Divagazioni su un quesito: la velocità della
luce.
Dedico questa puntata dell’Angolo della Scienza
ad alcune domande che mi sono state fatte nel corso di questa trattazione.
Vuole essere un po’ riassunto, un po’ spiegazione di uno dei fondamenti su cui
si poggia la fisica teorica. Chi in
questo momento legge, mi può pensare lungo e disteso su una comoda sedia sdraio
davanti al Monte Baldo, a scacciare i lupi a bastonate. In considerazione della
mia privilegiata (anche se transitoriamente) posizione, ho pensato bene di far prendere una boccata d’aria fresca
anche ai miei stimatissimi lettori,
evitando per questa settimana di propinare pietanze troppo indigeste. Ma
veniamo al punto:
Marilù mi chiede : “si sa al 100% da cosa sia
composta la luce? E la velocità della luce e' sempre costante? E potrebbe
esistere una velocità più veloce di quella della luce?
Sono tre domande interessanti
e vedrò di dare risposte - spero-
chiare e comprensibili:
1. Ufficialmente si sa che la
luce – così come ogni frequenza emanata o riflessa dalla materia – consista in
propagazione di onde e di particelle. Sul concetto di onde come si è visto, ci
sono due interpretazioni diverse, ma sorvolando quest’aspetto, ci troviamo a
considerare l’emanazione di particelle. Cosa sono, queste in realtà? Sempre
procedendo in termini di ufficialità, esse sono “fotoni” ovvero corpuscoli, che
per loro necessità teorica, non possiedono massa. Corpuscoli senza corpo,
insomma. Fantasmi.
Ma ora, più che della luce
abbiamo parlato del fenomeno della emanazione energetica in generale, di cui la
luce fa parte, così come ne fanno parte i raggi infrarossi, le onde radio, i
raggi x, e le microonde del forno scaldavivande. Quello che differisce tutti
questi fenomeni, da quello che noi definiamo “luce” è l’intensità della
frequenza delle onde e non la qualità delle particelle, che in ogni caso sono e
restano “fotoni”.
Per rispondere esattamente
alla domanda “cosa è la luce” il discorso si complica un tantino. Intanto
dobbiamo suddividere il concetto “luce” in due diversi contesti, uno oggettivo
ed uno soggettivo. Se ci chiediamo cosa sia luce in termini di oggettività, si
risponde semplicemente che questa è una porzione di frequenze, su una scala
totale che va da 1 a 2 miliardi di teste d’onda al secondo. La porzione a noi
percepibile come luce si colloca all’incirca su ¼ di questa scala, esattamente
tra la frequenza infrarossa e quella ultravioletta.
Soggettivamente o meglio
biologicamente, possiamo invece dire che la luce è quella scala di frequenze
che viene percepita dalla nostra retina e che tradotta in impulsi elettrici
viene spedita ad un settore del cervello che la interpreta in immagine. Come ho
già spiegato, nei commenti relativi ad uno dei primi articoli da me scritti,
per comprendere meglio, dobbiamo rifarci all’esempio di un dipinto
impressionista. Osservando l’insieme delle pennellate, a distanza, in una
visione globale, scorgiamo un immagine a noi riconoscibile: un gatto, un
cavallo, un mazzo di girasoli ecc. Andando a guardare da vicino, vediamo invece
solo delle macchie di vernice. Ora si deve immaginare: ogni macchia diversa di
colore produce una certa sua frequenza
tipica, che proiettandosi sulla retina, la invia al cervello, dove ogni macchia
viene ricostruita, riproducendo l’immagine originale, con la stessa struttura
dell’esempio del quadro, ovvero in macchie di colore, che nel loro insieme
ripropone le fattezze dell’oggetto da noi osservato. In conclusione, noi non
vediamo l’oggetto, ma vediamo la sua proiezione attraverso la frequenza che
produce o che riflette. La prova di ciò e che in assenza di luce, gli anche
essendoci materialmente, noi non li percepiamo visivamente.
2.la velocità della luce è
sempre costante?
Nel contesto della fisica teorica si dovrebbe partire senza dubbio
da questa convinzione, poiché è la base assiomatica, o premessa, su cui si
fonda la teoria della Relatività, e quindi tutta la fisica cosiddetta
“moderna”. Nell’ottica delle onde da me
descritte nei due articoli precedenti, questa costanza non ha nessuna ragione
di esistere. Il metodo di misurazione
per cui si arriva a questa conclusione (velocità costante) si riferisce
all’applicazione della fenomenologia tipica delle onde tradizionali. Come?
Ecco: ogni fenomeno ha una sua struttura particolare. Se definisco la mia
statura in litri e il mio peso volts, si potrebbe fare un po’ di confusione su
che premessa stia alla base di questa misurazione. La fisica moderna, sulla
traccia dell’esempio, misura le variazioni di velocità delle onde magnetiche
con la tecnica dell’effetto doppler, in un fenomeno (onde gardener) dove questo
non ha nessuna parte. Il risultato di questa misurazione è che la velocità
della luce resta costante.
3. Esiste una velocità
maggiore di quella della luce?
Da un punto di vista più
logico, che matematico tutte le misure vanno da 0 a infinito. L’unica misura
insuperabile, sempre per rigor di logica, è quella di infinito. Da
quest’angolazione non si capirebbe perché il Buondio, o chi per Lui, abbia
voluto applicare alla velocità della luce, un’ eccezione ad un principio, che trova riscontro in tutti i campi di
applicazione logica e matematica. Ovviamente queste sono obiezioni che la
fisica non prende in considerazione. L’attitudine della luce a mantenere
costante la sua velocità, a dispetto dei movimenti della fonte trae spunto
dagli esperimenti effettuati, anche se per le ragioni esplicate al punto 2.
Ciò che la fisica invece
potrebbe prendere in considerazione più seriamente sono i risultati
sperimentali recentemente raggiunti, dove risulta che la velocità di un raggio
di luce può essere rallentata fino a 61 km/h o superata di 500 volte.
Spiegazioni convincenti,
ancora nessuna e il mistero continua. A questo punto ognuno ha diritto di
trarre le proprie conclusioni e credere ciò che gli piace. I fatti lo
permettono.
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