...proseguono, senza sosta, gli "sgub" di Gian Nicola...
La notizia che il cardinale Tarcisio Bertone (segretario di stato vaticano) voglia costituire una squadra di calcio, non è di quelle che cambiano i destini del mondo. Ma è indubbio che cambierà, se veritiera, i nostri limitati orizzonti culturali: da sport profano e un po’ plebeo, a prassi di purificazione e redenzione. Il calcio come ascesi spirituale.
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Ignoriamo al momento se sua eminenza Bertone voglia personalmente guidare le sorti della costituenda pia compagine, ma illustri (per quanto profani) precedenti, ci inducono a pensare che spetti al Capo, al padrone, l’onere del comando: un presidente di grande notorietà internazionale e di indiscusso carisma spirituale, potrebbe sicuramente giovare alle sorti della squadra più di un cardinale qualunque. Tanto più che il calcio è un mondo multi etnico e l’accento tedesco darebbe un tocco di cosmopolitismo che non guasta mai.
Ci interroghiamo invece, con comprensibile curiosità, sull’intelaiatura complessiva del team, sulla quale vorremmo dare qualche suggerimento tecnico: ci si chiede innanzitutto se il Presidente vorrà pescare, per così dire, nel vivaio interno o avvalersi di personalità laiche. Nel primo caso, vorremmo spendere una parola per l’inesauribile fantasia creativa di don Luigi Verzè, le cui capacità manageriali superano quelle del compianto Mons. Marcinkus. Don Luigi, che sa’ cavar sangue dalle rape, farebbe sicuramente una splendida campagna acquisti a costo zero, magari finanziandola col gettito dell’otto per mille, opportunamente aumentato al dieci.
Rivaluterei con calore la figura incompresa di Mons. Milingo, che potrebbe essere vantaggiosamente utilizzato come padre e consigliere spirituale per le mogli dei giocatori, come massaggiatore e, all’occorrenza, come esorcista nelle partite contro il Milan.
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Nel vivaio pulcini, invece, sarebbe opportuno evitare i rappresentanti del clero americano, ai quali, a torto o a ragione, si rimprovera un eccessivo entusiasmo per i talenti giovanili. Per le faccende più spinose (arbitri, partite “da aggiustare”, giudici sportivi) propenderemmo senza esitazioni per un laico di provata esperienza come l’avv. Previti, il quale si potrebbe remunerare con tangenti pagabili estero su estero, con garanzia di assoluta impunità e la soddisfazione di ottemperare al precetto evangelico di dare a Cesare etc. etc.
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L’allenatore ideale, per esperienza e personalità, sarebbe certamente il cardinal Ruini, non fosse per alcune asprezze caratteriali che lo renderebbero inviso allo spogliatoio : ritiri pre-partita trasformati in ritiri spirituali in un convento trappista, tonsura obbligatoria, astinenza sessuale rigidissima, calzoncini al di sotto del ginocchio. L’alternativa è affidarsi a vecchi mestieranti come Don Baget Bozzo che, per quanto di scadente lucidità, è pur sempre un uomo di mondo, uno che va’ sempre d’accordo con tutti i presidenti, purchè generosamente retribuito.
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Tifosi organizzati: l’argomento è, absit iniuria verbis, scottante. E’ purtroppo ancora vivo il ricordo delle intemperanze della tifoseria ultracattolica : roghi e stragi contro i dissenzienti e i tifosi di altra sponda, diffusissimi ai bei tempi andati, non sarebbero oggi opportuni. Galliani arrostito come il Savonarola, oltre che raccapricciante, sarebbe punito con almeno un anno di squalifica del campo e le giuste doglianze di Berlusconi.
Scoraggiare, quindi, formazioni di ultràs che si richiamino a vecchie glorie: niente Club Torquemada o San Bartolomeo,vietati i Crociati dell’Anagnina e i Templari di Tor Bella Monaca. Ammessi, invece i Loyola’s fans e i Papa boys, con chitarre e arpe d’ordinanza.
Formazione tipo: venuto a mancare Renzo De’Vecchi, noto come “il figlio di dio”, il ruolo di capitano è vacante e non legittimamente attribuibile ad altri di pari titolo. Ma il serbatoio a cui attingere, è praticamente inesauribile: sud America, Africa e Polonia forniranno campioni di sicuro avvenire e modeste pretese economiche. Debitamente sfamati, faranno onore alla squadra e al Presidente: attaccanti di divina bravura, portieri che fanno miracoli ad ogni partita, gente che sa di avere dio dalla propria parte o , almeno, santi in paradiso. All’inizio del campionato, potremo già acquistare l’album delle Edizioni Paoline per la raccolta delle figurine o, più correttamente, delle immaginette: a maggior gloria (e fatturato) di dio.
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