Sanità - Livia Turco: con me il 95% dei medici
«Nessuna guerra contro primari solo la volontà di rafforzare un indirizzo già scelto dal 95% dei medici italiani che va a potenziare la sanità pubblica i diritti dei cittadini e la professione dei medici». È Livia Turco a dirlo, rispondendo agli attacchi della destra che cerca di cavalcare una protesta che non c´è: quella dei medici ospedalieri che dovranno scegliere se svolgere la professione nel pubblico o nel privato ogni cinque anni. Loro infatti non hanno levato nessuna critica al ddl che verrà presentato in ottobre dal ministro della Sanità.
Ma dalla destra è invece assedio, le nuove regole non vanno giù perché vede minati alcuni suoi feudi e già parla di battaglia in Parlamento. Il mal di pancia è soprattuto di Forza Italia: Cicchitto ha promesso che chiederà la sfiducia del ministro e da Gramazio arrivano insulti e proteste per le nuove nomine degli istituti di ricerca, cioè la polemica sulla nomina di Paola Muti al posto del professor Cognetti alla direzione del Regina Elena. E allora eccola la bordata di Livia Turco che arriva nelle case di milioni di italiani. «Mi si accusa di aver promosso all´Istituto Regina Elena una donna, Paola Muti, per favorire le quote rosa? Non scherziamo. Primo: la dottoressa Muti aveva un curriculum migliore del professor Cognetti e ed era direttore di un istituto scientifico migliore di quello del professor Cognetti. Secondo: per Paola Muti io non ho avuto raccomandazioni, nessuna telefonata, mentre per Cognetti ci sono stati molti plausi politici». E aggiunge: «Anche per questo cambierò subito il criteri delle nomine agli istituti di ricerca, una legge voluta dalla destra: la scelta dei direttori scientifici non deve ricadere sul solo ministro, ma deve esserci un bando pubblico che conduca a una graduatoria stilata sulla base di requisiti, obbligando il ministro a compiere una scelta all'interno di quella stessa graduatoria».
Questa volta la destra potrebbe rimanere con un pugno di mosche in mano. Con la Turco si sono schierati Massimo Cozza segretario nazionale del Fp Cgil medici (insieme al segretario confederale Achille Passoni), Luigi D´Elia vicepresidente vicario della federazione italiana aziende ospedaliere, l´autorevole preside della facoltà di medicina della Sapienza di Roma Luigi Frati, la maggior parte dei primari italiani dal nord al sud. Piermannuccio Mannucci primario di medicina interna alla Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano definisce la proposta Turco "una cosa buona". Il vero problema è, ha affermato, che «per esercitare l'attività privata negli ospedali pubblici mancano le attrezzature e le strutture adeguate». E anche l´Anaao, il sindacato della dirigenza medica pubblica, sia pure con delle condizioni aveva dato il suo assenso: «Siamo disposti a discutere un provvedimento legislativo che contempli l'esclusività di rapporto per i primari, legandola alla durata dell´incarico, ma non possiamo accettare che questi principi siano completamente svincolati da altri due capisaldi della professione: la libera professione "intramoenia" e l´indennità di esclusività di rapporto».
Dunque per nome di chi protestare? Non si sa. Il centrodestra già parla di battaglia in Parlamento alla ripresa dei lavori in settembre. «Bisogna che il Parlamento - è il commento di Fabrizio Cicchitto di Fi - metta in questione, anche con specifiche mozioni, l'irresponsabile linea politica del ministro della Salute Turco per lo smantellamento delle posizioni di maggiore qualità nell'ambito della sanità pubblica».
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