2 dicembre, lite sui discorsi dal palco - Mussolini: "Parlino tutti o solo il Cavaliere" - Clima teso nel Polo per la manifestazione di Roma. Storace: non c'è Casini ma ci saranno "casini". L'ira della Dc
ROMA - Lanciato a tutta velocità verso la meta del 2 dicembre, il treno della manifestazione della Cdl rischia di deragliare proprio all'ultima curva. Non c'è ancora accordo infatti nel comitato promotore su chi debba prendere la parola dal palco di San Giovanni. Certo i tre leader - Berlusconi, Fini e Bossi - parleranno, ma tutti gli altri? Raccontano infatti che Gianfranco Rotondi, segretario della Dc per le autonomie, ci sia rimasto molto male quando ha appreso che il "comitatone" presieduto dall'azzurro Cicchitto non aveva previsto nemmeno un suo intervento di saluto.
Stessa arrabbiatura per Alessandra Mussolini, che porta in superficie il suo scontento: "Francamente io ero dell'opinione che o parlavamo tutti o solo Berlusconi, perché gli altri mi sembrano superflui". Il problema è che se il comitato avesse dato il benestare al comizio della Mussolini, Francesco Storace avrebbe dato via ad appropriate contromisure di piazza. "Senza Casini e con la Mussolini - motteggia l'ex ministro della Salute - ci sarebbero "casini" lo stesso".
Che il clima tra i due sia rimasto teso lo testimonia anche la replica della nipote del Duce: "Storace? Me ne frego, come diceva mio nonno" [...]
E alla fine proprio al Cavaliere è stata girata la patata bollente, a lui spetterà come sempre l'ultima parola. Intanto tra An e Forza Italia si è accesa una contesa sul reale significato della manifestazione, che sempre di più - specie dopo il malore del Cavaliere - si va caratterizzando come un "Berlusconi day". Che in fondo si tratti di una celebrazione della leadership dell'ex premier lo ha ammesso il portavoce Paolo Bonaiuti: "Avevamo detto tutti che le elezioni erano le nostre primarie. Bene, s'è visto come sono andate a finire.
Ormai che Berlusconi sia il leader della Cdl è un fatto assodato". Ad An evidentemente il ruolo di portatori d'acqua sta stretto e così il portavoce del partito, Andrea Ronchi, chiarisce che "la piazza di sabato non sarà per Berlusconi, per Fini o contro qualcuno. Sarà di tutti i leader, sarà contro questo governo delle tasse". Ha così gioco facile il segretario Udc Lorenzo Cesa a rigirare il coltello nella piaga: "Che il corteo diventasse un "Berlusconi day" lo avevamo capito mesi fa... Altri mi sembra che non l'abbiano ancora capito bene"[...]
Repubblica -30 novembre 2006
...ecco... ci vorrebbe tutta la dabbenaggine della "Tafazzi Associated" per farsi del male contro questo personale politico: quindi,se "andiamo a sbattere", meritiamo di tornare all'opposizione...
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