Patrimonio Unesco, siti italiani a rischio
Luigina D'Emilio - l'Unità
La Valle dei Templi di Agrigento, soffocata dai casoni
Che il "marchio" dell´Unesco sia un valore aggiunto è cosa ben nota, così come l´importanza dei monumenti, siti archeologici, luoghi di vario genere definiti "patrimonio dell´umanità" dall´organizzazione delle Nazioni unite per l´educazione, la scienza e la cultura. La novità è la speculazione che vi ruota attorno. E si perché l´ultima redditizia trovata è quella di costruire in aree che vantano la "certificazione" dell´organizzazione e poi rivendere incrementando il prezzo.
La denuncia arriva dal presidente per la commissione italiana per l´Unesco, Giovanni Puglisi, in riferimento alle speculazioni edilizie della Val D´Orcia (vicino a Siena). Ma la situazione sembra essere di vera emergenza perché, in base a quanto dichiara l´Unesco, numerosi dei siti italiani che rientrano nell´elenco, rischiano di esserne esclusi.
Il Belpaese è l´unico a poter vantare ben 41 "luoghi" dichiarati patrimonio dell´umanità. E adesso molti di questi sono considerati adesso a rischio. Si va dalle ville palladiane a Vicenza che rischiano di essere attraversate da un´autostrada, alle cinque terre liguri che potrebbero essere invase da 42 villette con piscina nel borgo di Corniglia. Non va di certo meglio alle Isole Eolie, dove, da tempo, l´Unesco ha chiesto al comune di Lipari di interrompere gli scavi nelle cave di pomice. Gravi abusi anche ad Amalfi, dove nuovi insediamenti turistici hanno portato alla cementificazione di diverse zone ancora intatte della costiera. Ma la lista si allunga con altri nomi eccellenti come il borgo di San Gimignano, in Toscana, il parco archelogico di Ercolano e i mosaici della città di Piazza Armerina in Sicilia.
Gli ecomostri di Bari, prima dell'abbattimento (Famiglia Matarrese)
I motivi del degrado sono tanti dal solito cemento illegale, al turismo di massa incontrollato, alla totale incuria delle amministrazioni. E allora che fare se, come aveva denunciato anche Legambiente, si decide di costruire un parcheggio sotterraneo sotto i sassi di Matera (inseriti nelle liste come patrimonio umanitario nel 1993), oppure se ad Agrigento, nella valle dei templi sorgono costruzioni abusive coperte anche dalla mafia?
Parla chiaro Puglisi che enuncia le numerose violazioni e gli abusi segnalati quotidianamente all´Unesco : «Si costruisce ovunque, senza rispetto e attenzione. La superficialità in diverse circostanze rischia di aggravare situazioni al limite». Ma Puglisi se la prende anche con i condoni : «Ad ogni condono se ne va un pezzo d´Italia».
A sostenere la sua tesi anche Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, che accusa i condoni ricordando la politica del precedente governo : «Queste sono politiche che non premiano, il gioco dei condoni voluti da Berlusconi comincia a dare i suoi effetti, Fino a quando si può sopportare e far finta di non vedere»? «Se si vuole si può restituire un patrimonio sfigurato dall´abusivismo- continua Della Seta- il caso di Punta Perotti a Bari ne è un esempio […]
Di «situazione gravissima» parla il presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano: «È il frutto del completo abbandono della tutela operato dal precedente governo. Nel corso di quei cinque anni tra il condono edilizio e l'abbattimento delle strutture ministeriali preposte alla tutela, pensiamo alla mortificazione dei soprintendenti tanto per citare solo un aspetto, ciascuno a potuto speculare e massacrare il territorio, soprattutto in aree di grande pregio naturalistico e storico artistico. Insieme alle associazioni ambientaliste abbiamo molte volte denunciato abusi e soprusi che venivano compiuti: ora è il momento di ripristinare la tutela e difendere i siti Unesco e tutto il territorio dalla speculazione».
...qualche giorno fa, parlando delle prospettive italiane, avevamo sottolineato l'importanza di curare maniacalmente gli unici beni che i paesi emergenti non sono in grado di costruire a nessun prezzo: i beni culturali ed ambientali; però, se continuiamo con l'impegno di Berlusconi & Tremonti, riusciremo a buttare nel cesso anche questa risorsa. Ancora un piccolo sforzo, e potremo dire di avercela fatta...
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