Corte dei Conti, nella Trimestrale rischi di sottostima del deficit
La magistratura contabile punta il dito sulla spesa sanitaria, gli introiti da condoni e la spesa per i dipendenti pubblici
ROMA - Il quadro economico tracciato nella Trimestrale di Cassa "non è esente da rischi di sottostima", in particolare per quanto riguarda il disavanzo. Lo sostiene la Corte dei Conti nella relazione sulla copertura delle leggi dell'ultimo quadrimestre 2005. Perplessità vengono espresse anche su alcuni interventi della Finanziaria 2006, anche se i magistrati contabili danno nel complesso una "valutazione molto positiva" del
rafforzamento della manovra fatto dopo il varo.
Sotto la lente di ingrandimento della Corte ci sono soprattutto i risparmi previsti sulla spesa sanitaria, gli introiti da condoni e la spesa per i contratti dei dipendenti pubblici.
In particolare, sottolinea la Corte dei Conti, il risparmio di 2,5 miliardi, previsto dalla Finanziaria sulla spesa sanitaria, "appare di non facile realizzazione" e questo "nonostante la persistenza di margini per una riduzione delle inefficienze e per un più appropriato utilizzo delle strutturo di ricovero".
La Corte dei Conti lancia poi un allarme nel valutare gli interventi aggiuntivi "in materia di concordato preventivo, misure definite di programmazione fiscale e adeguamento degli anni 2003-2004", previsti nella Finanziaria per il 2006. "La riproposizione di forme di condono fiscale pregiudica sia le prospettive di gettito connesse ai normali adempimenti dei contribuenti sia l'esito dell'azione ordinaria tesa al recupero delle aree di evasione".
La Corte dei Conti rileva come un possibile sforamento della spesa per i pubblici dipendenti metta a rischio gli obiettivi di deficit 2006 "per la comprovata difficoltà ad attivare strumenti di controllo effettivo dei fattori extracontrattuali". "Il sistematico scostamento negativo tra gli obiettivi posti alla crescita dei redditi da lavoro dipendente e i risultati conseguiti in questi anni - sottolinea la magistratura contabile nella relazione che esamina le coperture della legge finanziaria 2006 - pone in luce la difficoltà di governare non tanto gli effetti diretti degli accordi contrattuali, quanto l'implicazione di un insieme composito di fattori extracontrattuali (contrattazione integrativa, progressione di carriera, ecc) e il rispetto dell'obiettivo, sempre ribadito, di riduzione del numero di occupati delle amministrazioni pubbliche".
I risultati conseguiti nel 2005 sul fronte dei conti pubblici mostrano "un andamento largamente insoddisfacente della spesa", rileva la Corte dei Conti nell'esaminare la copertura delle leggi varate nell'ultimo quadrimestre del 2005. La magistratura contabile evidenzia che l'incidenza sul Pil della spesa primaria corrente ha quasi raggiunto il 40 per cento (0,6 punti più che nel 2004), "ritornando su un livello prossimo a quello del 1993. E' stato, pertanto, mancato - sottolinea la Corte dei Conti - l'obiettivo di finanza pubblica definito nella legge Finanziaria per il 2005, che fissava un tetto del 2 per cento alla crescita delle
spese delle amministrazioni pubbliche".
Infine, i tagli alle spese degli enti locali previsti dall'ultima finanziaria sono troppo severi e quindi rischiano di diventare irrealizzabili. Le modifiche anno per anno dei meccanismi di correzione creano difficoltà agli enti e possono spingere a non rispettare i limiti previsti.
Speriamo che il giudizio della Corte dei Conti, che ad occhio e croce non è un covo di comunisti, ponga fine alle diatribe sulla bravura della Banda Treconti & Bassotti.
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