, lo sostiene, è stato rivelato nella sostanza a Newsweek da tre fonti separate e convergenti delle agenzie americane. Come sta davvero Putin, e cosa può succedere nelle lotte di potere dentro il Cremlino, è stata materia di grande speculazione – e anche di disinformation russa largamente seminata in giro, specialmente attraverso tabloid – soprattutto nei mesi della guerra. Le voci sulla malattia di Putin sono largamente circolate da qualche anno, in realtà, anche se – da quello che finora è apparso –non si tratterebbe di una malattia fulminante, ma di una serie di problemi che possono sommarsi e appesantirne l’agibilità fisica.
E è su questo punto che le valutazioni possono essere di diverso tipo. «La presa di Putin è forte ma non più assoluta», sostiene uno degli alti ufficiali dell'intelligence con accesso diretto ai rapporti, che hanno parlato al settimanale americano. «La battaglia all'interno del Cremlino non è mai stata così intensa durante il suo governo, tutti avvertono che la fine è vicina». Tutti e tre i funzionari - uno dell'ufficio del direttorato dell'intelligence nazionale, uno un alto ufficiale dell'aeronautica, e uno della Defense Intelligence Agency - avvertono però che l'isolamento del leader russo rende più difficile per i Servizi statunitensi valutare con precisione lo stato di salute di Putin. Che abbia qualcosa è certo, ma è avventato e senza basi dire che possa morire a breve. Tutti i principali Russia watchers, giornalisti e analisti, sostengono che non sia assolutamente fondata (anzi) l’indiscrezione di un presunto possibile passaggio di potere con Nikolay Patrushev, suo vecchio compagno nel Kgb, oggi capo del Consiglio di sicurezza nazionale. La verità potrebbe essere nel mezzo. Un lungo tramonto di Putin, ma di cui però s’intravede, per la prima volta, l’esito conclusivo.
Il 21 maggio, in un (seguitissimo) podcast britannico, l’ex capo del MI6 Richard Dearlove ha esposto alcune valutazioni che probabilmente circolano negli ambienti di sicurezza nazionale occidentali. Uno, «penso che Putin se ne andrà [dal potere] entro il 2023, ma probabilmente in sanatorio, dal quale non emergerà più come il leader della Russia. Non sto dicendo che non uscirà dal sanatorio, ma non emergerà più come il leader della Russia. Questo è un modo per andare avanti senza un colpo di stato», ha spiegato Dearlove. Il “regime change” che anche Joe Biden si lasciò sfuggire – e fu per questo assai criticato – non sembra affatto essere una sostituzione brutale dall’esterno, di cui nessuno ha effettivamente mai parlato, piuttosto un processo di indebolimento di Putin, fisico e nel controllo del potere, che viene monitorato, sia pure con le difficoltà del suo crescente isolamento e paranoia. «La sostituzione, in questo scenario – spiega Dearlove –, probabilmente diventa permanente. Non esiste un piano di successione nella leadership russa». Dearlove ha anche ipotizzato che stiamo raggiungendo «la fine di questo regime in Russia», ma «questo non significa che scomparirà».
Una celebre inchiesta di un serio collettivo giornalistico indipendente russo, Proekt, aveva già riferito, il mese scorso, di un problema, probabilmente tumorale, alla tiroide, che aveva costretto Putin a girare con un team di medici, soprattutto endocrinologici, tra cui Alexei Shcheglov, Yaroslav Protasenko e Yevgeny Selivanov. Quest’ultimo, specialista in cancro alla tiroide, andò a visitarlo a Sochi 35 volte in quattro anni. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha smentito e negato tutto.
A metà maggio un altro magazine americano, New lines, ha rivelato che un oligarca vicino al Cremlino avrebbe detto che Putin è «molto malato di cancro al sangue», e la sua conversazione con un venture capitalist occidentale è stata registrata a passata alla rivista.
Il 7 ottobre di quest'anno, Vladimir Vladimirovich festeggerà settant’anni. In Russia, ha ricordato Proekt, a quell’età Stalin aveva avuto il secondo ictus, Leonid Breznev aveva perso la capacità di lavorare e di fatto ceduto il potere al suo entourage, Yuri Andropov era sostanzialmente inabilitato, e Boris Eltsin si era dimesso poco prima dei settant’anni in condizioni complessive di salute molto precarie. Una storia secolare aleggia su un regime che ha fatto del culto millenario la sua nuova religione estremista.
Scritto il 03 giugno 2022 alle 14:04 | Permalink | Commenti (0)
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22 maggio 2022
QUANDO SI DICE LA SFIGA (Ma anche l'ISTAT può sbagliare, sulla " speranza di vita"!)
Nel 2002, primo anno di esistenza in vita della nuova provincia di Monza e Brianza, le speranze di vita per un maschio 85enne erano di 5 anni circa. A fine 2021, con buona pace di chi ama parlare sempre e comunque male delle strutture sanitarie italiane (senza mai ricordare la forte attenuante della continua diminuzione della spesa sanitaria, anno dopo anno, senza un momento di pausa), scopro che mi tocca campare un anno in più del previsto.
La " speranza di vita" in 19 anni è aumentata di un anno.
"Speranza" o "minaccia" ???
Sono molto incerto. Fra una settimana esatta compirò 85 anni, e quindi se obbedisco all'ISTAT, dovrei "spegnermi serenamente" (come si legge su molte lapidi e manifesti mortuari) esattamente il 27 maggio 2028.
Ma il mio problema non è quello di come spegnermi, ma piuttosto quello di come vivere. Sarà la qualità della vita che ci toccherà in questo anno in più promesso dall'ISTAT, a determinare se si tratti di una promessa o di una minaccia.
Non sono ottimista! Fra Covid (che ogni tanto sembra spegnersi, per poi ritrovare all'improvviso nuova vitalità), ritorno del vaiolo, ripartenza dell'inflazione, ri-sparizione della ripresa economica, sento la mancanza solo dell'invasione delle cavallette (cfr. "The Blues Brothers).
Io speriamo che me la cavo
Tafanus
Scritto il 22 maggio 2022 alle 14:14 | Permalink | Commenti (5)
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29 aprile 2022
Boris Becker, e la triste fine dei miti mai sazi
L’ex tennista Boris Becker è stato condannato a due anni e mezzo di prigione per bancarotta fraudolenta

Boris Becker, tra i più forti tennisti di sempre, è stato condannato da un tribunale britannico a due anni e mezzo di prigione per bancarotta fraudolenta. L’ex tennista tedesco era stato giudicato colpevole già a inizio mese di quattro reati fiscali su oltre venti a lui imputati. Venerdì la giudice londinese assegnata al caso lo ha condannato a due anni e mezzo di reclusione, una pena definitiva che dovrà scontare in carcere.
Nello specifico, Becker è stato riconosciuto colpevole per aver trasferito centinaia di migliaia di sterline su altri conti, compresi quelli di alcuni familiari, dopo il fallimento della sua società principale. È stato inoltre condannato per non aver dichiarato una proprietà immobiliare in Germania e per aver nascosto un prestito di 825.000 euro e il possesso di titoli azionari. Becker aveva negato le accuse, dicendo di aver agito consigliato da esperti. Nell’udienza finale di venerdì il pubblico ministero inglese ha definito le sue condotte «deliberate» e «disoneste».
Scritto il 29 aprile 2022 alle 21:33 | Permalink | Commenti (0)
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21 aprile 2022
Tutti a casa, non solo il Prof. Orsini

Dal "Caffè" di Massimo Gramellini - Ogni giovedì sera mi sintonizzo con la piazza del bravissimo Formigli per assumere la mia dose settimanale di professor Orsini. Spiace per gli altri aspiranti al titolo, ma la vera star del Pacinarcisismo è lui, grazie alla faccia sofferta e a quel tono di voce tra l’assertivo e il piagnucoloso con cui ricostruisce le cause della guerra ucraina dai tempi di Gengis Khan. Stavolta il sociologo che ha smesso di collaborare con un giornale chiedendo scusa ai lettori che si erano abbonati solo per leggere lui (non gli fa certo difetto l’umiltà) ci ha spiegato che tra l’Occidente e Putin non c’è differenza.
Schifoso lo zar, schifosi noi: e tra schifosi ci si intende.
A condizione di sbarazzarsi di quel Zelensky che ostacola il lieto fine con la sua insopportabile ossessione per la libertà, resa impossibile dalla geografia. Orsini sembra posseduto da una sorta di timor panico nei confronti di Putin: lo nomina il meno possibile e quasi mai per parlare delle sue malefatte, che comunque non considera peggiori delle nostre. La sconfitta dell’invasore, che rallegra i poveri di spirito, è ciò che egli più teme, perché a quel punto, dice, Putin potrebbe arrabbiarsi sul serio. Quanto alla caduta del satrapo slavo, non fa parte delle opzioni di Orsini e forse neppure delle sue speranze.
La mia rimane che un giorno a Mosca un omologo del professore possa dire in un talk show che i russi fanno schifo come gli occidentali. Significherebbe che anche lì è arrivata la libertà.
Scritto il 21 aprile 2022 alle 11:11 | Permalink | Commenti (0)
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19 aprile 2022
Elvira Nabiullina, governatrice della Bamca Centrale Russa, scarica Putin
Nabiullina, numero uno della banca centrale: «Colpiti dall’Occidente». Il presidente: «Abbiamo retto». Il Cremlino: «Gas in rubli da maggio»

Il governatore della Banca Centrale russa Elvira Nabiullina, la donna che nelle ultime sei settimane ha assistito al progressivo smantellamento di quella politica monetaria che aveva riportato la Russia a essere competitiva nei mercati globali, ha parlato ieri per la prima volta dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Ed è stata molto chiara: «Il periodo in cui l’economia russa può vivere di riserve è finito – ha detto –. Già nel secondo e terzo trimestre entreremo in un periodo di trasformazione strutturale e di ricerca di nuovi modelli di business». Non sarà più solo il mercato finanziario a venire colpito dalle sanzioni, ma l’economia reale: ci saranno restrizioni su importazioni ed esportazioni e problemi nella logistica commerciale, nell’individuazione di nuovi partner commerciali, insomma «le aziende russe dovranno adattarsi».
Il quadro offerto dal presidente Putin, che era in collegamento video con Nabiullina e altri rappresentanti del mondo economico (che hanno preferito limitarsi a interventi d’occasione) era piuttosto diverso: se Nabiullina faceva una disamina dei problemi, Putin preferiva illustrare soluzioni e offrire dati ottimistici. «La Russia ha resistito a una pressione senza precedenti –ha detto –. La situazione si sta stabilizzando, il cambio del rublo è tornato ai livelli di inizio febbraio e i volumi dei depositi dei cittadini sono in aumento». Anche l’inflazione si starebbe stabilizzando («ma rileverò la situazione dell’inflazione in un altro momento», ha detto ancora Putin) e non si registrano gravi flessioni sul fronte della disoccupazione.
Due letture che se non sono divergenti, diciamo che partono da presupposti molto diversi. Nabiullina fa presente che l’attuale situazione è insostenibile, Putin la descrive invece come l’inizio di una nuova sovranità economica: dove lei vede il rischio di un intaccamento delle riserve, lui si concentra sulla forza del rublo (ma il suo portavoce Peskov continua a ricordare ai paesi occidentali che la Russia vuole essere pagata in rubli da maggio), dove lei individua delle difficoltà per le aziende russe (addirittura ha parlato della possibilità di dover produrre generazioni precedenti di oggetti per poter far fronte alle limitazioni dei mercati), lui ci vede una grande opportunità di rinnovamento, l’arrivo di nuovi partner, e un nuovo ordine mondiale. Addirittura a un certo punto parla dell’importanza di «lasciar libero il mercato di trovare le sue risposte adattive», quando è di tutta evidenza che le risorse del mercato russo sono quanto mai limitate. Non che la Banca Centrale non stia pensando a soluzioni: «Stiamo valutando la possibilità di rendere più flessibile la vendita dei proventi da parte degli esportatori – ha affermato Nabiullina – e stiamo anche testando l’emissione di rubli digitali per consentire ai russi di effettuare trasferimenti tra portafogli digitali».
L’intrepido interprete di Putin, Dimitri Medvedev, ha aggiunto inoltre che si sta pensando a espropriare i beni di cittadini americani e europei in territorio russo «per reagire all’iniquo sistema di sanzioni». La “blitzkrieg economica” lanciata dall'Occidente contro la Russia attraverso le sanzioni «è fallita», ha detto ancora Putin. Di nuovo, l’espressione di ieri sul volto di Elvira Nabiullina non restituiva esattamente la sensazione di una vittoria. Né realizzata né imminente.
Scritto il 19 aprile 2022 alle 11:21 | Permalink | Commenti (1)
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24 marzo 2022
Donne con le palle - La governatrice della banca centrale russa Elvira Nabiullina sfida Putin
Russia: la governatrice della banca centrale Nabiullina sfida Putin, ma il Cremlino respinge le dimissioni - Secondo Bloomberg l’economista ha provato a lasciare il proprio incarico dopo l’invasione dell’Ucraina
La governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ha cercato di dimettersi dopo la decisione del presidente Vladimir Putin di ordinare l’invasione dell’Ucraina, ma la sua richiesta è stata negata. E’ quanto riporta Bloomberg citando quattro persone a conoscenza delle discussioni. La stessa Nabiullina è stata nominata da Putin per un nuovo mandato quinquennale la scorsa settimana, mandato durante il quale dovrà gestire le ricadute di una guerra che ha annullato il pochi giorni il risultato dei suoi nove anni di lavoro da presidente dalla banca centrale russa.
Secondo le prime stime, l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni lanciate dall’Occidente bruceranno 15 anni di crescita economica con un crollo del Pil a due cifre. D’altra parta la riapertura parziale della Borsa di Mosca ha registrato un rialzo di oltre 200 punti base dei titoli di Stato, con gli Ofz decennali che arrivano a superare il 14%.
Nabiullina, 58 anni, non ha commentato pubblicamente la notizia della sua riconferma e non ha risposto a una domanda sull’articolo dell’agenzia. Secondo le fonti di Bloomberg, il clima all’interno della banca centrale russa dopo l’annuncio delle sanzioni è stato all’impronta della disperazione e del timore di essere intrappolati in un’istituzione sostanzialmente isolata dall’economia di mercato.
Inoltre sebbene i funzionari della banca centrali avessero messo in conto una possibile sospensione dal servizio Swift, consideravano del tutto improbabile il congelamento delle riserve della banca centrale. In una breve dichiarazione venerdì scorso dopo aver deciso di mantenere i tassi vicino al massimo da due decenni del 20%, Nabiullina ha rimandato il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 4% fino al 2024 e ha avvertito che l’economia è avviata a una fase di contrazione. Inoltre, a differenza di quanto avveniva nel corso degli tempi, non ha risposto alle domande dopo la riunione del consiglio.
Goldman Sachs ha tagliato ulteriormente, da -7% a -10%, le sue previsioni per il Pil russo dopo le recenti sanzioni commerciali che fanno ipotizzare un calo del 20% dell’export nel secondo trimestre e del 10% nel secondo semestre. Barclays prevede un -12,4% quest’anno e avverte che «a causa delle attuali condizioni geopolitiche, riteniamo che le sanzioni dureranno a lungo». Non è il default, dove sia Mosca che Washington prendono tempo: ma con l’inflazione diretta verso il 25%, l'economia rischia il crollo verticale.
Scritto il 24 marzo 2022 alle 13:50 | Permalink | Commenti (2)
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Anonymous hackera la Banca centrale russa (Fonte: HuffPost)
Il collettivo ha rivendicato su Twitter: "Entro 48 ore verranno rilasciati più di 35.000 file con accordi segreti"

Anonymous ha hackerato la Banca centrale russa. "Entro 48 ore verranno rilasciati più di 35.000 file con accordi segreti", scrivono su Twitter gli attivisti del celebre cybercollettivo. L'attacco arriva poche ore dopo il tentativo di dimissioni da parte della governatrice della Banca Centrale Russa Elvira Nabiullina.
Non è la prima azione dimostrativa di Anonymous. Dall'inizio della guerra, i cyberattivisti hanno attaccato siti governativi di Mosca, violato i sistemi di videosorveglianza e le stampanti per diffondere informazioni sull'operazione speciale, informando così anche il popolo russo qu quello che sta realmente accadendo in Ucraina. Nei giorni scorsi, inoltre, Anonymous ha messo offline i siti di alcune società che continuano ad operare in Russia tra cui Nestlè che, sotto pressione, ha deciso di ridurre le sue attività a Mosca. "Questa è una rappresaglia del collettivo per aver continuato l'attività dell'azienda in Russia", ha twittato il collettivo.
Scritto il 24 marzo 2022 alle 10:15 | Permalink | Commenti (0)
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18 marzo 2022
"Le Perle Musicali"/112 - I "Nossa Alma" e Rosa Bittolo Bon nella canzone più dolce: "Pra machucar meu coraçao"
A volte, quando rifletto sulla cultura musicale di noi italiani, sono colto da attacchi di depressione... Seguo i "Nossa Alma" da anni, e alla sua "anima" (Rosa Bittolo Bon), sento di dover fare un rimprovero: quello di aver smesso troppo presto, quando ancora era in grado di sorprenderci sempre di più...
Ogni tanto riprendevo i suoi video, dopo averli ripuliti, nei limiti del possibile, da qualche difetto tecnico. Poi ho deciso di non correggere più nulla, perchè il video modificato, seppure a fin di bene, perdeva tutto il suo patrimonio di commenti. Preziosi. Dovrebbero indurre noi italiani ad arrossire, perchè la stragrande maggioranza dei commenti vengono dal Brasile, da paesi anglofoni, dall'America Latina, dagli Stati Uniti... In netta minoranza quelli in italiano. TUTTI sottolineano la grandezza di Rosa, e scopro che il suo chitarrista d'elezione (Renato Greco) è giudicato dai brasiliani per primi come il più grande interprete di bossa nova di sempre.
Per fortuna ogni tanto il gruppo si ricostituisce, per una occasionale (e troppo rara) riapparizione. Il video che allego riguarda uno di questi ritorni (ahimé troppo rari...), e riprende una bellissima, dolcissima canzone composta Ary Barroso in piena seconda guerra mondiale (1943). Il video in calce vede - da sinistra a destra - un chitarrista (Robertinho De Paula, figlio d'arte; figlio di quell'Irio De Paula il cui single "Europa" ha fatto da colonna sonora alla gioventù dei più "diversamente giovani" fra di noi ); Rosa Bittolo Bon, e Roberto Greco, giudicato da molti critici brasiliani come il più grande chitarrista "brasiliano" di bossa nova. Grazie infinite a tutti e tre per questa magnifica versione. E non lasciate passare altri anni prima di regalarci qualche altra cosa preziosa come questa.
P.S.: Vale la pena di aprire e leggere i commenti in calce a questo video. Anche se non si capisce tutto, si capisce il senso, e la differenza abissale che corre fra la nostra cultura musicale e quella di tanti altri popoli.
Tafanus
Scritto il 18 marzo 2022 alle 19:32 nella Perle Musicali | Permalink | Commenti (0)
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13 marzo 2022
Arabia Saudita: 81 decapitati in un giorno. Attendiamo con ansia il commento di Martteo Renzi
In Arabia Saudita sono state giustiziate in un solo giorno 81 persone per reati legati al terrorismo. Di questi sette erano yemeniti e uno siriano. Lo riferiscono i media ufficiali.
Secondo quanto riferito, le 81 persone messe a morte erano «legate all'Isis, ad al-Qaeda, ai ribelli yemeniti sciiti filo-iraniani Houthi e ad altre organizzazioni terroristiche», «stavano pianificando attacchi a luoghi chiave ed erano dediti al traffico di armi nel Paese».
La pena di morte in Arabia Saudita, così come prescritto dalla Sharia (che fonda tutte le leggi del Paese), è prevista per vari reati ed è applicata in numeri tali da classificare il Regno come il primo paese boia al mondo.
Dal 2015 al 2019 sono state almeno 146 all’anno le esecuzioni di morte nel Paese, con il picco nel 2019, che ha fatto registrare 184 casi [...] credit: lastampa.it
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I sauditi amici e benefattori di Matteo Renzi hanno dimenticato di precisare che gli 81 decapitati erano legati anche alla mafia, alla 'ndrangheta, alla Sacra Corona Unita, alla Yakuza, alla Spectre e al Gruppo Bilderberg, e avevano anche stretti legami con le organizzazioni colombiane del narcotraffico, con la Loggia P2 e col PD (regista segreto della guerra all'Ukraina). Ma il nostro Matteo li ha rassicurati. Ci penserà lui, nel prossimo incontro non gratuito, a suggerire una strategia di comunicazione che sollevi gli amici sauditi da ogni sospetto.
Scritto il 13 marzo 2022 alle 15:31 | Permalink | Commenti (0)
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26 febbraio 2022
PER NON DIMENTICARE - Quando Vladimir Putin era “un dono del signore”: dieci anni di dichiarazioni d’amore dei nostri politici
Matteo Salvini certamente ma anche Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Beppe Grillo e tanti altri. Ora fanno tutti un passo indietro ma gli elogi nei confronti dell’autocrate russo si sono sprecati. Li abbiamo raccolti tutti

Riprendiamo un estratto della preziosa ricostruzione di "Espresso/Repubblica", per dare una mano agli italioti affinchè ricordino chi siano in Italia i veri "stalinisti": D'Alema, Bersani, e addirittura Enrico Letta, o i "moderati di centro-destra" che nei loro madrigali riescono ad associare persino Putin e Tramp... Questi tizi fuori di senno hanno governato a lungo l'Italia peggiore del dopoguerra, e - Dio ci salvi - vorrebbero farlo ancora. Leggete, ricordate, diffondete.
Tafanus
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Vladimir Putin vero e proprio “dono del Signore”, meritevole del “Nobel per la Pace”, il “miglior statista” sulla scena internazionale. Un leader che “garantisce la pace in Europa” e con cui allearsi per “scrivere la storia”. Matteo Salvini ne vorrebbe almeno “una decina”, di Vladimir, da sparpagliare su tutto il territorio nazionale. E poi la “sensibilità democratica”, il suo “sentire delicato”, qualità più volte decantate da Silvio Berlusconi. Come posterebbe Alessandro Di Battista, “meno male che Putin c’è”. Ora che il territorio ucraino è stato invaso e l'indignazione zampilla anche tra nuovi ed “insospettabili” censori, è giunto il momento di ricordare il modo in cui certe figure apicali della politica italiana hanno raccontato l'autocrate russo. Una sequela di elogi lunga oltre dieci anni che non si può cancellare con un tweet di condanna o un mazzo di tulipani deposto presso l'ambasciata ucraina. Partiamo da qui.
Putin dono di Dio - “Vladimir Putin è un dono del Signore”
(Silvio Berlusconi, Forum sulla democrazia a Yaroslav, in Russia, 10 settembre 2010)
Paghi uno, prendi quattro - “Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!”
(Matteo Salvini su Facebook, 25 novembre 2015)
La sensibilità di Putin - “Vladimir è sensibile, aperto, ha il senso dell'amicizia, ha rispetto per tutti, soprattutto per le persone umili, e una profonda comprensione della democrazia”
(Silvio Berlusconi alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, 22 ottobre 2010)
Il Nobel a Putin - “Bisogna dare il Nobel della pace a Berlusconi, a Putìn, che stanno veramente lottando per la pace nel mondo”
(Antonio Razzi, senatore di Forza Italia, a La Zanzara su Radio 24, 19 marzo 2014)
Putin il n.1 al mondo - “Ho un rapporto fraterno con Vladimir. Credo sia il migliore: ritengo che per la Russia sia una fortuna”
(Silvio Berlusconi a Euronews, 17 gennaio 2013)
Putin e la Crimea - Sulla questione ucraina ha ragione Putin? “Assolutamente sì. Putin porta le sue truppe sul confine e le porta perché gli abitanti della Crimea hanno paura che Kiev invii truppe che possano compiere stragi”
(Silvio Berlusconi a Bersaglio mobile, La7, 20 maggio 2014)
Con Vladimir - “Ci sono tante ragioni per cui dovremmo essere dalla parte di Putin”
(Daniela Santanchè, Forza Italia, ad Agorà, Rai 3, 3 settembre 2014)
Il Vladimir giusto - Gay: Salvini, “Luxuria? Ho scelto l'altro Vladimir, Putin”
(Matteo Salvini commenta la cena Berlusconi-Luxuria ad Arcore, Ansa, 16 ottobre 2014)
Putin premier, subito! - “Fra Putin e Renzi io scelgo Putin tutta la vita. Putin lo vorrei domani mattina come presidente del Consiglio”
(Matteo Salvini a Radio Anchi'io, 3 dicembre 2014)
I deficienti - “Chi gioca contro Putin è un deficiente”
(Matteo Salvini incontrando la stampa estera, 10 dicembre 2014)
Gli euro-buffoni - “L’Europa processa Putin, ma io lo preferisco a tanti euro-buffoni!”
(Matteo Salvini su Facebook, 11 marzo 2015)
Meglio Putin dell'Ue - “Io credo che la Russia sia sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea di oggi, una finta democrazia. Io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei paesi europei, mal governati da presunti premier eletti che non sono eletti da nessuno, ma telecomandati da qualcun altro”
(Matteo Salvini al Parlamento europeo, 11 marzo 2015)
Renzi per Putin - “Putin è una delle persone con le idee più chiare al mondo, mi basterebbe essere a un minimo del suo livello. Scambierei Renzi con Putin domani mattina, saremmo un Paese migliore”
(Matteo Salvini a Radio Cusano Campus, 20 marzo 2015)
Salvini sta con Putin - (ANSA) - ROMA – Salvini posta sul suo profilo Facebook delle foto con Putin e poi scrive, “Io sto con lui”
(Matteo Salvini 9 maggio 2015)
La maglietta di Putin e gli eurocretini - (ANSA) - STRASBURGO – Matteo Salvini si è presentato oggi al Parlamento europeo con una maglietta bianca con la faccia di Vladimir Putin di profilo, sotto un colbacco militare. “L'ho comprata a Mosca”, ha affermato il leader del Carroccio, “è una risposta agli eurocretini che giocano alla guerra con Putin e con la Russia”
(Matteo Salvini, 9 giugno 2015)
La tassazione russa - “Preferisco Putin all'Europa, non ci sono dubbi. Basta pensare che in Russia hanno una tassazione bassa, al 15%”
(Matteo Salvini a Zanzara, su Radio 24, 17 luglio 2015)
Vladimir guerriero della libertà - “Putin è una persona sensibile, di sentimenti profondi, ha un sentire delicato: è un vero guerriero della libertà e della democrazia nel suo paese”
(Il Cav. in una videointervista per il libro “Berlusconi si racconta a Friedman, my way”, 6 ottobre 2015)
La conferma di Meloni - “Putin meglio di Renzi, ha ragione Salvini”
(Giorgia Meloni a Otto e mezzo, su La7, 3 dicembre 2015)
Lo statista Putin e il futuro pacifico - “Putin e Le Pen sono due tra i migliori statisti in circolazione. Noi siamo vicini a chiunque difenda un futuro pacifico per l'Europa”
(Matteo Salvini a Montecitorio, 9 dicembre 2015)
Salvini a Mosca/1 - Ansa – Russia: Salvini, venerdì a Mosca, vedrò anche Putin (12 dicembre 2015)
Salvini a Mosca/2 - Ansa – Russia: Salvini a Mosca, mai detto che avrei visto Putin (18 dicembre 2015)
Carte false - “Io farei carte false per avere domani mattina presidente Putin al posto di Renzi. Purtroppo oggi sono indegnamente rappresentato da Renzi. Ma mi riconosco di più in Putin”
(Matteo Salvini a La Zanzara, 22 dicembre 2015)
Ai fessi - “Ai fessi che prendono in giro Salvini ricordo che lui con largo anticipo ha puntato su Putin, Trump e Le Pen. E voi, geni della geopolitica?”
(Claudio Borghi, futuro parlamentare leghista, su Twitter, 11 novembre 2016)
Grillo e gli uomini forti - Beppe Grillo e gli idoli Putin-Trump: servono uomini di stato forti come loro. Lui smentisce, ma il giornale francese Journal du Dimanche conferma: “Ha riletto il testo”
(La Stampa, 23 gennaio 2017)
Grillo e il vantaggio per l'umanità - “La politica estera degli Stati Uniti è stata un disastro sotto Obama. Se Trump ha voglia di convergere con Putin, di rimettere le cose sulla giusta strada, non può che avere il nostro appoggio Due giganti come loro che dialogano: è il sogno di tutto il mondo! Eravamo in guerra fredda, con l’arma nucleare. La politica internazionale ha bisogno di statisti forti come loro. Considero questo un vantaggio per l’umanità. Putin è quello che dice le cose più sensate sulla politica estera”.
(La “traduzione autentica” dell'intervista rilasciata al settimanale francese Journal du Dimanche, a cura del M5S Europa, 23 gennaio 2017)
Salvini farà la storia - “Faremo la storia con Trump, Le Pen e Putin”
(Matteo Salvini, manifestazione a Milano, 29 maggio 2016)
Il gigante Putin - “Renzi vede Putin? Un coniglio che incontra un gigante”
(Matteo Salvini, Ansa, 17 giugno 2016)
Vladimir è la speranza - Putin è una “fonte di speranza”, Donald Trump “un grande uomo”, Marine Le Pen una “donna forte”, e Nigel Farage “ha avuto il merito storico di aver creduto nella Brexit”
(Matteo Salvini a die Welt, 3 gennaio 2017)
Garantisce Di Maio - “L’alleanza Trump-Putin ci deve rassicurare”
(Luigi Di Maio, M5S, a Di Martedì su La7, 10 gennaio 2017))
La salvezza putiniana - “Trump, Le Pen, Putin e Salvini sono la salvezza per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. O si capisce questo o il futuro sarà solo di morte, terrorismo e violenza”
(Tony Iwobi, responsabile federale Dipartimento Sicurezza e Immigrazione della Lega Nord, Ansa, 2 febbraio 2017)
10 Putin per noi - “Averne dieci di Putin in Italia, metterebbe un po' di ordine”
(Matteo Salvini a Napoli, Ansa, 11 marzo 2017)
Angela chi?! - “Se devo scegliere tra Putin e la Merkel... vi lascio la Merkel, mi tengo Putin!
(Matteo Salvini su Twitter, 25 marzo 2017)
Gasparri e le palle di Putin - “Io sono amico della Russia, è un complotto?, no!, faccio dei convegni con i membri del partito di Putin, e me ne vanto. Il grande, grandissimo Putin! Magari averne uno in Italia... Questi deputati russi mi hanno regalato delle palle di Natale, eccole, queste sono le palle di Putin, non le palle di Renzi, che racconta da pallonaro qual è. Oggi c’è la grande repubblica federativa russa, del grande Putin, altroché rovinare la vita dell’Occidente con le bugie, ma andatevi a seppellire bugiardoni! Io ho fatto l’albero di Natale con le palle di Putin, alla faccia di Obama, della Clinton e di chi ci vuole male!”
(Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, pubblica un video su Facebook dopo aver addobbato il proprio albero di Natale, 10 dicembre 2017)
Slogan vincenti - “Meno male che Putin c'è”
(Matteo Salvini live su Facebook, 7 aprile 2017)
Non manca più nessuno - CasaPound: Di Stefano, noi fascisti, ci piace anche Putin
(Ansa, 16 novembre 2017)
Credo in Putin (davvero) - “Ritengo che Putin sia uno dei migliori uomini di governo al mondo. Lo dico perché lo credo e non perché me lo suggerisce qualcuno: se avessimo un Putin in Italia staremmo assolutamente meglio”
(Matteo Salvini, Ansa, 28 novembre 2017)
Credo in Putin (gratis) - “Putin mi piace perché lo stimo, non perché mi pagano per dire che mi piace”
(Matteo Salvini su Radio 1, 11 dicembre 2017)
Forza Vladimir - “Mi auguro che domani i russi rieleggano il presidente Putin, uno dei migliori uomini politici della nostra epoca, e che tutti rispettino il voto democratico dei cittadini”
(Matteo Salvini su Twitter, 17 marzo 2018)
Fratelli di Russia - “Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a presidente della Federazione russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile”
(Giorgia Meloni su Facebook, 18 marzo 2018)
Putin a pacchi - “Vado a incontrare Putin. Uomini come lui, che fanno gli interessi dei propri cittadini, ce ne vorrebbero a decine in questo Paese”
(Matteo Salvini durante un comizio nel Bresciano, 8 luglio 2018)
Putin non ti fa il tweet contro - Vladimir Putin “è in assoluto il numero uno dei leader mondiali. Lo assumerei in una mia impresa”, “ha un'idea molto chiara della pace del mondo. Tra tutti i leader mondiali è quello che ha una visione più lucida della situazione mondiale”; Putin “è una persona di grandissima intelligenza e rispettosa degli altri, non prende il telefonino e fa un tweet quando sente che un capo di Stato gli ha detto qualcosa contro”
(Silvio Berlusconi alla convention di Forza Italia a Milano, Ansa, 5 ottobre 2018)
Di Battista e la pace mondiale -
Per la pace mondiale “meno male che c’è Putin”
(Il Post, 25 gennaio 2019)
Indicatori - “Il fatto che, dopo Papa Francesco e il capo dello Stato Mattarella, Putin tra le personalità politiche incontri, oltre al premier Conte e i due vicepremier Salvini e Di Maio, il presidente Berlusconi, è un'ulteriore grande conferma che Berlusconi resta l'italiano più rilevante dal punto di vista internazionale. Conferma il suo valore sulla scena mondiale”
(Lucio Malan, vicepresidente vicario di Forza Italia al Senato, a Spraynews.it, 4 luglio 2019)
Se la gioca con Trump - “Lasciatemi dire che Putin è uno dei migliori uomini di governo che ci sia ora sulla faccia della terra... Insieme a Trump”
(Matteo Salvini alla festa della Lega di Oppeano, Verona, Ansa, 12 luglio 2019)
Savoini e il caso Lega Russia: cosa c'è da sapere - L'Espresso e Buzzfeed svelano i dettagli (con audio) di un incontro del 18 ottobre 2018 all'hotel Metropol di Mosca tra Gianluca Savoini, amico e collaboratore di Matteo Salvini, e altri personaggi italiani e russi per discutere di finanziamenti alla Lega. Da lì parte l'inchiesta della magistratura per corruzione internazionale e scoppia un caso politico che coinvolge il vicepresidente del Consiglio.
(La Repubblica, 15 luglio 2019)
“Dopo aver elogiato anche Trump, Bolsonaro e Orban” - “Putin è un grande presidente. E lo dico perché lo penso, non perché mi pagano”
(Matteo Salvini alla festa della Lega Romagna, Ansa, 3 agosto 2019)
Dream team per la pace - “Voi ritenete davvero che Obama sia il buono e Putin il dittatore? Non insultate l’intelligenza della gente. (…) Io spero che Trump, Putin, Marine Le Pen e il sottoscritto possano fare qualcosa di utile per la democrazia e la pace nel mondo”
(Matteo Salvini a Otto e mezzo, La7, 30 marzo 2017)
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...POCO PRIMA DELL'INVASIONE, IN QUESTI GIORNI…
Le ultime parole... (1) - Ucraina-Russia, Di Battista: “Putin riconosce Donbass? Nulla di preoccupante”
“La Russia non sta invadendo l'Ucraina. Poi, per carità, tutto può accadere ma credo che Putin (e non solo) tutto voglia fuorché una guerra”
(Alessandro Di Battista su Facebook, Adnkronos, 22 febbraio 2022)
Le ultime parole... (2) - “Non si capisce che convenienza avrebbe Putin a scatenare una guerra…”
(Matteo Salvini a 24 Mattino, su Radio 24, 21 febbraio 2022)
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...IL CAMBIO DI MARCIA CON GRATTATA...
Ora ci tocca un lavoro infame, ma gratificante: raccogliere e pubblicare le dichiarazioni post-bellum (alias: le retromarce con grattata) di questi destri beceri e da vergogna.
Tafanus
Scritto il 26 febbraio 2022 alle 18:27 | Permalink | Commenti (9)
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25 febbraio 2022
Resettare Putin - Tutti trovano, prima o poi, il loro Gavrilo Princip
SIAMO TUTTI UKRAINI - Frase densa di retorica, che tale resterà se non daremo - ognuno secondo i propri mezzi - il nostro contributo al disgraziato popolo ukraino. In attesa di un provvidenziale reset totale, ognuno faccia il poco che può e che sente di dover fare. E Putin non creda di essere intoccabile. Il fantasma di Gavrilo Princip non è mai sparito dai sogni di alcuni, dagli incubi di altri.
Due immagini che lasciano ben sperare. Non sono solo gli ukraini che scendono per strada in massa per protestare contro il "soccorso russo", ma ci sono anche i russi che scendono in massa, in sessanta città, in difesa della libertà e della vita degli ukraini. Se anche San Pietroburgo in migliaia sono scesi in piazza sfidando la polizia e i 50° dotto zero, si può ben aprire il cuore alla speranza.
Tafanus
Scritto il 25 febbraio 2022 alle 13:01 | Permalink | Commenti (0)
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15 febbraio 2022
Il j’accuse di Tiziano Renzi contro gli “amici” del figlio Matteo: “Carrai un falso. Bianchi, Bonifazi e Boschi banda Bassotti hanno lucrato senza ritegno su di te”
Il testo della lettera attribuita al padre dell’ex premier sarebbe stato estrapolato da un computer sequestrato nel marzo 2017

C'è, e vi resterà, agli atti del processo per bancarotta con imputati a Firenze i genitori dell'ex premier Matteo Renzi, Tiziano e Laura Bovoli, una lettera attribuita allo stesso Tiziano Renzi e indirizzata al figlio Matteo. Il tribunale con ordinanza ha rigettato un'eccezione della difesa di Tiziano Renzi secondo cui il documento sarebbe stato sequestrato violando le regole sul sequestro della corrispondenza e le guarentigie dei parlamentari.
Secondo quanto appreso da fonti, il testo sarebbe stato estrapolato da un computer di Tiziano Renzi sequestrato dalla guardia di finanza nell'ottobre 2019. Lo scritto, digitato su file, risalirebbe al marzo del 2017. «Parrebbe di capire - si legge nell'eccezione presentata dalla stessa difesa di Tiziano Renzi, che esclude possa trattarsi di elemento di prova - che si tratti di una missiva del sig. Tiziano Renzi al figlio senatore, di cui non sono indicate né l'origine né le modalità di acquisizione anche per valutare il rispetto delle guarentigie parlamentari». Per il tribunale al testo non sarebbero applicabili le regole per i sequestri di corrispondenza ma «la disciplina ordinaria in materia di sequestro, con riferimento a lettere o pieghi non ancora avviati dal mittente al destinatario o già ricevuti da quest'ultimo, poiché tali oggetti non costituiscono corrispondenza, implicando tale nozione un'attività di spedizione in corso o comunque avviata dal mittente mediante consegna del plico a terzi per il recapito».
Nella lettera che Tiziano Renzi scrive a figlio si legge: «in questi anni ho avuto la netta percezione, la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai gli unici colloqui erano conditi di rimproveri».
E ancora: «riguardo al tuo auspicio che vada in pensione, devo con forza affermare che in pensione mi ci manda il buon Dio non te. Questa vicenda mi ha tolto la capacità di relazione. Tutti quello che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati solo per questo fatto. Sono come il re Mida della m.., concimo tutti, stanno interrogando tutti».
Poi, il colpo duro inferto agli “amici” dell’ex sindaco di Firenze: «Ora tu hai l'immunità, non esiste più il rischio che tramite me arrivino a te. Spero che inizi una nuova stagione di lotta per i valori che hanno animato la nostra vita». «Carrai - si legge nel testo attribuito dalle fonti a Tiziano Renzi - non si deve mai più far vedere da me, uomo falso». Quindi si legge ancora di «banda Bassotti Bianchi, Bonifazi e Boschi, che hanno lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi, e io sono stato quello che è passato per ladro».
Scritto il 15 febbraio 2022 alle 16:19 | Permalink | Commenti (0)
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03 febbraio 2022
Come ogni anno, arriva Sanremo, e il trionfalismo della RAI sugli ascolti. Certificati dall'Auditel, di cui la RAI è azionista di maggioranza.
Per valutare l'affidabilità dei dati Auditel sui quali la RAI ogni anno fonda il trionfalismo sanremese, e trarre delle conclusioni, basterebbe dare uno sguardo al grafico sottostante, che illustra da solo quale possa essere l'imparzialità della fonte: una società la cui consistente maggioranza relativa è di proprietà della stessa RAI. Vi ricorda qualcosa? A me ricorda le vignette sull'acquaiolo napoletano, al quale uno sprovveduto cliente chiede:
...acquaiò! è fresca l'acqua?...
Guardiamolo bene, questo grafico, per capire cosa sia la sublimazione del conflitto d'interessi, in un baraccone che dovrebbe tutelare equamente gli interessi di due blocchi: da una parte i media TV, interessati a gonfiare gli incassi pubblicitari, e le agenzie di pubblicità, di norma remunerate con un fee del 15% sugli investimenti pubblicitari lordi delle aziende. Dall'altro late, le aziende investitrici, che legittimamente perseguono l'obiettivo opposto, che è quello di ridurre il più possibile lo "scontrino" della spesa pubblicitaria.
Vediamo come siano influenti, all'interno dell'Auditel, i due contrapposti interessi:
Guadagnano dal gonfiaggio dei dati di ascolto
RAI 33%
RTI (Mediaset + La7) 30%
ASSAP (Agenzie di Pubblicità) 13%
Confindustria Radio TV 3%
TOTALE 79%
Perdono dal gonfiaggio dei dati di ascolto
UPA (Utenti Publicità Associati) 20%
FIEG (Fed. Ital. Editori Giornali) 1%
TOTALE 21%
Ecco, i dati sono serviti. Il gonfiaggio dei dati conviene ad una platea di azionisti Auditel 5 volte più alta di quelli che hanno interessi opposti.
Come si misurano i dati? Attraverso l'installazione, in circa 16.000 case, di un aggeggio (il "meter") collegato agli apparecchi TV di casa e alla linea telefonica, che dovrebbero comunicare in tempo reale alla centrale operativa in quanti, in ogni stanza con TV accesa, stanno guardando cosa. Tutto bene, se non fosse per il fatto che ognuno che entra o esce da una stanza in cui il telesivore è acceso dovrebbe armeggiare intorno ad un telecomando per comunicare la cessazione o l'inizio o il re-inizio dello status di guardone. Riuscite ad immaginare in quanti osservino questa regola???
La rappresentatività del campione - Qualsiasi matricola d Sociologia che abbia dato l'esame di Metodologia della Ricerca Sociografica potrà spiegarvi che da sempre non esiste un sistema affidabile per generare un campione minimamente rappresentativo della popolazione. Un tempo il campione si costruiva sorteggiando i destinatari delle RICHIESTE di intervista attraverso il sorteggio dalle liste elettorali. Ottimo sistema per quel pezzo di universo di età superiore ai 18 anni (e fino a qualche anno prima superiore ai 21 anni). Una bella segmentazione che lascia fuori un sacco di gente, e quella che include non è CULTURALMENTE rappresentativa. Si da il caso che il profilo sociografico di coloro che sono più propensi ad accettare interviste per ricerche di mercato - e ancor peggio ad accettare l'installazione del meter - hanno profili sociografici distanti anni-luce. Più disposti ad accettare i segmenti a più basso reddito, e a più bassa scolarizzazione. Più anziani e meno giovani. In fondo, alla RAI va bene così, perchè è proprio in questi segmenti che si trovano gli "heavy consumers" di TV generaliste. E cosa c'è di più vecchio e generalista di Sanremo???
Chi ha i requisiti per essere contato nell'audience di una trasmissione? - Qui siamo davvero alle comiche finali. Due condizioni per essere conteggiati:
-a) Età non inferiore a 4 anni (QUATTRO, avete capito bene)
-b) Visione del programma per non meno di un minuto (60 SECONDI, avete capito benissimo)
Si da quindi il caso che un tipo come me, che detesta Sanremo più di quanto non detesti Matteo Salvini e Matteo Renzi, se facendo zappimg passa per 61 secondi da RAI Uno, viene arruolato d'ufficio come spettatore di Sanscemo. Eppure uno come il sottoscritto, che se passa per Sanremo sbagliando tasto, appena vede Amadeus che come da copione si entusiasma per ogni scemata che vede, o si imbatte in Fiorello che recita la parte di Fiorello (che andava bene quando aveva vent'anni e faceva l'intrattenitore nei villaggi turistici, ma sconcerta adesso che di anni ne ha 61), o vede un cantante senza qualità vestito da lampadario di Murano, viene colpito da attacchi di orticaria, verrebbe conteggiato ugualmente negli undici e passa milioni di "amanti di Sanremo", E invece appartengo a quel minuscolo gruppetto di 50 milioni di italiani su 60 milioni che quando arriva Sanremo vorrebbero chiedere la cittadinanza allo Zambia.
Finita qui? Ancora un attimo di pazienza - Il meter e i soldi - Non il crudele Tafanus, ma un sito embedded ad Auditel si affretta a spiegare che MAI Auditel si sognerebbe di pagare qualcuno per avere il permesso di installare il meter in casa sua, Peccato che questo sito riesca a dire tutto e il suo contrario in tre righe, Facciamo un copia&incolla:
[...] Ovviamente, tutte le famiglie che accedono all’Auditel non vengono pagate neanche con un centesimo. Il comportamento delle persone partecipanti deve essere totalmente spontaneo, con i gruppi che devono scegliere i propri programmi preferiti come se niente fosse.
La spontaneità è fondamentale, anche se alla fine dell’anno una famiglia riceve un premio di medio-bassa entità per il disturbo. In pratica, quando una famiglia entra a far parte del sistema deve farlo con lo stesso spirito di chi partecipa ad un censimento o compila un questionario fornito dall’ISTAT [...]
Da "neanche un centesimo" a "premi di medio-bassa entità". Per la serie "qui lo dico, e qui lo nego". Faccia un altro sforzo, questo sito, e ci dica in che range di situi la "media o bassa entità".
Un installatore pentito di meter qualche anno fa mi ha scritto per informarmi che i premi non sono poi di così bassa entità, e che purtroppo alcune famiglie, specie di ceto sociale più basso, erano e sono rimaste che il "premio" fosse proporzionato ai tempi ed alle persone in ascolto/visione, e si comportavano di conseguenza,
Tafanus
Ultima perla: il magnifico sito informativo in questione straparla anche di "indice di gradimento": Categoria bandita da anni, e sostituita da decenni dal meno pericoloso e problematico indice di ascolto.
Scritto il 03 febbraio 2022 alle 19:15 | Permalink | Commenti (1)
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29 gennaio 2022
C'eravamo tanto amati, per tre giorni o forse più - Il suicidio annunciato della destra cialtrona
Eravamo stati facili profeti, intanto, nel pronosticare che lo scioglimento anticipato delle camere, comunque si fossero messi i giochi del toto-presidente, non ci sarebbe stato. Troppi peones da trenta milioni di lirette al mese più fringe-benefits che quando si scioglierà questo parlamento, per il combinato-disposto della riduzione dei parlamentari e del crollo nei sondaggi, dovranno tornare a fare i bibitari o le parrucchiere per signora.
In questi giorni non mi sono annoiato. Fra dichiarazioni a getto continuo di Casini, Meloni e Renzi di giorno, e Australian Open di notte, sono sempre stato impegnato a ridere o piangere.
Guardateli, questi tre. Sembra di trovarsi di fronte ad un irresistibile podio di vincitori, e invece siamo alla Caporetto dei Generali della Destra. UNITI ????? Di più: Unitissimi. Lo hanno ripetuto fino alla nausea, ma non parlando di cosa li unisse, ma di ciò che divideva quei cialtroni della sinistra, divisa su tutto.
Cosa li univa? Niente di niente - La prima da sinistra voleva ad ogni costo uno scioglimento delle camere, possibilmente in giornata, ma al più tardi in settimana. La "Statista della Garbatella" aveva già fatto i conti. Ha grosso modo il 6% deim parlamentari, ma i sondaggi danno il suo partito al 20%. Andare al voto, nei suoi progetti, le avrebbe consegnato più del doppio delle poltrone attuali, nonostante la riduzione del numero totale dei parlamentari.
Al centro l'immarcescibile clown di tutte le stagioni. Uno che, con sprezzo del ridicolo, ha speso soldi su un suo giornale (insomma, una partita di giro) per dire alla casalinga di Voghera quanto fosse bravo, bello e buono. Nessuno ha spiegato al berlusca (come 14 anni fa nessuno aveva spiegato a Pannella) che il Presidente della Repubblica non lo elegge la casalinga di Voghera, ma i c.d. "Grandi Elettori", e che fare campagna su media consumer, generalisti, anzichè fare operazioni mirate di Human Relations (sin.: Mercato delle Vacche) è roba di una cretininaggine che procurerebbe la bocciatura anche di una matricola di "Scienze della Comunicazione". Il Partito Radicale, per fare gli inutili spots TV per Emma Presidente, ha poi dovuto svendere le frequenze di Radio Radicale Due. Al Berlusca la cosa non costa niente. Sposta i soldi dalla tasca sinistra alla tasca destra.
A destra, infine, il King Maker. Colui che per una settimana è stato inseguito da masse di inconsapevoli cacciatori di non-notizie, armati di taccuino o di telecamera. Così competenti che nessuno aveva afferrato che da leader Salvini aveva solo la prosopopea, ma che in effetti era stato ridotto al ruolo di "registratore" di posizioni altrui.
Esilarante vedere la fascista Meloni giocare a "culo e camicia" col "principino ereditario" di quel Bossi che straparlava di "centinaia di mitra in val Brembana", lo stesso che minacciava di "scovare i fascisti casa per casa". Ecco... appena ha scovato una fascista vera (e senza dover girare casa per casa), non l'ha passata per le armi, ma ci si è ideologicamente fidanzato. Ora il fidanzamento è arrivato alla crisi del settimo anno.
Ecco quali erano i rapporti fra i due innamorati sette anni fa, in vista delle elezioni presidenziali - "Non mi piace la scheda bianca, non mi piace chi decide di non decidere. Noi vogliamo dare un segnale di speranza, poi se son rose fioriranno. Con Giorgia Meloni abbiamo condiviso un percorso per dare un segnale di ricostruzione di un'alternativa seria a Matteo Renzi.". Cosi' il leader della Lega, Matteo Salvini, affiancato dal presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni, per annunciare la convergenza sul nome di Vittorio Feltri come candidato per la presidenza della Repubblica.
Come si vede, anche sette anni fa candidature di alto profilo, super partes, non divisive... Cosa è cambiato da allora? Niente di sostanziale. Solo il numero dei candidati di alto profilo, super partes, non divisivi, che sono diventati uno tsunami. Vogliamo provare a metterli in fila?
Provate a collezionare le decine di nomi fatti da questo ineffabile King Maker. Fatelo voi, perchè a me viene la nausea. Ormai sono divisi solo dalla conta dei seggi che si perderebbero o si guadagnerebbero con elezioni anticipate, ma tutti e tre devono fare i conti coi loro peones, che non sarà facile, cara statista della Garbatella, mandare a casa prima che abbiano maturato il diritto al vitalizio. Ci arrivi, vero? Dimmi che ci arrivi!
Due parole su Matteo Renzi, che ha passato queste giornate calde a montare di guardia in tutti i luoghi della movida presidenziale, per intercettare qualsiasi telecamera di passaggio, e spiegare di quanto fosse stato bravo nel 2015 a spingere per Mattarella. Sembra che nella foga di riaffermare un super-io sepolto dagli eventi e dagli umori mutevoli delle plebi, Renzi abbia rilasciato una lunga dichiarazione sui suoi meriti passati, presenti e futuri, alla telecamera semiprofessionale di un ignaro e sbalordito turista giapponese. Renzi non si è mai distratto, neanche per un attimo. Mai che ci abbia ricordato (non che ne avessimo bisogno) che il suo improvviso amore del 2015 per Mattarella era determinato solo dalla voglia di affossare la candidatura dell'odiato Bersani.
Infine, voglio chiudere con un sentito grazie a Draghi e a Mattarella. Draghi, del quale anche noi abbiamo stigmatizzato l'autocandidatura surrettizia al Quirinale, calata nella conferenza stampa di fine anno, dopo è caduto nel silenzio, rotto solo ieri, quando ha implorato pubblicamente Mattarella perchè accettasse un secondo mandato, per il bene dell'Italia e della democrazia. Al tempo stesso, un atto ufficiale di ritiro della sua candidatura - ove mai ci sia stata in maniera esplicita - e un omaggio/implorazione a Mattarella, usando una motivazione che non si può rigettare: il bene dell'Italia. E con questo ha liquidato anche i nomi fatti della destra sfascista, e tolto di mezzo impicci della caratura di una Moratti o della di una Casellati Stanca.
Ora col tandem Draghi-Mattarella possiamo essere fiduciosi sull'arrivo della vagonata di miliardi dalla UE. Con uno qualsiasi dei candidati superpartes, di alto profilo, proposti dal King Maker col rosario in mano. non avremmo avuto neanche le lacrime per piangere.
Grazie Mattarella, grazie Draghi.
Tafanus
Scritto il 29 gennaio 2022 alle 19:47 | Permalink | Commenti (2)
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18 gennaio 2022
Lettera di giuristi e intellettuali: "Berlusconi al Colle? Un'offesa solo candidarlo"
Appello promosso dalla Fondazione Basso, sottoscritto da tre ex presidenti della Corte Costituzionale (Onida, Zagrebelsky, Silvestri) e personalità autorevoli

“Il Presidente della Repubblica -si legge nel testo- deve essere espressione dell”unità nazionale, come richiede l’articolo 87, primo comma della Costituzione. È garante di questa Costituzione e deve assicurare fedeltà ad essa come impone l’articolo 91. L’ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica, come è preteso dall’articolo 84, secondo comma. Egli presiede il Consiglio superiore della magistratura a garanzia dell’autonomia e indipendenza dell’ordine della magistratura da qualsiasi altro potere, come è scritto negli articoli 87 e 104″.
“Silvio Berlusconi, protagonista di uno scontro che per lunghi anni ha diviso il nostro Paese, già esponente della loggia P2 che aveva come fine l’instaurazione in Italia di un’altra Repubblica, titolare tuttora di un vistoso conflitto di interessi, condannato per gravi reati, prosciolto per prescrizione da delitti di corruzione e tuttora imputato in procedimenti penali, non ha i requisiti per poter svolgere le funzioni di Capo dello Stato. Riteniamo pertanto un’offesa alla dignità della Repubblica e di milioni di cittadini italiani -conclude l’appello- il fatto che venga candidato a Presidente della Repubblica”.
Scritto il 18 gennaio 2022 alle 17:59 | Permalink | Commenti (3)
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16 gennaio 2022
No-vacs Djokovic rispedito a casa - Giusto così: No-vacs non è figlio della gallina bianca
Grande rilievo, su tutti i media, della inevitabile sconfitta del tennista, che con questa brutta performance è riuscito in un colpo solo a perdere tutti i gradi di giudizio, a perdere la faccia, e persino il sostegno di molti colleghi e tifosi. Riportiamo in calce la sintesi della storiaccia apparsa su lastampa.it
Una storia che sembrava infinita è invece finita come era giusto e logico che finisse: con la sconfitta di No-vacs in tutti i gradi di giudizio.
Il tribunale federale ha respinto all'unanimità il ricorso del 34enne serbo contro l'annullamento del visto. Il numero uno vola a Dubai

La decisione, che arriva a meno di 24 ore dall'inizio degli Australian Open, significa che il numero uno del mondo non potrà partecipare allo Slam che ha vinto già nove volte e rischia di non poter rimettere piede nel Paese per tre anni. Djokovic si è detto «estremamente deluso» dalla sentenza. «Mi prenderò del tempo per riposare e recuperare prima di fare altre dichiarazioni – ha spiegato – rispetto sentenza della Corte e collaborerò con autorità per mia ripartenza». E ha concluso: «Spero di tornare a giocare agli Australian Open».
Il premier Morrison: decisione per motivi di salute e sicurezza - «La Corte federale australiana ha deciso all'unanimità di respingere la domanda di revisione giudiziaria del sig. Novak Djokovic che mirava a contestare la decisione del ministro dell'Immigrazione di annullare il suo visto. Questa decisione di annullamento è stata presa per motivi di salute, sicurezza e buon ordine, in quanto ciò era nell'interesse pubblico. Accolgo con favore la decisione di mantenere forti i nostri confini e proteggere gli australiani».
Così in una dichiarazione il primo ministro australiano Scott Morrison accoglie con favore la decisione della Corte federale di confermare l'annullamento del visto a Novak Djokovic. «Come ho detto venerdì, gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici venga protetto [...]
I legali: «Scelta che comprometterà la sua carriera» - Nel corso del dibattimento per il ricorso contro la seconda cancellazione del visto di Novak Djokovic, il legale del numero 1 del mondo, Nick Wood, che ha vinto il primo ricorso davanti al giudice Kelly della Federal and Family Court, ha replicato alla tesi del ministro Hawke secondo cui la presenza di Novak Djokovic avrebbe aumentato il consenso verso i no-vax e il rischio di manifestazioni o disordini. «Il ministro non ha considerato lo scenario alternativo» ha detto Wood. «Se Djokovic sarà espulso, una scelta che comprometterà la sua carriera, è abbastanza scontato che sarà questa decisione a poter generare sentimenti no vax».
(A questa idiotissima argomentazione di Wood, indegna persino di uno studente al secondo anno di giurisprudenza, si può solo rispondere con un "chi se ne fotte della carriera di Novacs". Non sono i giudici che gli avrebbero pregiudicato la carriera. Ha fatto tutto da solo, e lo ha fatto male, pensando che tutto il mondo sia costituito da imbecilli, ed ignorando la implacabile forza d'urto dei social media, che ormai hanno su tutto e tutti video che smascherano in tempo reale qualsiasi balla. Sarebbe come affermare che dobbiamo non indagare e perseguire i fascisti romani che hanno devastato la sede della CGIL, perchè questo rafforzerebbe i "sentimenti no-vacs". Specularmente, dovremmo quindi dare un premio a queste teste vuote e rapate, per incentivare così sentimenti filo-vacs??? NdR)
I legali non sembrano orientati a presentare un nuovo ricorso. Il campione serbo avrebbe potuto intervenire in udienza e chiarirle le cose personalmente ha scelto invece di non farlo. Tuttavia, ha detto il legale del governo australiano, Stephen Lloyd, «non ha mai presentato prove materiali che non si sia vaccinato per una qualche ragione medica [...]
Concludiamo con questa ambigua dichiarazione della "federazione tennistica internazionale" (di CHI, esattamente? del ragazzo dell'ascensore? della centralinista? di David Haggerty - cioè di colui che ha svenduto la Coppa Davis ad un calciatore e ad una cantante, rovinando per sempre una manifestazione che ha resistito a tutto e a tutti per più di un secolo? Fateci sapere. NdR):
La federazione tennistica internazionale: «Fine di eventi deplorevoli» - «E' la conclusione di una serie di eventi profondamente deplorevoli»: così l'Atp, l'associazione che riunisce i giocatori professionisti del tennis maschile di tutto il mondo, in una nota commenta la conclusione della saga relativa al tennista serbo Novak Djokovic: «Novak è uno dei più grandi campioni del nostro sport e la sua assenza dagli Australian Open è una sconfitta per il gioco. Sappiamo quanto siano stati turbolenti gli ultimi giorni per lui e quanto volesse difendere il suo titolo a Melbourne. Gli auguriamo ogni bene e non vediamo l'ora di rivederlo presto in campo». Ma l'Atp «continua a raccomandare vivamente la vaccinazione a tutti i giocatori».
(Poco caro Haggerty, non facciamo confusione. L'assenza di Novacs agli AO è ANCHE una sconfitta per il tennis, ma è innanzitutto una sconfitta per Novacs e una vittoria per quegli idioti estremisti come il sottoscritto, che credono ancora nella regoletta che le leggi valgono per tutti, anche per il n° 1 del tennis. E lo dice uno che passa le notti degli AO in bianco per non perdersi una sola partita, e che ha sempre adorato il Nole tennista, e non l'altro, quello sbagliato. NdR)
Il presidente serbo: «Novak torna a testa alta» Novak Djokovic «può tornare in Serbia dove è sempre benvenuto e guardare tutti negli occhi a testa alta». Sono le parole del premier serbo Aleksandar Vucic dopo che la corte australiana ha confermato l'espulsione dal Paese del campione di tennis perché non vaccinato. Vucic, che ha rivelato di aver parlato con il fuoriclasse della racchetta ha detto che le autorità hanno «maltrattato il miglior tennista per 11 giorni per consegnarli poi una decisione che avevano preso il primo giorno» [...]
Signor Vucic, non facciamo confusione. A maltrattare "il miglior tennista" non sono state "le autorità", ma è stato lo stesso Djokovic, intestardendosi a difendere l'indifendibile, anche dopo che era iniziato il diluvio di prove video sulle menzogne sciorinate da Djokovic sui suoi movimenti da metà dicembre in avanti. Anche dopo che il migliore aveva dovuto ammettere che i suoi certificati vaccinali erano "sbagliati". Sbagliati o falsificati? Anche dopo che ha testardamente rifiutato di produrre le prove mediche a testimonianza della sua eventuale impossibilità di vaccinarsi. Si dia una calmata, e se le cresce del tempo, ci comunichi la sua opinione sul fatto che Djokovic, ultramiliardario, è da anni che non versa un centesimo di tasse nel suo povero paese, ma preferisce tenersi tutto il malloppo, e caso mai dare qualche milione di euro prima a Montecarlo, e adesso a Marbella.
E alla Serbia che scende in piazza a manifestare per lui, neanche un centesimo bucato?
Tafanus
Scritto il 16 gennaio 2022 alle 14:16 | Permalink | Commenti (0)
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12 gennaio 2022
Eurodeputato della destra tedesca esulta per la morte di Sassoli: "Finalmente questo bastardo se n'è andato"
«Finalmente questo bastardo se n'è andato», il commento inviato via whatsapp da Nicolaus Fest, europarlamentare tedesco di Alternative fur Deutschland (AfD), a colleghi di partito
Nel giorno più triste del Parlamento europeo l’episodio più vergognoso che ora agita il gruppo parlamentare di cui fa parte la Lega e che imbarazza la truppa del Carroccio, che deve intervenire per condannare l’accaduto, minacciare sanzioni, e mostrare a tutti con chi si è deciso di stringere alleanze a Bruxelles e Strasburgo.
«Finalmente questo bastardo se n'è andato se n'è andato», il commento inviato via whatsapp da Nicolaus Fest, europarlamentare tedesco di Alternative fur Deutschland (AfD), a colleghi di partito, ai quali scriveva poi che Sassoli era «un antidemocratico, una vergogna per qualsiasi idea parlamentare». Confidenze personali, a uso personale. Ma qualcosa è andato storto, o qualcuno ha deciso di rompere il muro del silenzio. Il messaggio che doveva rimanere privato diventa pubblico, finisce sui giornali tedeschi, e la bomba esplode.
Arriva innanzitutto la condanna del capo di Afd, Jorg Meuthen. «Una simile affermazione su un collega appena morto dopo una grave malattia è inquietante, profondamente ripugnante e imperdonabile». Quindi arriva la censura di Marco Zanni, presidente del gruppo parlamentare Identità e democrazia, dove Lega e Alternative fur Deutschland siedono e lavorano insieme. Nei confronti di Fest arriva la «condanna del gruppo» oltre che della legazione italiana del raggruppamento per le «le gravi e inaccettabili affermazioni fatte dall’eurodeputato sulla scomparsa di David Sassoli». Alla censura si aggiunge l’annuncio di « proposte azioni disciplinari nel prossima riunione del direttivo del gruppo».
La mossa di Zanni giunge per tempo. I leghisti capiscono la natura degli alleati politici che si sono scelti, e devono rimediare. L’esponente del Carroccio tenta di salvare immagine della sua delegazione e di quelle amiche. Quelli usati da Fest sono «toni e affermazioni che non ci appartengono e che violano i principi e lo statuto del nostro gruppo». Ma la figuraccia ormai è servita. Anche il se vero problema è non tanto questo, quanto il clima in cui versa l’Europa, incapace di avere rispetto per chi la pensa diversamente e neppure per i morti.
credit: Emanuele Bonino - lastampa.it
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Ringrazio La Stampa per aver dato questa notizia. E' ora che gli italiani che non hanno ancora portato il cervello all'ammasso sappiano con chi fa gruppo parlamentare la Lega in Europa.
Salvini, quali "proposte disciplinari" ??? Recitare per penitenza cinque Paternostro e dieci Avemaria? Sospenderlo per una settimana dai lavori parlamentari? La verità è che potresti dimostrare la profonda differenza fra la Lega e la destra con la quale giochi a "culo e camicia" in Europa in un solo modo: dare un ultimatum al gruppo di cui la Lega fa parte. Gridare una cosa facile da capire persino per dei fascisti: "Fuori il bastardo Nicolaus Fest dal gruppo parlamentare, o altrimenti va fuori la Lega"
Poco caro Salvini, libera le tue mani da crocefissi e rosari, mostra le palle, e chiedi un immediato siluramento del bastardo tedesco. Se accetterai una qualsiasi azione simbolica di facciata a carico del bastardo, dimostrerai la tua natura di quacquaraqua (categoria che Leonardo Sciascia piazzava sul gradino più basso della scala etica, al di sotto degli "uomini, dei mezzi uomini, e degli ominicchi"
Poco cordialmente,
Tafanus
Scritto il 12 gennaio 2022 alle 19:50 | Permalink | Commenti (0)
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05 gennaio 2022
L'Italia in technicolor del covid-19, e la idiosincrasia degli italiani nei confronti dei numeri.
Non è trascorso moltissimo tempo da quando la nostra classe politica si autocelebrava, per i bassi numeri dei nuovi contagiati giornalieri in Italia, rispetto a quelli di cui soffrivano altri paesi. Ma i numeri italiani hanno cominciato presto a crescere come quelli degli altri paesi, e anzichè reagire presto, con coerenza, e con decisioni dettate dai numeri, abbiamo iniziato la solita battaglia da celodurismo fra regioni, in una cacofonia di decisioni che ci hanno condannati tutti ad una quarta fase molto dura da accettare.
La prima cosa che mi aveva colpito nelle settimane recenti, è che quotidianamente, nelle dichiarazioni dei politici e dei self-nominated-experts da talk show, la prima notizia che veniva data era il numero dei nuovi contagi negli USA. Numeri assoluti, non rapportati alla popolazione, che - guarda caso - è cinque volte quella italiana.
A ruota, arrivavano le previsioni sulle regioni che rischiavano l'ingresso in zona gialla. Nel mirino dei virologi e degli statistici 'de noantri il Veneto e la Calabria. Verso altre regioni (che ad una prima guardatina ai numeri mi sembravano messe peggio di Calabria e Veneto), nessun accenno. Eppure, a memoria, ricordavo che altre regioni erano messe peggio. Nella prima, nella seconda, nella terza e nella quarta ondata.
Oggi, a fronte del fatto che qualcuno (ma ancora non - ahimé - la benemerita GIMBE) si è messo ad analizzare i numeri in rapporto agli abitanti, e non in astratto, siamo nella situazione di nuovi infetti quotidiani rappresentata nella tabella a sinistra, di fonte Sanità e Protezione Civile. Numeri esatti, ma ancora e sempre non rapportati alla popolazione. E allora il calcoletto ci tocca, ogni tanto, farlo per conto nostro, a casa.
Fino a qualche settimana fa, nelle previsioni dell'Italia a colori fatte dai tiggì e dagli autonominati virologi e statistici in servizio permanente effettivo, la Lombardia non era citata neanche di striscio fra le regioni candidate all'ingresso in zona gialla, mentre Veneto e Calabria avrebbero dovuto esserci già da un pezzo. A spanne, ricordavo una situazione diversa, e oggi - giorno in cui la Lombardia ha rappresentato da sola un terzo di tutti i nuovi positivi in Italia, ho voluto dare una guardatina ai numeri ufficiali, riportati in tabella, e rapportarli al numero di abitanti (unico sistema sensato di rappresentare realtà e non sogni da campanile.
Dunque, la Calabria. Inferno dantesco, che avrebbe dovuto entrare in zona rossa già dal gennaio 2000, e che colpevolmente era stata lasciata per troppo tempo in zona bianca. Chissà... Forse l'età mi fa perdere la memoria, ma io ricordavo una Calabria nella quale quasi sempre i numeri dei contagiati e dei morti sono stati fra i migliori - e spesso I migliori d'Italia.
Del Veneto, anche in tempi recentissimi, si sentiva parlare come dell'inferno-bis, dimenticando che il Veneto ha esattamente la metà degli abitanti rispetto alla Lombardia. Bene, i numeri non servono pere giocare a "Campanile Sera", ma a "separare i fatti dalle pugnette", che è da sempre il nostro obiettivo.
I numeri dicono che oggi il Veneto ha avuto 16.871 nuoci casi, cioè 3.374 casi per milione di abitanti.
i numeri dicono che oggi la Lombardia ha avuto 51.587 nuovi casi, cioè, cioè 5.188 casi per milione di abitanti.
I numeri dicono che oggi la Calabria ha avuto 2.204 nuovi casi, pari a 1.102 casi per milione di abitanti.
Fatti i conticini? No??? li faccio io. In rapporto al numero degli abitanti, la Lombardia ha il 54% di infetti più del Veneto, e il 370% di casi in più rispetto alla Calabria. E allora, sull'ordine di ingresso di queste regioni in zona gialla, mi faccio delle domande, e non trovo delle risposte.
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P.S.: Qualcuno mi ha scritto per spiegarmi una cosa che ho spiegato da mesi: le decisioni del "colore" vengono prese (errata corrige: dovrebbero essere prese) sulla base del tasso di occupazione dei posti-letto in terapia intensiva. Il discorso non farebbe una piega, se i posti DISPONIBILI in terapia intensiva fossero gli stessi in tutte le regioni, in rapporto al numero di abitanti. Così non è, come chiunque può controllare consultando la pagina ufficiale dell'AGENAS
E' ovvio che le regioni messe meglio in termini di disponibilità di postazioni in T.I. a parità di tasso d'infezione arriveranno più tardi - poniamo - al tasso di allarme del 10% di occupazione delle postazioni di T-I. rispetto a quelle meno dotate. In questa classifica, la Calabria è penultima in classifica nella disponibilità di postazioni di T.I.. Colpa della Calabria? vorrei qui ricordare due cose:
-1) La Regione Calabria, teoricamente responsabile della Sanità, è commissariata da oltre dieci anni senza interruzioni. E si da il caso che il Commissario non se lo scelgano i calabresi, ma venga scelto e imposto dal governo centrale.
-2) Da decenni, i fondi stanziati dal governo per la sanità delle regioni, sono calcolati come aumento percentuale rispetto alla spesa consuntiva degli anni precedenti (il che significa anche premiare chi spreca di più). Una cosa assurda. Poiché TUTTI dovrebbero avere diritto agli stessi livelli di assistenza, lo stato (se esiste) dovrebbe darsi un piano quinquennale, alla fine del quale TUTTE le regioni dovrebbero avere la stessa identica disponibilità di spese strutturali IN RAPPORTO AL NUMERO DI ABITANTI, e non in rapporto a quanto hanno speso - o magari sperperato - negli anni e nei decenni passati.
Credo che Draghi, e chi ci sarà dopo di lui, avrebbero il preciso dovere di implementare questo piano, che da anni c'è nel libro delle buone intenzioni, ma che non è mai stato imposto con serietà e senza incomprensibili eccezioni. In questo quadro di disuguaglianze, suscitano scandalo le libertà concesse alle c.d. "regioni autonome" che hanno trovato di fatto il sistema di spendere "a pié di lista", penalizzando di conseguenza le altre regioni.
Tafanus
Scritto il 05 gennaio 2022 alle 21:25 | Permalink | Commenti (0)
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