Il governo alla prova - Finanziaria senza trucchi
di Marco Damilano – L’Espresso
La manovra dovrà essere blindata. Nessuna modifica in Parlamento. E con l'opposizione soltanto accordi alla luce del sole. Parola di ministro. Prodiano Doc. Colloquio con Giulio Santagata
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Sindacati in rivolta. Vertici notturni. Ministri che si smentiscono a vicenda, tutti coalizzati contro Tommaso Padoa Schioppa. La prima Finanziaria del governo Prodi è un percorso minato. E il peggio, il cammino nelle aule parlamentari, deve ancora arrivare. Giulio Santagata, ministro per l'Attuazione del programma, è in attesa di partire per un tour di presentazioni del suo libro ('La Fabbrica del programma', edito da Donzelli). A lui, prodiano doc, sarà affidato il compito di raccordo tra il governo e il Parlamento nella difficile maratona di approvazione della Finanziaria. Il mastino chiamato a vigilare sugli stravolgimenti, ma anche a trovare le mediazioni dell'ultima ora. Necessarie per uscirne indenni.
Dopo un'estate quasi trionfale di nuovo al punto di partenza? Governo debole, a rischio crisi.
"C'è stato un su e giù nell'opinione pubblica, ma il governo ha continuato a lavorare. Stiamo portando a termine una Finanziaria molto impegnativa, il viaggio in Cina è stato un successo politico ed economico...".
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Veramente ha tenuto banco il caso Rovati...
"Un episodio trasformato in un problema. Un po' per gli errori dei protagonisti, ma soprattutto perché si è presa la palla al balzo".
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Chi aveva interesse a farlo?
"Era una palla alzata sotto rete, ghiotta, con molti schiacciatori. L'hanno presa tutti: alcuni poteri economici, l'opposizione. Anche una parte della maggioranza: in un governo di coalizione le componenti non smettono mai di ricordare al premier che non è autosufficiente. Tutto questo nei giorni in cui chiudiamo una Finanziaria, mi ostino a dire, da 35 miliardi: 30 di manovra e 5 come effetto di questi primi mesi di governo". (…poi, magari con calma e senza fretta, ci vogliamo chiedere chi e perché ha alzato questa “palla sotto rete”?…
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Con quali assi portanti?
"Per agganciare lo sviluppo dobbiamo rimuovere le incrostazioni: abbiamo cominciato con la legge Bersani. Poi, dobbiamo combattere lo squilibrio sociale: un paese più equilibrato nella distribuzione del reddito è più dinamico. Dobbiamo mettere mano alla qualità della nostra spesa sociale: non tutto quello che è targato sanità è utile, lo spreco sulla sanità è socialmente dannoso, lo stesso vale per le pensioni. Infine, la Finanziaria mantiene l'impegno a rientrare nei parametri di Maastricht entro il 2007: un'operazione strutturale che ci permetterà di non avere più l'assillo del deficit".
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C'è aria di assalto alla diligenza: come farete a blindarvi?
"Le ultime Finanziarie del governo Berlusconi sono state approvate con voto di fiducia. Noi dovremmo proporre una riforma istituzionale: la legge di bilancio è il provvedimento su cui si esprime la natura del governo. Dopo un lungo dibattito con le forze sociali e con i partiti, il governo ha il diritto di presentarsi alle Camere con una legge chiara e inemendabile. Non dovrebbe essere costruita in aula con assalti dell'ultimo minuto. In assenza di questa riforma, dovremo garantirci la maggioranza ed essere aperti ad apporti parlamentari" […]
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Si possono fare queste cose con una maggioranza così risicata? L'ala radicale è già sul piede di guerra, i sindacati pure...
"Si possono fare se la maggioranza, indubbiamente debole sul piano numerico, si dimostra forte sul piano politico".
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Piero Fassino ha chiesto più collegialità nel governo. Traduzione: Prodi, non ti allargare.
"Siamo al solito problema che si ripropone dal '96. Prodi è un'anomalia nella politica italiana perché governa senza avere un suo partito. Ma non può essere considerato come un amministratore delegato che non ha voce in assemblea. Prodi non è un tecnico, è un politico che fa il presidente del Consiglio. Questo dubbio poteva esserci nel '96, ora non è più accettabile. Prodi esprime una sua linea, la confronta e riconosce che in Parlamento la forza appartiene ai partiti, ma ricercando una sua autonomia. I confini di questa autonomia sono sempre stati un problema, è interesse della maggioranza che siano individuati e rispettati da tutti" […]
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…c'è chi ha accusato Prodi di sognare il ritorno dell'Iri. "Un Iretto", l'ha chiamato il vice-premier Francesco Rutelli.
"L'uomo che ha avviato le privatizzazioni e chiuso l'Iri si chiama Romano Prodi, forse ce ne siamo dimenticati. Veniamo da una storia di eccesso di presenza dello Stato nell'economia, ma ora lo Stato deve ritrovare un modo di essere presente. Il governo non può essere chiamato solo per risolvere le crisi, deve essere presente per evitare che ci siano le situazioni di crisi" […]
…tutto questo è molto commovente e molto bello… però ora Prodi si ricordi di essere Prodi e non De Mita o Pomicino. Se pensa di farcela a governare bene con questa gente, lo faccia. Se pensa che il destino di questo governo sia quello si andare avanti così per quasi 5 anni, ci faccia un regalo: si concentri su due cose (legge elettorale e conflitto d’interessi) e ci riporti al voto (possibilmente affidando la gestione del voto elettronico ad una società fatta dai figli di Prodi, Fassino e D’Alema. Niente di scandaloso. Il Governo del Cipria ha affidato il voto elettronico al figlio di Pisanu, non dimentichiamocene)…
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