"È vero, il Sismi spiava i giornalisti
di Repubblica" - Il racconto dello 007 Mancini ai magistrati di Milano:
"Bonini e D'Avanzo osservati e pedinati. Erano un problema di Stato"
...e noi, idioti, che continuiamo a
pensare che quando i servizi di un Paese Civile (!) spiano illecitamente due
giornalisti, il "problema di Stato" non sia costituito da Bonini e
D'Avanzo che fanno, bene, il loro mestiere, ma da Mancini, da Pollari, da
Gianni Letta e da Silvio Berlusconi...
di
Oriana Liso e Cristina Zagaria - Repubblia.it
MILANO - Marco Mancini lo ammette: il Sismi spiava i giornalisti di
Repubblica Carlo Bonini e Giuseppe D'Avanzo. Perché, secondo l'ex capo del
controspionaggio, scrivevano "cose molto pericolose per la sicurezza
nazionale". Due giorni di interrogatorio a Milano, il sette e l'otto
luglio scorsi, 317 pagine di domande e risposte in cui l'agente segreto spiega
perché Bonini e D'Avanzo sono finiti sotto la lente d'osservazione dei Servizi
e ricostruisce il rapimento dell'imam Abu Omar, con ammissioni, ma senza
coinvolgere le scala gerarchica superiore e salvando soprattutto il livello
"politico" su cui i magistrati insistono per ore. Un Mancini che
parla in un interrogatorio fiume, con ripetute amnesie: addirittura un
incidente gli avrebbe fatto perdere la memoria e ricordi [...]
Tra silenzi e precisazioni Mancini ammette che i due giornalisti erano
osservati, sicuramente pedinati, lui esclude intercettati. Ma quando il gip gli
chiede quali siano le cose pericolose per la sicurezza nazionale, lui risponde
che Repubblica ha scritto che "io ho avuto trenta giorni di
malattia", particolare secondo lui "segreto". Interviene
Spataro. "Dare la notizia che lei sta trenta giorni in malattia
non è né un segreto né una rivelazione di un segreto". Interviene
l'avvocato Luca Lauri che suggerisce al suo cliente che è stato rivelato anche
che lui era il capocentro Sismi di Milano.
I magistrati gli ricordano la telefonata intercettata tra lui e Pio Pompa il 12
maggio 2006, in cui i due parlano degli spostamenti di Bonini e D'Avanzo, sanno
che sono all'Hotel Diana Majestic di Milano e che fanno "la spola con
Spataro". Sulla telefonata Mancini non è in grado di dare una spiegazione.
I magistrati insistono e lui prima fa finta di non capire, poi sollecitato
dall'avvocato Panella, ricorda che quel giorno c'era un "interesse
istituzionale a conoscere le attività di Bonini e D'Avanzo". Mancini
ricorda un comunicato del ministro della Difesa. Protegge Pompa,
dicendo che "è incapace di fare intercettazioni" e a quel punto
dovendo giustificare come mai Pompa fosse in grado di sapere in tempo reale con
chi parlava al telefono D'Avanzo, sostiene che l'informazione arrivava da una
"fonte interna a Repubblica".
La risposta di Mancini è inverosimile e illogica, perché, come i
magistrati sanno, Bonini e D'Avanzo quel giorno non sono in redazione, ma a
Milano, quindi nessuno può sapere, neanche un collega, cosa fanno e a chi
telefonano in un determinato momento. A questo punto, verificato che Mancini
non ha nessuna risposta appena verosimile da dare, i pm passano ad altro.
Mancini appare come un uomo spaesato. Fa ammissioni, ma poi non le
motiva. E sembra conoscere poco anche la realtà. Il capo del controspionaggio
non sa dove è la base militare di Ghedi. Lui che coordina i centri Sismi
nord-est non sa fino ad agosto 2003 chi sia Bob Lady (capo Antenna della Cia),
non conosce Jeff Castelli (capo stazione Cia di Roma). "Io tuttora non so
la differenza fra centro islamico e moschea" [...]
(...CAZZO!... ma
in che mani è stata messa la sicurezza del paese? ed è con queste teste di c...
che facciamo la guerra di religione al terrorismo islamico??????? Una domanda:
quanto guadagnava all'anno Mancini, per dire queste belinate? io mi vergognerei
di dirle persino "a gratis"...
Nell'interrogatorio dell'8 luglio il pm Spataro gli fa notare che non può aver
dimenticato l'oggetto di un colloquio importante ("mica un avvenimento
sportivo o un film che le era piaciuto", dice il magistrato) con il
colonnello D'Ambrosio, predecessore di Mancini a Milano. "... Magari può
sembrare strumentale - premette Mancini - ma glielo dico come dato oggettivo,
io ho avuto una perdita di memoria molto forte dovuta a una botta... prima di
partire per l'Iraq... sotto Pasqua del 2004... alle quattro è squillato il
telefono, sono uscito dalla doccia, ho battuto la testa, sono rimasto a terra
tramortito" [...]
...che Mancini
abbia "battuto la testa" è notizia assolutamente credibile...
"Tavaroli, se poteva dare una mano al servizio, la dava, ma come dirigente della Telecom". Nell'interrogatorio davanti al gip, viene fatto anche il nome di Giuliano Tavaroli, l'ex manager di Telecom e Pirelli ora in carcere per l'inchiesta che corre parallela a quella sul rapimento di Abu Omar e che indaga sul dossieraggio abusivo fatto da Tavaroli (che verrà risentito dai magistrati venerdì) e dal suo amico investigatore privato Emanuele Cipriani. Anche Mancini è indagato per questa inchiesta [...]
"...ahahah questo blog mi fa scompisciare, miracolo e la sua banda sono meglio di cornacchione e di zelig...
miracolo, ma che trucchetti squallidi usi per fare uscire il tuo blog fra quelli recentemente aggiornati? fai un bel post vuoto che poi cancelli???
sei diventato davvero come il berlusca, complimenti!
SEI PATETICO!!!..."