...inizia con oggi la collaborazione al Tafanus di una penna "intinta nel veleno", che a me ha ricordato sempre gli elzeviri apparentemente "buoni", ma in realtà feroci, di uno dei miti della mia giovinezza: tale Fortebraccio... Welcome on board, Gian Nicola...
Nutrivo per il senatore Guzzanti, quella sorta di benevola tolleranza che si riserva a certi vecchi zii stravaganti, sordi e rancorosi che affliggono l’esistenza di tanti esseri umani. Pensando con mestizia al suo dignitoso passato, alla sua abilità di giornalista, ai figli intelligenti e coraggiosi che ha avuto il merito di mettere al mondo, gli concedevo le attenuanti riservate alle vittime di un precoce rimbambimento senile. Mi sbagliavo : è l’ennesima vittima del fenomeno del nostro tempo, quella legge crudele che vuole ogni ex socialista trasformato in cameriere berlusconiano, fedelissimo e tenace servitore dell’unto, fino all’estremo sacrificio della dignità e del cervello. Non un banale rimbambimento, ma un morbo di Alzheimer di orribile virulenza: che non nasce dal progressivo degenerare delle cellule cerebrali, ma dalla pervicace volontà di divenire acefali sicari del principe, strumenti docili e ben retribuiti di un sistema delinquenziale che assicura benessere e potere ai propri accoliti. Sistema che necessita di tagliagole e truffatori a bassissimo quoziente intellettivo, ma anche di saltimbanchi abilissimi, capaci di capriole da brivido come il senatore: dall’Avanti al Giornale, da Repubblica a Panorama, da Rosa Luxemburg a Mara Carfagna, in un esercizio di incredibile trasformismo biologico, prima ancora che politico.
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Da Nullità assoluta a Presidente di Commissione Parlamentare: è questo che intriga, che ingolosisce, che sballa il cervello e porta al delirio : come l’Alzheimer, cancella il ricordo del passato, confonde realtà e incubo, rende incapaci di raziocinio e precipita nella farneticazione. Un tempo, a un cialtrone come Scaramella, Paolo Guzzanti avrebbe riso in faccia, sbertucciandolo come si usa fare con i mitomani molesti ed imbroglioni.
Oggi, il senatore Alzheimer, abbandonato al suo destino di servo sciocco, annaspa disperatamente nel caos, minaccia, recrimina, piagnucola. E continua a proteggere il mandante che, col sopracciglio sollevato, ostenta innocente stupore e virtuosa indignazione: nel paese di Pulcinella sarebbe la sceneggiata del guappo che si sacrifica per la sciantosa, tra tarallucci, lacrime e mandolini . E’ invece la storia di un uomo senza dignità che ha perso la faccia per la maitresse di quella parte del Paese nel quale non ci riconosciamo: il paese di Scaramella.
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