Risorse naturali/6. Alternative al petrolio (a cura di Charly Brown)
Olio di colza, bioetanolo e biodiesel sono quelli definiti carburanti verdi, di origine vegetale che in molti sostengono essere validi sostituti dei carburanti d'origine minerale. Tra i primi a proporne un utilizzo su scala industriale fu, negli anni 80, il presidente della Montedison Raul Gardini.
Gardini era convinto di poter fabbricare grandi quantità di bioetanolo, sfruttando le barbabietole da zucchero. La proposta, che inizialmente fu causa di una furibonda querelle sui giornali, finì di lì a poco nel silenzio, Ma oggi la gamma di prodotti agricoli da cui estrarre carburante biologico si è molto esteso.
Il Bioetanolo è un alcool (etanolo o alcool etilico) ottenuto mediante un processo di fermentazione di diversi prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri quali i cereali (mais, sorgo, frumento, orzo), le colture zuccherine (bietola e canna da zucchero), frutta, patata e vinacce. In campo energetico, il bioetanolo può essere utilizzato direttamente come componente per benzine o per la preparazione dell'Etbe (etilterbutiletere), un derivato alto-ottanico alternativo all'Mtbe (metilterbutiletere). Il Bioetanolo può essere aggiunto nelle benzine per una percentuale che può arrivare fino al 30% senza dover modificare in nessun modo il motore o, adottando alcuni accorgimenti tecnici, anche al 100%, come in Brasile dove, per ragioni di politica energetica locale, l'etanolo è stato utilizzato per diversi anni anche come carburante "unico" in sostituzione della benzina. Oggi viene molto utilizzato anche in Svezia, la nazione europea dove più si sta sviluppando il mercato del bioetanolo.
L'Olio di colza si ricava dai semi di Brassica napus oleifera e di Brassica campestris, della famiglia delle crucifere. E' un prodotto alimentare a uso vegetale che può venire utilizzato al posto del diesel nei motori. Il suo utilizzo, positivo dal punto di vista ambientale perché abbatte di oltre il 90% le emissioni inquinanti. Tuttavia, un uso prolungato potrebbe dare problemi ai motori di ultima generazione e, non essendo omologato come carburante, le case automobilistiche non riconoscono la garanzia in caso di guasto sulle vetture che ne abbiano fatto utilizzo.
Il biodiesel è un gasolio derivante da prodotti agricoli e prodotto con olio di colza e di girasole, perciò biodegradabile e sicuro. E' un vero e proprio combustibile per motori diesel, che rispetta i criteri descritti dalla norma europea EN14124. L'uso del Biodiesel, spiegano esperti delle officine meccaniche nelle autovetture predisposte, non crea nessuna condizione negativa per il funzionamento e l'usura dei motori e le prestazioni risultano essere del tutto assimilabili a quelle ottenute con gasolio tradizionale e i consumi rientrano in quelli previsti dalle case costruttrici.
E qui ci siamo limitati a considerare solamente le applicazioni del biodiesel e dei carburanti vegetali in genere, nel campo dei trasporti su ruote. Un campo che come noto,( quello privato e quello sportivo) è molto sensibile al problema delle prestazioni. Convincersi di propria iniziativa a servirsi di questi prodotti alternativi non è privo di conseguenze: difficoltà di rifornimento, sanzioni penali nei Paesi dove l’uso privato di questi prodotti viene considerata evasione fiscale e si rischia il ritiro della garanzia da parte delle case costruttrici di auto, che per garantire un concorrenziale livello di prestazioni, avvallano l’uso di carburanti tradizionali.
Oltre al ramo trasporti, però, possiamo considerare una vasta gamma di altri settori dove l’uso dei carburanti vegetali può venire impiegato: produzione di energia elettrica e riscaldamento ad esempio, possono senza problemi di alcun genere sostituire per una sostanziosa percentuale l’impiego di oli minerali con quelli vegetali. I vantaggi di impiego in questi importanti settori di consumo energetico sono sostanzialmente due: una verticale diminuzione di inquinamento atmosferico ( come detto di circa il 90%) ed una stabilità di prezzo, dovuta al fatto che i carburanti vegetali sono riciclabili all’infinito e la quantità disponibile aumenterebbe automaticamente con l’aumentare della domanda. Inoltre, le oscillazioni di prezzo non assumerebbero quegli eccessi determinati da conseguenze politiche e belliche, così come oggi avviene per i prodotti petroliferi. La concorrenza dei carburanti vegetali con i prodotti petroliferi, farebbe si che entrambi i combustibili subiscano un cospicuo ribasso dei prezzi con conseguente diminuzione dei costi di produzione industriale, in generale. Insomma, sarebbe la pacchia per tutti i comuni mortali, ma il cappio per chi oggi governa il mondo, col ricatto energetico, da tre locali di un grattacielo di Dallas o di New York.
Non è da escludere, comunque, che l’ incremento progressivo dell’uso di carburanti vegetali già in atto nei Paesi che non hanno risorse petrolifere, ne’ una particolare venerazione per i poveri petrolieri, ma dispongono ( come il Brasile) di sconfinati territori atti alla coltivazione di piante produttrici di etanolo e semi oleosi, possa trascinare altri paesi nell’esempio.
L’Italia è uno dei Paesi che, dal lato delle risorse energetiche minerali, ha una netta posizione di svantaggio. In compenso ha un clima ed una estensione territoriale che potrebbe agevolmente permettere l’utilizzo di territori non sfruttati, soprattutto al Sud, per la coltivazione di piante atte a produrre oli combustibili. Ma proposte di questo genere, al momento farebbero soltanto scoppiare inutili polemiche e tutto si risolverebbe, come sempre in questo Paese, con tante chiacchiere, vesti stracciate, ed il solito nulla di fatto, che è poi la sostanza del modello sociale italiano, da sempre devoto a sacrificare servilmente gl’interessi dei cittadini, in cambio della benevolenza delle divinità e dei potenti.
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