Arrestato consigliere azzurro: «Uomo di Provenzano»
l'Unità
...e mentre noi sprechiamo il nostro tempo coi festeggiamenti agli "Azzurri" della Nazionale Campione del Mondo, altri "Azzurri", alquanto più opachi, continuano a fare affari: business as usual, dovunque ci sia qualcosa da mangiare. Forza, Italia...
Arrestato nel pomeriggio di lunedì il deputato regionale di Forza Italia, Giovanni Mercadante. L´accusa è pesante, anzi pesantissima: associazione mafiosa. Mercadante avrebbe infatti «costituito un punto di riferimento per la cura degli interessi del boss Bernardo Provenzano, nel periodo della sua latitanza».
Il provvedimento che ha portato alla cattura del deputato siciliano di Forza Italia è stato firmato dal gip Maria Pino ed eseguito dalla Squadra Mobile. Mercadante è stato bloccato dagli agenti mentre si trovava per strada a Palermo e condotto in Questura.
Uno solo, ma lungo dettagliato, il capo d'imputazione. Secondo i magistrati Mercadante avrebbe fatto parte «insieme ad altre numerose persone tra le quali Bernardo Provenzano, Benedetto Spera, Antonino Giuffrè, Salvatore Lo Piccolo, Giuseppe Lipari, Tommaso Cannella, Antonino Cinà e Antonino Rotolo, dell'associazione mafiosa Cosa nostra». In particolare il deputato regionale azzurro (rieletto a maggio nel parlamentino siciliano) sarebbe intervenuto «sulle istituzioni e la pubblica amministrazione» per conto dei boss: Mercadante era «Un punto di riferimento per la cura degli interessi di Bernardo Provenzano, nel periodo della sua latitanza, per aver stretto rapporti con altri capimafia quali Tommaso Cannella, Antonino Cinà e Antonino Rotolo».
Per gli inquirenti il medico-politico arrestato avrebbe anche fornito «il proprio ausilio e la disponibilità della struttura sanitaria della quale era socio per prestazioni sanitarie in favore degli associati, anche latitanti, e la redazione di documentazione sanitaria di favore, ricevendo l'appoggio elettorale di Cosa nostra in occasione delle elezioni regionali in cui era candidato».
Il boss della Mafia Provenzano era stato arrestato l'11 aprile scorso dopo oltre 40 anni di latitanza. In seguito alla cattura del "padrino" erano finiti in manette anche i suoi tre vice Antonino Rotolo (60 anni, sanguinario capo del mandamento di Pigliarelli e protagonista delle guerre di mafia negli anni ´80), Antonino Cinà, 61 anni, medico personale di Totò Riina e Francesco Bonura, 64 anni. Insiema a loro numerosi altri esponenti di Cosa Nostra.
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