WASHINGTON - Il filantropo Bill Gates sarebbe in realtà un bieco affarista, che da un lato dona ai bisognosi e, dall'altro, investe con chi specula sui più deboli. Si addensano ombre pesanti sulla Bill&Melinda Gates Foundation, il gigante della beneficenza che con 35 miliardi di patrimonio del fondatore della Microsoft, e altri 31 miliardi in arrivo da Warren Buffett - il secondo uomo più ricco del mondo - conta su un patrimonio superiore al prodotto interno lordo del 70% dei Paesi del mondo. A seminare il dubbio è una lunga e documentata inchiesta, pubblicata a puntate sul quotidiano Los Angeles Times, che ha preso in esame le modalità con cui viene gestita l'enorme potenza finanziaria della fondazione.
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Secondo l'inchiesta, la Gates Foundation ha investito 218 milioni di dollari in vaccini contro la poliomielite e il morbillo in varie parti del mondo, compreso il Delta del Niger. Ma allo stesso tempo, ha investito 423 milioni di dollari in società che il quotidiano accusa di essere tra i maggiori responsabili delle malattie respiratorie che affliggono i bambini dell'area: Royal Dutch Shell, Eni, Exxon Mobil, Chevron e Total.
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L'attenzione del Los Angeles Times si è appuntata proprio su un impianto gestito dall'ente petrolifero italiano a Ebocha, in Nigeria. Il quotidiano racconta la vicenda di Justice Eta, un bambino di 14 mesi che ha ricevuto i vaccini pagati da Gates. Justice non avrà la polio o il morbillo ma, come molti altri bambini del suo villaggio, è afflitto da quella che la gente del posto chiama "la tosse", ovvero una difficoltà respiratoria che i medici locali attribuiscono ai fumi e alla fuliggine espulsi ogni giorno dalla torre di un impianto dell'Eni, le cui fiamme illuminano costantemente Ebocha.
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Secondo l'inchiesta, la Gates Foundation ha scelto di fare investimenti "alla cieca", senza cioè confrontarsi con le decisioni e le strategie delle società nelle quali riversa centinaia di milioni di dollari. Il risultato, è che il filantropo Gates si trova a sostenere finanziariamente società che figurano nelle liste dei peggiori inquinatori, come Dow Chemical e Tyco International, i maggiori enti petroliferi al mondo, e società farmaceutiche accusate di mantenere troppo alti i prezzi dei medicinali necessari alla cura dei malati di Aids.
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Monica Harrington, uno dei manager della società di investimenti che gestisce il patrimonio dei Gates, ha difeso la scelta di mantenere separate le attività di beneficenza dalle iniziative per far fruttare il patrimonio. Ma altri colossi della filantropia, tra cui la Ford Foundation, hanno imboccato strade diverse, scegliendo di avere voce in capitolo nelle società in cui investono, e considerando anche il loro impatto sull'ambiente.
…a me Bill Gates non è che sia proprio simpaticissimo, visto che vende a caro prezzo programmi che danno sempre problemi, e li vende in regime di monopolio. Però, fra considerarlo un benefattore dell’umanità, e considerarlo un losco affarista, non potremmo cercare una via di mezzo?
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