…il mio amico giornalista del “Mattino” e del “Venerdì” di Repubblica, Stefano Manferlotti, mi invia questa garbata provocazione:
“Caro Antonio, però un tuo commentino sulla vicenda dei due giornalisti costretti a "convertirsi" all'Islam con il mitra puntato sulla faccia lo devi scrivere: è di un tragicomico colossale. Con tanto di "tiè!" dopo il rilascio... Saluti da Stefano.”
Questa la notizia, tratta da Repubblica:
“Gaza, rilasciati i due giornalisti Fox” - "Costretti a convertirci all'Islam"
Sono stati rilasciati i due giornalisti della Fox News rapiti a Gaza il 14 agosto scorso dalle sedicenti Brigate della santa jihad, un gruppo finora sconosciuto. I reporter sono in buone condizioni di salute. Subito dopo la liberazione sono stati, a quanto pare da soli, al Beach Hotel di Città di Gaza. Poi hanno incontrato il premier palestinese Ismail Haniyeh […] A liberazione avvenuta Steve Centanni ha però spiegato che lui e il collega sono stati costretti alla conversione sotto la minaccia della forza. "Ho il massimo rispetto per l'Islam - ha detto il giornalista americano - ma è qualcosa che abbiamo sentito di dover fare perché loro erano armati e noi volevamo uscire da quell'inferno". I due erano stati mostrati separatamente, seduti con le gambe incrociate, mentre leggevano un documento che conteneva la dichiarazione di conversione all'Islam. Nel video i due reporter indossavano lunghi abiti musulmani […]
Caro Stefano, che dire? Sono contento per la liberazione dei due giornalisti, anche (anzi, specialmente) perché ottenuta col pagamento di una valigetta di banconote da “monopoli”… come spenderanno, in futuro, questa “conversione” ad Allah, i rapitori?
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…io, da ateo, godo del privilegio di avere un rapporto piuttosto disincantanto con queste problematiche. Però ho voluto immedesimarmi nei due giornalisti. Ho provato ad immaginare: metti che un giorno tu sia inviato al Meeting di Comunione & Ristorazione, e venga rapito da Cesana o, peggio, da Formigoni… metti che per la tua liberazione ti chiedano la conversione a CL; metti che ti chiedano di rinnegare tua figlia, che vive nel peccato, more uxorio, senza essere sposata; metti che ti pongano, fra le pene afflittive accessorie, la frequentazione di Don Baget Bozzo, la frequentazione della Scuola di Comunicazione diretta da Antonio Socci, l’obbligo di ascoltare non meno di sei comizi all’anno del ciellino di complemento Berlusconi, e magari di saltellare gridando “chi non salta comunista è… ,è…”
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Ecco, se tutto questo dovesse verificarsi, credo che troverei un barlume di lucidità, e sceglierei, con pragmatica vigliaccheria, il male minore: la morte…
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