Dal 10 novembre 2002 all'11 gennaio 2003
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - Per il generale Wesley Clark, il sì di Saddam Hussein alla ripresa
delle ispezioni dell' Onu allontana lo spettro del conflitto iracheno: «Escludo
che scoppi prima di Natale - dichiara il vincitore della guerra del Kosovo -
anche se si verificassero degli incidenti». L' ex comandante Nato aggiunge che
la ricomparsa di Bin Laden - se confermata - potrebbe altresì costringere il
presidente Bush a riesaminare i piani d' attacco all' Iraq… 10 novemre 2002
Saddam riapre le porte agli
ispettori Onu - La Casa Bianca prudente: «E' soltanto la prima scadenza». Berlusconi: «Le armi già distrutte o nascoste» Bagdad
accetta la risoluzione: «Non poniamo condizioni, abbiamo scelto la via della
pace. Dimostreremo che non possediamo più armi batteriologiche, chimiche o
nucleari». Il capo del team delle Nazioni Unite partirà già lunedì con un primo
gruppo di specialisti – 19 novembre 2002
La differenza rispetto a prima è
che l' esistenza di consultazioni riservate su un
eventuale attacco all' Iraq guidato dagli Stati Uniti, che riservate continuano
ad essere, adesso non viene negata. Da quando, due giorni fa, il primo
ministro canadese Jean Chretien ha dichiarato che Washington aveva chiesto agli alleati come potrebbero contribuire a un' offensiva contro Saddam Hussein... 21
novembre 2002
Berlusconi: a sua convinzione, rafforzata «dall' atmosfera» che si respira qui a Praga negli incontri bilaterali, nella riunione plenaria fra i leader, è che la guerra all' Iraq non venga affatto ritenuta dagli alleati, Bush compreso, come inevitabile. E che comunque, se mai fosse necessario intervenire per «distruggere» eventuali arsenali chimici e nucleari di Saddam Hussein, si tratterebbe di un' azione «multilaterale», di un intervento «comune» degli alleati occidentali... (quando un grande statista fa le previsioni)… 22 novembre 2002
«La
diplomazia del presidente Bush a Praga è molto importante: l' America ha
bisogno di una coalizione internazionale più vasta che l' appoggi nella sua
giusta campagna contro Saddam Hussein». Parla Caspar Weinberger, ministro della
Difesa ai tempi di Reagan e patriarca del partito repubblicano. Quali sono le
nazioni di cui l' America può fidarsi? «Tutte le nazioni della Nato, in un modo
o nell' altro, saranno d' aiuto… 22 novembre 2002
Berlusconi
ottimista, monito Bush-Putin a Saddam «Iraq, l' Italia non avrà soldati
in prima linea» (i morti erano probabilmente imboscati
in fureria…) 23 novembre 2002
Berlusconi
l' aveva detto due giorni fa, l' ha ripetuto ieri mattina, lo ha ribadito la
sera nella conferenza stampa che chiude il vertice Nato di Praga: in Iraq non
ci sarà un intervento unilaterale degli Stati Uniti, l'
Italia - in caso di azione di guerra - non sarà chiamata a fornire un
contributo militare in senso stretto, ma semmai un supporto logistico o
eventualmente di peacekeeping… 23 novembre 2002
Si chiama
«appoggio tecnico» e prevede un aiuto logistico, ma non lo schieramento dei
soldati nelle operazioni di guerra. E' quanto gli Stati Uniti chiedono all'
Italia in vista di un attacco all' Iraq. La lettera consegnata venerdì scorso
dall' ambasciatore Mel Sembler a Silvio Berlusconi sollecita innanzitutto una
«disponibilità politica» e poi disegna in concreto quale dovrebbe essere l'
impegno del nostro Paese… 23 novembre 2002
Gli
Usa si preparano a disarmare l' Iraq anche senza un nuovo voto dell' Onu.
«Abbiamo sempre affermato che agiremo anche senza una seconda risoluzione, se
saremo convinti che l' Iraq possiede ancora armi di distruzione di massa e
intende produrne di nuove. Entre
fine mese daremo le prove che il raìs mente», ha detto il segretario di Stato
Powell. E mentre gli alleati frenano (per Chirac l' attacco è la
peggiore delle soluzioni, e Berlusconi invita a dare più tempo agli ispettori),
Saddam rinnova la sfida: «Fermeremo i nuovi mongoli alle porte di Bagdad»… (poi invece si è scoperto che a mentire erano “i nostri”…
che squallore!) 13 gennaio 2003
Al caffè
Kramer Books, scaffali di libri, bicchieri di Merlot e un
proprietario che si interroga: «Peggio Bush o Berlusconi?», la capitale
si divide: «Nude? No, per favore». «Dai, ma a Marin County, in California,
cinquanta donne si son spogliate e hanno formato con i corpi la scritta
"pace": le tv sono impazzite». «Sì, ma qui dobbiamo attrarre alla
manifestazione di sabato contro la guerra in Iraq anche i benpensanti, le
persone tranquille, i cattolici. E andiamo in giro nude?»… 18 gennaio 2003
Più tempo agli ispettori, più libertà per loro di muoversi in Iraq, e la necessità che qualunque soluzione venga alla fine decisa in ambito Onu, ed eventualmente portata avanti militarmente dalla Nato. E' questo che chiede un Silvio Berlusconi in linea con le posizioni di Jacques Chirac, (è pazzo, ormai non ci sono dubbi…) e soprattutto con un atteggiamento che sembra aver conquistato praticamente tutti i leader dell' Unione... 18 gennaio 2003
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