Daniele Capezzone, come sanno almeno tre o quattro persone in tutta Italia, è un garantista a tutto “tonto”. Indimenticabili sono alcune sue strenue difese di craxiani ed italoforzuti. Per Capezzone in versione “garantista”, prima di poter dare del ladro a un ladro, c’era bisogno di trovare in casa dell’indiziato le banconote segnate, il filmato di una telecamera che riprendeva il ladro mentre incassava, e se possibile una confessione scritta, rilasciata davanti ad un comitato di Amnesty International e ad un notaio.
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Come è noto, Capezzone non ha ancora metabolizzato molto bene il passaggio a sinistra del partitino, imposto, per misteriose ragioni, dal guru abruzzese. Il personaggio non manca di un certo “sense of humour”. Però, se può scegliere, preferisce esercitare il suo umorismo contro i suoi neo-alleati, piuttosto che contro i suoi neo-avversari. Non si sa mai… le cose potrebbero girare ancora; è meglio non tagliarsi i ponti alle spalle.
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Chi non ricorda almeno 75 intemerate di Capezzone contro le fughe di notizie, i linciaggi mediatici, l’uso strumentale dei pentiti, e via intemerando? Eppure la “cosa” capita proprio a lui. Trova un pizzino. Non è un pizzino qualsiasi, ma un pizzino che detta tutto il nuovo organigramma della RAI, micacazzi…
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A questo punto immaginiamo un Capezzone, garantista a tutto tonto, dilaniato dal dubbio: cosa fare? Portare il pizzino alla più vicina Procura della Repubblica? Portarlo ai questori della Camera, o al suo Presidente? Portarlo a Gentiloni? Portarlo al più vicino cestino della carta straccia, sua destinazione naturale?
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Macchè, Daniele Capezzone, garantista a tutto tonto, trasmette subito il contenuto del “pizzino” a tutti i media della Repubblica: “…''Nei palazzi romani - ha dichiarato - circola un foglietto, una piccola nota scritta. Io l'ho trovato a Montecitorio. Sopra, ci sono scritti alcuni nomi: Gianni Riotta al Tg1, Paolo Ruffini a Rai1, Teresa De Santis condirettrice o vicedirettrice, Giovanni Minoli a Rai3, Piero Badaloni a Rainews24, Maurizio Braccialarghe alla direzione del personale''. ''Da dove viene il foglietto? E' attendibile? O e' invece opera di un mitomane - si è chiesto Capezzone…”
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Chissà se il garantista a tutto tonto, oltre che farsi la domanda, si sia dato anche la risposta… perché è indubbio che se altri avessero messo in piazza dei nomi, in una faccenda così delicata, sulla base labile di un foglietto trovato non si sa su quali banchi, né scritto da chi, né perché, il garantista sarebbe già sdraiato su Radio Radicale a scorticare vivi gli autori del linciaggio mediatico. Mi sembra già di sentirlo, ironizzare sull’attendibilità del pizzino, fare dietrologie sul “cui prodest”, sparare a mitraglia sui media rei di aver amplificato questa “spazzatura”, e così via, in un crescendo di indignazione; l’indignato speciale…
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A questo punto, Capezzone permetta a noi di fare della dietrologia; è chiaro che il pizzino di Capezzone, in assenza di nomi, cognomi, firma autografa certificata da perizia calligrafica e impronte digitali, è spazzatura allo stato puro, buona solo per la raccolta differenziata. Capezzone è ragazzo presuntuosetto, ma non cretino. E’ impossibile che non abbia previsto l’accoglienza che avrebbe suscitato il suo “sgup”, come direbbe il mai abbastanza rimpianto Bischkardi… e allora? Proviamo ad avanzare qualche sana ipotesi dietrologica:
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-1) Il pizzino nuoce ai “nominati”, perché è ovvio che in un certo senso è il mezzo migliore per carbonizzarli;
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-2) Il pizzino nuoce agli “alleati” di governo, e in particolare ai partiti maggiori, perché serve a darne una immagine da partiti prepotenti e lottizzatori;
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-3) il pizzino, come corollario, giova ai cespugli del centro-sinistra (ivi inclusa la “Rosa nel Pugno”);
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-4) il pizzino giova al mantenimento dello statu quo (e cioè ai vari Mimun, Mazza, Marano, Petrone, e via turpiloquiando;
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-5) il pizzino giova al centro-destra, il quale potrebbe strumentalizzare la cosa per sparare addosso ai “comunisti”: cosa che sta già puntualmente avvenendo;
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-6) Last but not least, Il pizzino è servito a Capezzone il Garantista a garantirsi due giorni di celebrità; questa sarebbe l’ipotesi più squallida, ma, come si sa, la ricerca della “visibilità” chez Capezzone & Associati è sempre stata una ossessione, che ha portato i radicali, nel tempo, a forme sempre più esilaranti di “protesta mediatica”, dai digiuni col cappuccino, ai digiuni a staffetta (io digiuno dalle nove alle tredici, mio fratello dalle quindici alle venti, e nell’intervallo tutti in pizzeria); dal “walk-around”, che è un girare intorno con cartelli addosso (è in pratica un girotondo, ma sui girotondi è obbligatorio ironizzare, mentre il “walk-around” è una forma di protesta seria e civile); dallo “streaking” in TV (noooo!!! Rita Bernardini nuda nooooo!!!), al piscio-drink, ai cerotti sulla bocca…
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Ecco, noi speriamo che Capezzone il Moralizzatore riesca a convincerci che nessuna delle sei ipotesi illustrate sia ragionevole, e ci fornisca la settima, e che sia convincente. Perché tutto ci saremmo aspettati da un garantista a tutto tonto, tranne che si mettesse a sputtanare l’universo mondo sulla base di un foglietto trovato nella sputacchiera.
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