Risorse Naturali/7 – Talento e iniziativa (a cura di Charly Brown)
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Una delle risorse naturali molto diffuse e contemporaneamente meno sfruttate, è il cervello umano. La possibilità insita in molti individui, di intuire e produrre idee a vantaggio del progresso e dell’evoluzione del sempre più complesso mondo della tecnologia e dell’economia.
Resta purtroppo il fatto che idee avulse dalla possibilità pratica di realizzazione, sono destinate a restare progetti limitati o molto più spesso, abortiti. Le idee, per venire realizzate, devono avvalersi della possibilità di finanziamento o come raramente accade, di autofinanziamento. Per una arcana legge naturale, sembrerebbe, che chi ha idee, non possiede i mezzi per realizzarle e chi ha i mezzi, molto più spesso, non ha idee, tranne quelle dirette a moltiplicare i propri mezzi edonisticamente ed infruttuosamente, investendoli in potere personale e nel culto idolatrino della propria persona.
A questa regola, come tutte le regole esistono delle eccezioni. L’eccezione di cui tratta quest’articolo ha un nome: Muhammad Yanus, premio Nobel per la Pace, 2006. Ha fondato in Bangladesh (terra di cui è originario) la Grameen Bank. E' laureato in economia ed insegna a Boulder in Colorado e alla Vanderbilt University di Nashville in Tennessee, è l'inventore del sistema del microcredito, basato su prestiti senza garanzie ai poveri per aiutarli a creare piccole attività. Le motivazioni del premio: «Attraverso culture e civiltà, Yunus e la Grameen Bank hanno dimostrato che anche i più poveri fra i poveri possono lavorare per portare avanti il proprio sviluppo».
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Ogni anno i Paesi economicamente più evoluti stanziano, nella loro totalità, decine di miliardi di euro in varie forme di “aiuto” , depositando queste somme nelle mani dei governi di Paesi in via di sviluppo. Com’è ampiamente noto, questi denari finiscono per la maggior parte ad impinguare i conti correnti personali dei gestori del potere e quando mai rimanesse, per pura formalità, qualche briciola, verrebbe distribuita al popolo affamato in forma di assistenza, per non dire di pura beneficenza.
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Con questi denari vengono finanziate organizzazioni come la FAO ed altre missioni umanitarie che, oltre mantenere se sesse con faraonici compensi, mantengono, nei Paesi in cui operano, un forma di parassitismo assistenziale e paternalistico. E’ senza dubbio un fatto, riscontrato in millenni di storia, che ogni sorta di “aiuto economico” proveniente dal di fuori, non ha mai portato beneficio ad altri che a coloro che il potere lo gestiscono. Un governo è per definizione e per struttura, un’organizzazione parassitaria, in misura ovviamente inversamente proporzionale al grado di civiltà dei diversi paesi, ma poiché proprio per il fatto che gestisce il denaro pubblico, sarà in ogni caso sempre propenso a soddisfare abbondantemente i propri bisogni, prima di quelli della sudditanza.
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L’idea di Muhammad Yanus, ha nella sua semplicità, la genialità dell’ “uovo di Colombo”. Questa forma di contributo allo sviluppo sociale ed economico dei Paesi meno fortunati, concede fiducia all’iniziativa dei singoli, contando essenzialmente sulle loro capacità e sul loro talento imprenditoriale ed artigiano. Poiché come credo, ogni individuo possiede un capitale intrinseco di idee e creatività. Un capitale che non è valutabile in Borsa o sulle bancarelle del mercato, ma nella spontanea volontà di esprimersi, di costruire e di emergere dal bisogno, dalla carenza e dalla miseria. Un bene da dare in pegno alla fiducia concessa. Una garanzia spesso più solida e concreta di proprietà e beni materiali su cui iscrivere un’ ipoteca.
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E’ solo un peccato che questa organizzazione bancaria sia limitata nelle possibilità e nell’area di un solo Paese. Se le somme stanziate dalle nazioni benestanti e devolute a puro titolo di sgravio di coscienza, in forma di aiuti assistenziali ai governi dei Paesi che soffrono di gravi problemi di sopravvivenzai, venissero concentrate in un fondo comune, per la costituzione di una Banca Internazionale di Microcredito, mettendo a disposizione fondi ai privati muniti di idee e talento imprenditoriale, non solo si verrebbe a fornire un autentico contributo a questi popoli nella lotta alla fame e alla miseria, ma si lascerebbe loro quella dignità che dona la consapevolezza di aver ottenuto un risultato solo contando sulle proprie forze.
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Su questo blog si è venuti spesso ad affrontare il problema della miseria e della fame. Non ci stancheremo mai di ripetere che ogni giorno nel (terzo) mondo muoiono 11.000 bambini di inedia. La soluzione di questi problemi non verrà mai seriamente definita fino a quando non ci si renderà conto del fatto che la beneficenza e l’assistenzialismo non hanno mai portato benefici allo sviluppo delle società economicamente arretrate. La spirale che viene ad verificarsi in questi Paesi è quella contenuta nel logo del “nulla non crea nulla”. La carità può aiutare a sollevare temporaneamente un momento estremamente drammatico, ma non concederà mai a lungo termine, ai percettori di questa, il diritto di essere autosufficienti.
E’ un problema impellente, che richiede un intervento immediato e duraturo, anche se percettibile solo su tempi non immediati.
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Yanus ha raccolto il bandolo di una matassa estremamente intricata: col suo esempio, ha dimostrato che nessuno più di chi ristagna nella miseria disperata, merita la fiducia di ottenere in prestito i mezzi per uscirne, senza dover stendere umilmente la mano: “Non si presta solo ai ricchi”: un esempio che la civiltà dell’abbondanza avrebbe il dovere di seguire”.
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