Doris Day, nata a Cincinnati ne 1924, attrice e cantante, è stata per tutta la generazione del dopoguerra la “fidanzata d’America”, la ragazza acqua e sapone che tutti avrebbero voluto per il proprio figlio. Inizia il suo approccio alla musica con la danza, da cui la allontana un brutto incidente d’auto. Passa quindi alla musica, fino al suo primo film, che è del 1948. Da quel momento in avanti le vite di Doris Day attrice e di Doris Day cantante sono inestricabilmente intrecciate: basta scorrere l’elenco, volutamente parziale – perché l’elenco completo sarebbe lunghissimo – per capire quanto inestricabile sia l’intreccio.
Si ritira dal cinema a 44 anni, ritornando davanti alla macchina da ripresa solo più tardi, per registrare un serial TV, “The Doris Day Story”. Attualmente è molto assorbita da una sua fondazione che si dedica alla protezione degli animali.
I films nei quali non si capisce se prevalga la canzone o il film stesso, sono “Tea for two” del ’50, “I'll see you in my dreams” e “Lullaby of Broadway” del ’51, “April in Paris” del ’52, “Young at hearth” del ’54, “Love me or leave me” del ’55, “L’uomo che sapeva troppo” del ’56, “Lover come back” del ’61, e tanti, tanti altri.
La sua voce era profondamente “disciplinata”, e tuttavia aveva un qualcosa di caldo, di sensuale, come spesso solo voci più “primitive” riescono ad esprimere.
Ho preferito tuttavia scegliere, come “perla” di questa domenica, una canzone che esprime pienamente le capacità di Doris Day cantante, e cioè un pezzo non particolarmente trainato dalla fama di un film correlato. Ho scelto un pezzo bello per conto suo, ed impreziosito dal ritmo della bossa nova, da un ottimo accompagnamento di piano, da una discretissima sezione d’archi, e da uno splendido (anche se troppo breve) assolo di flauto.
Doris Day – Fly me to the moon
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