Prodi replica a Berlusconi: "I dati erano e sono gravissimi" - Il governo respinge le attribuzioni di merito del centrodestra - Padoa-Schioppa: "Partiti da situazione difficile, ci vorranno anni per il risanamento" - Il premier confuta le affermazioni del leader della Cdl, e accusa: "…ci hanno lasciato un fabbisogno particolarmente elevato…"
Il governo non ci sta. Agli attacchi di Silvio Berlusconi e, più in generale, della Cdl, replica rivendicando con forza il lavoro svolto e il miglioramento dei conti pubblici, testimoniato dal positivo dato sul fabbisogno 2006, praticamente dimezzato. E in particolare il presidente del Consiglio Romano Prodi afferma: "I dati con cui siamo entrati al governo del Paese erano e sono gravissimi, un fabbisogno estremamente elevato".
"Il bilancio - aggiunge Prodi - aveva distrutto ogni avanzo primario e quindi partivamo veramente da situazioni complesse. Stasera il commissario Almunia ha detto di stare attenti a non abbassare la guardia, il debito era cresciuto e dobbiamo dare un segnale di diminuzione. Mi fa molto piacere che gli incassi dello Stato siano aumentati senza aumentare le imposte. I cittadini italiani sanno che non ci saranno più condoni e che ci sarà serietà e quindi si regolano di conseguenza".
Il premier ricorda anche il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Mi pongo un problema molto più serio: se questo è seguire il consiglio del capo dello Stato di avere un dibattito politico serio finalmente in questo Paese". Insiste anche il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ribadendo che sui conti pubblici, l'eredità lasciata dal governo precedente è stata pesante. In un'intervista al Tg1, rivolgendosi a Berlusconi che rivendica il risanamento dei conti pubblici, il ministro dell'Economia ribatte: "Veramente, noi abbiamo ereditato una procedura per deficit eccessivo con la Comunità europea, un abbassamento del rating, della valutazione di due agenzie internazionali, un debito pubblico che aveva ricominciato a crescere. Questa - conclude Padoa-Schioppa - è la situazione da cui siamo partiti e credo che ci vorranno ancora alcuni anni, per poter dire che il risanamento dei conti pubblici è una cosa compiuta". Il ministro dell'Economia conclude: il 2006, per i conti pubblici, "si è chiuso molto bene" ma "la politica del rigore" deve continuare: "Vuol dire evitare sprechi, spese inutili, quindi avere più risorse per spese utili. E di questo ci sarà bisogno. Il rigore, così definito, deve essere un costume nella conduzione dei conti pubblici esattamente come nell'uso delle risorse di un'impresa o di una famiglia".
In quanto ai dati positivi sul fabbisogno 2006, il miglioramento, osserva il viceministro del'Economia Vincenzo Visco, è dovuto alle misure prese da questo governo: "Lo stato dei conti pubblici lasciato da Tremonti era al limite del disastro". "Surreali", per il ministro dello Sviluppo, Pierluigi Bersani, "le dichiarazioni che arrivano dal centrodestra, perché attribuiscono, al governo precedente, meriti che nella sostanza non ha".
Per Visco, "l'eredità di Tremonti consiste in cantieri aperti ma senza più un euro per finanziare i lavori, contenziosi mai curati con l'Unione europea, capitoli di bilancio prosciugati, Alitalia e Ferrovie dello Stato sull'orlo del fallimento e il crollo del gettito fiscale provocato dalla politica dei condoni''. E' dunque "singolare" che Tremonti rivendichi "un risultato davvero non suo, che prevede un miglioramento del fabbisogno di cassa di circa 31 miliardi di euro rispetto a quello calcolato dallo stesso Tremonti nella Relazione trimestrale presentata il 5 Aprile 2006". Il fabbisogno previsto da Tremonti per il 2006 era di 66,5 miliardi di euro, quello effettivo di 35,2 miliardi di euro.
Quanto al contributo delle entrate,"l'andamento degli incassi erariali dimostra - insiste Visco - che a riempire le casse dello Stato sono stati la ripresa dell'economia ma soprattutto il mutato atteggiamento dei contribuenti negli adempimenti fiscali. L'incremento del gettito si è manifestato infatti a partire da maggio e giugno e poi, in misura crescente, nei mesi successivi. Un fenomeno - conclude Visco - dovuto alle misure prese e alla fermezza mostrata dal governo nel mettere fine alla politica dei condoni e nel perseguire la lotta all'evasione e all'elusione".
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