…ed ecco il preannunciato approfondimento sulla faccenda “Pacenza”: la prima notizia dell’arresto (avvenuto il 16 agosto) la dà il Corsera del giorno dopo, 17 agosto. Le accuse non sono “leggere”: il Corsera titola: “ ARRESTATO PER TRUFFA IL CAPOGRUPPO DS”; per truffa, micacazzi… e prosegue:
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“…Ci sarebbe una truffa di milioni di euro dietro l' arresto di Franco Pacenza, 48 anni, capogruppo dei Ds nel consiglio regionale della Calabria. La procura della Repubblica di Cosenza ha contestato all' esponente politico i reati di concussione e truffa ai danni della Comunità europea. Pacenza, uomo di punta dei Ds in Calabria, da tre legislature in consiglio regionale, è stato arrestato dagli uomini della Guardia di finanza in un villaggio turistico vicino Cagliari, dove si trovava in vacanza con moglie e figlio. Pacenza risulterebbe socio in due aziende la Sensitec e la Printec, che avrebbero ottenuto finanziamenti dalla Comunità europea per sei milioni e 470 mila euro. Nonostante questi contributi le due aziende tedesche destinate a costruire sensori per i contatori del gas e cartucce per stampanti non avrebbero iniziato nessun ciclo. Nei giorni scorsi, Franco Pacenza insieme ai sindacati di categoria aveva manifestato per le strade di Corigliano contro la chiusura di queste due aziende. Il leader diessino aveva chiesto l' intervento della Regione e del Governo affinché queste due realtà non subissero l'onta della chiusura ancor prima di aver avviato il ciclo di lavorazione…”
Tutto chiaro, no? Pacenza prima versione sarebbe addirittura “socio occulto” delle aziende truffatrici… aveva spinto per non chiudere le due aziende “prima della apertura”, ma non per ragioni occupazionali o di politica industriale, ma in quanto “truffatore e socio occulto”… ed a chi lo avrebbe chiesto? Alla maggioranza di centro-destra che governava all’epoca, sotto il governatorato di Giuseppe Chiaravalloti…
Passa un giorno: arriviamo al 18 agosto, e dalle indiscrezioni giornalistiche sparisce la “truffa”; sparisce qualsiasi riferimento a Pacenza quale “socio occulto” delle società fallite: cucù, cucù, il reato gravissimo non c’è più… rimane, è vero, l’accusa di concussione, ma questa ormai si riferisce a non meglio identificate “pressioni” per l’assunzione, in due aziende che non apriranno mai, di ben due operai; non c’è più nessun riferimento neanche ai miliardi della UE, niente: solo “pressioni” per far assumere due operai. Pressioni di che tipo? Minacce mafiose? Ricatti? Non è dato sapere…
Nel frattempo scoppia il caso Di Pietro: alcuni parlamentari (non solo DS, ma anche Margherita, UdEur, Lista Loiero) si recano a far visita a Pacenza. E’ un loro diritto, in quanto parlamentari, costituzionalmente garantito, ed è un diritto che non è nella disponibilità né dei giudici, né dei direttori delle carceri. I parlamentari possono recarsi in qualsiasi momento ad esercitare “funzioni ispettive”, anche a sorpresa, nelle carceri; a rendere visita a detenuti più o meno eccellenti, senza che nessuno possa opporsi. Però Di Pietro si oppone, con parole durissime e fuori luogo (che, se non andiamo errati, non gli abbiamo sentito pronunciare quando c’è stata la processione di parlamentari, prevalentemente di AN e Forza Italia, ma anche di sinistra),che visitavano tale Vittorio Emanuele, accusato di ben più gravi e squallide vicende…
I parlamentari chiamati in causa da Di Pietro sottoscrivono, congiuntamente, il seguente comunicato:
“…«Non sappiamo in quale veste Di Pietro parli: se da parlamentare o da presidente di Idv, partito che ha candidato nelle recenti elezioni al Comune di Cosenza, risultando primo dei non eletti, il fratello del gip che ha autorizzato l' arresto di Pacenza. È strano che un ministro, che non conosce il merito e le procedure di questa vicenda, si prenda il lusso di criticare il libero comportamento, garantito dalla Costituzione, di parlamentari. Per molto meno, altri si sarebbero dignitosamente dimessi». Fa sentire la sua voce anche Bobo Craxi: «Quando è a corto di argomenti e viene colto dallo "spirito di Savonarola", Di Pietro deve sempre tirare in ballo Bettino Craxi, sovente a sproposito…»
Da parte mia, non intendo certo dire che qualcuno abbia attaccato Pacenza perché il fratello del GIP non è stato eletto, ma è altamente “sospetto” il fatto che Di Pietro attacchi così pesantemente suoi colleghi di coalizione, rei di aver di fatto “non avallato” il comportamento del GIP, fratello di un candidato trombato dell’Italia dei Valori. Quindi Di Pietro (e lo ripeto nonostante io sappia che questo blog è detto dai suoi ed a volte da Di Pietro stesso) sbaglia due volte: la prima perché critica dei parlamentari che esercitano un diritto costituzionalmente previsto e garantito; la seconda perché, proprio essendoci di mezzo il possibile sospetto (magari ingiustificato) di correlazioni fra GIP, fratello del GIP e Italia dei Valori, avrebbe dovuto raddoppiare la dose di prudenza, ed astenersi da critiche improprie.
Altra stranezza? Beh! Il fatto che nessun giornale di centro-destra calchi la mano… fate un giro sui giornali on-line di oggi: niente… il deserto dei tartari: non una parola sul Tempo, su Libero, su La Padania… solo il “Geniale” non rinuncia ad una “azzuppatina di pane”, ma senza entrare nel merito dei “reati” (e come potrebbe?); piuttosto come è nel suo stile, lo fa per sottolineare l’attacco di Di Pietro, e le “divisioni” del centro-sinistra. Inoltre, dà ampio spazio, stranamente, a dichiarazioni di Vittorio Sgarbi contrarie a Di Pietro (e questa non è una stranezza, conoscendo i rapporti fra i due) e favorevoli ai parlamentari che hanno visitato Pacenza:
“…attacchi all'ex pm anche dal centrodestra, con Vittorio Sgarbi, nemico storico di Di Pietro e oggi assessore alla cultura del Comune di Milano: «Nessun magistrato può imporre divieti che prescindano dai principi della Costituzione - ha detto Sgarbi -. E, come non può torturare, nonostante le convinzioni di Di Pietro, così non può proibire ai parlamentari ciò che la Costituzione prevede…»
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…per finire, vorrei ricordare che la legge prevede l’arresto quando “…vi siano pericoli di fuga, di inquinamento delle prove, di reiterazione del reato…” nessun “garantista a targhe alterne” del centro destra, e pochini del centro-sinistra, si sono mossi per ricordare che è ben difficile che un tizio che è con la famiglia dove tutti sanno che sia (in un villaggio turistico), stia pensando a fuggire o ad “inquinare le prove”; è anche edifficile ipotizzare che voglia “reiterare il reato” (visto che è persino poco chiaro quale sia il reato)… probabilmente era in Sardegna per imporre al villaggio turistico l’assunzione a termine di due animatori co.co.pro…
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Ed ora ecco a voi le penultime amenità (dico le penultime, perché sono convinto che ne arriveranno delle altre…)
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Dal Corsera del 18 agosto:
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“…Franco Pacenza, il capogruppo dei Ds in consiglio regionale della Calabria arrestato mercoledì sera per concussione, avrebbe imposto una serie di assunzioni in cambio di sostegno elettorale. Ad accusarlo è Franco Rizzo, un cittadino tedesco originario di Cariati (Cs), con passaporto diplomatico della Guinea. Rizzo era amministratore delegato delle società Printec e Sensitec, finite nel mirino della magistratura per frode fiscale. Nell' interrogatorio del 17 luglio scorso il faccendiere punta il dito contro l' esponente politico calabrese, indicandolo come «colui che avrebbe causato il fallimento delle due aziende». Nelle prime quaranta pagine dell' ordinanza, il gip di Cosenza Giuseppe Greco evidenzia modalità e fini della truffa realizzata da alcuni imprenditori tedeschi, che avevano deciso di investire nell' Alto Jonio cosentino i fondi erogati dalla Comunità europea, circa 6 milioni di euro, senza però avviare alcun processo produttivo. Le altre quaranta pagine sono dedicate a Franco Pacenza, che avrebbe fatto assumere presso la Printec e la Sensitec persone a lui vicine, in cambio di sostegno alle urne. In particolare il capogruppo dei Ds aveva preteso l' assunzione di Maurizio De Simone, noto esponente di An di Corigliano Calabro, candidato alle ultime comunali nel partito di Fini…”
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E con questo, tocchiamo veramente il fondo… accusato da un calabrese, cittadino tedesco, con passaporto diplomatico della Guinea (uno di quei passaporti che si comprano?); sparisce l’accusa di essere “socio occulto” (o comunque Pacenza fà fallire due aziende di cui è "socio occulto"), ma gli operai “imposti” in aziende mai nate non sono più due ma tredici (la metà dell’organico); e questo burlone di Pacenza che ti fà? “impone” anche l’assunzione di tale Maurizio De Simone, “…noto esponente di Alleanza Nazionale di Corigliano Calabro, candidato alle ultime elezioni comunali nel partito di Fini…
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AIUTO !!!
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