...ma Totti gioca o non gioca?...
Roberto Cotroneo - L'Unità
Certo che se non ci si inventa un caso, una staffetta, un dubbio, una polemica non si è contenti. E soprattutto a finirci in mezzo, per un motivo o per l´altro è sempre Francesco Totti. Passi per gli eruopei e l´episodio dello sputo. Ma adesso dobbiamo proprio fare i referendum nazionali e su internet se Totti in questo mondiale debba giocare oppure no. Il sito di "Repubblica", tra i tanti, è arrivato a 25 mila voti, e qui in sala stampa si mormora che sta troppo fermo, e se non sta fermo sbaglia il cucchiaio, e se non sbaglia il cucchiaio cade, e se non cade finisce che rimane in mezzo al campo e giochiamo in 10 contro 11, sempre. E come se non bastasse sono tutti pronti a dire che Totti è il pupone di Lippi, e che Lippi lo farebbe giocare pure ingessato completamente.
Naturalmente non c´è niente di più sfuggente del giornalismo sportivo, e niente di più esatto del calcio. Facendo un paragone filosofico che non deve spaventare, il calcio è teoretica, ovvero scienza dell´essere, e il giornalismo sportivo è ermeneutica, ovvero commento infinito alla teoretica. Ma i commenti servono a quel che servono. Peccato però che l´ermeneutica calcistica porta spesso a risultati assai discutibili. E vediamo il perché.
Primo punto, Totti è giocatore dal talento indiscutibile, ed è l'unico vero leader carismatico di quella squadra. Con tutto il rispetto, se finisci nelle conferenze stampa e senti parlare Buffon cambi strada. Alla domanda su come si sentivano lui e Cannavaro ad essere stati i migliori in campo, la risposta del nostro portierone era buona per un bowling di periferia: «abbiamo due palle così». L´accenno era malizioso, loro due, Buffon e Cannavaro, erano stati i più discussi prima del mondiale, in merito a scommesse e alle vicende del nostro calcio. Forse era ingiusto discuterli. Certo la risposta di Buffon non è proprio di quelle più indicate in questo momento. Un po´ di low profile avrebbe giovato, con quello che succede.
Ma sono ragazzi, e i ragazzi talvolta non si tengono. Non è proprio da squadra simpatica una risposta così. E sulla simpatia c'è molto da lavorare ancora, ma è proprio ingiusto fare i giochetti con Totti. In una squadra di gregari, con medie eccellenze, Totti è un gigante anche quando sta fermo. Intanto perché è Totti. Intanto perché basta metterlo in campo, e il fallo da dietro prima o poi se lo prende. Intanto perché con i falli da dietro i difensori finiscono spesso fuori con il cartellino rosso. Intanto perché se Materazzi ha segnato è anche perché Totti ha battuto un angolo e la palla gliel´ha praticamente messa sulla fronte. Intanto perché ci voleva tutta la grandezza di Petr Cech, che non sarà Buffon, ma poco ci manca, per mandare in angolo un tiro di Totti da 30 metri, allungandosi sul palo per tutto il suo metro e novantasette. Intanto perché i due cucchiai non hanno funzionato perché quelli partono dalla testa, dalla concentrazione, ma i piedi ci sono, eccome.
Lippi dice che lui non è antipatico, che è soltanto serio. Mica ha torto questa volta. E fa bene a tenere Totti in campo. Sarà per investimento, sarà per cocciutaggine viareggina, sarà perché Lippi è uno di quelli che l´ermeneutica sportiva non sa bene che cos´è ma gli sta sulle scatole, e ha perfettamente ragione. La sua squadra è legata a Totti, tutta. Fa un po´ di fatica, gioca benino, fisicamente non sta così male, a parte alcuni acciacchi. Però le manca un leader, uno che li trasforma tutti. Solo Totti è un grado di produrre questo miracolo. È ancora fermo, non sarà ancora concentrato, non è ancora al meglio, forse ha persino ancora un po´ paura nei contrasti, ma l´ultima mandata della serratura che può aprirci la strada di una possibile finale la può dare solo lui.
Poi certo, in apparenza, è facile fare delle ironie. E le ironie qui in Germania, come in Italia tra l´altro, le fanno tutti. Siamo una Repubblica fondata sul sarcasmo. Pronti a trovare il calciatore da mettere in croce. Speriamo che passi presto. Tutte le opinioni calcistiche più accreditate, tutte le teorie più indiscutibili, tutti gli osservatori più esperti cadono al primo gol, e sarebbero già caduti se uno di quei cucchiai o quel tiro che Cech ha preso fosse finito in rete. Oggi starebbero a titolare e a dire che Totti è tornato. Che finalmente... che ora abbiamo il leader. Ma la colpa non è di Cech se facciamo i sondaggi su Totti sì e Totti no, la colpa è di questo vizio di inventarsi quello che non esiste. Sarà divertente vedere quello che potrebbe succedere nell'immediato futuro, nella partita con l'Australia di lunedì. Basterà un suo gol per scardinare le teorie più vertiginose, le strategie più sofisticate, i luoghi comuni soliti.
Volete un aneddoto? Per trent'anni, tanto per fare un esempio, si è ragionato della staffetta Rivera-Mazzola nei Mondiali messicani del '70. Forse sono stati scritti libri e tomi. Sicuramente sono state scomodate categorie calcistiche. Poi ieri Mazzola mi ha raccontato il motivo della staffetta. Una dissenteria messicana, la maledizione di Montezuma, che gli impediva di giocare per tutti i due tempi della partita. Allora è entrato Rivera, da lì è partito il mito di una staffetta che veniva dipinta meglio di una strategia tecnica.Peccato che è difficile accettare, per tutti, che il calcio è fatto di episodi. E che sopra quegli episodi ci sono dei calciatori che fanno la differenza. Visto che Totti ha subito un incidente grave, e che mai come in questo mondiale tiepido c'è bisogno di lui, sarebbe il caso di dimenticarci dei sondaggi e delle stupidaggini e lasciarlo giocare. Se si vuole davvero vincere qualcosa. [email protected]
Naturalmente non c´è niente di più sfuggente del giornalismo sportivo, e niente di più esatto del calcio. Facendo un paragone filosofico che non deve spaventare, il calcio è teoretica, ovvero scienza dell´essere, e il giornalismo sportivo è ermeneutica, ovvero commento infinito alla teoretica. Ma i commenti servono a quel che servono. Peccato però che l´ermeneutica calcistica porta spesso a risultati assai discutibili. E vediamo il perché.
Primo punto, Totti è giocatore dal talento indiscutibile, ed è l'unico vero leader carismatico di quella squadra. Con tutto il rispetto, se finisci nelle conferenze stampa e senti parlare Buffon cambi strada. Alla domanda su come si sentivano lui e Cannavaro ad essere stati i migliori in campo, la risposta del nostro portierone era buona per un bowling di periferia: «abbiamo due palle così». L´accenno era malizioso, loro due, Buffon e Cannavaro, erano stati i più discussi prima del mondiale, in merito a scommesse e alle vicende del nostro calcio. Forse era ingiusto discuterli. Certo la risposta di Buffon non è proprio di quelle più indicate in questo momento. Un po´ di low profile avrebbe giovato, con quello che succede.
Ma sono ragazzi, e i ragazzi talvolta non si tengono. Non è proprio da squadra simpatica una risposta così. E sulla simpatia c'è molto da lavorare ancora, ma è proprio ingiusto fare i giochetti con Totti. In una squadra di gregari, con medie eccellenze, Totti è un gigante anche quando sta fermo. Intanto perché è Totti. Intanto perché basta metterlo in campo, e il fallo da dietro prima o poi se lo prende. Intanto perché con i falli da dietro i difensori finiscono spesso fuori con il cartellino rosso. Intanto perché se Materazzi ha segnato è anche perché Totti ha battuto un angolo e la palla gliel´ha praticamente messa sulla fronte. Intanto perché ci voleva tutta la grandezza di Petr Cech, che non sarà Buffon, ma poco ci manca, per mandare in angolo un tiro di Totti da 30 metri, allungandosi sul palo per tutto il suo metro e novantasette. Intanto perché i due cucchiai non hanno funzionato perché quelli partono dalla testa, dalla concentrazione, ma i piedi ci sono, eccome.
Lippi dice che lui non è antipatico, che è soltanto serio. Mica ha torto questa volta. E fa bene a tenere Totti in campo. Sarà per investimento, sarà per cocciutaggine viareggina, sarà perché Lippi è uno di quelli che l´ermeneutica sportiva non sa bene che cos´è ma gli sta sulle scatole, e ha perfettamente ragione. La sua squadra è legata a Totti, tutta. Fa un po´ di fatica, gioca benino, fisicamente non sta così male, a parte alcuni acciacchi. Però le manca un leader, uno che li trasforma tutti. Solo Totti è un grado di produrre questo miracolo. È ancora fermo, non sarà ancora concentrato, non è ancora al meglio, forse ha persino ancora un po´ paura nei contrasti, ma l´ultima mandata della serratura che può aprirci la strada di una possibile finale la può dare solo lui.
Poi certo, in apparenza, è facile fare delle ironie. E le ironie qui in Germania, come in Italia tra l´altro, le fanno tutti. Siamo una Repubblica fondata sul sarcasmo. Pronti a trovare il calciatore da mettere in croce. Speriamo che passi presto. Tutte le opinioni calcistiche più accreditate, tutte le teorie più indiscutibili, tutti gli osservatori più esperti cadono al primo gol, e sarebbero già caduti se uno di quei cucchiai o quel tiro che Cech ha preso fosse finito in rete. Oggi starebbero a titolare e a dire che Totti è tornato. Che finalmente... che ora abbiamo il leader. Ma la colpa non è di Cech se facciamo i sondaggi su Totti sì e Totti no, la colpa è di questo vizio di inventarsi quello che non esiste. Sarà divertente vedere quello che potrebbe succedere nell'immediato futuro, nella partita con l'Australia di lunedì. Basterà un suo gol per scardinare le teorie più vertiginose, le strategie più sofisticate, i luoghi comuni soliti.
Volete un aneddoto? Per trent'anni, tanto per fare un esempio, si è ragionato della staffetta Rivera-Mazzola nei Mondiali messicani del '70. Forse sono stati scritti libri e tomi. Sicuramente sono state scomodate categorie calcistiche. Poi ieri Mazzola mi ha raccontato il motivo della staffetta. Una dissenteria messicana, la maledizione di Montezuma, che gli impediva di giocare per tutti i due tempi della partita. Allora è entrato Rivera, da lì è partito il mito di una staffetta che veniva dipinta meglio di una strategia tecnica.Peccato che è difficile accettare, per tutti, che il calcio è fatto di episodi. E che sopra quegli episodi ci sono dei calciatori che fanno la differenza. Visto che Totti ha subito un incidente grave, e che mai come in questo mondiale tiepido c'è bisogno di lui, sarebbe il caso di dimenticarci dei sondaggi e delle stupidaggini e lasciarlo giocare. Se si vuole davvero vincere qualcosa. [email protected]
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