Bari, la dinamite cancella l'ecomostro di Punta Perotti
di red. (l'Unità)
Addio al discusso «ecomostro» di Punta Perotti. Il complesso immobiliare abusivo sul lungomare sud di Bari, i cui lavori sono stati bloccati nove anni fa, è stato fatto implodere alle 10.30 nella sua parte centrale.
Il primo a cadere a colpi di tritolo, tra i palazzi costruiti dall'impresa Matarrese, è stato il più grande, mentre a fine aprile sarà completata la demolizione delle altre parti. Punta Perotti è formato da tre torri alte 13 piani: il complesso edilizio-residenziale (300mila metri cubi) costruito a partire dal 1995 è stato realizzato nell'ambito di due piani di lottizzazione che prevedevano la realizzazione di 290 mila metri cubi complessivi. La struttura è stata edificata a una distanza inferiore di 300 metri dal mare e posizionato in parte a mo' di saracinesca, in modo da impedire la vista del lungomare a sud di Bari.
Sono tre in tutto le esplosioni che faranno crollare «la saracinesca»: dopo quella di oggi, le operazioni di demolizione saranno completate il 23 e il 24 aprile prossimi. Ogni giornata di «sparo» (così viene definita dai tecnici), farà crollare 70 mila metri cubi di cemento con l'impiego di 300 chili di esplosivo e di 150 detonatori. L'esplosione dura al massimo 1 secondo, mentre il crollo -- è stato stimato -- varia dai 4 ai 10 secondi. In meno di 2 minuti, il crollo produce 35 mila metri cubi di macerie diffuse su un raggio di 50 metri e un'altezza di 7.
La storia degli ecomostri di Punta Perotti inizia nel 1995, quando il Comune di Bari rilascia le concessioni edilizie e aprono i cantieri per il via ai lavori. Due anni dopo, il gip di Bari ordina il sequestro dei suoli e dei tre palazzi costruiti a una distanza inferiore di 300 metri dal mare e in posizione «orizzontale» rispetto al mare in modo da «tagliare» la visuale a sud del lungomare Perotti. Sempre nel 1997, la Corte di Cassazione annulla il decreto di sequestro del gip di Bari e dissequestra suoli e cantieri, ma le imprese costruttrici, da quel momento non riprendono i lavori di costruzione e attendono la fine del processo. Un processo che con rito abbreviato si conclude nel 1999. Gli imputati vengono assolti, ma Punta Perotti è giudicata abusiva e confiscata. Nel 2001, la Corte di Cassazione conferma la decisione del giudice del Tribunale di Bari. L'anno scorso, il Comune di Bari, indice la gara per la demolizione dei palazzoni. Ad aggiudicarsela è la ditta specializzata General Smontaggi di Novara. Nella scorsa settimana, l'impresa Matarrese, costruttrice del complesso edilizio, avvia tre ricorsi d'urgenza al tribunale di Bari per scongiurare l'abbattimento, ma tutti vengono respinti e ritenuti «inammissibili». La fine di Punta Perotti è arrivata in una tiepida giornata di sole «ma non di festa», ha sottolineato il sindaco di Bari, Michele Emiliano. Il primo cittadino ha detto che «l'abbattimento è un atto dovuto alla giustizia, alla bellezza e alla dignità di Bari. Non è una festa. Anche se gioiremo di fronte al crollo di un mostro, dovrà essere chiaro a tutti, il senso di fallimento che ogni demolizione rappresenta e l'urgenza che abbiamo di ricostruire, di ridisegnare il profilo della città».
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