Mentre la politica discute, coi
tempi della politica, della vita o della morte di Welby, lui decide di
giocare d´anticipo, e di togliere il disturbo. Prende tutti in
contropiede. Appena ieri il Consiglio Superiore della Sanità (come
suona importante!) aveva assicurato (sic!) che Welby non fosse in
imminente pericolo di vita. La politica, si sa, viaggia coi suoi tempi.
Che sono tempi osceni, da ferrovia calabro-lucana degli anni ´50.
Mentre noi ci preparavamo ad un´altra giornata di ordinaria ipocrisia,
coi politici che vivono il problema dell´eutanasia totalmente avulsi
dalla popolazione, che per l´84% ha già deciso che non vuole
l´accanimento terapeutico in nome dei Giovanardi e dei Crosetto, Welby,
con un ultimo scatto, ci pianta in asso, alle prese con le nostre beghe
da salotti TV, e se ne va, lasciando i teo-cons alla prese coi loro
furori ideologici, i radicali orfani della nuova icona di recente
acquisizione, e noi tutti con la vergogna di non essere riusciti,
ancora una volta, a dare risposte umane a problemi disumani. Requiescat
in pacem
Tafanus
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