Riotta in pole position per il TG Uno - Un rebus l'indennizzo (?) di Mimun
Domani riunione del consiglio di amministrazione sulle prime nomine - Esplode il caso Mimum, contestato dal cdr del Tg1 - Lega in trincea su Rai2
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di GOFFREDO DE MARCHIS - Repubblica
…Il direttore generale Claudio Cappon punta a un colpo di immagine molto sostanzioso, il primo del suo nuovo mandato. Cioè, il cambio al vertice del Tg1, ammiraglia Rai per eccellenza, il telegiornale più ambito dalle maggioranze di governo. E da giorni lavora con i consiglieri dell'azienda pubblica, con i leader dei partiti di governo e di opposizione per piazzare la sua scelta: il vicedirettore del Corriere della Sera Gianni Riotta, un professionista sul quale è difficile aprire fronti polemici, a destra e a sinistra. Ma la situazione si è complicata e la conferma implicita è arrivata proprio da Prodi, ieri durante il vertice di maggioranza sulla Finanziaria.
"Mettere mano alla Rai è peggio che andare in Libano - ha ripetuto il premier - . Non c'è niente da fare". Poi, dopo un sorriso, per descrivere i pericoli che si annidano nel rebus delle nomine di Viale Mazzini, ha raccontato la barzelletta del soldato che chiama il comando e annuncia: "Ho catturato 80 nemici, sono stato bravissimo". Il comandante risponde: "Ok, portali qua". E la recluta: "Non posso, non mi fanno muovere".
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Riotta resta in pole position per la poltrona del Tg1, ma con molte complicazioni. Per Prodi le sue capacità non si discutono, ma nello staff del Professore non viene considerato vicino. La nuova collocazione di Clemente Mimun è un altro problema. Mimun, in un'intervista al Corriere, ha fatto capire di voler vendere cara la pelle. La direzione di Raisport non gli basta. "È una testata dimezzata, senza in diritti sportivi". Ieri, in una serie di colloqui a 360 gradi, Cappon ha sondato la strada della direzione di Raidue. Ha parlato con Gianni Letta e lo stesso ha fatto il presidente Claudio Petruccioli. La seconda rete fa gola a Mimun, ma la Lega è pronta a mettersi di traverso per difendere Antonio Marano e il centrodestra non vuole rotture, non può sprecare la maggioranza di cui gode in consiglio.
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È proprio questo il nodo delle nomine Rai: impossibile il blitz dell'Unione, per sbloccare le "sei-sette" nomine di cui ha parlato Petruccioli è necessario un accordo con la Casa delle libertà. Molti continuano a chiedere un intervento di Tommaso Padoa Schioppa per mandare a casa il consigliere nominato dal Tesoro. Ieri era in programma un incontro informale del presidente con i consiglieri di area polista, ma è saltato. Oggi Cappon e Petruccioli cercheranno di far quadrare il cerchio consultando i consiglieri uno a uno. La semplice sostituzione di Comanducci sarebbe un risultato poco esaltante per la coppia di vertice di Viale Mazzini. Ma aprire al buio la corsa alle caselle avrebbe un effetto anche peggiore. Senza contare che nell'Unione si moltiplicano i malumori per gli appetiti esagerati di Prodi, Ds e Margherita che tagliano fuori tutti i "piccoli".
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Letta e Paolo Bonaiuti sono volati ieri in Sardegna per parlare con Silvio Berlusconi e la Rai è stata al centro della cena a Villa Certosa. Il Cavaliere punta ad alzare le barricate o si prepara a un accordo con il centrosinistra? Giuliano Urbani, consigliere in quota forzista, sembrava aver aperto a un ricambio al Tg1, ma ieri ha smentito il gradimento a Riotta. Foglietti alla mano, l'ex premier ha studiato le mosse possibili nel puzzle della Rai. A Raiuno, se Riotta conquista il Tg1, i Ds vorrebbero Antonio Caprarica, corrisponde del telegiornale da Parigi. La candidaura di Paolo Ruffini, in accoppiata con Riotta, appare in salita, ma il direttore di Raitre potrebbe rimanere al suo posto. Così come Antonio Di Bella, che si sente blindato al Tg3 dopo la nomina di due vicedirettori, una della Margherita l'altro dei Ds. A Raisport fino a ieri nessuno aveva avvertito Fabrizio Maffei di una sostituzione imminente e questo ha alimentato i dubbi che Cappon fosse pronto a silurare Mimun.
Oltre a Letta sono in piena attività gli "ambasciatori" del centrosinistra, per la Margherita Renzo Lusetti, per i Ds Fabrizio Morri e per Prodi Angelo Rovati. Che si muovono sui nomi in lizza ma anche sugli equilibri politici. Perché la partita Rai coinvolge uomini, partiti ma anche il provvedimento sul conflitto d'interessi. E Berlusconi potrebbe essere tentato di usare la maggioranza nel Cda per bloccare il ricambio in Rai. Ecco perché andare in Libano potrebbe essere più semplice che mutare il volto dell'azienda di Viale Mazzini.
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...risarcire Mimun??? questa è stupenda... dovremmo essere noi a chiedere un "risarcimento", visto che è dal Cipria Uno che ci hanno inflitto Mimun, i suoi panini, i suoi silenzi, e persino i suoi usi di interventi del Cipria all'ONU, in un'aula vuota, mixati con immagini di un'aula stracolma e plaudente, girate due ore prima per un diverso oratore... Mimun, per chi non lo ricordasse, era il vice del Mentana craxiano a tutto tondo; arriva in Rai (TG Due) col Cipria Uno (1994); non viene cacciato alla caduta del Cipria, anzi, con l'arrivo del Cipria Due passa a RAI Uno, "l'ammiraglia"; la trasforma in una sorta di house-organ di Arcore; ne fa una delle più ignobili trasmissioni di "informazione"... ed ora dobbiamo "risarcirlo"??? Che ci risarcisca lui...
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...però, PER PIACERE, non "risarciteci" con Gianni Riotta, un uomo che a mio avviso trascorre più tempo a curare la sua cotonatura che i pezzi che scrive; e tutto sommato è meglio così, perchè tremo al pensiero di cosa potrebbe scrivere se si mettesse anche a pensare prima di farlo...
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...leggo che dobbiamo occuparci anche di "salvare il soldato Marano, voluto alla rete Due dalla lega, forte di una esperienza in una oscura TV locale...
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...finiamo con l'iniziare: non si è mai visto, da quando esiste la TV, un consiglio di amministrazione delle RAI dove l'opposizione è in maggioranza, perchè un tal consigliere Petrone, di destra, non vuole andarsene; il Tesoro è l'azionista di maggioranza della Rai: butti fuori Petrone, Marano, Mimun, ed anche l'acqua sporca... come dite? c'è la legge Gasparri? ...la si abroghi con una legge fatta di un solo articolo, che reciti: "La legge Gasparri è abrogata". Basta un consiglio dei Ministri ed un decreto-legge. Ed ora non datemi dell'anti-democratico: anche facendo così, al Cavaliere Maskarato resterebbe pur sempre in mano META' del sistema televisivo, per diritto proprietario. Roba che neanche nella Thailandia di Taksin.
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