Libano, ferito un militare italiano - E' un casco blu in missione di pace
Colpito da una granata il capitano dell'Esercito Roberto Punzo, pilota d'elicotteri - Israele smentisce che la responsabilità sia dei suoi razzi: "Colpa degli Hezbollah"
ROMA - Le schegge di una granata hanno ferito gravemente un militare italiano in missione di pace in Libano, nella cittadina di Raf, nel sud del paese. Roberto Punzo, capitano dell'Esercito, è ricoverato in gravi condizioni nell'ospedale civile di Haifa. Secondo i medici, non è in pericolo di vita. Erano le tredici, ora italiana, quando una granata è esplosa vicino al militare. Soldati israeliani lo hanno soccorso per primi: è stato portato all'ospedale di Haifa, il più vicino, anche se sotto il tiro dei razzi Hezbollah. I medici lo hanno operato allo stomaco, la prognosi resta riservata.
Israele: "Non sono stati i nostri razzi". La zona dove è stato ferito il militare italiano è bombardata da ore da razzi aerei israeliani. A causa del fuoco ravvicinato israeliano, almeno sette ordigni sono esplosi nelle ultime ventiquattr'ore vicino a postazioni delle forze Onu in Libano. Un portavoce dell'esercito di Gerusalemme si è affrettato però a smentire qualsiasi responsabilità israeliana nel ferimento del militare: "Non è stato ferito dal nostro fuoco" ha assicurato il portavoce. L'edizione elettronica del quotidiano israeliano Haaretz afferma che il capitano è stato colpito dai milizani Hezbollah.
Bersagliere, pilota d'elicotteri. Roberto Punzo, di origini napoletane ma residente a Roma, sposato e padre di una bambina, è un bersagliere pilota di elicotteri. Anche il padre è stato generale dell'Aves, l'aviazione dell'Esercito. Roberto Punzo è aggregato all'ufficio logistico dello Stato maggiore dell'Esercito ma da tempo presta servizio disarmato nella missione UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization), la più vecchia missione peacekeeping delle Nazioni Unite, in medioriente dal '58. Il capitano, come i suoi sei colleghi ufficiali distaccati presso la missione, controlla l'applicazione dei trattati tra Egitto, Giordania, Israele e Siria. Nel lontano 1973, un altro ufficiale italiano della stessa missione fu ucciso: era il capitano Carlo Olivieri colpito da una raffica al suo posto di osservazione sul canale di Suez.
SOCIAL
Follow @Tafanus