Oggi Martina Navratilova, una delle più grandi campionesse di sempre del tennis, appena ritiratasi ai recenti US Open, compie 50 anni.
Nata a Praga nel 1956 ma cittadina statunitense dal 21 luglio del 1981, Martina ha vinto tutti i titoli del Grande Slam di singolare, doppio e doppio misto, ha incamerato in carriera 167 titoli di singolare, 18 dei quali del Grande Slam, 177 di doppio - due quest'anno a Strasburgo con la sudafricana Liezel Huber e a Montreal con la russa Nadia Petrova, e 10 titoli di doppio misto nel Grande Slam, l'ultimo proprio agli Us Open di un mese fa in coppia con Bob Bryan.
Numero uno al mondo per 331 settimane complessivamente, prima classificata a fine stagione per sette anni e detentrice della più lunga striscia vincente della storia con 74 partite conquistate di fila nel 1984, con il suo gioco di talento basato sul "serve and volley" ma anche su una eccellente preparazione fisica, la mancina di Praga è stata protagonista per tre decenni, duellando con campionesse come Chris Evert, la stessa Steffi Graf e Lindsay Davenport
"Sono orgogliosa del lavoro che ho fatto sul mio fisico e della passione che ho portato a questo sport, cercando sempre di essere la migliore giocatrice possibile nonostante i mie limiti (leggasi un carattere fragile che le è costato molte vittorie, specie a inizio carriera contro Chris Evert, ndr) - Personalmente, sono orgoliosa di esser stata empre onesta con me stessa, spiegando le mie verità e vivendole sulla mia pelle".
Oltre ai trionfi nel tennis, non si può infatti dimenticare quanto fatto da Martina anche fuori dai campi di gioco con un costante impegno nella beneficenza e in lotte civili e politiche, come le sue celebri prese di posizionea favore della comunità omosessuale e contro il comunismo che controllava il suo paese natio. Una campionessa in ogni senso alla quale non possiamo che augurare almeno altri mille di questi giorni.
(da Virgilio.it, 18-10-2006)
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Martina Navratilova è stata, per noi tennisti della domenica, un mito interminabile. Dal punto di vista sportivo, tutti sanno chi sia: un gioco tecnicamente perfetto (i filmati dei suoi incontri andrebbero proiettati nelle scuole di tennis, maschili e femminili), fantasioso, divertente, mai banale. Una grinta enorme, ma sempre senza cattiveria. Uno stile di gioco, basato sul "serve and volley", che parecchi uomini le hanno invidiato.
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Ma Martina è stata anche altro: intanto una giocatrice capace di giocare (e vincere) fino ai 50 anni, in un mondo attraversato da meteore di breve durata (le Hingis, le Capriati, le Kournikova...); poi la capacità di fare "outing", come lesbica, quando l'outing non era la cosa più facile del mondo, e non procurava candidature politiche o comparsate televisive.
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Infine, le lotte civili (in difesa della democrazia nella sua Praga, in difesa dei diritti delle minoranze e delle "diversità"); e nelle opere di beneficenza, fatte in silenzio, senza esibizionismi. Ora a noi non resta che sperare che Martina voglia continuare a farci dono della sua classe, del suo sorriso, della sua incommensurabile umanità e simpatia, frequentando, ancora per 50 anni, i circuiti "senior".
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Auguri, Martina la douce...
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