ERBIL (Iraq) - Forze Usa hanno compiuto un raid nel consolato
iraniano a Erbil, nel Kurdistan iracheno, e hanno arrestato cinque
persone. Lo hanno riferito la televisione statale irachena e
un'emittente curda. Non ci sono per ora commenti da parte dei militari
americani.
Una anonima fonte ufficiale iraniana, citata
dall'agenzia Fars, ha parlato di "attacco degli occupanti americani" e
ha precisato che "sono state rotte le porte e sono state arrestate le
guardie" del consolato.
"Cinque impiegati del consolato sono stati
arrestati dai soldati americani, che hanno sequestrato i loro averi e
documenti", ha aggiunto la fonte.
(Repubblica 11-01-2007)
Mentre nel mondo le sue truppe suonano il macabro inno alla guerra, Bush fa analisi, ammette che probabilmente sono stati commessi degli errori in Irak e decide di porvi rimedio. Come? Ovviamente rafforzando l'impegno militare e la potenza di fuoco. Del resto Dabliu ha studiato molto e si ricorda, ma non sa dove l'ha sentita, questa frase, che gli sembra una saggia lezione : "se l'uomo con la pistola incontra l'uomo con il fucile, l'uomo con la pistola è un uomo morto"
WASHINGTON -
Oltre
21 mila soldati in più in Iraq e azioni contro le ingerenze siriane e
iraniane, ammissione di responsabilità per gli errori commessi, come
anticipato, ma anche il dislocamento di batterie di missili Patriot
in Medio Oriente per «rassicurare gli amici e gli alleati di Washington
e rafforzare la sicurezza in Iraq». È stato questo il cuore del
discorso di una ventina di minuti che il presidente americano George W.
Bush ha tenuto mercoledì sera (giovedì notte in Italia) alla nazione
per spiegare la nuova strategia in Iraq, parlando in diretta tv dalla
libreria della Casa Bianca arredata di nuovo secondo i dettami della
moglie Laura.
ERRORI -
«Dove sono stati commessi errori, la responsabilità è mia», ha detto
Bush. «Dobbiamo cambiare strategia in Iraq, non esiste una formula
magica per il successo in Iraq, ma un fiasco in Iraq sarebbe un
disastro per gli Stati Uniti». Secondo il capo della Casa Bianca le
forze armate Usa sono impegnate in una battaglia «che determinerà la
direzione della guerra globale al terrorismo e la nostra sicurezza in
patria». Bush ha tuttavia ammesso che «nel 2006 la violenza in Iraq, in
particolare a Bagdad, ha sovrastato la politica».
IRACHENI - L'azione americana in Iraq è
«fallita» per due ragioni: insufficiente numero di militari iracheni e
americani, e troppi limiti alle operazioni delle truppe sul campo. Il
presidente ha affermato che il governo iracheno assumerà il controllo
militare di tutte le province entro il prossimo novembre. Ma ora un
ritiro americano dall'Iraq «provocherebbe il collasso del governo
iracheno, lo smembramento dell'Iraq e stragi su proporzioni
inimmaginabili». Perciò, ha detto Bush, saranno inviati 21.500 soldati
in più. «La vittoria in Iraq sarà diversa da quella che hanno
conosciuto i nostri padri e i nostri nonni. Non ci saranno cerimonie di
resa sul ponte di una nave da guerra, ma la vittoria porterà al mondo
arabo qualcosa di nuovo, una democrazia che funziona», ha aggiunto il
presidente Usa. Per «rassicurare gli amici e gli alleati e rafforzare
la sicurezza in Iraq» invierà perciò anche batterie di missili Patriot
in Medio Oriente. Inoltre Siria e Iran «consentono a terroristi e
insorti di usare il loro territorio per entrare in Iraq. Impediremo
questi attacchi e bloccheremo il flusso di aiuti». (Corriere della Sera 11/01/2007)
Fa paura l'arroganza di chi, dichiarandosi giusto, decide i destini di interi popoli e forse del mondo. E l'ONU che farà? Non può che tornare alla mente Blaise Pascal : "non potendo fare in modo che ciò che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che ciò che è forte fosse giusto".
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