Il governo rafforza la manovra - 45 miliardi entro il 2007 -
!>di ROBERTO PETRINI - Repubblica.it!>!>
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ROMA - Si va verso i 45 miliardi in meno di due anni. E' questo il risultato degli ultimi conteggi del governo: le risorse necessarie per la manovra-bis potrebbero lievitare oltre i 10 miliardi previsti (da reperire per metà con lotta all'evasione e nuove entrate e metà con tagli alle spese) mentre la Finanziaria 2007, incluse le risorse per lo sviluppo, potrebbe raggiungere i 30-35 miliardi. In tutto dunque si confermano 45 miliardi in un anno e mezzo, tre punti di Pil.
Ufficialmente il Tesoro tace sulle cifre e ieri Tommaso Padoa-Schioppa si è limitato a declinare le linee generali dei prossimi interventi sui conti pubblici: dalla manovra-bis al Dpef alla Finanziaria. Dopo la drammatica denuncia di mercoledì in Parlamento, il ministro dell'Economia ha parlato ad un convegno della Ragioneria dello Stato. "E' in parte illusoria la via dell'aumento della tassazione - ha spiegato il ministro -, se si copre il deficit aumentando la tassazione si sottraggono risorse all'economia. La via da seguire invece è quella delle economie sulle spese".
Queste indicazioni si uniscono a quelle già avanzate due giorni fa in Parlamento e che vedono il ministro convinto della necessità di misure "strutturali", cioè in grado di produrre risparmi stabili e duraturi. Misure utili per rassicurare Bruxelles, per tenere a bada i mercati "assetati di sangue" e le agenzie di rating. Il taglio della spesa corrente infatti è in grado di far crescere l'avanzo primario e dunque di creare i presupposti per la diminuzione del debito sotto il 100 per cento entro tre anni.
E proprio sulla base di queste indicazioni gli uffici tecnici sono stati messi sotto pressione per avanzare una serie di proposte per comporre un menù per la manovra bis 2006. Dalla lista dei tagli alla spesa corrente, pari a circa 5 miliardi, nulla viene escluso: si parte da una scrematura all'osso del bilancio e dall'azzeramento delle spese per consulenze (sono circa 145 mila per un costo 1,2 miliardi di euro, tagliate fino ad oggi solo del 50 per cento).
Il comparto del pubblico impiego è sotto stretta osservazione: si fa l'ipotesi di una moratoria biennale dei contratti degli statali scaduti dal 1° gennaio del 2006 (si comincerebbe con risparmiare per quest'anno il denaro per la "vacanza contrattuale"). Si aggiunge l'ipotesi di estendere la stretta sul turn over ai settori che finora ne sono stati esclusi come la scuola (fin dalla riapertura di settembre) e la sicurezza.
Nel menù resta l'ipotesi dei ticket ospedalieri e anche farmaceutici. Non viene esclusa neppure l'idea di un intervento sulle pensioni, sebbene rinviata al Dpef e alla Finanziaria.
Ad alimentare la speranza di un piccolo alleggerimento della stretta solo i dati sulla crescita (e quelli conseguenti sulle entrate fiscali): il Ragioniere generale dello Stato Canzio ha annunciato ieri che il Pil salirà all'1,5 rispetto al previsto 1,3 per cento.
Più complessa la partita delle entrate: 2-3 miliardi verranno dall'operazione-Visco sull'evasione e l'elusione dell'Iva. Il resto potrà riguardare le rendite finanziarie.
Se questa è la cura che il governo Prodi sta approntando per far fronte all'eredità del centrodestra, si lavora anche alle misure per lo sviluppo. In primo luogo il taglio "selettivo" di 5 punti del cuneo fiscale per il quale si fanno tre ipotesi: abbattimento dei contributi per scaglioni (scenderebbe, ad esempio, dal 32 al 19 per cento fino ad un salario di 500-600 euro); abbattimento generalizzato per tutti i dipendenti di 5 punti; deducibilità del costo del lavoro dall'Irap (che metterebbe la tassa al riparo dalla sentenza della giustizia europea).
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