Roma, 21 feb. (Adnkronos/Ign) - Il Senato ha bocciato la risoluzione dell'Unione di approvazione delle comunicazioni del ministro D'Alema sulla politica estera. I sì sono stati 158, i no 136, 24 gli astenuti.
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"La replica di D'Alema non ha cambiato la sostanza della politica del governo indicata nella relazione e il mio voto a favore non ci sarà''. Lo ha dichiarato il senatore del Prc Franco Turigliatto che contestualmente ha annunciato le sue dimissioni. ''Sono contrario alla guerra in Afghanistan e al raddoppio della base di Vicenza che il governo, la maggioranza del centrosinistra e tutto il centrodestra invece vogliono fortemente, contro l'opinione dell'elettorato italiano e contro la rivolta di un'intera città - ha detto il senatore di Rifondazione - Certo, una nuova maggioranza sarebbe peggiore dell'attuale e non la auspico. Ma il governo non andrà lontano se continuerà a voltare le spalle a chi lo ha votato. Non accetto di diventare il capro espiatorio della crisi di questo governo, che è tutta legata alla sua politica suicida e non al mio dissenso personale". Turigliatto sottolinea che ''sull'Afghanistan e sulla base di Vicenza nulla era scritto nel programma dell'Unione, per cui la supposta fedeltà alla coalizione semplicemente non esiste. Tuttavia, non volendo approfittare della mia condizione determinante nelle scelte decise dalla maggioranza del gruppo parlamentare, presenterò oggi stesso le mie dimissioni dal Senato", ha concluso.
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Divisioni si registrano anche nell'opposizione. L'Udc, infatti, ha deciso che si asterrà sulle mozioni relative alle comunicazioni di D'Alema. "Ci asterremo perché non possiamo votare per il qualunquismo, l'ambiguità, la non chiarezza. Non ce lo possiamo permettere", ha detto Mario Baccini.
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D'altronde, in sede di replica, il ministro D'Alema aveva invitato tutti alla ''chiarezza'' ''E' il momento delle assunzioni di responsabilità. Chi è favorevole voti sì, ma chi è contrario alla nostra politica estera voti contro. Ora serve chiarezza''.
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Tre le mozioni su cui i senatori sono chiamati a votare. Oltre a quella presentata dal senatore Giulio Andreotti, quella della maggioranza e quella della Cdl messa a punto dal leghista Roberto Calderoli, già autore dell'odg 'trabocchetto' sulla base di Vicenza, che nei giorni scorsi provocò lo scivolone dell'Unione al Senato. Ma oggi il blitz non è riuscito. Il senatore Calderoli è stato costretto in corsa d'opera a cambiare il testo della mozione Cdl che da un iniziale sì a D'Alema, ''verificata la continuità della linea di politica estera fino ad ora adottata dall'attuale Governo anche in sede di comunità atlantica'', è passato ad un secco no al ministro. ''Il Senato -recita la nuova mozione a firma Calderoli- verificata nei fatti la continuita' della linea di politica estera e di difesa fino ad ora adottata dall'attuale governo anche in sede di comunita' atlantica, ma udite la relazione e la replica non le approva''.
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Proprio in sede di replica, il ministro D'Alema aveva definito ''falsa'' la presunta continuità in politica estera con il governo Berlusconi accreditata dalla mozione della Casa delle libertà. ''Sono un ammiratore del senatore Calderoli. Debbo confessarlo...'', ha esordito D'Alema con una battuta. ''Sono un suo ammiratore - ha insistito il vicepremier- perché Calderoli si ingegna a creare meccanismi estremamente insidiosi e fantasiosi. Tuttavia, se la mozione di Calderoli vuole sostenere che la politica estera dell'attuale governo è in continuità con Berlusconi dice il falso e quindi esprimerei parere contrario''.
E' da notare che al Senato i voti di astensione valgono come voti contrari, quindi i 136 NO ed i 24 astenuti valgono 160 NO, contro i 158 si.
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