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« novembre 2006 | Principale | gennaio 2007 »
Scritto il 31 dicembre 2006 alle 16:39 | Permalink | Commenti (15)
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..ieri ho ricevuto una bellissima e-mail di auguri da Rita & Carlo da Venezia; mi prendo la libertà di pubblicare parzialmente l'inizio, poi capirete perchè...
Carissimi Antonio e Marisa,
Ieri abbiamo ricevuto il vostro bellissimo biglietto di auguri con i due francobolli di valore inestimabile, con tanto di timbro postale, che io e Carlo aggiungeremo alla nostra raccolta di oggetti "affettivamente preziosi". Ci avete commossi! Per ricambiarvi vi vogliamo dedicare una calle di Venezia...(vedi allegato) sicuri che chi ha pensato a questo nome aveva in mente persone come voi, che sanno amare e farsi amare dagli amici [...]
Rita e Carlo
...ora, non vorremmo che pensaste che, improvvisamente impazziti, abbiamo affrancato un biglietto di auguri ai nostri amici con un prezioso "Gronchi rosa"... molto più semplicemente, abbiamo affrancato con un "Antonio & Marisa Rosa"
Tanto per farvi capire di cosa si tratta, non avendo sottomano un "Antonio & Marisa Rosa", pubblico il dettaglio di un "Silvio & Marisa Rosa", recentemente inviatoci da "anonimo", e regolarmente annullato dalle Poste Italiane.
Rita e Carlo ci hanno, in cambio, dedicato una calle veneziana, senza stare li a menarla tanto come con la storia di Craxi... ce l'hanno dedicata e basta. Noi ci prendiamo la libertà di estendere la dedica di Rita e Carlo a tutti i Tafani del mondo...
BUON ANNO A TUTTI !!!!!!!!!!!!!
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ED ANCHE QUEST'ANNO E’
ANDATO. COME SI DICE...L'ANNO PROSSIMO
SARA’ MIGLIORE. VE LO AUGURO DI CUORE. BUON ANNO....DA BERLINO
TEODORO CERAULO
Grazie,
Teodoro… Berlino, una città che adoro, e dove da studente universitario ho
passato molti mesi (casetta a Charlottemburg, jazz tradizionale a
Breitenbachplatz, jazz moderno al “Badewanne” nella Kudamm… chissà se è sparito
tutto. Buon Anno anche a te
Taf
Buon Anno !!!!!! Grazie per le mail ... sempre precise , puntuali e pungenti...un grande lavoro !!!
Anna Freisa
Grazie a te, Anna; noi del Tafanus ricambiamo con molto
affetto
Antonio Tafanus
Caro amico ricevo regolarmente (e con piacere) le tue
"rassegne" che trovo molto serie e molto divertenti. Complimenti. Ti
auguro che il nuovo anno sia per te pieno di soddisfazioni e ricco di
buoni risultati. Un abbraccio
Piero Chimient, Editore
Grazie anche a te, Piero; ho dato un’occhiata
al tuo sito e al tuo catalogo: fantastico! A te il successo non mancherà
Tafanus
I miei più cari Auguri x un felice 2007 di pace gioia e salute
Erica
______________________________________________________________________________________Carissimi amici Tafani,
dal tempo lontano della mia infanzia, fino ad oggi, per quella cinquantina di volte, che mi riesce di ricordare, ogni fine anno si veniva a concludere con una specie di disprezzo per il vecchio moribondo anno e tanta, speranza per il nuovo. Anche quest’anno, il “vecchio” rischia di essere buttato senza misericordia in pattumiera, tra gli osanna e il tripudio per il “nuovo” ancora ignoto.
In tutti questi anni ho imparato a capire che “anni buoni” e “anni cattivi” sono, a consuntivo, sempre in relazione alle aspettative che ognuno di noi si era fatto in precedenza. Direi che a consuntivo, per noi Tafani, il 2006 è stato un anno stupendo, che merita di essere ricordato attraverso quei risultati che avevamo auspicato e che infine si sono realizzati:
Se poi ognuno di noi saprà riempire quest’anno in fin di vita, con i migliori ricordi di cui dispone, scoprirà che tutto sommato il 2006 è stato – per noi Tafani - un anno favoloso. Il mio augurio, per una volta diverso dal solito, pertanto, è che il 2007 continui su questa traiettoria proiettata nella giusta direzione.
Un brindisi all’amicizia e alla collaborazione .
Charly
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un 2007
pieno di salute e di allegria... e di nipotini! – bacioni
Marcella
Auguri a
te. Che tu possa continuare a tempestare le nostre email per tanti tanti anni
ancora ;
Ciao
Con l'anno nuovo rimarrete IL mio unico contatto Italiano: MI sono rotto Le palle a sentire e leggere ogni giorno e cento volte al giorno Le notizie sul Papa e compagni, e I loro comunicati e pareri-ordini su ogni possibile argomento. Ed ho disattivato tutti I canali Italiani compresa la storica rai3 che ormai si è adeguata e trasmette a tutto spiano Le vite dei papi e I miracoli ecc.. Perfino la Settimana Enigmistica é diventata Settimana Mistica, che schifo! Qui is torna al medio evo, unico paese al mondo. Io non ci sto, meglio Le TV Canadesi o Tedesche o francesi o anche zulù. Che pena, siamo al disastro col berlusconismo senza Berlusconi, come fare a farsi restituire IL voto dal mortadella dell'indulto? Per darlo a chi? A nessunoBah, auguri.
Romano Fioravera
Scritto il 30 dicembre 2006 alle 19:47 | Permalink | Commenti (14)
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a cura di Tafanus
Saddam Hussein è stato ammazzato stanotte, alle 4 ora italiana, mediante impiccagione. Il tiranno è morto, abbasso il tiranno, viva la superiore civiltà occidentale. Ora tutti i problemi del medio-oriente sono risolti. Nel momento in cui Saddam veniva appeso, georgedabliu dormiva, come un angioletto. Hanno dovuto svegliarlo per comunicargli questa notizia che non conosceva. Erano le 9 di sera ora di Washington. Georgedabliu ha finalmente avuto lo scalpo di chi aveva mancato di rispetto a papy. Di Tony si sa solo che era in vacanza alle Bahamas, ospite (ma ha mai fatto una vacanza a spese sue?) di una intellettuale (una rock-star).
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Del Cipria, al momento, non abbiamo dichiarazioni di alcun tipo. Ci rendiamo conto che il momento è difficile: è stato giustamente ammazzato il leader di uno "stato-canaglia", che costituiva un serio pericolo per l'umanità. Però Silvio è cattolico, amico di Ruini, ha due zie suore, ha studiato dai salesiani, e con tutto l'amore per georgedabliu non può ignorare un desueto comandamento cristiano che recita: "Non uccidere". Il suo silenzio sull'argomento è fragoroso. Bisogna capirlo, questo periodo dell'anno è destinato al rinfoltimento del cespuglio, unica ragione plausibile per la quale sembra possedere ancora un supporto, una base d'appoggio chiamata cranio.
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Entro poche ore dall'atto di giustizia, a Bagdad è arrivata la prima autobomba del mattino (una quarantina di morti); altri 5 soldati americani sono morti ammazzati, facendo di dicembre 2006 il mese record di morti americani in Iraq; a Madrid un'autobomba è esplosa in un garage sotterraneo dell'aeroporto; a Falluja ci sono scontri ovunque. Però, mentre scrivo, è appena l'ora di pranzo, in Iraq, e la giornata è lunga.
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Nessuno dei Grandi ed Epocali Obiettivi per i quali abbiamo scatenato tutto questo casino si è dimostrato di qualche fondamento: gli iracheni non c'entravano nulla con le Due Torri; non avevano neanche l'uranio necessario per costruire le lancette fosforescenti di un orologio; non avevano neanche una fialetta col virus dell'influenza; le uniche "bombe chimiche" di cui erano in possesso erano alcune bombolette di CampingGaz riempite di gas!!!. Tutto il resto dell'armamentario era roba nostra (antrace mostrata all'ONU, uranio nigerino di scoperta italo-inglese, tubi d'alluminio che servivano a fare i tubi d'alluminio).
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Il bastardo Saddam, morto gridando "vi faccio vedere come muore un iracheno", non serve a nessuno. Un essere il cui carisma era stato distrutto (ricordate le orrende scene dell'eroe che viene scacciato dalla tana, lurido come un barbone, tremante, impaurito), da vivo sarebbe stato un ricordo imperituro della caducità dei dittatori. Da morto diventerà l'eroe del mondo sunnita, minoranza potente in Iraq, ma maggioranza in Siria e Iran. I palestinesi si sono già schierati contro l'avvenuta esecuzione.
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La missione militare in Iraq costa, solo in uomini (senza considerare i costi delle armi, dei trasporti, delle strutture esterne di supporto), 200 miliardi di vecchie lire AL GIORNO, da quando questa demenzialità è iniziata. Saddam non è stato catturato con una azione di guerra, ma è stato comprato con l'unica, sensata azione di intelligence compiuta in tre anni. Col costo di un solo giorno di guerra, o di un solo elicottero Apache, Saddam avrebbero potuto comprarlo durante i primi 30 giorni dall'invasione. Si sarebbero risparmaiti 500.000 miliardi di lire, alcune centinaia di migliaia di vittime civili irachene, 3000 soldati americani (finora ne ha ammazzati più Bush che Bin Laden), e qualche centinaio si vittime civili e militari di altri paesi.
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Berlusconi ha avuto (come a suo tempo Mussolini) quel poco di morti necessari per guadagnarsi qualche ospitata nel ranch, qualche photo-opportunity, ed uno strapuntino al "tavolo della ricostruzione"; strapuntino che non ci sarà, perchè gli iracheni a tutti affideranno la ricostruzione (ove mai avessero i soldi per farla) tranne che a quei paesi che più fortemente hanno contribuito alla distruzione del loro paese. Ove mai questa ricostruzione ci fosse, e l'Italia ne avesse qualche briciolina, a goderne sarà il Governo Prodi. Ironia della storia!
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Ora restiamo in paziente attesa delle dichiarazioni dei nostri più ferventi cattolici, da Giovanardi a Gasparri, da Fini a Volontè, da Berlusconi a Bossi... sarà una giornata da ridere. o da piangere.
Scritto il 30 dicembre 2006 alle 11:04 nella Politica | Permalink | Commenti (58)
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Considerazioni sfuse di Giò sul tafazzismo - Prima parte
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C’e’, nella percezione dei provvedimenti economici del governo da parte dell’opinione pubblica, un aspetto che dovrebbe far riflettere. Ad un giudizio sostanzialmente negativo sull’intero pacchetto delle misure adottate, non si accompagna una censura su punti specifici della manovra. E’ come se la stessa fosse circondata da un sorta di aura di negativita’, che prescinde dalla contestazione dei singoli capitoli. Esito, questo, ampiamente prevedibile considerata la potenza mediatica di fuoco della Destra. C’era da attendersi che il governo di CS, preso atto della disparita’ dei mezzi, avrebbe sopperito alla quantita’ con la qualita’, utilizzando forme di comunicazione semplici,dirette,efficaci e, soprattutto, comprensibili. E invece…
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Riporto al volo una dichiarazione di un responsabile della politica economica del Governo: “La riemersione dal sommerso non potra’ non avere effetti benefici sulle stesse aziende ai fini dell’auspicata riduzione del cuneo fiscale”. A chi come me non e’ aduso alle sottigliezze del politichese potrebbe sembrare una infelice sintesi tra Jacques Cousteau e Filippo Tommaso Martinetti. Così ho provato a organizzare un frugale e domestico sondaggio sul significato di questa massima oscura interrogando i miei compaesani. Premesso che non vivo tra i trogloditi, le risposte sulla prima parte, definiamola acquatica,sono state strepitose, al limite del surreale. La famosa riemersione con annessi benefici vorrebbe dire che il governo ha intenzione di recuperare gli antichi vascelli affondati, fonderne gli ori e i tesori in essi contenuti e con il ricavato pagare i debbbiti(sic).
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Come dire, il rientro nei parametri di Maastricht finanziato dai sesterzi e dai dobloni. Degno dei fratelli Marx. La seconda parte, quella relativa al misterioso cuneo che, in formato bonsai, rimanda all’enigmatico monolito di ”2001 Odissea nello spazio”, adombra innominabili intrusioni contro natura nelle sfera personale piu’ intima. Il colpo di grazia lo assesta l’aggettivo, fiscale,termine col quale gli italiani non hanno mai avuto rapporti idilliaci.
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Sarebbe stato troppo sentirsi dire che il governo intende smascherare gli imprenditori che non pagano le tasse, sfruttano i loro dipendenti privandoli delle garanzie pensionistiche e con il maltolto si ripromette di fare tre cose: ripianare il deficit ,aiutare gli imprenditori seri sostenendone la competitivita’, e aumentare salari e pensioni?
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Ad una sinistra spesso autoreferenziale, narcisisticamente innamorata della propria sacrosanta superiorita’ culturale, convinta che il suo elettorato sia composto prevalentemente da bocconiani ed abbonati a Micromega, e’ probabilmente chiedere troppo. Si avverte, nei suoi moduli comunicativi, una genuina vocazione al masochismo. Una delle prove piu’ evidenti ne e’ la misteriosa sparizione dal suo frasario di una parola: “aumento”, riferito a salari e pensioni. I nostri ministri la temono, la evitano come la peste; pur di non pronunciarla ricorrono a spericolate acrobazie verbali, veri e propri contorcimenti dialettici. Usano, di solito, come succedanei o surrogati, espressioni quali le non meglio identificate “Misure di Sostegno” o, in uno slancio di generosita’, “Sgravi e Detrazioni Fiscali”. Persino al sottoscritto, fieramente digiuno di cose economiche, non sfugge che tra una detrazione fiscale di 30 euro ed un corrispondente aumento salariale non corre differenza sostanziale.
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Eccome se ne corre!.La parola aumento gia’ da un punto semantico induce all’ottimismo e al buonumore.Allude o prelude ad un incremento, ad una espansione ad una positivita’. E’, come direbbe il Belli, “’na parola che a sentirla innamora”. Ha, inoltre una precisa collocazione temporale e spaziale: piu’ o meno il 27 di ogni mese, una busta paga. Ha un tangibile fisicita’, un’ottica verificabilita’ e una rassicurante frusciantezza. Al contrario, gli sgravi e le detrazioni sono collocate per lo piu’ nella lattiginosa Nebulosa delle Possibilita’, molto prossima alla Costellazione del Campacavallo.
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Ha forse il Cavaliere, nel suo Bidone agli Italiani, promesso 300.000 lire di detrazione ai pensionati che ne percepivano 700.000? Ha fatto il totale ed e’ finita li’. Se a Giuda Iscariota fosse stata promessa, in luogo di 30 sporchi, maledetti e subito denari una detrazione fiscale di 60, avremmo avuto un suicidio e un ponte lungo primaverile in meno. La forma non sarà sostanza ma è veicolo e catalizzatore della stessa.
(Continua)
Scritto il 30 dicembre 2006 alle 03:00 nella Politica | Permalink | Commenti (9)
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Scritto il 29 dicembre 2006 alle 18:00 | Permalink | Commenti (3)
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Scritto il 29 dicembre 2006 alle 16:53 nella Satira | Permalink | Commenti (15)
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...mentre abbiamo già digerito il panettone, e ci accingiamo a mangiare le lenticchie e lo zampone, faremo (col prezioso aiuto di Marco Travaglio) un utile esercizio: quello di andare a confrontare le "profezie" degli statisti di destra con la dura realtà. Bisogna pur assegnare a qualcuno il premio di "Frate Indovino" 2006, e la scelta non è facile... Intanto "qualcosa si muove": Prodi parla meno, e parla meglio; continuiamo a litigare, ma con più discrezione; si è messo in moto il fattore "VV" (Vampiro Visco), e molti evasori cominciano a capire che la festa volge al termine; si scatena il fattore "C" (Culo) di Prodi, e persino la produzione industriale comincia a galoppare. E di tutto questo, sembra (e questa è la cosa più drammatica) che si stiano accorgendo i cittadini. Ahi, ahi... Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più cojone del reame? "Il governo Prodi cadrà sulla finanziaria e, se non si torna a votare, Forza Italia e Ds devono prepararsi a dar vita alla Grande Coalizione" (Giulio Tremonti, vicepresidente di Forza Italia, la Repubblica, 18 luglio 2006).
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"Prodi cadrà sulla finanziaria e poi si andrà subito alle urne. Berlusconi ce l'ha promesso" (Umberto Bossi, segretario della Lega Nord, Corriere della sera, 2 agosto 2006)
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"Il governo Prodi cadrà sulla finanziaria al Senato" (Silvio Berlusconi, Ansa, 25 ottobre 2006)
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"Al Senato, in questo momento, c'è una situazione di parità. I senatori a vita non vengono, quindi non sono decisivi. Mettendo la fiducia al Senato sulla finanziaria, nelle votazioni quotidiane Prodi non è in grado di garantire la maggioranza. Berlusconi garantisca le presenze dei suoi, e a far cadere Prodi ci penso io" (Roberto Calderoli, capogruppo della Lega Nord al Senato, il Giornale, 30 ottobre 2006)
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"Il gran capo sta lavorando al gran colpo contro il governo Prodi" (Giulio Tremonti, vicepresidente di Forza Italia, La Stampa, 9 novembre 2006).
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"Vi assicuro che Silvio ha già i senatori necessari a far cadere il governo Prodi" (Gianni De Michelis, leader del Nuovo Psi, La Stampa, 9 novembre 2006).
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"Nella battaglia d'autunno sul decreto fiscale il governo può davvero cadere. La sorte di Prodi è comunque segnata" (Gianfranco Fini, presidente di An, La Stampa, 9 novembre 2006).
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"Prodi cadrà quando sarà evidente che non ha i numeri in Parlamento e nel Paese. E non li ha sostanzialmente. Credo che una grande manifestazione pacifica, democratica e costituzionale, come c'è in tutti i Paesi, possa aiutare e molto" (Giulio Tremonti, vicepresidente di Forza Italia, Ansa, 1° dicembre 2006).
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Marco Travaglio – Repubblica.it (29 dicembre 2006)
Scritto il 29 dicembre 2006 alle 11:43 nella Politica | Permalink | Commenti (25)
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Bergamo, 27 dicembre 2007
- Basta coi Babbi Natale che penzolano tristemente fuori dalle finestre: parola
del 'Movimento di liberazione dei Babbi Natale da terrazzo', che si ispira
chiaramente ai più famosi liberatori dei nani da giardino. Obiettivo: togliere
da balconi e ringhiere i pupazzi che ormai da qualche anno fanno da decorazione
a molte abitazioni
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A Terno d'Isola, localita' dell'hinterland di
Bergamo, finora ne hanno 'salvati' una quindicina, ma si ripromettono di
liberarne molti altri nei prossimi giorni. Sul luogo dei blitz, un volantino:
'Sei stato colpito dal M.I.B.N.t. e il Babbo Natale che avevi legato ora e'
libero e felice - si legge - Noi membri del movimento vogliamo che cessi la moda
di appendere il Babbo Natale ai terrazzi, perche' lui e' uno spirito libero, che
visita le case delle persone buone. Nessuno puo' legarlo al terrazzo
obbligandolo a fare visita alla propria abitazione''.
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Per ora quello
messo a segno dagli ignoti aderenti al movimento la notte di Natale, ha il
sapore di un'azione dimostrativa: il comunicato infatti termina con un invito:
''Se vuoi riavere il tuo Babbo Natale, vai nel boschetto, quello vicino alla
ferrovia, dove potrai trovarlo. Firmato Babbi Natale Free'' [...]
...se questa notizia dovesse dare nuova vitalità al movimento per la rimozione dei nani da giardino, qualche nostro leader politico potrebbe rischiare grosso. Raddoppiata la sorveglianza in Sardegna...
Scritto il 28 dicembre 2006 alle 12:19 nella Satira | Permalink | Commenti (31)
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…quale onore… [email protected] mi scrive, e mi invia una lunga citazione dalla mia newsletter di oggi:
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“…periodicamente l'affaire Craxi, in Italia, riemerge come un fiume carsico, e la politica si schiera in maniera prevedibile: da una parte quelli che non rubavano, dall'altra quelli che rubavano. Questa volta con due clamorose eccezioni: Castagnetti e Caldarola. Gli allora "giustizialisti di destra" (Lega e AN, quelli che agitavano in aula cappi e manette) fanno quello che ci si attende che facciano. La lega dice e non dice, AN è per il si ma anche per il no: come dice La Russa: "...non promuoviamo, ma non ostacoliamo...". Fantastico. Non si poteva nascondere meglio sotto il tavolo […]
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...la palma della dichiarazione più idiota la assegniamo a Giovanardi (questo non è uno scoop), che associa Craxi e le sue ladrate a Togliatti e Gramsci che, se la memoria non ci inganna, non morirono miliardari...
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...e "il miglior amico"? quello che la TV?... quello per il quale Bettino tornò indietro da un incontro internazionale? Per ora tace, forse per via del pace-maker...
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...per quanto ci riguarda, si sa, siamo "giustizialisti", nel senso letterale del termini. Siamo convinti che ad uno che è morto in latitanza non si debbano intitolare né piazze, né strade, e neanche vicoletti. Piuttosto che "Via Craxi", meglio Craxi via...”
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Ma giulianorob non ci sta, e mi risponde quanto segue:
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”…Voi non siete giustizialisti siete solo partigiani, e stupidi faziosi perche gramisci (GRAMSCI) è una vittima di Togliatti e Togliatti ha le mani sporche di sangue, (;) la differenza non è tra chi ruba o rubava e chi non ha rubato (:) quando Craxi disse alla camera (:) chei (CHI) non ha preso un finanziamento illecito alzi la mano nessuno la alzò; ma come pensate che si aiutava OLP o i democratici cileni, spagnoli o greci con le salamelle alla festa dell'Unità ? la discriminate è tra ladri bugiardi ed ipocriti e coloro che hanno posto il problema del finaziamento illecito alla politica riconoscendo un costume o mal , di tutto il parlamento. e voi credetwe che oggi la destra e la sinistra non si finaziano illecitamente a cominciare da uno di sinistra si fa per dire come di pietro? un fatto è l'ironia un fatto è la falsificazione della realtà…”
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Caro Giulianorob, hai messo su un polpettone che più composito non avresti potuto: Craxi e Togliatti, Gramsci (anzi, gramisci), le tangenti e le “mani sporche di sangue”, le salamelle e Di Pietro… le uniche cose che pervicacemente ti rifiuti di trattare sono quelle accertate;
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-1) Craxi non è morto, come ormai sostenete solo tu, Stefania e la Margherita Boniver, “esule in terra straniera”: è morto latitante. Persino Andreotti, Previti, Dell’Utri, Totò Cuffaro, si sono fatti o si stanno facendo processare; Bettino, no.
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-2) Craxi non c’entra niente con Togliatti, e Togliatti non c’entra niente con “gramisci”; infine, Togliatti c’entra pochino coi crimini di Stalin: ecco cosa scrive di Togliatti Wikipedia:
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“…Grande protagonista del dopoguerra italiano, Togliatti fu spesso accusato dai suoi detrattori di aver taciuto i crimini dello stalinismo, anche se i suoi ultimi appunti sui rapporti tra socialismo e democrazia (il cosiddetto Memoriale di Yalta, dal nome della cittadina sul Mar Nero in cui Togliatti morì) mostrano un atteggiamento di forte indipendenza dal PCUS e di critica verso la degenerazione del regime sovietico…”
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Quanto a Gramsci, qualsiasi biografia ti può spiegare che:
“…È nel novembre del ‘26 che, in seguito alle leggi speciali emendate dal parlamento fascista contro le opposizioni, Gramsci viene arrestato e condotto a Regina Cœli. Condannato a cinque anni di confino sull’isola di Ustica. [..] Alla fine di maggio del 1928 viene condannato a vent’anni quattro mesi e cinque giorni di reclusione. Nel luglio del 1929 viene trasferito nella colonia penale di Turi, nei pressi di Bari, per motivi di salute. Qui divide la cella con altri cinque detenuti politici. Nel 1929 ottiene il permesso di scrivere in cella e inizia la stesura dei Quaderni dal carcere. Intanto comincia a sostenere posizioni lontane da quelle dell’Internazionale, inimicandosi i detenuti comunisti.
Il 1931 è l’anno in cui le condizioni di Gramsci cominciano a peggiorare in maniera precipitosa e inarrestabile. Inizialmente viene trasferito in una cella individuale dove si dedica allo studio e al mantenimento dei contatti con parenti e amici. Ad agosto sarà vittima di una grave emorragia. Due anni dopo, per un ulteriore aggravarsi delle sue condizioni, viene trasferito nell’infermeria di Regina Cœli, e poi da qui in una clinica. Intanto falliscono i tentativi diplomatici fatti da Mosca per ottenere la sua liberazione. La vita in carcere è ulteriormente amareggiata dal deteriorarsi dei rapporti con il Pcd’I. Per questo motivo si trova totalmente isolato. Scrive in questo periodo: «Io sono stato abituato dalla vita isolata, che ho vissuto fino dalla fanciullezza, a nascondere i miei stati d'animo dietro una maschera di durezza o dietro un sorriso ironico».
Nel 1934 ottiene la libertà condizionata per motivi di salute. Quando però consegue la scarcerazione definitiva, nel 1937, le sue condizioni fisiche sono troppo compromesse. Morirà in un letto d’ospedale il 27 aprile dello stesso anno. Le sue ceneri sono conservate al Cimitero degli Inglesi, a Roma….”
Quali siano le associazioni logiche fra Craxi, Togliatti e Gramsci (anzi, gramisci) lo sapete solo tu e Giovanardi. Cosa c’entrino le salamele lo sappiamo tutti. Purtroppo a gramisci non trovarono alcun deposito miliardario nei paradisi fiscali, nessun camerier di Portofino che gli teneva aperto il sacco mentre lui lo riempiva, nessuna Enzina che ogni lunedì mattina riceveva i “depositanti in Piazza Duomo.
Che Craxi abbia chiamato come correi gli altri politici non mi frega una mazza: è stato l’unico a darsi alla latitanza, tutto il resto è noia; gli altri hanno affrontato i processi. Parliamo di fatti, amico; dei Giallombardo, di assessori ai cimiteri, dei Larini, delle Anie Pieroni, delle contesse, dei nani e delle ballerine. E parliamo dell’On. Formica (uno che vi era vicino, I suppose, il quale pronunciò la celeberrima frase: “… il convento è povero, ma i monaci sono ricchi…” per certificare che i soldi arrivavano, arrivavano, ma che al partito restavano le briciole, mentre ai “monaci” andava la polpa. Poi, se hai tempo e voglia, parlaci della “Legge Berlusconi”, e del perché il “Cuore”, giornale di sinistra, dedicava le sue micidiali copertine non a “tutti i partiti”, ma al 70% ai “socialisti di Craxi”, gli eredi di Matteotti, i cui più fedeli epigoni oggi sono alleati politicamente coi cuginetti di chi Matteotti ha ammazzato. Stiamo ai fatti, per una volta. E stiamo al fatto che “gramisci” si è fatto otto anni di galera per le sue idee, e che Bettino non si è fatto neanche otto minuti di galera per le sue ruberie. Parliamo di cose serie, vuoi?
Scritto il 27 dicembre 2006 alle 17:26 nella Politica | Permalink | Commenti (39)
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...proseguono, senza sosta, gli "sgub" di Gian Nicola...
La notizia che il cardinale Tarcisio Bertone (segretario di stato vaticano) voglia costituire una squadra di calcio, non è di quelle che cambiano i destini del mondo. Ma è indubbio che cambierà, se veritiera, i nostri limitati orizzonti culturali: da sport profano e un po’ plebeo, a prassi di purificazione e redenzione. Il calcio come ascesi spirituale.
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Ignoriamo al momento se sua eminenza Bertone voglia personalmente guidare le sorti della costituenda pia compagine, ma illustri (per quanto profani) precedenti, ci inducono a pensare che spetti al Capo, al padrone, l’onere del comando: un presidente di grande notorietà internazionale e di indiscusso carisma spirituale, potrebbe sicuramente giovare alle sorti della squadra più di un cardinale qualunque. Tanto più che il calcio è un mondo multi etnico e l’accento tedesco darebbe un tocco di cosmopolitismo che non guasta mai.
Ci interroghiamo invece, con comprensibile curiosità, sull’intelaiatura complessiva del team, sulla quale vorremmo dare qualche suggerimento tecnico: ci si chiede innanzitutto se il Presidente vorrà pescare, per così dire, nel vivaio interno o avvalersi di personalità laiche. Nel primo caso, vorremmo spendere una parola per l’inesauribile fantasia creativa di don Luigi Verzè, le cui capacità manageriali superano quelle del compianto Mons. Marcinkus. Don Luigi, che sa’ cavar sangue dalle rape, farebbe sicuramente una splendida campagna acquisti a costo zero, magari finanziandola col gettito dell’otto per mille, opportunamente aumentato al dieci.
Rivaluterei con calore la figura incompresa di Mons. Milingo, che potrebbe essere vantaggiosamente utilizzato come padre e consigliere spirituale per le mogli dei giocatori, come massaggiatore e, all’occorrenza, come esorcista nelle partite contro il Milan.
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Nel vivaio pulcini, invece, sarebbe opportuno evitare i rappresentanti del clero americano, ai quali, a torto o a ragione, si rimprovera un eccessivo entusiasmo per i talenti giovanili. Per le faccende più spinose (arbitri, partite “da aggiustare”, giudici sportivi) propenderemmo senza esitazioni per un laico di provata esperienza come l’avv. Previti, il quale si potrebbe remunerare con tangenti pagabili estero su estero, con garanzia di assoluta impunità e la soddisfazione di ottemperare al precetto evangelico di dare a Cesare etc. etc.
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L’allenatore ideale, per esperienza e personalità, sarebbe certamente il cardinal Ruini, non fosse per alcune asprezze caratteriali che lo renderebbero inviso allo spogliatoio : ritiri pre-partita trasformati in ritiri spirituali in un convento trappista, tonsura obbligatoria, astinenza sessuale rigidissima, calzoncini al di sotto del ginocchio. L’alternativa è affidarsi a vecchi mestieranti come Don Baget Bozzo che, per quanto di scadente lucidità, è pur sempre un uomo di mondo, uno che va’ sempre d’accordo con tutti i presidenti, purchè generosamente retribuito.
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Tifosi organizzati: l’argomento è, absit iniuria verbis, scottante. E’ purtroppo ancora vivo il ricordo delle intemperanze della tifoseria ultracattolica : roghi e stragi contro i dissenzienti e i tifosi di altra sponda, diffusissimi ai bei tempi andati, non sarebbero oggi opportuni. Galliani arrostito come il Savonarola, oltre che raccapricciante, sarebbe punito con almeno un anno di squalifica del campo e le giuste doglianze di Berlusconi.
Scoraggiare, quindi, formazioni di ultràs che si richiamino a vecchie glorie: niente Club Torquemada o San Bartolomeo,vietati i Crociati dell’Anagnina e i Templari di Tor Bella Monaca. Ammessi, invece i Loyola’s fans e i Papa boys, con chitarre e arpe d’ordinanza.
Formazione tipo: venuto a mancare Renzo De’Vecchi, noto come “il figlio di dio”, il ruolo di capitano è vacante e non legittimamente attribuibile ad altri di pari titolo. Ma il serbatoio a cui attingere, è praticamente inesauribile: sud America, Africa e Polonia forniranno campioni di sicuro avvenire e modeste pretese economiche. Debitamente sfamati, faranno onore alla squadra e al Presidente: attaccanti di divina bravura, portieri che fanno miracoli ad ogni partita, gente che sa di avere dio dalla propria parte o , almeno, santi in paradiso. All’inizio del campionato, potremo già acquistare l’album delle Edizioni Paoline per la raccolta delle figurine o, più correttamente, delle immaginette: a maggior gloria (e fatturato) di dio.
Scritto il 27 dicembre 2006 alle 08:00 nella Satira | Permalink | Commenti (11)
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Scritto il 27 dicembre 2006 alle 07:50 nella Media | Permalink | Commenti (13)
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Scritto il 26 dicembre 2006 alle 19:34 | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 26 dicembre 2006 alle 12:39 | Permalink | Commenti (15)
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La Premessa: Il 13 Dicembre, dopo essersi imbattuta, per caso o per ricerca, sul nostro post su Lale Andersen, Maria Emilia (Emi) ci aveva inviato questa bellissima lettera dal Brasile:
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Hi there, I hope I can reach you in English. My name is Maria Emília, I'm Brazilian and my deceased father fought in Italy during the World War II. Although I'm post-war, I used to listen him singing Lili Marlene in Italian at home. Of course he wasn't "warsick", but he was certainly "italysick", if you know what I mean. Anyway, I've been looking for the Italian version of this song since my father was still alive, and he left us in 2001. I'd wanted to give it to him while he was still among us, but I wasn't fast enough. Now, I want to thank you because you gave me some important clues of what I need to have the song in the way I want it! God bless you, and have a Merry Christmas.
Emi
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Noi avevamo risposto così:
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Dear Emi,
it’s really a pleasure to receive your letter, and to learn that we have been helpful. When we put the post about Lili Marlene on the blog, we couldn’t imagine we were going to ship a moment of happyness till Brazil. Our objective was just to celebrate the singer, Lele Andersen, that first brought Lili Marlene to success. The idea was of my old friend Umberto, 84, who participated in the “Resistenza”, the clandestine war of anti-fascists against the regular troops of Hitler and Mussolini. The biggest part of the post was due to my dear friend Pasionaria. I’ve just assembled stories, pictures, musics…
Your happyness is a positive “collateral effect”, of which we are really glad. We’re sorry we didn’t arrive in time to reach you father alive, but please receive this small gift also “in memory” of your father, of his love for Italy, and of the sacrifice he did to fight abroad against “our” internal ennemies. Please, come and visit us on the blog once in a while. Merry Xmas and a happy New Year from me, but I’m sure I can speak also on behalf of all the blog’s friends.
Tafanus, alias Antonio
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Oggi, con mia grande gioia e sorpresa, ho ricevuto questa bellissima lettera, che trascrivo integralmente. Insieme ad una vecchia, bellissima foto color seppia, di 60 anni fa, che riprende lo sbarco di suo padre in Italia.
Hi Antonio,
It was really nice to find your reply in my mailbox and to see my message posted on you blog, thanks a lot! This morning, I felt courageous enough to try to read your entry about Lale Andersen, which I managed with some effort, filling the gaps of my language comprehension with inferences - and with some guessings too, I must admit. I hadn't ever heard about that singer before, which makes me think that, in more recent times, instead of keeping telling me "you must read the books", my father would say "you must read the books AND the blogs"!
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As far as I could understand it, I enjoyed Marcella's letter very much, because it made me realize that Lili Marlene doesn't have to do only with Marlene Dietrich (just joking), but specially because it provides a strong impression of what that song of love and war represented to the youth of that time.
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When my father went to Italy, he was a 27 years old doctor, and the attached picture shows him in the foreground, disembarking (I don't know exactly where) in September 1944. His first mission was in Monte Castelo. The image was originally part of a news movie that was exhibited in the cinemas all over the country. My father used to tell that, at that moment, he was almost dying of seasickness, but when he noticed that he was being filmed, he forced a smile, thinking that the family would perhaps see him, which actually happened.
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I've been sharing all this story about Lili Marlene with my two older sisters, including your blog, CD's with the four versions provided by you, lyrics in different languages and so on. We've been talking a lot about the subject (by phone and e-mail, since I live far from them) and, sometimes, they recall something of that time that I hadn't ever heard before, which I enjoy very much.
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Have a nice Chrismas Eve, in peace and with the ones you love.
A kiss from Brazil, Emi.
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Dear Emi, you are a real Xmas gift for me and for all the blog’s friends. Your father’s picture and story, more than sixty years old, so soft and gentle, are true fresh air for us, especially in those days, while in Italy we have been forced to face the orrible Welby story, of which you maybe had a chance to read something even into the brazilian newspapers…
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I wonder… maybe your father and my friend Umberto, who was also fighting this orrible war from “the right side”, could have met… who knows?
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I wish you and your dearest a very happy new year, together with all other blog’s friends. Kisses from Italy, Tafanus/Antonio
Scritto il 25 dicembre 2006 alle 17:00 | Permalink | Commenti (3)
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…quando una splendida ragazza si unisce ad una voce incredibile e ad una chitarra dolcissima; quando il tutto si fonde in maniera tale da sfiorare la perfezione, e da creare indicibili emozioni agli amanti di qualsiasi tipo di musica; quando tutto questo sparisce all’età di 33 anni, tre anni prima che il mondo della musica che conta si accorgesse di lei… allora si può proprio dire che a volte il destino è ingeneroso. Perché questa splendida cantante, se non fosse scomparsa in maniera così precoce, avrebbe potuto regalarci decenni di grandi emozioni. In un bellissimo articolo di Stefano Boni e Ino, così viene descritta Eva Cassidy:
Eva Cassidy è diventato uno dei più grandi errori musicali della storia. La sua voce è una delle più espressive ed impressionanti degli ultimi venti anni. Eva possiede una capacità interpretativa che pochissimi hanno. Dopo anni passati a suonare in un locale, e il frenetico tentativo di ottenere un contratto con una major, ecco che improvvisamente il mondo la scopre, impazzisce per lei e si chiede di chi sia quella voce sublime. Peccato che Eva se ne fosse già andata tre anni prima, a 33 anni, per colpa di un melanoma. Quello che ci ha lasciato è incredibile. Le interpretazioni di Fields of Gold di Sting, di brani immortali come Somewhere Over the Rainbow, What a Wonderful World, Time After Time (solo per citarne alcuni) fanno accapponare la pelle. Brani spesso eseguiti chitarra e voce, per meglio esaltare le sue capacità interpretative, ti entrano dentro, si piazzano lì e non se ne vanno più, lasciandoti inerme di fronte a tanta bellezza. Raramente ho ascoltato qualcuno interpretare brani con tanta naturalezza, dolcezza e personalità. Raramente ho udito una voce muoversi con tanta semplicità fra melodie splendide…
Eva Cassidy è nata nel 1963, e se n’è andata nel 1996. Il “Guardian” l’ha celebrata come una delle più grandi voci della sua generazione. Nonostante possedesse una straordinaria voce soul che le permetteva di spaziare in un amplissimo repertorio jazz, blues, folk, gospel e pop, rimase praticamente sconosciuta al di fuori della sua città, Washington, e non trovò mai una grande casa discografica che si interessasse a lei
La sua vita musicale sarebbe stata destinata all'oblio se, dopo la sua morte, la BBC Radio Two non avesse trasmesso alcuni suoi brani. Fu un successo strepitoso che si moltiplicò con il passaparola. Divenne un fenomeno mediatico eccezionale quale in vita non era stato. Le sue registrazione pubblicate postume hanno venduto più di 4 milioni di copie e, all'inizio del 2001 la sua raccolta Songbird ha raggiunto la posizione numero 1 nella classifica inglese.
Il pezzo che proponiamo al vostro ascolto questa settimana è una stupenda interpretazione di uno dei più famosi brani di Sting:
Eva Cassidy – Fields of Gold
Download eva_cassidy_fields_of_gold.R.mp3
Con questo bellissimo pezzo Tafanus e famiglia augurano Buon Natale ad amici e nemici
Scritto il 24 dicembre 2006 alle 08:00 nella Musica, Perle Musicali | Permalink | Commenti (11)
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...ma lasciatelo in pace, almeno da morto... il vicariato (minuscolo) di Roma ha rifiutato il funerale religioso per Piergiorgio Welby...
La famiglia, d'accordo coi Radicali, ha deciso di celebrare un "funerale laico" davanti alla Chiesa di Don Bosco, quella alla quale il vicariato (minuscolo) ha vietato di celebrare i funerali. Il funerale si terrà domenica alle 10,30.
Spero che al "funerale laico", qualunque cosa questo significhi, partecipi un sacco di gente, per dimostrare a QUESTA chiesa (minuscolo) la distanza siderale che ormai la divide dalla gente. E' vietato l'ingresso a Luca Volontà
Scritto il 22 dicembre 2006 alle 19:48 nella Politica | Permalink | Commenti (33)
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...a tutti quei geni che preconizzavano che il governo Prodi sarebbe caduto sulla missione in Libano, vogliamo dire che non è caduto...
...a tutti quei geni che avevano allora rinviato la inevitabile caduta alla finanziaria, vogliamo dire che la finanziaria è stata approvata, senza batticuore e senza stravolgimenti...
...a tutti quei geni del centro-destra che avevano preconizzato: "...non mangeranno il panettone..." vogliamo dire che ci accingiamo a mangiare il panettone; anzi, dato che siamo persone gentili, li invitiamo a mangiare il panettone con noi...
...a tutti quei geni che preconizzano la prossima, ineluttabile caduta sui PACS, diciamo di mettersi pure il cuore in pacs: mangeremo la colomba a Pasqua, e poi di nuovo il panettone, e così via, fino al 2011... CE DOVETE 'STA'...
Scritto il 22 dicembre 2006 alle 17:31 nella Satira | Permalink | Commenti (14)
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Roma - Esplode la polemica politica - Immediate le reazioni dei politici dopo la morte per eutanasia di Piergiorgio Welby. Il leader dei Radicali Marco Pannella ha commentato così la notizia: "Grazie a Welby non c'è solo un giudice, ma anche un dottore in Italia. Certo, cercheranno di fargliela pagare, ma l'avere costruito in questi 88 giorni, rispondendo a interrogativi e urgenze ogni giorno diverse, la praticabilità di un percorso che il giudice non ritiene ancora percorribile. Nel salutarlo gli ho detto: Visto, ti pareva stessimo scherzando?”.
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Durissimi i commenti del centrodestra. Luca Volonté (Udc) chiede l'arresto dei "colpevoli di questo omicidio". Parla invece di "barbara strumentalizzazione" da parte dei radicali Ignazio La Russa (An). L’ex sottosegretario dell’Interno, Alfredo Mantovano (An), punta il dito contro i “criminali” che “uccidono per propaganda politica allo scopo di invocare una legge che generalizzi la morte”. Enrico La Loggia (Fi) afferma perentorio: “L'atto compiuto è illecito". Gianfranco Rotondi, segretario Democrazia cristiana per le autonomie, ribadisce che “nessuno può decidere di porre fine a una vita data da Dio, per chi crede in Dio, e dalla natura per chi non è credente”.
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Fuori dal coro, rispetto al resto della Cdl, la dichiarazione che Alessandra Mussolini (Alternativa sociale) ha scritto in un telegramma scritto alla famiglia Welby: “È stata fatta la volontà di Dio”. La maggioranza vive momenti di forte imbarazzo, soprattutto per la difficile convivenza, al proprio interno, dell'anima laica e di quella cattolica della Margherita. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha sottolineato come “l’uomo Welby ha vissuto il suo dolore in modo pubblico cercando di contribuire al dibattito nella società su questo argomento delicato” [...] Marina Sereni (Ds) si dice “sollevata” per la vicenda umana ma manifesta il proprio rammarico per la mancanza di norme.
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...il neo-peggio all'opera... Luca Volontà accompagnerà la tristezza per la fine di un dolore senza speranza con una giaculatoria. I fasci littori (con la lodevole eccezione di Alessandra Mussolini) sono già in marcia, armati di manette, manganelli ed olio di ricino. Anche il clan dei siciliani si muove compatto, come un sol uomo (magari, con calma, ci diranno quanta gente all'anno muore nella Sicilia di Totò Cuffaro per malasanità). Ora attendiamo Il Verbo degli Statisti. Particolarmente attese le dichiarazioni di Berlusconi, di Casini, di Bossi, di Calderoli, di Giovanardi e di Buttiglione. Vi prego, non fatecele mancare.
Scritto il 21 dicembre 2006 alle 16:28 | Permalink | Commenti (34)
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Piergiorgio Welby è morto, con grande senso dell'umorismo, lasciando noi impegnati in una discussione che riprenderemo nelle prossime ore, approfondendo questo post, ma che per il momento possiamo solo definire paradossale.
Appena ieri il Consiglio Superiore della Sanità aveva sentenziato: Welby non corre imminente pericolo di vita. La politica si prendeva i suoi tempi, che brevi non sono. Il caso Welby alimentava tanti bei salotti TV.
Se n'è andato in anticipo sui nostri tempi, prendendo per il culo teocon, neo-laici, favorevoli, contrari, soloni della medicina e della morale, radicali e moralisti alla Volontè.
Grazie, Welby. Hai ottenuto quello che volevi, e lo hai ottenuto nella maniera più devastante per noi poveri coglioni di ogni colore ed estrazione.
Riposa in pace
A causa dello sciopero dei quotidiani (anche di quelli online) e delle agenzie, non è dato conoscere molti particolare. La morte di Welby è stata annuncuata da Marco Pannella alle 7, durante la solita diretta di Radio Radicale. Mancano dettagli. Dopo l'arrivo della notizia, su La 7(Omnubus), si svolgeva un paradossale dibattito, durante il quale l'On. Crosetto di Forza Italia, per difendere le posizioni della chiesa e della destra, faceva un infernale polpettone, nel quale metteva dentro il fatto che in Inghilterra, dopo una certa età, le strutture sanitarie pubbliche non praticano più interventi all'anca (sic!), e metteva dentro il caso di Beniamino Andreatta. Il povero ministro Ferrero che cercava di spiegargli che i mancati interventi all'anca hanno a che fare con disumani risparmi di bilancio, e che Andreatta, non essendo in grado di pensare, e comunque di esprimere l'eventuale pensiero, con Welby c'entra come i cavoli a merenda, perchè invece Welby il suo pensiero lo aveva espresso, e molto chiaramente...
Tutto inutile: d'altra parte, per parlare con un minimo di decenza di queste cose, ci vuole intelligenza, e se uno l'intelligenza ce l'ha, non abita in Forza Italia...
Ora attendiamo con viva impazienza che finalmente Fassino e la Turco facciano "qualcosa di sinistra", prendendo le distanze da Crosetto e Volontè.
Scritto il 21 dicembre 2006 alle 15:45 | Permalink | Commenti (32)
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Quando la vergogna varca le frontiere
Un responsable des démocrates-chrétiens
italiens (UDC, droite), Luca Volonté, a dénoncé jeudi "un homicide"
qui ne "doit pas rester impuni" après la mort de Piergiorgio Welby,
aidé à mourir par un médecin qui a débranché le respirateur qui le maintenait
en vie.
Luca Volonté, chef de groupe de
l'UDC à la chambre des députés, a appelé "l'autorité judiciaire à arrêter
les coupables de cet homicide puni par les lois de l'Etat", sur la chaîne
télévisée Rai.
Il a en outre dénoncé un
"acte violent, scandaleux et instrumentalisé" par l'association Luca
Coscioni et le président du parti Radical Marco Panella qui ont soutenu le
combat de Welby pour le droit de mourir. L'UDC a remporté environ 6 % des
voix aux législatives d'avril.
Ignazio La Russa, l'un des
dirigeants d'Alliance Nationale (droite, 12 % des voix) a accusé pour sa part
le parti Radical d'"intrumentalisation barbare".
"Pour réclamer un débat au Parlement, il y a d'autres méthodes", a-t-il critiqué.
"Nous éprouvons du regret pour ne pas avoir pu résoudre avec les lois de l'Etat un cas aussi dramatique", a enfin estimé Marina Sereni, de l'Olivier (gauche, membre de la coalition au pouvoir).
Scritto il 21 dicembre 2006 alle 15:42 nella Politica | Permalink | Commenti (5)
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Scritto il 21 dicembre 2006 alle 08:00 | Permalink | Commenti (3)
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L’anno prossimo non facciamoci rubare:
l’Anima, l’Umanità, la Gioia, l’Uguaglianza, la Ragionevolezza, gli Ideali, i Sogni, i Principi, le Emozioni, il Coraggio, l’Intelligenza, l’Aria, la Leggerezza, l’Intuito
buon 2007 - silviapalombi
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caro tafanus,
Scritto il 20 dicembre 2006 alle 20:40 | Permalink | Commenti (20)
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Riina ricoverato per accertamenti cardiologici
MILANO - Totò Riina è ricoverato da domenica nel reparto 'speciale' destinato ai detenuti dell'Ospedale San Paolo di Milano per accertamenti di tipo cardiologico. Riina, 76 anni, è attualmente detenuto nel carcere di Opera. In passato ha avuto due infarti ed è la quarta volta che viene ricoverato all'esterno dell'istituto di pena per problemi di salute, in particolare di tipo cardiologico. Da quanto si è saputo, le sue condizioni non sono gravi.
la Repubblica – 20/12/06
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ROMA - Berlusconi ricoverato per accertamenti cardiologici.
Lo ha detto il portavoce del leader di Fi, Bonaiuti, rispondendo ai cronisti che chiedevano una conferma di quanto detto da Bossi a Milano ("Berlusconi è in Usa per farsi operare"). Berlusconi è latitante da Palazzo Chigi dal 10 aprile 2006. Da quanto si è saputo, le sue condizioni non sono gravi.
Televideo – 17/12/06
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La redazione del Tafanus porge ad entrambi i leaders i più sinceri auguri, affinché possano tornare al più presto alle loro attività, per il bene del Paese
Scritto il 20 dicembre 2006 alle 12:24 nella Satira | Permalink | Commenti (34)
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...dopo la magistrale descrizione che di Casini dà sua Eccellenza Seriosissima Gian Nicola , Conte di S'Iscala, riteniamo utile riproporre il fantastico carteggio di Paolo Farinella col "Presidente" del Gruppo Parlamentare UDC (nientemeno) Luca Volonté. A beneficio degli smemorati, e di chi a suo tempo se lo fosse perso.
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Riceviamo da Don Paolo Farinella, e pubblichiamo volentieri.
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Mi dispiace tediarvi a breve distanza di nuovo, ma la lettera è arrivata oggi...
Sbalordite amiche e amici, sedetevi e sbalordite! Ricevo per posta la seguente richiesta: non so se piangere, se ridere, se disperarmi! La prima reazione a caldo è stata: "in che mani siamo, ragazzi, in che mani siamo. Il card. Siri diceva: meglio trattare con un delinquente parlamentare che un parlamentare cattolico che fa finta di crederci.
Paolo Farinella, prete
Genova
.
Camera dei Deputati - Gruppo Parlamentare UDC - Il Presidente -
.
Egregio Signor Parroco,
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sono [sic!] a disturbarla per chiederle la cortesia di inviarmi, se possibile con sollecitudine, una giaculatoria, di quelle che insegnavano le nonne ai nipotini. Io le ho imparate così e così le insegno alle mie figlie. Purtroppo vedo che questa sana memoria cristiana, che ci accompagna durante la giornata, và [sic!] scomparendo e rischia così di finire una ricca e proficua 'trasmissione di fede'.
.
Perciò mi sono deciso a chiederle una (o più) 'giaculatorie' che insieme a quelle dei suoi confratelli delle altre parrocchie italiane, vorrei raccogliere in un volumetto semplice che penso utile ed edificante. Confido nel potere aver una sua risposta entro il mese di luglio. Spero di averla convinta e non averla disturbata,
Suo in Cristo
Luca Volontè
Ps. Nel caso le sia comodo i miei indirizzi sono:
Luca Volontà - c/o Gruppo UdC
Via Uffici del Vicario 21
00100 Roma
oppure via mail (ancora più comodo e rapido): [email protected]
.
Di seguito la mia risposta:
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Sig. Luca Volontà - Camera dei Deputati
Roma
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e p.c.
ad una marea di amiche e amici che prego di diffondere ciascuno con i propri mezzi via e-mail:
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Lei non mi conosce perché se mi conoscesse non mi avrebbe scritto la delirante richiesta, di cui sopra. In quanto cristiano la ritengo responsabile in solido dello sfascio dell'Italia in cui il governo Berlusconi da lei e dal suo partito sostenuto e condiviso anche in appoggio a leggi immorali totalmente in contrasto con la dottrina della Chiesa, quella Chiesa di cui lei ora si fregia per convenienza partitica, raccogliendo "giaculatorie" da pubblicare, mi pare di capire, in un libro, non per le sue figliole (poverette!), ma per inviarlo come propaganda a tutte le parrocchie italiane e istituti religiosi, maschili e femminili, credendo così di millantare un credito che eticamente lei ha perso il giorno in cui ha votato la prima legge ad personam, favorendo gli interessi personali e di casta del deputato Berlusconi e famigli. D'altronde, anche nel suo partito, lo stesso segretario Follini si è dissociato, sebbene in ritardo e per questo lo avete dimissionato. Dal punto di vista della morale cristiana è ladro tanto chi ruba quanto chi para il sacco. Lei di sacchi ne ha parati uno stock intero in cinque anni. Da cattolico?
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Ogni volta diceva una "giaculatoria" per non rischiare di fare "finire una ricca e proficua 'trasmissione della fede'"?. Quando ha votato il conflitto d'interessi quale giaculatoria ha detto, potrebbe inviarmela? O per la legge sulle tv del padrone, a chi ha chiesto protezione? A santa Chiara? A santa Scura? o a Santa Opaca?
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La "sollecitudine" che lei invoca per inviarle le "giaculatorie", la impegni più proficuamente a meritarsi il lauto stipendio (12.000?/15.000? euro al mese?) che noi con le nostre tasse le paghiamo perché serva il paese e non perché si preoccupi della "trasmissione della fede". Lei è stato eletto non per assemblare giaculatorie, ma per servire il popolo sovrano, facendo una opposizione legittima ma proporzionata al dovere della maggioranza di governare il
Paese, specialmente nello stato comatoso in cui voi lo avete lasciato.
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Se lei ha imparato le giaculatorie da piccolo, le reciti in silenzio e non le sbandieri in piazza perché così fanno anche gli ipocriti e i pagani: per farsi vedere e per averne un utile. Lei vorrebbe farmi credere che è preoccupato per la "trasmissione della fede"? Via, sig. deputato! lei crede veramente che io sia così stupido da non capire il suo diabolico piano?
Lei ha perso le elezioni e il potere, vuole mantenere i contatti con quel bacino di riferimento cattolico che sono le parrocchie (la maggior parte delle quali sono da lei distanti, tanto per precisare, ovvia!) e accreditarsi come deputato credente e praticante fino al punto da raccogliere "giaculatorie" e pubblicarle con il suo nome e cognome (Andreotti docet!) e fare così propaganda sistematica per i gonzi che possono cascarci. Vedo anche che lei ha fretta in questa santa fatica editoriale se mi chiede una giaculatoria entro luglio: forse che vanno in scadenza come il tonno e l'insalata?.
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Io, invece, Paolo Farinella, prete di Genova, elettore e quindi pro quota parte attiva del popolo sovrano di cui lei è dipendente, considerato che ha scritto con la carta intestata della Camera (quindi gratuita), chiedo a lei che ha l'obbligo morale e giuridico di rispondere:
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1. Ritiene lei che la raccolta delle giaculatorie, una per parrocchia di tutta Italia (circa 40.000) sia una priorità essenziale ed esiziale per la sopravvivenza del popolo che lo ha eletto al parlamento? Presenti un disegno di legge, sia discusso in commissione e in Camera e si voti sulla proposta e sulla copertura finanziaria (forse si ridurranno le pensioni minime perché con una giaculatoria al giorno gli anziani riescono a levare il medico di torno?).
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2. Se la sua iniziativa è privata perché usa la carta intestata della Camera che le compete solo nell'esercizio della sua funzione di deputato che nulla a che a fare con questa stupida e ignorante iniziativa? Non è questa la morale cattolica? Lei ha studiato una morale ad elastico?
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3. Quante copie intende stamparne dell'eventuale libro di giaculatorie? A spese di chi? Per la spedizione eventuale alle parrocchie e/o ad altri chi paga le spese postali? Il francobollo di posta prioritaria che c'è sulla busta della sua missiva chi lo ha pagato? Lei di tasca sua o noi di tasca nostra per intromissione indebita delle sua mani? Lei ha il pudore ancora di dire che non avete aumentato le tasse e non avete messo le mani in tasca ai cittadini? Cosa sta facendo lei, non sta mettendo le mani nelle mie e altrui tasche?
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4. Per preservare la "trasmissione della fede", sarebbe meglio che non usasse i soldi dei cittadini, come esige la morale cattolica per spedire lettere sue personali o per stampare libri di giaculatorie inutili e fuorvianti. Deputato Volontè "giaculi" meno e non sperperi i soldi degli Italiani e impegni il suo tempo a servizio del popolo. Per la morale cattolica con o senza giaculatorie, se così fosse, si chiama furto e se lei persiste furto aggravato che, secondo san Paolo è sanzionato con l'inferno.
.
Comunque voglio accontentarla e le mando la seguente giaculatoria che mi insegnò mio nonno oltre cinquat'anni fa: "Dai democratici cristiani che si servono della fede per i loro sporchi affari, liberaci, o Signore" che io aggiorno per suo diletto e trastullo fideistico: "Dalla peste, dalla fame, dalla lebbra e dall'Udc liberaci, o Signore, ora e sempre. Amen".
Spero che non si sia più una prossima volta, ma se dovesse esserci, la prego di non firmarsi più "in Cristo, suo..." perché lei non è "mio", essendo la schiavitù abolita da qualche secolo e poi perché è meglio non mischiare il suo partito con l'acqua santa in quanto incompatibili ex radice.
Mi saluti le sue figlie e esprima loro tutta la mia umana solidarietà in caso di una loro autonoma e sperabile rivolta filiale.
.
Paolo Farinella, prete
Genova
(la mia e-mail la conosce)
PS. Se lei dovesse pubblicare un libro di giaculatorie a spese pubbliche, io citerò in giudizio lei e aventi causa, chiedendo i danni materiali e morali. Un consiglio gratis: impegni il suo tempo libero a studiare la grammatica e la sintassi, sicuramente le sarà più utile.
Caro Paolo,
come ti ho detto in altre circostanze, io sono non solo ateo, ma persino komunista. Però ti assicuro che se mai io dovessi decidere di convertirmi, tu sarai il primo a saperlo, ed io vorrò farlo solo nelle tue mani. Un abbraccio,
Tafanus
.
Scritto il 19 dicembre 2006 alle 11:59 | Permalink | Commenti (78)
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Ritratto di Pierferdinando II de' Casini, a cura di Gian Nicola
Il destino dell’onorevole Casini,
del quale sono noti il tratto civile e garbato, la piacevole fisionomia e le
vicende adulterine, è quello dell’eterno secondo, del vice, del colonnello che
non diventa mai generale. Quando Follini divenne segretario della D.C.
giovanile, fu naturale e inevitabile che il vice fosse Pier Ferdinando,
abituato sin dai tempi dell’infanzia bolognese a fare il vice-capo-classe e il
vice-chierichetto, un fanciullo tenero ma ostinato, che rifiutava caparbiamente
di entrare per primo al cinema, a scuola sedeva al secondo banco e, nelle
fotografie di gruppo, era sempre nelle retrovie.
Dell’Onorevole Tony Bisaglia
divenne, per naturale predisposizione, il factotum, il ragazzo delle
commissioni, il fedelissimo al quale il Tony delegava i compiti più importanti
e delicati: comprare i giornali, portare a spasso il cane, tenere d’occhio la
servitù. Ai tempi del CAF, era il giovine di studio dell’onorevole Forlani, al
quale fungeva da portaborse e usciere e anche (ma solo nelle notti più fredde)
da scendiletto.
Una vocazione autentica al
vicariato, un’aspirazione alla dipendenza che ha raggiunto l’apice all’avvento
di Berlusconi. Fiutato il vento, esibite le referenze dei precedenti datori di
lavoro, Casini si è votato anima e corpo al nuovo Capo, grato e scodinzolante
come uno spaniel al quale viene offerto un osso di prosciutto. Generoso per
natura, ha nobilmente accantonato le giovanili rigidità teologiche in tema di
matrimonio, approvando incondizionatamente le imbarazzanti piroette coniugali
del Capo e, per coerenza e carità cristiana, anche le proprie.
Non amato da Fini, sbeffeggiato da Bossi, ha cristianamente sopportato l’insulto e lo sberleffo in nome dell’unità della destra e dell’integrità del portafoglio, adattandosi lestamente a ricoprire la terza carica dello Stato dietro Marcello Pera, di cui è fervido ammiratore e lettore indefesso per dovere: è la penitenza inflittagli da Ruini per le sue intemperanze sessuali. Mai, bisogna dargliene atto, ha ceduto alla tentazione di fare qualcosa di veramente sgradevole per il Capo: ha sofferto in silenzio, taciuto virilmente, obbedito senza esitazione, come sa fare solo chi è stato educato nelle sagrestie e si è perfezionato alla scuola di Totò Cuffaro.
Ora,dopo una vita spesa a fare onorevolmente il maggiordomo, per capriccio o presunzione, Pier Ferdinando si è messo in testa di diventare un Primo, un Capo, un Leader. La cosa colpisce e spaventa, un po’ come vedere una vecchia amica che si trasforma in maschio, con tanto di protesi e voce cavernosa, dopo anni di assoluta ed ostentata femminilità. Si vuole differenziare, entrando nella schiera, se non dei pentiti, almeno dei dissociati. Ostenta avversione alla Lega, rimbrotta An, bacchetta l’Unto col cipiglio della vergine oltraggiata, ricevendone in cambio sogghigni e sberleffi degni di querela o di duelli all’alba. Ma l’uomo, allevato alla scuola delle guance di ricambio, non è permaloso : è alieno dai gesti inconsulti e dalle guasconate, preferendo di gran lunga il placido brucare pecoreccio ai rischi e alla scomodità degl’impeti leonini. Chi lo conosce, sa bene che ha già diligentemente preparato il campo di atterraggio sul quale planare alla fine dell’avventura: Rutelli e Mastella attendono impazienti che riprenda servizio, ai loro ordini, nella vecchia e gloriosa maison democristiana. In alternativa, motivando con squisita vacuità dorotea il tormentato dietrofront, tornerà a servire nella casa d’Arcore con un sostanzioso aumento di stipendio.
Scritto il 19 dicembre 2006 alle 08:00 nella Satira | Permalink | Commenti (19)
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Con una dichiarazione di ieri sera, il Direttore di Rai Tre ha confermato il ritorno di Enzo Biagi in RAI, a partire da fabbraio. Pertanto interrompiamo "temporaneamente" la raccolta di firme per la petizione per il ritorno di Biagi, pronti a riprenderla in caso di "tentennamenti" di qualsiasi genere. Intanto ringraziamo di cuore quanti avevano già sottoscritto la nostra petizione, che era stata ripresa da tanti altri bloggers, ai quali siamo grati.
Scritto il 19 dicembre 2006 alle 00:10 nella Media | Permalink | Commenti (3)
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Quello che segue è il grafico relativo al sondaggio ISPO per Corsera raffrontato all'analogo sondaggio del precedente Governo Prodi (1996):
...a giudicare dall'andamento del grafico, si direbbe che, mentre nel '96 il crollo si è verificato fra settembre e novembre, questa volta la discesa è stata più continua. Sembra anche che il recupero dopo la caduta sia leggermente più forte. Vedremo in gennaio, ma salvo ulteriori, marchiani errori di comunicazione, o uscite d'ingegno degli alleati minori, "'a nuttata" dovrebbe essere quasi passata...
Scritto il 18 dicembre 2006 alle 19:41 nella Politica | Permalink | Commenti (7)
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A Milano il Carroccio: siamo ALMENO 75.000. Secondo Calderoli, quindi prendetela con le dovute cautele... Contro il Governo, contro la Finanziaria, contro le famiglie gay, contro gli immigrati, contro il risultato elettorale. Vogliono votare di nuovo. I risultati di aprile "devono cambiare", perchè "lo vuole "la ggente". Contro i PACS, contro la imminente legalizzazione della pedofilia, per Babbo Natale in camicia verde... ma non erano "celtici"?
MILANO - "Io non mollo".
Con questo imperativo Umberto Bossi ha chiuso la manifestazione della Lega a
Milano contro la Finanziaria. Il leader del Carroccio, davanti a migliaia di
militanti, ha riaffermato la necessità di andare a nuove elezioni facendo
appello al capo dello Stato: "Il presidente Napolitano ascolti la voce del
Paese, ascolti la voce della gente che ne ha piene le scatole", ha detto. E poi contro la droga libera, contro la legalizzazione della pedofilia. Poi l'immancabile "meno tasse"
Quindi Bossi ha criticato la politica economica del governo "che è molto
brutta". Per poi prendersela con l'altra politica, quella che riguarda la
società: "L'economia si può rimettere a posto mentre non si può rimettere
a posto una società basata sulla droga libera e sulla famiglia
omosessuale". Secondo Bossi il problema "non sono i diritti degli
omosessuali perché tutti i cittadini hanno diritti individuali, il problema è
la famiglia omosessuale. Finirà che come volevano fare l'anno scorso in Europa
vorranno anche legalizzare la pedofilia".
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Dopo la grande adunata di piazza San Giovanni a Roma, il partito di Umberto
Bossi è tornato
a protestare riunendo nel capoluogo lombardo "almeno 75
mila persone", secondo le stime di Roberto Calderoli. Il corteo - aperto
da uno striscione con la scritta 'Lega Nord Padania' seguito da un altro con la
scritta 'Padroni a casa nostra - meno tasse più libertà" - ha percorso le
vie del centro fino a raggiungere piazza Castello dove si sono tenuti i comizi
finali.
Moltissimi tra i manifestanti innalzavano cartelli con la scritta 'Pacs? Uno
schiaffo al cristianesimo' e 'Padroni a casa nostra'. Del coloratissimo corteo
facevano parte anche alcuni Babbo Natale in tenuta rigorosamente verde padano.
I manifestanti si sono fermati brevemente davanti al palazzo del Senato per un 'omaggio' a quella che fu la sede del governo provvisorio milanese durante il Risorgimento. All'interno del corteo c'erano diverse associazioni padane e anche un gruppo di "genitori di militari caduti in tempo di pace" che chiedono "giustizia e dignità per i nostri figli contro la guerra"
da Repubblica.it
Scritto il 18 dicembre 2006 alle 10:03 nella Satira | Permalink | Commenti (48)
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«Il personaggio dell´anno sei tu. Si, tu. Sei tu che controlli l´era dell´informazione. Benvenuto nel tuo mondo». La prestigiosa rivista statunitense Time ha fatto nel 2006 quello che non aveva mai fatto prima. Ha dedicato la più attesa copertina dell´anno, tradizionalmente dedicata ai personaggi che hanno segnato la vita, politica, economica, culturale del mondo negli ultimi 12 mesi, ai navigatori del web.
Insomma, guardati allo specchio e scoprirai chi è la persona dell'anno secondo Time. Per rendere concreta questa idea, con una iniziativa che non ha precedenti nella storia dell'editoria, il direttore della rivista, Richard Stengel, ha fatto rimpiazzare la copertina con la foto di un computer e con, nel centro dello schermo, una superficie riflettente tipo specchio. Risultato: chiunque guardi la rivista vede la propria faccia sotto la testata e dietro la dicitura «persona dell'anno».
Perché questa scelta? Anche se senza tenere conto del cosiddetto "digital divide" (cioè del fatto che per lo più i Paesi del sud del mondo sono tenuti fuori dal mondo del web), secondo Time, nessuno ha avuto influenza nel 2006 quanto l'utente ordinario di Internet. E questo perchè, attraverso il web, ha partecipato a costruire grandi opere collettive. Insomma chi normalmente pensa che la "Grande Storia" sia fatta da "Grandi uomini", spiega in un editoriale il direttore del Time, vedrà che il 2006 può fargli forse cambiare un po' idea. «Guarda al 2006 attraverso una differente prospettiva e vedrai un´altro tipo di storia – si legge sulla rivista – È una storia di comunità e collaborazione su una scala mai vista prima. Una storia che parla dell´enorme compendio di sapere di Wikipedia e del network costituito da milioni di persone con YouTube e della metropoli on line di MySpace». Siti come YouTube, Wikipedia o simili, secondo la rivista, hanno insomma costituito una vera e propria rivoluzione nel mondo delle comunicazione e dell'informazione che non è più affidata esclusivamente ai professionisti dei media, ma a chiunque abbia una connessione Internet e la capacità di usarla. E soprattutto a chiunque abbia voglia di condividere il proprio sapere con gli altri.
Per questo Stengel, che ha scelto personalmente tra candidati come il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, il presidente cinese Hu Jintao, il leader nord coreano Kim Jong-il e l'ex segretario di stato James Baker (con una leggera preferenza per l'iraniano), alla fine ha optato per chiunque abbia una connessone alla Rete delle reti: «Proprio te che piazzando su Internet i tuoi video, le tue foto e le informazioni in tuo possesso, sei diventato protagonista dell'anno che sta per finire».
In compagnia di personaggi come Stalin e Hitler, ma anche a Bono, Bill Gates, George W. Bush, Rudy Giuliani e l'ayatollah Khomeini: tutti personaggi che hanno fatto la storia. Nel bene e nel male.
Scritto il 17 dicembre 2006 alle 20:30 nella Media | Permalink | Commenti (1)
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G8, CORTE STRASBURGO CHIEDE CHIARIMENTI
17/12/2006
La Corte di Strasburgo ha chiesto al governo italiano di conoscere il contenuto e le conclusioni delle inchieste svolte sulle forze dell'ordine durante il G8 di Genova e lo stato dei processi penali in corso. La richiesta dopo l'istanza presentata dall'avvocato Giuliano Pisapia per conto dei familiari di Carlo Giuliani, il giovane morto in piazza Alimonda durante il G8 genovese.
Scritto il 17 dicembre 2006 alle 19:49 | Permalink | Commenti (5)
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Dopo l'annuncio del "quasi certissimo" ritorno di Enzo Biagi in TV, dato nella trasmissione di Fabio Fazio, e dopo la telefonata in diretta di Cappon, che annunciava l'incontro con Biagi per la firma del contratto, avevo pensato all'opportunità di chiudere la petizione sul ritorno di Biagi. Ma a tutt'oggi non ho ancora letto di contratti firmati o di dettagli sull'accordo. Non vorrei che si sia trattato di "accordo fantasma". Qualcuno sa qualcosa più di me sull'argomento?
Scritto il 17 dicembre 2006 alle 17:26 nella Media | Permalink | Commenti (1)
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La Fase due? «Per me sono le vacanze di Natale...Passiamo alla
Fase tre». Alla fine di un´ennesima giornata di battaglia, Anna Finocchiaro è
ancora in campo nel suo ufficio al primo piano di Palazzo Madama, in attesa di
parlare con i deputati del gruppo ulivista.
Mezz´ora prima, alle sette
di sera, col dito puntato come un fucile verso i banchi del centrodestra
nell´aula del Senato, Anna la capogruppo dell´Ulivo ha tenuto testa alla
gazzarra scatenata da Forza Italia e federati vari. Nel suo intervento ha
ripetuto due volte il concetto: le correzioni alla Finanziaria e il voto di
fiducia «non sono classificabili sotto la voce "tributo" al Governo». Bensì
sotto le voci: molto, molta, grande «lavoro, intelligenza politica,
responsabilità».
Sì, spiega fumando una sigaretta dietro l´altra (solo un
pacchetto al giorno, dice) «sia chiaro che questo gruppo ha una sua autonomia,
una sua capacità, è un soggetto politico. Oh, sono cento persone che lavorano
sul territorio, orecchio a terra, se ci sono state correzioni alla Finanziaria è
grazie all´ascolto del malessere nel Paese».
Superate le forche caudine
del voto sulla manovra alla quale Finocchiaro ha voluto dare «un´anima, l´idea
di un´Italia diversa». Quella «seria e rigorosa» a cui si rivolge il ministro
Padoa-Schioppa, dice Finocchiaro nel suo intervento: aggira la boa per ricordare
che è la
stessa Italia «del ministro Carlo Azeglio Ciampi». L´ex Capo dello
Stato è seduto ai primi banchi, quando vota «sì» riceve un «bravo» di scherno
dal centrodestra. Il presidente Marini si arrabbia, deplora «è la cosa più
scorretta che si può fare, commentare il voto dei senatori». La gazzarra non si
ferma. Eppure quando Anna Finocchiaro prende la parola, come sempre si fa il
silenzio in aula. Stavolta no, nonostante Marini richiami alla «libertà
d´espressione» gli schiamazzi della destra coprono la voce: «Guardate che non ci
fate una bellissima figura...» in diretta tv, li schernisce la
capogruppo.
Quasi quasi però sembra divertita. I problemi seri sono stati
nelle ultime quarantott´ore. Da quando giovedì mattina è arrivata al Senato e le
è piombata addosso la notizia di quel dannato emendamento sulla prescrizione ai
reati contro la pubblica amministrazione. «Ma dai, che dite, lo abbiamo bocciato
in commissione...», ha detto Anna Finocchiaro ai colleghi. Macché, l´emendamento
Fuda (il senatore mastelliano, borderline per vocazione) uscito dalla
porta era rientrato dalla finestra. Quale? Quella di Palazzo Chigi o di Palazzo
Madama? «Eh....se lo sapessi...», sgrana gli occhi pronta a schizzare fuoco,
Anna. Che fosse «una porcata» se n´era accorta subito, quando il testo è
arrivato dalla Camera. Chiesto un parere alla Corte del Conti, la norma di
auto-assoluzione era stata stralciata. Poi è tornata, pure con la firma del
vicecapogruppo dell´Ulivo, Luigi Zanda (Margherita). Alle quattro del pomeriggio
di ieri Anna Finocchiaro esce a passo di
carica dalla sua stanza per andare in
aula: sta parlando Zanda, lei guarda il video e sibila un «voglio proprio vedere
che dice». In aula è seduto accanto a lei, non si parlano, ma nel suo intervento
la capogruppo ne loda l´autorevolezza. «Io sono serena» dice poco prima di
entrare, con un sorriso dal rossetto sempre perfetto, giacca marrone di velluto
in seta. Lancia un saluto a Russo Spena, capogruppo di Rifondazione e va dritta
verso l'emiciclo. Dalla sera prima si è attaccata al telefono col
ministro Chiti, la Corte dei Conti, per correre ai ripari. E col governo ha
concordato la soluzione: un attimo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
della Finanziaria a fine anno, il consiglio dei ministri si riunirà (forse il
30) per varare un decreto che annulla la norma. Definitivamente.
In aula
Anna Finocchiaro rimette le cose a posto con una zampata e una capriola: «È
stato un errore molto grave, come presidente del gruppo me ne assumo la
responsabilità, ma anche il merito di avere chiesto, immediatamente, lo stralcio
di questa norma». Quella che «Berlusconi, che è cultore della materia, ha
definito norma ad personam. Impediremo che entri in vigore sia pure per
un minuto, c´è anche l´impegno del governo», afferma dito puntato. Si badi,
però, che «a denunciare» la ricomparsa dell´emendamento «sono stati due senatori
del mio gruppo, Salvi e Manzione, che ringrazio», dice alzando la voce al
microfono. Cesare Salvi alla fine si avvicina al banco della capogruppo: stretta
di mano e un bacio sulla guancia. «Affari loro...» se la ride lei dopo, pensando
ai malumori della sinistra Ds. Però è contenta di avere «recuperato un rapporto,
in questi sei mesi, con Salvi, con l´area di Mussi». Contenta anche di sentirsi
dire dai popolari della Margherita «sei la nostra presidente».
Più che
capogruppo una capomastro, che costruisce giorno per giorno rapporti e
soluzioni. Baci e baciamano, strette di mano e congratulazioni sono arrivati da
tutti (poco prima il galante forzista Lino Iannuzzi le aveva regalato un libro
su Marlene Dietrich). Da signora, Anna la matriarca siciliana sorvola su quel
cenno laconico con cui il ministro Tommaso Padoa-Schioppa, incollato al banco
del governo con aria distaccata, le ha risposto, quando lei gli ha fatto un
«ciao» con la mano che voleva dire anche «grazie». Non è un politico, non vive
le passioni di una battaglia parlamentare. A inizio seduta Romano Prodi era in
aula, «sapevo che sarebbe venuto, e questo contribuisce a dare valore al voto, è
un passaggio topico».
Alla fine è soddisfatta e sorridente. L´Ulivo è un
soggetto a sé, ma «chi lo ritiene l´archetipo del partito democratico sbaglia».
Di rimpasti o «rimpastini non se ne parla». A gennaio si torna alla carica. Le
pareti da costruire sono ancora più «toste, ma indispensabili, il Paese non può
aspettare. «Avevamo bisogno di bonificare la palude.... La Finanziaria è un
terreno compatto su cui costruire le riforme e l´Ulivo al Senato sarà la forza
incalzante per attuare il programma». Pensioni, liberalizzazioni, Pacs.
«Chiamiamole unioni di fatto. Non si deve mettere paura a nessuno. Sono tutte
relazioni positive che rafforzano la società, sono la solitudine e
l´emarginazione a frantumarla».
Per carità, si parla di «diritti, non di
equiparare le coppie di fatto alla famiglia scritta nella Costituzione». C´è
sempre una Binetti da affrontare, è la nuvola che aleggia. Presidente, è
fiduciosa? «E certo, se non lo fossi non farei questo mestiere».
...Anna Finocchiaro è una delle poche persone che contribuiscono a ridurre il mio livello di nausea nei confronti della politica. Anna, qualora non l'avessi capito, questa è una dichiarazione d'amore, in piena regola... ed ora aspetto che tuo marito mi mandi i suoi padrini...
Scritto il 17 dicembre 2006 alle 12:08 nella Politica | Permalink | Commenti (18)
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Elis Regina è stata fra le grandissime interpreti della Bossa Nova, questa straordinaria musica nata dalla fusione fra il samba nero brasiliano e d il jazz colto nord americano, sviluppatosi principalmente sulla East Coast. Precocissima, figlia di un brasiliano e di una portoghese, Elis cominciò a cantare a 7 anni, a 9 imparò a suonare il pianoforte e a 12 vinse il concorso radiofonico per ragazzi Clube do Guri.
A 13 anni firmò un contratto discografico con Radio Gaucha e a 15 pubblicò il primo long playing. Divenne presto una celebrità locale, nella sua città natale, Porto Alegre. Visse, da protagonista, tutta l'epoca d'oro della musica brasiliana, sin dai primi anni sessanta. Elis dominò la scena brasiliana fino alla fine degli anni settanta, attraverso tutta la fase più delicata della storia brasilana recente (compresa la dittatura militare).
La gran parte dei suoi dischi incisi dal 1961 al 1980 si intitolano “Elis”, come “Elis & Tom”, l’album capolavoro del 1974 che la vide duettare con Antonio Carlos Jobim, maestro e inventore della moderna musica brasiliana. Nel 1965 vinse la prima edizione del più importante festival musicale brasiliano interpretando Arrestao, del grande Edu Lobo su testo di Vinicius de Moraes, canzone che fu successivamente censurata dal regime militare. Interpretò con passione gli ultimi versi del brano, a braccia spalancate come il Cristo Redentore, mimando la crocifissione, con le lacrime agli occhi e un disarmante sorriso.
Il successo del festival lanciò Elis e le procurò un ricco contratto con la rete TV Record per animare il primo importante programma di musica leggera della televisione brasiliana, O Fino da Bossa (1965). Elis diventò così la cantante più pagata del Brasile a soli 21 anni. La trasmissione fece la storia della televisione brasiliana e fu leader negli ascolti per tutta la sua durata (fino al 1967).
Nel 1979 partecipò al Montreux Jazz Festival. Venne accolta da una standing ovation: la commozione le sciolse il make-up impedendole di vedere. Spaventata, trasformò la prima parte del concerto in un mezzo fiasco, poi si riscattò con orgoglio, ma ricordando quella sera come una delle esperienze più frustranti della sua carriera.
Il suo ultimo spettacolo, “Trem Azul”, rimane nella leggenda musicale di Elis per l'intensità della sua voce, ma, riletto a posteriori, dimostra la situazione di grave stress in cui si trovava. Morì tragicamente nel 1982, distrutta da una combinazione letale di alcol e di cocaina. Aveva solo 36 anni.
L'influenza musicale di Elis Regina è riscontrabile in ogni espressione della musica brasiliana moderna. Non si può prescindere da Elis Regina quando si canta musica brasiliana. Quasi tutti gli autori brasiliani devono il loro successo all'interpretazione che Elis ha fatto dei loro pezzi.
Ha avuto grande influenza sulle cantanti italiane degli anni '60 e '70, da Mina a Ornella Vanoni, che si sono cimentate spesso in interpretazioni di brani celebri di Chico Buarque, Jobim e di De Moraes, basandosi proprio sulle interpretazioni di Elis.
Nel 2003, la cantante jazz fiorentina Barbara Casini (ricercatrice e appassionata di bossa nova) ha realizzato uno spettacolo e un disco dal titolo “Uragano Elis”, dedicato a Elis Regina
Detto questo, vi aspettereste un tipico brano brasiliano… un samba, o una bossa…e invece no. Quella che vi propongo questa settimana è una tenerissima “ballad”, quasi una poesia, tutta da godere in religioso silenzio.
Nel brano proposto, Elis Regina si accompagna ad un altro strano fenomeno della musica brasiliana, che risponde al nome di Jaques Morelenbaum. Jaques è un violoncellista classico che scopre pressocchè nella stessa epoca sua moglie Paula, il violoncello elettrico, la bossa nova, Carlos Jobim, Ryuichi Sakamoto. I fan di Sting lo avranno notato nel DVD e nel CD relativi alla raccolta di brani dell'ex Police, in riedizione acustica: il meraviglioso violoncello che fa riscontro alla voce di Sting è di Morelelbaum-
Elis Regina & Jacques Morelenmbaum - Eu sei que vou te amar
Scritto il 17 dicembre 2006 alle 07:00 nella Musica, Perle Musicali | Permalink | Commenti (9)
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Chi s´intasca i soldi dei morti lombardi
Luigi Cancrini
Ho consegnato ieri in Procura a Milano, insieme al collega Elias Vacca, un Cd-Rom pervenuto a me personalmente presso la Camera dei Deputati che conteneva dati impressionanti sulla Sanità della Regione Lombardia. Il confronto fra le liste degli assistiti e quelle dei cittadini residenti nella Regione al giugno 2003 infatti, rende subito evidente il numero incredibile di cittadini deceduti ormai da molti anni che a quel tempo erano deceduti ormai da molti anni ma che risultavano ancora vivi e titolari del diritto all'assistenza sanitaria.
Una bimba morta a sei mesi, Maria Elena, per esempio, era rimasta viva, per la Regione, fino a 22 anni: 22 anni durante i quali la Regione Lombardia ha continuato a percepire i trasferimenti dello Stato per lei, ha richiesto ulteriori soldi ai cittadini sotto forma di ticket anche per lei, ed ha pagato il medico di base per lei. Trasformandola in una piccola miniera d'oro per molte persone. Così come ha fatto, per trascuratezza o per generosità, con un gran numero di anziani morti per l'anagrafe ma non per la Regione. Sviluppando una situazione paradossale per cui l'elenco degli assistiti per cui la Regione chiedeva soldi conteneva, solo a Milano, 850 ultracentenari, tre dei quali avrebbero avuto più di 120 anni e 79 dei quali avrebbero oggi più di 110 anni. Con un risultato estremamente interessante, però, per le casse della Regione Lombardia perché, fino al giugno 2003, tutti questi ritardi nella cancellazione dalle liste degli assistiti avrebbero determinato, secondo calcoli ancora approssimativi, un maggiore introito (ed un corrispondente danno all'Erario) di 550 milioni di euro.
Quello che viene da pensare è che sorprese ancora maggiori si avranno, probabilmente, verificando (ci penseranno la magistratura e la Corte dei Conti) cos'è successo dopo, nel 2004 e nel 2005. All'interno, va detto qui con grande chiarezza, di una Regione come la Lombardia che si è vantata come poche del suo particolare «modello» di Sanità ma che ha puntato tutta la sua politica sulla apertura di strutture private sempre più costose e sempre meno controllate: come ben dimostrato, in questi giorni, dalla testimonianza resa nel corso di un processo in corso a Milano sulla situazione del San Raffaele dove le prestazioni di Pronto Soccorso venivano trasformate, per la Regione che non se ne accorgeva e generosamente pagava, in ricoveri della durata di qualche giorno.
La magistratura avrà modo e tempo di acquisire dati più precisi e più esaurienti di quelli disponibili oggi su tutta questa questione. Valutando, in particolare, se si sia trattato di comportamenti omissivi per dolo o per trascuratezza. Quella che politicamente va subito avviata, però, mentre da destra infuriano gli attacchi contro la finanziaria di Prodi e dell'Unione, è una riflessione seria sul comportamento reale di tante amministrazioni guidate, in questi anni, da esponenti prestigiosi della Casa delle Libertà. Cominciando dalla Regione Lombardia in cui quello che si comprende ora è il nesso logico fra la trascuratezza nei bilanci in uscita (con i privati che se ne arricchivano indebitamente) e quella dei bilanci in entrata (con la Regione che si rifaceva di queste maggiori spese facendosi pagare dallo Stato per le sue «anime morte»). Ma ragionando, dal punto di vista politico, sullo sfascio determinato nella Regione Lazio da un governatore, Storace, che aveva addirittura progettato di rientrare dei debiti fatti finanziando in modo indebito (e a volte, forse, ai confini del lecito) i privati della sua Regione vendendo il San Giovanni e/o altri Ospedali ad altri privati che li avrebbero poi «affittati» alle ASL e alla Regione e sulla enormità degli scandali scoppiati in Sicilia dove la contiguità mafiosa di cui oggi è accusato il Presidente della Regione Cuffaro aveva a che fare, ancora una volta, con i finanziamenti della strutture sanitarie private. Quello che risulta evidente infatti, nel momento in cui si mettono insieme tutti questi elementi, è che, al di là delle conclusioni cui caso per caso arriverà la magistratura, il problema vero della Sanità italiana è oggi quello legato alla leggerezza, alla superficialità e al vero proprio cinismo con cui alcune Regioni spendono i soldi dei contribuenti. Il fatto che l'insieme degli scandali con cui abbiamo a che fare riguardano sempre e soltanto le amministrazioni di centro destra indica bene, d'altra parte, il fatto che l'insieme di interessi privati che si muove all'interno di quella che è ormai la più grande industria di Stato del paese abbia trovato proprio a livello di quelle amministrazioni delle aperture, delle ambiguità, a volte delle complicità particolarmente forti. La destra non ha mai particolarmente creduto, in questo paese, al Servizio Sanitario Nazionale. La stessa destra ha ampiamente utilizzato in questi anni, tuttavia, la possibilità di facilitare l'assalto portato alle casse dello Stato da quei privati che alla Sanità si sono avvicinati con finalità di tipo eminentemente speculativo.
Dobbiamo rappresentare con più chiarezza all'opinione pubblica di questo paese la contraddizione gravissima di una Casa delle Libertà che attacca il governo accusandolo di far pagare le tasse a chi le deve pagare e utilizza poi senza pudore tutti gli spazi che trova per far scivolare impropriamente nelle mani degli amici e degli amici degli amici i soldi di uno Stato in cui evidentemente molti dei suoi esponenti credono troppo poco.
Ringrazio Marilù che mi ha segnalato questo splendido articolo de "L'Unità" di ieri.
Scritto il 16 dicembre 2006 alle 19:47 nella Politica | Permalink | Commenti (3)
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Risorse Naturali/7 – Talento e iniziativa (a cura di Charly Brown)
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Una delle risorse naturali molto diffuse e contemporaneamente meno sfruttate, è il cervello umano. La possibilità insita in molti individui, di intuire e produrre idee a vantaggio del progresso e dell’evoluzione del sempre più complesso mondo della tecnologia e dell’economia.
Resta purtroppo il fatto che idee avulse dalla possibilità pratica di realizzazione, sono destinate a restare progetti limitati o molto più spesso, abortiti. Le idee, per venire realizzate, devono avvalersi della possibilità di finanziamento o come raramente accade, di autofinanziamento. Per una arcana legge naturale, sembrerebbe, che chi ha idee, non possiede i mezzi per realizzarle e chi ha i mezzi, molto più spesso, non ha idee, tranne quelle dirette a moltiplicare i propri mezzi edonisticamente ed infruttuosamente, investendoli in potere personale e nel culto idolatrino della propria persona.
A questa regola, come tutte le regole esistono delle eccezioni. L’eccezione di cui tratta quest’articolo ha un nome: Muhammad Yanus, premio Nobel per la Pace, 2006. Ha fondato in Bangladesh (terra di cui è originario) la Grameen Bank. E' laureato in economia ed insegna a Boulder in Colorado e alla Vanderbilt University di Nashville in Tennessee, è l'inventore del sistema del microcredito, basato su prestiti senza garanzie ai poveri per aiutarli a creare piccole attività. Le motivazioni del premio: «Attraverso culture e civiltà, Yunus e la Grameen Bank hanno dimostrato che anche i più poveri fra i poveri possono lavorare per portare avanti il proprio sviluppo».
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Ogni anno i Paesi economicamente più evoluti stanziano, nella loro totalità, decine di miliardi di euro in varie forme di “aiuto” , depositando queste somme nelle mani dei governi di Paesi in via di sviluppo. Com’è ampiamente noto, questi denari finiscono per la maggior parte ad impinguare i conti correnti personali dei gestori del potere e quando mai rimanesse, per pura formalità, qualche briciola, verrebbe distribuita al popolo affamato in forma di assistenza, per non dire di pura beneficenza.
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Con questi denari vengono finanziate organizzazioni come la FAO ed altre missioni umanitarie che, oltre mantenere se sesse con faraonici compensi, mantengono, nei Paesi in cui operano, un forma di parassitismo assistenziale e paternalistico. E’ senza dubbio un fatto, riscontrato in millenni di storia, che ogni sorta di “aiuto economico” proveniente dal di fuori, non ha mai portato beneficio ad altri che a coloro che il potere lo gestiscono. Un governo è per definizione e per struttura, un’organizzazione parassitaria, in misura ovviamente inversamente proporzionale al grado di civiltà dei diversi paesi, ma poiché proprio per il fatto che gestisce il denaro pubblico, sarà in ogni caso sempre propenso a soddisfare abbondantemente i propri bisogni, prima di quelli della sudditanza.
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L’idea di Muhammad Yanus, ha nella sua semplicità, la genialità dell’ “uovo di Colombo”. Questa forma di contributo allo sviluppo sociale ed economico dei Paesi meno fortunati, concede fiducia all’iniziativa dei singoli, contando essenzialmente sulle loro capacità e sul loro talento imprenditoriale ed artigiano. Poiché come credo, ogni individuo possiede un capitale intrinseco di idee e creatività. Un capitale che non è valutabile in Borsa o sulle bancarelle del mercato, ma nella spontanea volontà di esprimersi, di costruire e di emergere dal bisogno, dalla carenza e dalla miseria. Un bene da dare in pegno alla fiducia concessa. Una garanzia spesso più solida e concreta di proprietà e beni materiali su cui iscrivere un’ ipoteca.
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E’ solo un peccato che questa organizzazione bancaria sia limitata nelle possibilità e nell’area di un solo Paese. Se le somme stanziate dalle nazioni benestanti e devolute a puro titolo di sgravio di coscienza, in forma di aiuti assistenziali ai governi dei Paesi che soffrono di gravi problemi di sopravvivenzai, venissero concentrate in un fondo comune, per la costituzione di una Banca Internazionale di Microcredito, mettendo a disposizione fondi ai privati muniti di idee e talento imprenditoriale, non solo si verrebbe a fornire un autentico contributo a questi popoli nella lotta alla fame e alla miseria, ma si lascerebbe loro quella dignità che dona la consapevolezza di aver ottenuto un risultato solo contando sulle proprie forze.
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Su questo blog si è venuti spesso ad affrontare il problema della miseria e della fame. Non ci stancheremo mai di ripetere che ogni giorno nel (terzo) mondo muoiono 11.000 bambini di inedia. La soluzione di questi problemi non verrà mai seriamente definita fino a quando non ci si renderà conto del fatto che la beneficenza e l’assistenzialismo non hanno mai portato benefici allo sviluppo delle società economicamente arretrate. La spirale che viene ad verificarsi in questi Paesi è quella contenuta nel logo del “nulla non crea nulla”. La carità può aiutare a sollevare temporaneamente un momento estremamente drammatico, ma non concederà mai a lungo termine, ai percettori di questa, il diritto di essere autosufficienti.
E’ un problema impellente, che richiede un intervento immediato e duraturo, anche se percettibile solo su tempi non immediati.
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Yanus ha raccolto il bandolo di una matassa estremamente intricata: col suo esempio, ha dimostrato che nessuno più di chi ristagna nella miseria disperata, merita la fiducia di ottenere in prestito i mezzi per uscirne, senza dover stendere umilmente la mano: “Non si presta solo ai ricchi”: un esempio che la civiltà dell’abbondanza avrebbe il dovere di seguire”.
Scritto il 16 dicembre 2006 alle 08:00 nella Charly Brown, Scienza | Permalink | Commenti (18)
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Apriamo questa analisi con il grafico della tendenza della fiducia nel Governo Prodi nel suo complesso, ed in Prodi in particolare:
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La prima considerazione, che balza subito agli occhi, è che in luglio l’Unione aveva ancora un patrimonio di fiducia di tutto rispetto. In particolare, Prodi partiva da un gap fra fiducia e sfiducia di 21 punti. In 5 mesi è passato ad un gap negativo di 10 punti. In totale, 31 italiani su 100 sono passati dalla fiducia alla sfiducia.
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E’ un risultato tragico, ma ancora peggio è riuscito a fare il governo nel suo complesso: da un gap positivo di 27 punti, è passato in 5 mesi ad un gap negativo di 20 punti; differenza: 47 punti
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Un crollo di consensi di questa dimensione (anzi, meno drammatico), tanto per avere un’idea, Bush se lo è conquistato con 6 anni di governo fallimentare, due guerre non solo inutili ma dannose, il sacrificio di 3000 morti americani da aggiungere a quelli dell’11 settembre, Bin Laden che non si sa più se sia vivo o morto, ma che comunque non è nelle mani degli americani, Saddam catturato solo con una taglia pari al costo di mezza giornata di guerra, e del quale si comincia a dire che “si stava meglio quando si stava peggio”; una exit-strategy totalmente assente; 100 morti iracheni al giorno. Infine, la lenta, inesorabile ripresa del potere dei talebani in Afghanistan.
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Intanto, però, iniziamo con lo sfatare alcuni luoghi comuni:
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-1) non è Prodi il “peggior di tutti i mali”, ma il Governo nel suo complesso. Prodi ha un differenziale negativo di 31 punti, il governo di 47 punti.
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-2) Il Governo era partito alla grande coi decreti Bersani, ma subito dopo ha iniziato con le retromarce, i distinguo, i “…si,però…”. Non è questo che chi ha votato per l’Unione si aspettava.
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-3) Tutti parlano di tutto, magari a sproposito, e non si capisce mai se stiano parlando per conto del governo o della loro bocciofila; inoltre, in genere la coalizione manda in TV i peggiori comunicatori disponibili su piazza.
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-4) TUTTI i governi di TUTTE le epoche hanno perso consensi durante la discussione della finanziaria; noi siamo riusciti a fare peggio degli altri, in primo luogo perché abbiamo dovuto fare una finanziaria da 70.000 miliardi di lire, che credo sia la seconda di tutti i tempi; in secondo luogo perché non abbiamo saputo contrastare la balla della destra secondo la quale sarebbe bastata una finanziaria pari alla metà, se non a un quarto (Brunetta) di quella varata; in terzo luogo perché non abbiamo saputo convincere che le maggiori entrate fiscali non sono merito delle leggi passate della destra (che guarda caso inizierebbero ad esplicare i loro magnifici effetti propulsivi dopo 5 anni e mezzo dalla loro vittoria del 2001), ma del timore reverenziale per la severità del cagnaccio Visco.
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-5) NIENTE ci è stato detto ancora su che cazzo voglia fare questo governo su legge elettorale, conflitto d’interessi, TV (anzi, sulla TV ci hanno detto delle cose che non ci piacciono). Dopo 7 mesi dalla vittoria elettorale, siamo ancora con un CDA Rai in mano alla destra.
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-6) La finanziaria, in progress, è cambiata ogni 5 minuti, senza un disegno strategico, ma seguendo i decibel di chi urlava più forte.
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-9) Stiamo facendo anche qualcosa di buono (tipo le misure per la riduzione del precariato), ma anche qui giocando in difesa, e lasciandoci impunemente accusare di fare “assunzioni clientelari”, anche quando non stiamo assumendo nessuno ma stiamo regolarizzando gente che è già, comunque, a libro paga. Gente alla quale è semplicemente doveroso assicurare delle certezze per il futuro.
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-10) Infine, “mentre Sagunto brucia”… noi parliamo del Partito Democratico, che dovrebbe essere la panacea di tutti i mali. E’ un argomento del quale alla casalinga di Voghera non frega una mazza, La casalinga di Voghera vuole sapere se il figlio sarà stabilizzato o farà il precario a vita, se le sue tasse diminuiranno o aumenteranno, se il ticket… se il bollo auto…
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Questa sera la fiducia ci sarà, grazie ai Senatori a vita (che Dio ce li conservi a lungo in vita. Poi ci concentreremo per mesi sul tormentone della “riconta” dei voti: riconta che ci potrebbe dare qualcosa di positivo SOLO in un caso: se ci fosse discrepanza fra la conta “fisica” delle schede bianche, e quello che c’è scritto nei verbali. Questo non si verificherà, perché neanche Pisanu e i suoi uomini possono essere così coglioni. In tutti gli altri casi, abbiamo solo da perdere. Dalla “riconta” del Senato potremmo perdere il Senato (basterebbe che cambiasse il risultato di una delle Regioni sotto controllo), mentre dalla riconta alla camera, anche se emergesse che avevamo 800.000 voti in più, non cambierebbe il premio di maggioranza, quindi non avremmo un solo deputato in più.
Potremmo ricavare solo un guadagno d’immagine se si dimostrerà che la destra ha piantato un bordello di mesi per niente. Troppo poco, per recuperare quanto abbiamo perso. Ci vorrebbe ben altro: un colpo d’ala, mettersi a fare le cose che la gente di sinistra si aspetta da una coalizione di centro-sinistra. Ma temo che niente di concordato riusciremo a fare su temi quali la legge elettorale, le staminali, i PACS, il finanziamento alle scuole confessionali, un reale ridisegno delle curve IRPEF, e via elencando. Solo un boom economico, accompagnato da un più che proporzionale boom delle entrate fiscali, potrebbe aiutarci ad invertire la tendenza.
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Se questo non accadrà, mangeremo il panettone (e questa è già una vittoria contro la prosopopea del nano di Arcore), ma non mangeremo la colonna Pasquale.
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P.S.: Nel frattempo noto che l’unico ministro che a livello personale non solo mantiene la prima posizione, ma è in ulteriore crescita, è quello che parla di meno…
Scritto il 15 dicembre 2006 alle 11:27 nella Politica | Permalink | Commenti (77)
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C'è un'indagine europea sui fondi comunitari assegnati alla società calabrese di cui era socio il leader Udc
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Le inchieste su Lorenzo Cesa escono dai confini italiani. Il segretario dell'Udc è indagato anche dall'Olaf, l'Ufficio antifrode europeo. Cesa ha ricevuto una 'comunicazione di apertura di indagine interna' per i 2 milioni e mezzo di fondi comunitari assegnati alla società calabrese Digitaleco, nella quale era socio. L'Olaf si occupa di Cesa in qualità di ex europarlamentare e membro della commissione di controllo sul Bilancio, proprio quella che aveva competenza sulle truffe alla Ue. La vicenda è imbarazzante per l'Italia anche perché l'Olaf indaga pure su Fabio Schettini, che è il segretario del vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini.
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L'indagine Olaf segue quella per truffa avviata nel 2005 dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. I funzionari di Bruxelles sono scesi in Calabria ai primi di dicembre e hanno concordato una serie di mosse con gli investigatori italiani. Il primo atto di De Magistris è stato clamoroso: una perquisizione eseguita lunedì 11 dicembre al ministero degli Esteri dove ha sede l'Osservatorio del Mediterraneo presieduto da Frattini e una seconda perquisizione alla Free Foundation, presieduta sempre da Frattini con l'europarlamentare Renato Brunetta (Fi). Lo scopo è "ricostruire il flusso del denaro illecitamente acquisito ai danni della Ue e della Regione Calabria".
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Frattini non è indagato, ma gli investigatori vogliono chiarire i rapporti tra le sue fondazioni e Schettini. La Procura ha accertato il versamento di un assegno da 50 mila euro da Schettini all'Osservatorio del Mediterraneo e il pm sospetta che provengano dai fondi della Digitaleco. L'Osservatorio precisa: "È stato un finanziamento in fase di avvio delle attività e ne è stata già deliberata la restituzione. Schettini, al di là del versamento, non ha mai svolto alcuna attività". Schettini in compenso, secondo la Procura, "è delegato a operare sul conto del Banco di Sicilia al nome della Free Foundation". Su quel conto sono confluite le donazioni di varie società per complessivi 250 mila euro. Nei dossier pubblicati dalla fondazione il nome di Schettini figura sotto la voce 'servizi generali', mentre tra gli autori, accanto al nome di Frattini, spicca quello di Stefano Torda, il dirigente della Regione Calabria indagato per la vicenda Digitaleco.
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Fin qui i guai di Cesa con la Ue. Ma altri ne arrivano dal fronte delle indagini romane per finanziamento illecito al partito. Ad accusarlo è il pentito di mafia Francesco Campanella. Il quale sostiene che un funzionario delle Nazioni Unite, Luca Azzoni, avrebbe permesso di fare affari per centinaia di migliaia di euro alla società Global Media, della moglie e del figlio di Cesa. Secondo Campanella, la Global Media e la società G&B di Giovanni Randazzo, tesoriere nella campagna europea del 2004 di Cesa, avrebbero emesso fatture all'agenzia delle Nazioni Unite Cif-Oil per 400 mila euro, per prestazioni che in realtà valevano molto meno. Secondo Campanella il gioco sarebbe riuscito grazie a un funzionario che aveva organizzato tutto con Cesa: "Il responsabile del Cif-Oil, Luca Azzoni, era amico intimo di Giovanni Randazzo, presentato da Lorenzo Cesa". Azzoni non è indagato e se anche i pm volessero credere a Campanella, potrebbero ben poco contro di lui perché è un funzionario Onu. Solo il direttore della sua Agenzia, Juan Somavia, potrebbe rinunciare all'immunità diplomatica per dimostrare che l'Oil non ha nulla da temere.
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Afferma Campanella: "Una volta, Azzoni venne direttamente nell'ufficio della società di Randazzo. C'era questo rapporto diretto e stavano concordando come spendere questi denari. Randazzo mi disse che doveva ritornare una quota che onestamente non so quanto fosse a Azzoni e poi alla struttura politica di Cesa". Sono accuse gravi basate solo sulle parole di un pentito che ha ammesso di non conoscere Cesa e che riferisce i racconti di Randazzo. Uno dei due, o entrambi, potrebbero mentire. Di certo finora c'è che le società della famiglia Cesa e di Randazzo hanno lavorato per il Cif-Oil. Sul resto il Gico della Finanza di Roma sta svolgendo accertamenti.
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Cesa, dal canto suo, smentisce tutto: "Io questo Azzoni non l'ho mai visto. Non mi occupo da tempo della Global Media e sono stufo di queste continue accuse infondate. Anche l'Olaf, non ha titolo per indagare su di me, visto che ho ceduto da tempo la piccola quota che avevo in Digitaleco. Comunque sono contento che siano andati in Calabria a verificare. Non c'è stata nessuna truffa, la fabbrica ha assunto 28 dipendenti e non vedo l'ora di essere convocato dai magistrati per spiegare tutto". Anche Azzoni nega di conoscere Cesa. Sarà più difficile per lui smentire i rapporti con Randazzo. Sua moglie e la moglie di Randazzo sono socie nella PF Consulting . Una Srl costituita nel 2004. Doveva attuare anche "programmi regionali nazionali e transnazionali", ma non ha mai operato.
...facciamo attenzione, perchè a volte ritornano...
Scritto il 15 dicembre 2006 alle 10:07 | Permalink | Commenti (4)
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Volevo
aspettare un pò per postare la storia dei processi di Piazza Fontana, ma la
provvidenziale lettera del dott. Bonaiuto dalla Thailandia del 15 dicembre mi
spinge a farlo subito, perché, incredibilmente, c’è ancora qualcuno,
alfabetizzato, che crede che a mettere le bombe a Piazza Fontana siano stati i
comunisti e/o gli anarco insurrezionalisti; sono rimasti in due: Bonaiuto, e
Pisanu
Dopo aver “suicidato” il Pinelli,
e tenuto ingiustamente in carcere per ben tre anni Valpreda, si susseguono i
seguenti eventi processuali:
20 ottobre 1972
Tre avvisi a procedere , per
omissione di atti d’ufficio nelle indagini sulla strage di piazza Fontana, sono
inviati a Elvio Catenacci, dirigente degli affari
riservati del Ministero degli interni, al questore di Roma Bonaventura Provenza
e al capo dell’ufficio politico della questura di Milano Antonino
Allegra. (fascistoni, per il Bonaiuto)
18 marzo 1074
Il processo riprende a Catanzaro,
ma dopo trenta giorni ci sarà una nuova interruzione per il coinvolgimento di due
nuovi imputati: Freda e Ventura. (Fascisti)
27 gennaio 1975
Al terzo processo sono imputati sia
gli anarchici che i neofascisti. Anche questo procedimento viene interrotto,
dopo un anno, per l’incriminazione di Giannettini
(fascista)
18 gennaio 1977
Gli imputati sono: neofascisti, Sid e
anarchici. La sentenza: ergastolo per Freda, Ventura e
Giannettini, (fascisti); assolti Valpreda
e Merlino. Gli imputati condannati con la prima sentenza verranno poi assolti
tutti in appello, ma la Cassazione annullerà la sentenza proscioglierà
Giannettini e ordinerà un nuovo processo.
13 dicembre 1984
inizia il quinto processo che vede
come imputati Valpreda, Merlino, Freda e Ventura. Tutti assolti. La sentenza è
confermata dalla Cassazione.
26 ottobre 1987
Al sesto processo gli imputati
sono i neofascisti Fachini e Delle Chiaie.
20 febbraio 1989
gli imputati vengono assolti per
non aver commesso il fatto
1990
le indagini riaperte dal Pubblico
Ministero Salvini subiscono una svolta decisiva. Delfo
Zorzi, capo operativo della cellula veneta di ordine Nuovo, per sua stessa
ammissione, è l'esecutore materiale della strage. Zorzi dopo l’attentato
riparò in Giappone dove tuttora vive protetto dal governo Nipponico che ha
sempre rifiutato di concedere l’estradizione del neofascista.
5 luglio 1991
la sentenza di assoluzione per Fachini e Delle Chiaie viene confermata dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro.
11 aprile 1995 -
un'inchiesta parallela a quella sulla strage di piazza Fontana, incentrata
sull'attività dei gruppi eversivi dell'estrema destra,
dopo quattro anni di lavoro in cui sono state indagate 26 persone e ascoltati
oltre 400 testimoni, porta a Milano al rinvio a giudizio per Giancarlo Rognoni, Nico Azzi, Paolo Signorelli,
Sergio Calore, Carlo Digilio e Ettore Malcangi e vengono trasmessi a Roma gli
atti riguardanti Licio Gelli per il reato di cospirazione politica (reato per
il quale non si potrà procedere in quanto non previsto negli accordi per
l'estradizione di Gelli alla Svizzera)
luglio 1995
- Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi sono iscritti
nel registro degli indagati con l'accusa di strage.
14 giugno 1997
- il gip Clementina Forleo emette due ordini di custodia
cautelare nei confronti di Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi.
21 maggio 1998
- la Procura di Milano chiude l'inchiesta sulla strage e deposita la richiesta
di rinvio a giudizio per Carlo Maggi (medico veneziano che era a capo di Ordine Nuovo
nel Triveneto nel 1969), Delfo Zorgi, Giancarlo Rognoni (capo del gruppo estremista
di destra la Fenice), Carlo Digilio (esperto di armi e esplosivi in contatto con i
servizi segreti, sarà tra i pochi pentiti dell'inchiesta e parlerà del
coinvolgimento della CIA nelle attività di Ordine Nuovo)
e per i due ex appartenenti ad Ordine Nuovo
Andreatta e Motagner, accusati di favoreggiamento. I magistrati
della procura milanese aprirono due stralci di inchiesta riguardanti Dario
Zagolin, per dei suoi presunti contatti con Licio Gelli
e uno riguardante la squadra 54, un nucleo speciale di quattro poliziotti
dell'Ufficio Affari riservati del Viminale, che sarebbero stati presenti a
Milano nei giorni dell'attentato di Piazza Fontana e avrebbero collaborato
successivamente con le indagini di Calabresi e Allegra favorendo i primi
depistaggi.
8 giugno 1999
- vengono rinviati a giudizio per strage Delfo Zorzi,
Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, per favoreggiamento nei
confronti di Zorzi viene rinviato a giudizio Stefano Tringali. In seguito verrà rinviato a
giudizio anche Carlo Digilio.
9 febbraio 2000
- durante un'intervista al Tg2 Delfo Zorzi
afferma che i servizi segreti italiani avrebbero dato 100 milioni di lire al
pentito Martino Siciliano per spingerlo a indicare in
lui l'autore materiale della strage.
24 febbraio 2000
- Inizia a Milano il settimo processo.
4 agosto 2000
- Gian Adelio Maletti,
l'ex capo dell'ufficio D del SID (dal 1971 al 1975), ora cittadino
sudafricano e con diverse condanne pendenti in Italia (oltre a quella per i depistaggi
relativi alla strage di piazza Fontana) rilascia un'intervista
al quotidiano La Repubblica in cui parla del coinvolgimento della
CIA nelle stragi compiute
dai gruppi di destra (secondo Maletti non sarebbe stata determinante nella
scelta dei tempi e degli obbiettivi, ma avrebbe fornito ad Ordine Nuovo
attrezzature ed esplosivo, tra cui, in base alle indagini del SID, anche quello
impiegato nella strage di piazza Fontana) con lo scopo di creare un clima
favorevole ad un colpo di stato simile a quello avvenuto nel 1967 in Grecia e del fatto
che al SID, nonostante questo servizio informasse
il governo di quanto scoperto, non fu mai chiesto di intervenire.
7 settembre 2000
- il senatore a vita Paolo Emilio Taviani, interrogato nell'abito
delle nuove indagini sulla strage di piazza Fontana, disse che "La sera
del 12 dicembre 1969 il dottor Fusco, defunto negli anni '80, stava per partire
da Fiumicino per Milano, era un agente di tutto rispetto del SID … Doveva
partire per Milano recando l’ordine di impedire attentati terroristici. A
Fiumicino seppe dalla radio che una bomba era tragicamente scoppiata e rientrò
a Roma. Da Padova a Milano si mosse, per depistare le colpe
verso la sinistra, un ufficiale del SID, il Ten. Col. Del Gaudio.",
ricostruzione che successivamente, il 13 marzo 2001, venne confermata
dalla figlia del dottor Fusco (la quale sostenne anche che il non aver impedito
la strage fu per il padre il "cruccio della sua vita" e che questi,
"rautiano di ferro", molto probabilmente aveva appreso dell'episodio
del 12 dicembre non dai servizi per cui lavorava, ma dalle sue conoscenze negli
ambienti della destra). Taviani sostenne di essere venuto a
conoscenza di questo fatto in un primo tempo da un religioso e che poi gli fu
confermato da Vito Miceli.
30 giugno 2001
- vengono condannati all'ergastolo Delfo Zorzi,
Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, mentre i reati per Carlo Digilio, che avrà concesse le attenuanti generiche per
la sua collaborazione, risultano prescritti. Stefano Tringali verrà condannato a tre anni
per favoreggiamento (il pm ne aveva chiesto due).
6 luglio 2002
- a 69 anni muore Pietro Valpreda, 69 anni, l'anarchico che fu accusato per
primo per la strage.
22 novembre 2002
- viene scoperta la fuga all'estero di Martino Siciliano, ex appartenente ad Ordine Nuovo
e vecchio amico di Delfo Zorzi,
collaboratore di giustizia nell'ambito delle indagini per la Strage di Piazza
Fontana e di quelle per la Strage di Piazza della Loggia che aveva l'obbligo di
dimora in un paese sugli Appennini.
12 dicembre 2002
- in un'intervista al Corriere della Sera Martino Siciliano, latitante in Francia,
sostiene di aver cambiato versione sul coinvolgimento di Zorzi nella strage a
seguito del ricevimento di alcune somme di denaro (115 mila dollari in tutto)
e, invitando gli ex membri di Ordine Nuovo
a "trovare il coraggio di aggiungere al mio anche il loro pezzo di
verità", sostenendo che al tempo "Ordine Nuovo era la mano armata del
Msi" e che furono tutti strumentalizzati.
12 marzo 2003
- rientra in Italia e si costituisce l'ex pentito Martino Siciliano
16 ottobre 2003
- a Milano comincia il processo d'appello.
22 gennaio 2004
- il sostituto procuratore generale al termine della requisitoria chiede la
conferma delle condanne emesse nella sentenza di primo grado e invita la Corte
a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica per verificare eventuali
false testimonianze da parte di alcuni testimoni della difesa
12 marzo 2004
- la Corte d'assise d'appello di Milano assolve Delfo Zorzi
e Carlo Maria Maggi (che è sotto processo anche
per la strage di Brescia e quella alla questura di Milano) per insufficienza di
prove, Giancarlo Rognoni per non aver commesso il
fatto e riduce da tre anni ad uno la pena per Stefano Tringali con la sospensione
condizionale e la non menzione della condanna. Vengono revocate l'ordinanza di
arresto (mai eseguita) nei confronti di Zorzi e la misura cautelare
dell'obbligo di dimora per Maggi.
3 maggio 2005
- L'ennesimo processo, il settimo, sulla strage si chiude in Cassazione con la
conferma delle assoluzioni degli imputati e l'obbligo, da parte dei parenti
delle vittime, del pagamento delle spese processuali. Quest'ultima decisione,
pur se dettata dalla legge, viene duramente criticata anche da figure
istituzionali, che parlano di "beffa" per i parenti delle vittime.
Scritto il 15 dicembre 2006 alle 02:00 | Permalink | Commenti (1)
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...confesso... il Guru Pannella e la sua corte non mi sono mai piaciuti. Pannella in vita sua ha fatto (ma è passato tanto tempo...) qualche battaglia civile seria (divorzio, aborto), per le quali si è sempre assunto il merito in esclusiva, dimenticando che senza l'appoggio organizzativo e politico dei partiti di sinistra i suoi referenda sarebbero finiti, forse, non benissimo. Poi è iniziata la solfa dei referenda a blocchi, a containers, a 23 per volta, senza tenere in minimo conto il parere di chi lo metteva in guardia, per il fatto che un referendum non sentito, se parte con un trenta per cento di astensionismo fisiologico "contro", non va da nessuna parte. E a me dei rapporti fra cacciatori e proprietari di fondi agricoli, scusate, non frega niente...
...poi c'è stata la fissa delle candidature "di rottura": le Ciccioline, i Toni Negri, lo Sciascia dei "professionisti dell'antimafia", quello che faceva la lotta alla mafia dal comodo salotto di casa, nel mentre che i "professionisti dell'antimafia" saltavano alquanto in aria...
...e poi il perenne innamoramento (pedofilia politica?) di qualche giovincello di belle speranze, preso e scaricato: i Rutelli, i Pezzuto, i Mariano Giustino, i Della Vedova, i Capezzone, le Rite Cesarette, i De Lucia... tutti "giovani emergenti" che hanno ballato una sola estate (quando è andata proprio bene, due...)...
...infine, questo perenne, strumentale uso della "pietas": prima con Luca Coscioni, ora con Welby... io guardo questa foto, col povero Welby usato come "focus-point" di un annuncio pubblicitario, e intorno la massa dei "vu cumprà" del consenso attraverso la pietas, e mi girano vorticosamente i coglioni...
...ad aumentare lo sconcerto, le dichiarazioni odierne di Fassino: contrario all'Eutanasia, ma a titolo personale: Fassino, dì qualcosa di sinistra, non qualcosa di sinistro!... Aveva ragione Nanni Moretti: con questi dirigenti, non andremo da nessuna parte.
Scritto il 14 dicembre 2006 alle 21:01 nella Politica | Permalink | Commenti (17)
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Scritto il 14 dicembre 2006 alle 12:24 | Permalink | Commenti (31)
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Ricevo questo articolo su Repubblica di ieri da Silvano, che ringrazio. In questi giorni ho avuto enormi problemi sia sul blog (amici che non riuscivano a commentare, lentezza estrema nell'apertura dei programmi operativi), sia con la posta: ieri mi sono ritornati 250 messaggi di "mailbox full" su 6500 newsletter spedite. Chiedo a Maurizio cosa pensa dei consigli dati da questo articolo, in particolare li ultimi due paragrafi, quelli in verde. Se anche oggi verificherò qualche propblema su spedizioni-test, mi asterrò dall'inviare la newsletter, al fine di non contribuire ad aumentare il problema.
Tafanus
ROMA - L'internet italiana è in ginocchio: sono giorni di malcontento, di proteste che affollano forum e gruppi di discussione. Problemi a navigare sui siti, pagine che non si aprono o lo fanno dopo minuti di attesa. Decine di tentativi prima di inviare una e-mail. Il tutto sembra avvenire ovunque in Italia e con i principali operatori. "È vero, ma non è colpa nostra: la causa è un'epidemia di malware, spyware e adware che sta colpendo i server Dns di tutti gli operatori", dicono da Telecom Italia. Tradotto: molti utenti hanno computer infetti da file cattivi, parenti dei virus informatici: spyware e adware, appunto. File che generano traffico all'insaputa degli stessi utenti, aprendo connessioni con altri computer, inviando e-mail. Lo fanno di solito a scopi di marketing, per monitorare le abitudini di navigazione degli utenti o per inondarli di pubblicità. In questo moto, intasano con un surplus di richieste i server Dns degli operatori.
I Dns sono come le rubriche telefoniche del web. I computer le consultano ogni volta che l'utente digita l'indirizzo di un sito web su un browser o usa un altro servizio internet basato su un nome a dominio, come la posta elettronica. I Dns danno al computer la direzione giusta per raggiungere il computer che può fornire quel servizio, in base al nome a dominio digitato (per esempio si raggiunge così il computer dove è collocato il sito web richiesto). Ma se ci sono troppi computer che vogliono consultare queste rubriche, perché manipolati da spyware e adware, è ovvio che il traffico sul web diventa come sulle autostrade durante l'esodo di agosto: a rilento, a passo d'uomo o proprio bloccato.
Per citare solo le proteste di ieri e di oggi: "E' il quarto giorno che l'Adsl è collassata. Per mandare un e-mail occorrono 20 tentativi e tutto il resto è fermo come un sasso. Il problema interessa un intero Paese e perfino le banche hanno problemi con le linee dati", scrive su un gruppo di discussione un utente umbro. "Da qualche giorno fatico a navigare, due volte su tre non apre le pagine e anche la posta ha problemi", aggiunge Andrea S. "Sembra un problema nazionale perché ho lo stesso a Napoli", conferma un utente che si firma Samanta. "Da un paio di giorni ho enormi problemi con la connessione... a volte lentissima, a volte non apre neppure i siti più comuni (Google)", scrive un utente da Genova.
La cosa sta dando parecchio fastidio, quindi, a utenti e aziende. "Siamo già intervenuti con contromisure sui nostri server, ma potrebbero esserci ancora problemi in alcune zone", dicono da Telecom. È ancora allarme, quindi, tanto che Telecom ha reso disponibile un numero di assistenza tecnico dedicato: 19122. la stessa Telecom
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Eppure, come spiega
C'è però un'alternativa, che sta diventando in voga tra gli utenti più esperti: usare Open Dns (http://www.opendns.com). A differenza degli altri Dns, quelli Open non sono gestiti da nessun operatore in particolare ma sono distribuiti sul territorio e hanno anche funzioni aggiuntive: avvisano se l'utente è finito su un sito-truffa. Per usare gli Open Dns bisogna compilare quei campi con questi numeri: 208.67.222.222 (DNS primario) e 208.67.220.200 (DNS secondario). Così ci si emancipa dai problemi che a periodi possono colpire i Dns italiani.
Infine, il consiglio è di fare una scansione con software antispyware gratuiti (per esempio Adaware). Serve a ripulire il proprio computer dall'eventuale presenza di quei file cattivi e accertarsi così di non essere parte in causa del problema che sta paralizzando l'Internet italiana.
Scritto il 13 dicembre 2006 alle 10:34 | Permalink | Commenti (25)
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Oggi, 12 Dicembre 2011, ripropongo un post del Tafanus di 5 anni fa, per raccontare alle giovani generazioni cosa ha rappresentato Piazza Fontana. Lo lascerò in home-page per un paio di giorni, poi lo rimetterò nella sua giusta collocazione cronologica.
Il post è attuale, perchè in fondo da allora nulla è cambiato, se non la coltre dell'oblio che diventa sempre più pesante... Aggiungo il link ad un bellissimo servizio di RaiNew24 uscito in questi giorni, che merita di essere visto, sia da chi ha vissuto la nascita della strategia della tensione, sia da chi ha sbiaditi ricordi di seconda mano: [RaiNews24]
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Milano. Era il 12 Dicembre 1969. Sono passati 37 anni, ma sembra ieri… una giornata uggiosa, non freddissima. Strade affollate, ma con un traffico che non aveva niente a che vedere con quello di oggi. La gente era in giro a far spese (lo stipendio di novembre si poteva spendere alla svelta, tanto stavano per arrivare le tredicesime).
Piazza Fontana è a poche centinaia di metri dal Duomo, dal Palazzo Reale, Dal Palazzo di Giustizia; alle 16,37, gli orologi infranti fotografano l’ora esatta della bomba della Banca Nazionale dell’Agricoltura. La Banca, in quel giorno, a dispetto dell’orario, era in piena attività, perché un giorno alla settimana si svolgeva una specie di arcaica “liquidazione dei conti” fra allevatori ed altri operatori del settore agricolo.
Chi ha messo quella bomba “non poteva non sapere”: non si va in giro con 7 chili di tritolo e con sofisticati timers, se si pensa di dover fare solo un botto dimostrativo davanti ad una banca chiusa. Chi ha messo quella bomba lo ha fatto per uccidere, e per uccidere molte persone. Il botto è tremendo. Alla fine si conteranno 17 morti e 88 feriti.
Pochi minuti dopo, stavo facendo in macchina Corso XXII Marzo, ma improvvisamente mi sono trovato col traffico bloccato. Ho fermato la macchina ed ho proseguito a piedi, col rumore tetro delle sirene. Tante sirene: pompieri, tanta polizia, tante, troppe ambulanze… mi sono avvicinato a piedi ai margini di Piazza Fontana: dal portone scardinato usciva fumo, odore di bruciato, odore di polvere da sparo, e tanta gente che entrava e usciva, come impazzita… uscivano in continuazione barelle, tante barelle; gente che si muoveva ancora, gente che era già coperta con un pietoso lenzuolo…
Giovanni Arnoldi, Giulio China, Eugenio Lorsini, Pietro Dendena, Carlo Galani, Calogero Galatioto, Carlo Garavaglia, Paolo Gerli, Vittorio Mocchi, Luigi Meloni, Mario Pasi, Carlo Perego, Oreste Sangalli, Angelo Scaglia, Carlo Silvia, Attilio Valè e Gerolamo Papetti lasciano questo mondo senza accorgersene, e senza sapere perché…
Non è stato un balordo isolato: la bomba esplode alle 16,37. Lo stesso giorno una bomba viene scoperta nella sede di Milano della Banca Commerciale Italiana, fortunatamente inesplosa, ma viene fatta brillare subito dopo, con molta, troppa sollecitudine, occultando così una prova importantissima che avrebbe forse permesso di risalire all'origine dell'esplosivo e a chi aveva preparato gli ordigni. A Roma, sempre lo stesso giorno alle 16,55, una bomba esplode nel passaggio sotterraneo della Banca Nazionale del Lavoro che collega l'entrata di via Veneto con quella di via San Basilio, facendo tredici feriti. Altre due bombe esplodono a Roma tra le 17,20 e le 17,30, una davanti all'Altare della Patria e l'altra all'ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, facendo quattro feriti. In sostanza 5 attentati terroristici nel pomeriggio dello stesso giorno, tra il primo e l'ultimo un lasso di tempo di soli 53 minuti…
Inizia ufficiosamente quella che passerà alla storia come “ la strategia della tensione”. Nelle ore successive agli attentati, verranno fermati due militanti di destra, e 84 di sinistra, tanto per chiarire come gireranno le indagini. Nei cinque anni successivi (1970/1974) si conteranno non meno di 130 attentati
Le indagini prendono subito una piega precisa: a sinistra, a sinistra, senza esitazioni… sembra di vedere all’opera tanti piccoli Pisanu ante-litteram, con la loro fissa degli anarco-insurrezionalisti… Lo stesso giorno della bomba, la polizia ha già il primo colpevole “quasi certissimo”: il Pinelli, commovente “anarchico” che non aveva mai lanciato, in vita sua, che qualche parolaccia e qualche volantino. Ma tant’è: è un anarchico, è uno che non scappa di casa (quando vanno a prenderlo ha già pronta la borsa cogli effetti personali, forse, perché tanto vanno sempre da lui). Il Pinelli è uno che non si ucciderebbe neanche se avesse un tumore in fase terminale e tre miliardi di debiti. Dopo tre giorni di interrogatori, vola misteriosamente giù dal quarto piano della questura, dove il commissario Calabresi (momentaneamente e provvidenzialmente assente dalla stanza) conduce gli interrogatori; però, col freddo che fa a Milano a metà dicembre, e col Pinelli “disperato perché si sente incastrato”, la finestra è aperta; la versione ufficiale parla di suicidio, ma i quattro poliziotti e il capitano dei carabinieri Lo Grano, presenti nella stanza dell’interrogatorio al momento della morte del ferroviere, non riusciranno a fermare la corsa del Pinelli verso la finestra aperta…Saranno oggetto di un’inchiesta per omicidio colposo. Verrà poi aperto nei loro confronti un procedimento penale per omicidio volontario. Nei confronti del Commissario Calabresi, che non si trovava nella stanza, si procederà per omicidio colposo. Tutti gli imputati verranno poi prosciolti nel 1975, perché "il fatto non sussiste". Tranquilli, forse il Pinelli non è neanche morto...
La Ballata dell'Anarchico Pinelli
Quella sera a Milano era caldo - ma che caldo, che caldo faceva,
"Brigadiere, apri un po' la finestra!", una spinta ... e Pinelli va giú.
"Sor questore, io gliel'ho giá detto, le ripeto che sono innocente,
anarchia non vuol dire bombe, ma uguaglianza nella libertá".
"Poche storie, confessa, Pinelli, il tuo amico Valpreda ha parlato,
é l'autore di questo attentato ed il complice certo sei tu".
"Impossibile!", grida Pinelli, "Un compagno non puó averlo fatto
e l'autore di questo delitto fra i padroni bisogna cercar".
"Stai attento, indiziato Pinelli, questa stanza é giá piena di fumo,
se tu insisti, apriam la finestra, quattro piani son duri da far".
C'e' una bara e tremila compagni, stringevamo le nostre bandiere,
quella sera l'abbiamo giurato, non finisce di certo cosí.
E tu Guida, e tu Calabresi, se un compagno é stato ammazzato,
per coprire una strage di Stato,
questa lotta piú dura sará.
Quella sera a Milano era caldo ma che caldo, che caldo faceva,
"Brigadiere, apri un po' la finestra!",
una spinta ... e Pinelli va giú.
Questa canzone fu scritta qualche tempo dopo la morte di Giuseppe Pinelli, precipitato durante l'interrogatorio alla questura di Milano avvenuta dopo la strage di Piazza Fontana. La canzone, scritta sull'aria della vecchia canzone rivoluzionaria "Il feroce monarchico Bava" divenne, per anni, un inno della sinistra extraparlamentare contro i complotti e le stragi di stato.
Ci fu qualcuno che credette di ripercorrere le strade sperimentate con successo da Hitler e dai nazisti con l’incendio del Reichstag : compiere attentati, attribuirne la colpa alle sinistre e utilizzare la paura e il disgusto dei cittadini per dar vita ad un governo autoritario.
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16 dicembre 1969: col cadavere di Pinelli ancora caldo, arriva il secondo colpevole “quasi certissimo”: viene arrestato Pietro Valpreda, appartenente al gruppo 22 Marzo, il quale viene accusato di essere l’esecutore materiale della strage. Valpreda era un ballerino, che rimase in carcere per anni sino al punto in cui il parlamento italiano dovette votare una nuova legge per risparmiare a lui altre ingiuste sofferenze e allo stato, un’insostenibile vergogna. La conferma di tali accuse è data da un tassista, Cornelio Rolandi , che racconta di aver portato Valpreda il 12 dicembre sul luogo della strage e da Mario Merlino anch’egli militante nel gruppo 22 marzo, che però si scoprirà poi essere un neofascista infiltrato dai servizi segreti.
Mentre si prosegue ad indagare negli ambienti anarchici, si scopre che le borse utilizzate per contenere l’esplosivo sono stata acquistate a Padova e che il timer dell’ordigno proviene da Treviso. Da questi indizi si arriverà dopo più di un anno ad indagare anche negli ambienti di eversione nera.
I primi neofascisti ad essere individuati come coinvolti nell’attentato sono Franco Freda e Giovanni Ventura. Freda nasce ad Avellino e vive a Padova dove milita nella gioventù missina alle superiori e nel Fuan all’università. Abbandonerà poi l’Msi per aderire all’organizzazione Ordine Nuovo guidata da Pino Rauti. Grande ammiratore di Hitler ed Himmler è convinto sostenitore della supremazia della razza ariana. Ventura nasce a Treviso, milita nell’Azione cattolica e poi nell’Msi. È amico di Freda e come lui ha una formazione ideologica di stampo neonazista. Adesso la pista che si segue è quella nera, e l’indagine coinvolge nuovi personaggi come Guido Giannettini appartenente al Sid esperto e studioso di tecniche militari. Il suo nome viene coinvolto nelle indagini dopo le dichiarazioni di Lorenzon, un professore di Treviso amico di Giovanni Ventura, il quale riferisce al giudice Calogero alcune confidenze fattegli da Ventura circa gli attentati dinamitardi avvenuti i quel periodo. Lorenzon prende questa iniziativa il 15 dicembre ‘69, giorno in cui si reca dall’avvocato Steccarella, a Vittorio Veneto, dove stende un memoriale che poi verrà consegnato alla magistratura. Valpreda si trova ancora in carcere quando nel 1971, si scopre per caso un arsenale di munizioni NATO presso l’abitazione di un esponente veneto di Ordine Nuovo. Tra le armi ritrovate sono presenti delle casse dello stesso tipo di quelle utilizzate per contenere gli ordigni deposti in Piazza Fontana. Quell’arsenale era stato nascosto da Giovanni Ventura dopo gli attentati del 12 dicembre ’69. I magistrati scoprono inoltre che il gruppo neofascista si riuniva presso una sala dell’Università di Padova messa a disposizione dal custode Marco Pozzan, anch’egli esponente di Ordine Nuovo e fidato collaboratore di Franco Freda.
Il 23 marzo 72 inizia a Roma il primo processo per la strage, che vede come principali imputati Valpreda e Merlino. Il processo verrà poi trasferito a Milano per incompetenza territoriale ed infine a Catanzaro per motivi di ordine pubblico… Il 3 marzo ’72 Freda e Ventura vengono arrestati e con loro finisce in manette anche Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, su mandato del procuratore di Treviso, con l’accusa di ricostituzione del partito fascista, e perchè implicato negli attentati del’69 e nella strage di piazza Fontana. L’inchiesta è in mano ai magistrati milanesi D’ambrosio e Alessandrini, i quali decidono di rimettere in libertà Pino Rauti senza far cadere i capi d’accusa, per evitare che se Rauti fosse eletto deputato i fascicoli passassero ad una commissione parlamentare. Dalle indagini emerge sempre più chiaramente un collegamento fra Servizi segreti e movimenti di estrema destra. È infatti alla fine del 1972 che uomini del Sid intercettano il Pozzan , latitante dal giugno dello stesso anno, quando fu emesso nei suoi confronti un mandato di cattura per concorso nell’attentato di piazza Fontana, e dopo averlo sottoposto ad un interrogatorio ed avergli fornito un passaporto falso lo hanno fatto espatriare in Spagna.
Il Sid interviene anche per Ventura all’inizio del 1972, quando questi, detenuto nel carcere di Monza, sembra voler cedere e rivelare alcune informazioni sulla strategia della tensione, gli viene fatta avere una chiave per aprire la cella e delle bombolette di gas narcotizzante per neutralizzare le guardie di custodia permettendogli la fuga. Siamo adesso alla volta di Giannettini, il quale, legato al Sid da un rapporto di collaborazione, dopo essere stato sospettato di coinvolgimento nella strage, viene indotto ad espatriare in Francia dove continuerà ad essere stipendiato dal Servizio.
Il verminaio che ha visto allegramente coinvolti servizi italiani e stranieri, fascisti di tutte le specie, imboscatori, traslocatori di processi, sarà l’oggetto di un altro articolo. Qui vogliamo solo ricordare quello che forse tutti sanno, ma alcuni non vogliono sentirsi ripetere: il 3 maggio 2005 il processo in Cassazione (il settimo sulla strage) si chiude con le assoluzioni degli imputati e l'obbligo, da parte dei parenti delle vittime, del pagamento delle spese processuali […]
(continua alla prossima puntata)
Scritto il 12 dicembre 2006 alle 11:40 | Permalink | Commenti (27)
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...inizia con oggi la collaborazione al Tafanus di una penna "intinta nel veleno", che a me ha ricordato sempre gli elzeviri apparentemente "buoni", ma in realtà feroci, di uno dei miti della mia giovinezza: tale Fortebraccio... Welcome on board, Gian Nicola...
Nutrivo per il senatore Guzzanti, quella sorta di benevola tolleranza che si riserva a certi vecchi zii stravaganti, sordi e rancorosi che affliggono l’esistenza di tanti esseri umani. Pensando con mestizia al suo dignitoso passato, alla sua abilità di giornalista, ai figli intelligenti e coraggiosi che ha avuto il merito di mettere al mondo, gli concedevo le attenuanti riservate alle vittime di un precoce rimbambimento senile. Mi sbagliavo : è l’ennesima vittima del fenomeno del nostro tempo, quella legge crudele che vuole ogni ex socialista trasformato in cameriere berlusconiano, fedelissimo e tenace servitore dell’unto, fino all’estremo sacrificio della dignità e del cervello. Non un banale rimbambimento, ma un morbo di Alzheimer di orribile virulenza: che non nasce dal progressivo degenerare delle cellule cerebrali, ma dalla pervicace volontà di divenire acefali sicari del principe, strumenti docili e ben retribuiti di un sistema delinquenziale che assicura benessere e potere ai propri accoliti. Sistema che necessita di tagliagole e truffatori a bassissimo quoziente intellettivo, ma anche di saltimbanchi abilissimi, capaci di capriole da brivido come il senatore: dall’Avanti al Giornale, da Repubblica a Panorama, da Rosa Luxemburg a Mara Carfagna, in un esercizio di incredibile trasformismo biologico, prima ancora che politico.
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Da Nullità assoluta a Presidente di Commissione Parlamentare: è questo che intriga, che ingolosisce, che sballa il cervello e porta al delirio : come l’Alzheimer, cancella il ricordo del passato, confonde realtà e incubo, rende incapaci di raziocinio e precipita nella farneticazione. Un tempo, a un cialtrone come Scaramella, Paolo Guzzanti avrebbe riso in faccia, sbertucciandolo come si usa fare con i mitomani molesti ed imbroglioni.
Oggi, il senatore Alzheimer, abbandonato al suo destino di servo sciocco, annaspa disperatamente nel caos, minaccia, recrimina, piagnucola. E continua a proteggere il mandante che, col sopracciglio sollevato, ostenta innocente stupore e virtuosa indignazione: nel paese di Pulcinella sarebbe la sceneggiata del guappo che si sacrifica per la sciantosa, tra tarallucci, lacrime e mandolini . E’ invece la storia di un uomo senza dignità che ha perso la faccia per la maitresse di quella parte del Paese nel quale non ci riconosciamo: il paese di Scaramella.
Scritto il 12 dicembre 2006 alle 10:00 nella Satira | Permalink | Commenti (38)
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con tutta la franchezza di cui sono capace vorrei rispondervi che mi sono rotto i coglioni. Ricevo ogni giorno circa ottanta messaggi di posta elettronica, spesso inviati da privati cittadini, altre volte da associazioni e, molto spesso da organizzazioni di ogni tipo che mi propongono Viagra, Cialis ed altri sostegni erettili. Cerco di seguire il contenuto della posta nei brevissimi ritagli che il lavoro di aula e di commissione lascia liberi. Solo in alcune occasioni, come questa, riesco a rispondere a qualcuno. Le altre volte faccio solo una operazione di pulizia cestinando le coglionate più palesi e lasciando il resto a momenti migliori.
Scritto il 11 dicembre 2006 alle 11:33 nella Media | Permalink | Commenti (109)
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Ricevo la risposta dell’On. Giorgio D’Ambrosio, che mi sembra molto, ma molto più confortante della risposta ricevuta precedentemente:
Gent.le Tafanus,
leggo con sconforto la mail inviatami in cui ci si accusa di "bradipismo" politico o comportamentale nei confronti delle segnalazioni rivolte nei nostri confronti da parte dei cittadini italiani. Mi meraviglio che lei, attento osservatore del mondo politico, si stupisca di mancanza di riscontro alla sua mail da parte di noi politici del centro-sinistra, ma credo che lei sappia benissimo, che tutti coloro che hanno letto la sua e-mail precedente al "sollecito, oltre che a visionare la petizione in oggetto, hanno intenzione di rispettare un programma politico che ci ha permesso di essere qui a rappresentare i cittadini elettori.
La nostra banca del tempo non concede prestiti e spesso ci troviamo a non poter consultare le centinaia di segnalazioni che ci arrivano quotidianamente, soprattuto in questo periodo delicato a causa della finanziaria 2007. Nonostante i nostri collaboratori cercano di evidenziarci le segnalazioni più importanti e di rilevo, spesso circa il 70% di esse non trovano il giusto tempo per la lettura e soprattutto il giusto tempo per il loro approfondimento.
Personalmente mi ritengo fortunato di avere un collaboratore che, nonostante la mia avversità alla tecnologia, mi ha dotato di tutti i sistemi informatici utili alla mia attività di parlamentare, e, come vede, non appena la "banca del tempo" mi concede un prestito, cerco di approfondire le varie tematiche che i nostri cittadini ci propongono.
Le confesso che spesso mi soffermo a leggere la sua rivista on-line che puntualmente ci invia e non le nego che alcune volte ho preso spunto proprio dagli articoli presente su questa rivista per intervenire in convegni e dibattiti.
La petizione che lei ci ha sottoposto, e che un mio collaboratore ha anche firmato, rappresenta un passo importante del nostro programma e che sicuramente intendiamo rispettare, senza strumentalizzare il tutto come atto di ritorsione o gelosia ma giustificando i fini democratici che danno stessi diritti e doveri a tutti i cittadini della Repubblica.
Non sono molto preparato sulla materia delle telecomunicazioni e sulle normative che regolano il settore ma sicuramente, cosi come espresso nella petizione, mi trovano d'accordo i molti dei punti presentati, anche se giustamente hanno necessità di un maggior approfondimento.
Non per la cronaca o per giustificarsi, oggi è la 67 mail a cui rispondo personalmente e come potrà ben capire, molte altre non riceveranno risposta.
Cordiali Saluti e buona concezione...
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On. Giorgio D'Ambrosio
ULIVO
Caro D'Ambrosio, la ringrazio per la rapida risposta in un giorno festivo. Questa apre il mio cuore alla speranza. La prima risposta che avevo ricevuto, da una senatrice della coalizione, mi aveva lasciato piuttosto sconfortato. E ora DIAMOCI da fare...
Cordialmente, Tafanus
Scritto il 11 dicembre 2006 alle 11:20 nella Media | Permalink | Commenti (5)
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Nel pomeriggio ho inviato a tutti i parlamentari del centro-sinistra la seguente e-mail:
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“Qualche giorno fa abbiamo inviato a lei, come a tutti i nostri eletti del centro-sinistra, il testo di una petizione su assetto TV e conflitto d'interessi, accompagnato dal link sul quale prendere visione di più di mille firme e commenti di Vostri elettori.
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Non uno di voi si è degnato di dare un cenno di riscontro, non fosse altro che per mandarci a quel paese... E' una cosa vergognosa, perchè il nostro impegno lo diamo a titolo gratuito, e ci aspetteremmo da voi, lautamente pagati per rappresentarci, un ben diverso approccio alle istanze da noi sottoposte. Chi conosce il mondo dei blogs in Italia, dovrebbe sapere che 1000 firme, per un blog, non sono poca cosa; eppure dai nostri "eletti" non è giunto un cenno di vita: niente... encefalogramma piatto. Vi spediamo nuovamente il testo della petizione, il link sul quale verificare le firme, il link del nostro blog, con la speranza che questo secondo (ed ultimo) tentativo, sortisca maggiori effetti del primo. Reagite, perdio... se non altro per mandarci aff....."
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L’unica risposta pervenuta (però oggi è festa, siamo fiduciosi), è stata quella della Senatrice Giovanna Capelli, di Rifondazione Comunista, che scrive:
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“…avevo ricevuto e non ho risposto perchè, pur condividendo la sostanza, penso non sia serio firmare tutto tanto per apparire bene e poi non fare. Essendo parlamentare da sei mesi mi provoca fastidio tutto ciò che è tuttologia e superficialità. Dunque io sono nella commissione VII, che non si occupa degli argomenti da voi sollevati. Ritengo però politicamente rilevante porre al più breve nell'Unione il tema del conflitto di interessi. Giovanna Capelli…”
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Ed ecco la mia risposta:
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“Cara Senatrice, intanto grazie per essersi degnata di rispondere. E’ già qualcosa. Forse non ci siamo capiti: nessuno le ha chiesto di firmare alcunché; non siamo così idioti da chiedere di firmare una petizione a coloro ai quali la petizione stessa è diretta. E non si tratta di “tuttologia”, visto che non ci stiamo occupando a sproposito di materie specialistiche, ma di roba come il pluralismo ed il conflitto d’interessi, cose per la cui valutazione non servono dottorati a Harward. Noi saremo anche “superficiali”, ma credo che la classe politica che abbiamo mandato in Parlamento sia, su queste materie, peggio che “superficiale: è ASSENTE. Comunque, visto che pur tacciandoci di “superficialità e tuttologia”, alla fine della sua risposta ci concede, graziosamente, che gli argomenti da noi sollevati siano “politicamente rilevanti”, rimaniamo in attesa di capire se lei ed il suo gruppo intendano fare qualcosa per smuovere le acque immote di questi problemi. Rettifico: peggio che “immote” ho letto oggi su Repubblica i progetti di Gentiloni, e credo che su questo tema stiamo andando di male in peggio. Una sola rete RAI con pubblicità? E perché? Per lasciare ancora più campo libero a Berlusconi?.
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Noi, per quel poco che contiamo, ci terremo ad essere informati di eventuali iniziative del suo gruppo, e/o sue personali."
Tafanus
Scritto il 11 dicembre 2006 alle 11:10 nella Media | Permalink | Commenti (4)
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Con una telefonata in diretta a Fabio Fazio in trasmissione, il Direttore Generale della RAI Cappon ha confermato che domani vedrà Enzo Biagi, col quale è stato raggiunto l'accordo per il rientro in RAI.
Dovrebbe concludersi così una delle vicende più vergognose della storia della TV pubblica in Italia, che aveva visto al centro Enzo Biagi, uno dei più grandi giornalisti d'Italia, estromesso dalla RAI grazie al famigerato "proclama bulgaro di tale Silvio Berlusconi, meglio noto come "Il Cipria". Una storia che non aveva precedenti neanche in Sudamerica.
Il Tafanus, per quello che conta, dà il benvenuto a Enzo Biagi, e ringrazia quanti avevano già iniziato a firmare la petizione. Invitiamo comunque i nostri lettori a continuare a firmare finchè non ci sarà un contratto firmato davanti ad un notaio, e non nello studio di Porta a Porta.
Scritto il 10 dicembre 2006 alle 21:47 | Permalink | Commenti (14)
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PARTE PRIMA - Il fatto: a Roma un tascista si sente "derubato" di una corsa da un aunoleggiatore (autorizzato, è meglio precisare). A Roma i tascisti non discutono mai i loro diritti. Il tascista in questione non fà eccezione. Non discute, mena. L'autonologgiatore muore. Un altro tascista, intervistato dalla TV, approva: "...si è sentito toccato nei suoi diritti, e ha reagito secondo quello che pensava..."
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PARTE SECONDA: si scopre che il tascista assassino aveva NOVE precedenti penali per violenza, aggressione e altra robetta del genere, ma alla Camera di Commercio, dove si rinnovano periodicamente le licenze, figurava "Incensurato". E' il bello dell'auto-certificazione, bellezza... Ora attendiamo che qualcuno (non sappiamo a chi tocchi, se al Governo o al Comune), per gente che prende in macchina dei cittadini, chieda anche la radiografia dei denti. Autocertificazione stu cazzu.
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PARTE TERZA: Attendiamo con ansia la prossima manifestazione di piazza (magari con blocco della circolazione) dei tascisti romani, per avere il piacere di vederli guidati alla vittoria dalle "tre punte" (Storace - Gasparri - Alemanno). Per la legalità, c'è sempre tempo.
Scritto il 10 dicembre 2006 alle 21:10 nella Politica | Permalink | Commenti (3)
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...sembra di sognare... nei titoli di testa della morte del Cardinale Pappalardo non si parla; avranno bucato la notizia? no, non è possibile, ormai in qualsiasi giornalucolo di provincia c'è gente incaricata solo di guardare le agenzie...10 minuti di servizio di apertura sulla morte di Pimochet; poi l'intervistona a Casini in tenuta casual che spiega come i pacs favoriscano solo i froci; poi i fischi a Prodi al motorshow: il cameraman sbaglia, allarga il campo, e si vede una ventina di "sfigati organizzati"; poi altre cosine varie... finalmente, alle 20,22, apprendiamo che è morto Pappalardo.
Complimenti vivissimo al Grande professionista Gianni Riotta.
Scritto il 10 dicembre 2006 alle 20:37 | Permalink | Commenti (5)
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SANTIAGO (CILE) - Augusto Pinochet è morto oggi all'età di 91 anni. La notizia è stata data dalla tv cilena Canale 7[…] Secondo un sondaggio annunciato oggi dal quotidiano di Santiago "La Tercera", il 72 per cento dei cileni disapprova che venga decretato lutto nazionale per la morte dell'ex dittatore. Il quotidiano aggiunge che il 55 per cento degli intervistati non sono d'accordo che al generale vengano concessi onori da ex presidente della repubblica.
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Palermo, è morto il cardinale Pappalardo, simbolo della lotta contro la mafia - Aveva 88 anni. Fece scalpore la sua omelia al funerale di Dalla Chiesa - Leoluca Orlando: "Un esempio umano ed etico per tutti"PALERMO - Il cardinale Salvatore Pappalardo, 88 anni, arcivescovo emerito di Palermo, è morto oggi nell'oasi di Baida, dove risiedeva. Da sempre era impegnato in prima linea nella lotta alla mafia, contro la quale aveva scagliato più volte le proprie omelie. I suoi funerali saranno celebrati nella Cattedrale di Palermo dal cardinale De Giorgi. L'arcivescovo emerito di Palermo, nato a Villafranca Sicula, diocesi di Agrigento, il 23 settembre 1918, per le sue benemerenze nell'impegno sociale e nella lotta alla criminalità mafiosa, era stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana. Fece scalpore pronunciando, durante l'omelia al funerale di Carlo Alberto Dalla Chiesa, la frase di Tito Livio "mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata" […]
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"Il Cardinale Salvatore Pappalardo è stato per tanti un esempio umano ed etico. E' stato, nel suo essere uomo di Chiesa e pastore di fede, un esempio di laicità, di attento rispetto per le istituzioni e di grande sensibilità ed attenzione nei rapporti fra Chiesa e Stato" […] "Il Cardinale Pappalardo - prosegue Orlando - è stato soprattutto il protagonista ed il motore di una stagione di grandi cambiamenti in Sicilia, avendo chiaramente indicato come un cammino di fede sia del tutto incompatibile con un comportamento di incertezza, di silenzio o peggio di connivenza con il sistema di potere mafioso e la sua cultura. Oggi - conclude - la Sicilia ha perso un uomo che fino all'ultimo è stato un punto di riferimento per tantissime cittadine e cittadini, per tanti credenti e non credenti".
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…scommettiamo che qualcuno, a Palermo, proporrà di proclamare il 10 Dicembre “Giorno della Liberazione”?…
Repubblica.it (10 dicembre 2006)
Scritto il 10 dicembre 2006 alle 19:54 | Permalink | Commenti (2)
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