Il fatto che il ddl Gentiloni cancelli, di fatto, l'ignobile legge Gasparri, è certamente positivo, anche perchè è una di quelle leggi che aspettavamo con maggior impazienza. Detto questo, credo che si dovesse e si potesse fare una legge più drastica, per una serie di non trascurabili motivi. Ma vediamo i vari punti:
-1) Intanto l'incazzatura del Cipria, plasticamente raffigurata nella foto, ci fa capire che in qualche misura questa legge "la roba" gliela tocca.
-2) Non ci piace il fatto che debba andare sul satellite una rete RAI, quasi a risarcire il viaggetto nell'etere di Rete 4. Non c'è alcun motivo che obblighi ad una equipollenza di trattamento fra pubblico e privato, trattandosi di un bene pubblico. Inoltre, non esiste paese al mondo nel quale a un privato sia possibile possedere due reti analogiche generaliste, che comunque copriranno, anche senza Rete 4, cira il 45% del mercato potenziale. Esistono paesi nei quali un privato può possedere una sola rete, altri nei quali può possedere il 25% di una solo rete.
-3) Questa legge nulla risolve in termini di conflitto d'interessi. In nessun paese (con l'eccezione della Thailandia, ma sappiamo come sia andata a finire) un signore che controlli anche solo un pezzettino piccolo piccolo di una TV piccola piccola potrebbe candidarsi non dico a premier, ma neanche a deputato.
-4) Il SIC è morto. Brindiamo alla morte del SIC (Sistema Integrato della Comunicazione). Secondo il genio Gasparri, doveva essere la grandezza a cui parametrare ciò che il sig. Berlusconi avrebbe potuto fare con le sue TV. Peccato che il SIC gasparriano fosse così vasto da diventare infinito (per cui sarebbe stato infinito anche il 20% del SIC). Peccato che includesse tutto, ma proprio tutto (TV, Radio, stampa, affissioni, mailings. volantinaggio, direct-marketing, sms, uomini sandwich, citofoni e strilloni...). Peccato che fosse persino non misurabile.
-5) Non ci piace che il limite per definire le posizioni dominanti sia fissato al 45%; è un livello enorme, ed è la accettazione, una volta per tutte, che il nano di Arcore possa gestire circa la metà delle risorse pubblicitarie del paese. Una enormità.
-6) Il limite per l'affollamento pubblicitario passa dal 18% al 16%: una cosa ridicola, puramente simbolica, che nulla cambia nella sostanza del fastidio continuo delle interruzioni pubblicitarie.
-7) Bene l'obbligo di vendita delle frequenze libere, e di quelle abusivamente occupate da chi non aveva titolo per farlo.
-8) Benissimo il fatto che l'Auditel non debba più essere gestito da società partecipate dall stesse TV che l'Auditel dovrebbe controllare; è solo decenza che il controllore non possa essere a libro paga del controllato.
-9) Infine, la prova del 9 sulla giustezza dell'impianto complessivo della legge: le furibonde ed insensate parole del Cipria e del fedele Confalonieri. Siamo di nuovo al "chiagne e fotte": siamo di nuovo al populismo del <c'è stato un referendum e "la ggente" ha già deciso>.
Che il governo, per una volta, mostri le palle. Lascino "chiagnere" il Cipria, e se ne fottano. Anzi, in sede parlamentare, provino a correggere in senso più rigido le aree insoddisfacenti che affollano questa legge.
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