Problemi con il
voto elettronico e c'è chi teme il caos elettorale - In
molti Stati le macchine si sono inceppate e i seggi hanno aperto in ritardo - In
alcuni casi gli scrutatori sono dovuti tornare alle schede cartacee.
WASHINGTON - I timori della vigilia si sono
materializzati già all'apertura dei seggi: in moltissime circoscrizioni i nuovi
macchinari per il voto elettronico hanno creato problemi e lo spettro del caos
in stile presidenziali 2000 si allunga sulle elezioni americane di metà
mandato. In alcuni casi gli scrutatori non sapevano come far funzionare le
macchine, in altri i congegni elettronici non hanno funzionato. Con il
risultato che in vari seggi l'inizio delle operazioni di voto è stato ritardato
e in altri si è tornati alle schede cartacee.
Circa il 40% degli elettori chiamati al voto si dovrebbe esprimere toccando il
nome del candidato sullo schermo di un computer che dovrebbe registare la
preferenza. Diversi Stati si sono dotati di recente di nuove apparecchiature
con l'intento dichiarato di prevenire truffe. Ma il sistema elettronico non
convince e nelle ultime settimane diversi gruppi, oltre ai legali dei due
partiti principali, si sono attivati per controllare le operazioni di voto ed
eventualmente contestare i risultati. Ai problemi legati ai congegni
elettronici si aggiungono poi quelli che secondo alcuni potrebbero derivare
dall'iscrizione alle liste elettorali e dalle norme sull'identificazione dei
votanti varate da vari Stati.
Secondo "Proteggere le elezioni" - struttura messa su da varie
organizzazioni tra le quali l'Associazione nazionale per la promozione degli
afroamericani (Naacp) - nelle prime ore dopo l'apertura dei seggi sono stati
registrati oltre 250 disguidi nell'Ohio, che nelle presidenziali del 2004 fu al
centro di polemiche con i democratici che denunciarono brogli, e un numero
variabile tra 51 e 250 in altri Stati tra i quali New York, California, Texas,
Florida, Arizona, Michigan, Georgia, Tennessee.
Uno dei casi più eclatanti è quello dell'Ohio. Un esempio
è quello della scuola di un quartiere abitato principalmente da afroamericani a
Cleveland Est, dove all'apertura dei seggi alle 6.30 locali (le 12.30 italiane)
non funzionava nessuna delle 11 apparecchiature per il voto elettronico. Solo
dopo due ore le macchine si sono sbloccate ma gli scrutatori si sono rifiutati
di consegnare agli elettori schede cartacee fino a quando non si è presentato
un avvocato di "Proteggere le elezioni".
Problemi anche in Indiana, dove in una contea si è tornati alle schede vecchia
maniera in 175 seggi su 914 e in un'altra è stata chiesta al tribunale l'autorizzazione
a prolungare l'orario di apertura dei seggi perché per ore non è stato
possibile avviare le operazioni.
C'è poi il caso del Tennessee, uno degli Stati in cui si profila un testa a
testa. Problemi col voto elettronico si sono avuti nell'area di Memphis,
l'unica a maggioranza democratica, abitata prevalentemente da afroamericani. E
in campo democratico c'è già chi avanza il sospetto che il mancato
funzionamento delle macchine sia voluto, per indurre gli elettori a rinunciare
al voto.
Repubblica.it
SOCIAL
Follow @Tafanus