Corruzione, Sottile dai magistrati
L'accusa: tangente per i videopoker
Interrogatorio di garanzia per Salvatore Sottile, coinvolto nello scandalo Savoia. Le accuse a carico del portavoce di Gianfranco Fini (arrestato il 16 giugno nella maxi-inchiesta sulla cosiddetta "savoia connection") sono pesanti: presunta concussione sessuale ai danni di aspiranti stelline televisive (che poi sarebbero approdate alla Rai) e presunta corruzione ai Monopoli di Stato per il rilascio di 400 nulla osta per apparecchi elettronici da gioco all'imprenditore messinese Rocco Migliardi per cui sarebbe stata pagata, secondo l'accusa, una tangente di 20 mila euro. Migliardi ha ammesso, nei giorni scorsi, di aver versato dei soldi.
L´interrogatorio odierno nella procura lucana è durato circa un'ora. Subito dopo un comunicato stampa di An: «Sottile ha chiarito in maniera puntuale e rigorosa tutti gli equivoci che avevano formato oggetto degli addebiti a suo carico». Nel comunicato si precisa inoltre che i difensori di Sottile hanno sollecitato la revoca dell'arresto.
Il portavoce di Fini è stato sentito nella procura lucana per il caso della presunta corruzione ai Monopoli. In alcune intercettazioni telefoniche, in particolare con un commercialista, Sottile risulterebbe coinvolto nella vicenda sia per l'individuazione dei funzionari "contattare" sia per le "provvigioni" da assegnare agli altri intermediari dell´affaire Migliardi. Sottile non dovrebbe invece essere interrogato sulla presunta concussione sessuale nei confronti di soubrette televisive dato che gli atti sono stati inviati a Roma dal gip potentino Iannuzzi per competenza territoriale.
Con l'interrogatorio di garanzia di Salvatore Sottile si conclude l'attività istruttoria messa in programma dagli inquirenti di Potenza. I prossimi interrogatori (dei figli e della moglie di Rocco Migliardi) saranno eseguiti in rogatoria, e quindi delegati alle Procure ed ai giudici di dove risiedono gli indagati. «Fino all'udienza del Riesame - si spiega - ci sarà una pausa per lo studio degli atti». Nei prossimi giorni il gip potentino si pronuncerà sulle istanze di scarcerazione presentate dagli arrestati.
Vittorio Emanuele di Savoia ha deciso martedì di difendersi rispondendo alle domande dei magistrati. Quasi cinque ore di interrogatorio per il figlio dell'ultimo Re d'Italia, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso e sfruttamento della prostituzione. Non si è avvalso della facoltà di non rispondere, anzi, secondo il suo avvocato Lodovico Isolabella, «ha deciso di affrontare l'interrogatorio e lo ha fatto dando ai giudici una serie di elementi sui quali i magistrati si sono trovati a dover riflettere». Isolabella si è comunque detto «molto contento dell'interrogatorio». Vittorio Emanuele si è difeso: non è il capo dell'organizzazione, il presunto dominus. A lui chiedevano di fare delle cose, di collaborare a una nascente impresa e lui ha risposto a quelle sollecitazioni credendo di muoversi in un quadro legale. Sarebbero state queste alcune delle affermazioni fatte al giudice.
Intanto un altro esponente di spicco di An è stato iscritto nel registro degli indagati. Si tratta di Proietti Cosimi - che all' epoca dei fatti oggetto dell' inchiesta era addetto alla segreteria del Vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini - per il quale sono due le ipotesi di reato ed entrambe fanno riferimento all' intermediazione messa in atto con dirigenti dei Monopoli di Stato. Nel primo caso, Proietti Cosimi avrebbe avuto una parte nella concessione dei 400 nulla osta che i Monopoli concessero a Rocco Migliardi, omologando così schede per videogiochi in realtà «truccate». Nel secondo caso, l' accusa riguarda l' omologazione del videogioco di un' altra azienda e la concessione di altri 500 nulla osta.
L´interrogatorio odierno nella procura lucana è durato circa un'ora. Subito dopo un comunicato stampa di An: «Sottile ha chiarito in maniera puntuale e rigorosa tutti gli equivoci che avevano formato oggetto degli addebiti a suo carico». Nel comunicato si precisa inoltre che i difensori di Sottile hanno sollecitato la revoca dell'arresto.
Il portavoce di Fini è stato sentito nella procura lucana per il caso della presunta corruzione ai Monopoli. In alcune intercettazioni telefoniche, in particolare con un commercialista, Sottile risulterebbe coinvolto nella vicenda sia per l'individuazione dei funzionari "contattare" sia per le "provvigioni" da assegnare agli altri intermediari dell´affaire Migliardi. Sottile non dovrebbe invece essere interrogato sulla presunta concussione sessuale nei confronti di soubrette televisive dato che gli atti sono stati inviati a Roma dal gip potentino Iannuzzi per competenza territoriale.
Con l'interrogatorio di garanzia di Salvatore Sottile si conclude l'attività istruttoria messa in programma dagli inquirenti di Potenza. I prossimi interrogatori (dei figli e della moglie di Rocco Migliardi) saranno eseguiti in rogatoria, e quindi delegati alle Procure ed ai giudici di dove risiedono gli indagati. «Fino all'udienza del Riesame - si spiega - ci sarà una pausa per lo studio degli atti». Nei prossimi giorni il gip potentino si pronuncerà sulle istanze di scarcerazione presentate dagli arrestati.
Vittorio Emanuele di Savoia ha deciso martedì di difendersi rispondendo alle domande dei magistrati. Quasi cinque ore di interrogatorio per il figlio dell'ultimo Re d'Italia, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso e sfruttamento della prostituzione. Non si è avvalso della facoltà di non rispondere, anzi, secondo il suo avvocato Lodovico Isolabella, «ha deciso di affrontare l'interrogatorio e lo ha fatto dando ai giudici una serie di elementi sui quali i magistrati si sono trovati a dover riflettere». Isolabella si è comunque detto «molto contento dell'interrogatorio». Vittorio Emanuele si è difeso: non è il capo dell'organizzazione, il presunto dominus. A lui chiedevano di fare delle cose, di collaborare a una nascente impresa e lui ha risposto a quelle sollecitazioni credendo di muoversi in un quadro legale. Sarebbero state queste alcune delle affermazioni fatte al giudice.
Intanto un altro esponente di spicco di An è stato iscritto nel registro degli indagati. Si tratta di Proietti Cosimi - che all' epoca dei fatti oggetto dell' inchiesta era addetto alla segreteria del Vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini - per il quale sono due le ipotesi di reato ed entrambe fanno riferimento all' intermediazione messa in atto con dirigenti dei Monopoli di Stato. Nel primo caso, Proietti Cosimi avrebbe avuto una parte nella concessione dei 400 nulla osta che i Monopoli concessero a Rocco Migliardi, omologando così schede per videogiochi in realtà «truccate». Nel secondo caso, l' accusa riguarda l' omologazione del videogioco di un' altra azienda e la concessione di altri 500 nulla osta.
SOCIAL
Follow @Tafanus