C’è, su un sito RAI, una biografia di Gianni Morandi, della quale vi risparmierò gran parte della sezione musicale, che peraltro tutti, più o meno, ricordano abbastanza bene. Quello che invece di Moranti mi ha sempre affascinato è il mix del contesto familiare e sociale nel quale è diventato “l’eterno ragazzo” che tutti conosciamo.
Nasce a Monghidoro (Bo) nel 1944. Giovanissimo, per far quadrare il bilancio familiare, si impegna in piccoli lavori: Vende bibite e caramelle nel cinema del paese. Nel Capodanno del 1956, diventa la piccola star del suo paese. Durante i festeggiamenti in piazza canta a squarciagola la canzone Buon anno, buona fortuna, con il suo vocione potente amplificato dagli altoparlanti a tromba Geloso piazzati sul tetto di una Fiat 1400.
A dodici anni abbandona gli studi dopo aver iniziato le scuole di avviamento commerciale, e si trasferisce a Bologna. Lì studia canto con la maestra Alda Scaglioni, cacciatrice di talenti musicali da lanciare nelle balere dell'Emilia Romagna. Il debutto ufficiale avviene nell'aprile del 1958, nella Casa del Popolo di Alfonsine in provincia di Ravenna.
Inizia una dura gavetta durante la quale impara a suonare la chitarra e la batteria. Il padre, anche se umile, tiene alla sua educazione e gli fa leggere nell'ordine: “Che fare” di Tchernischevsckij, “Due passi avanti e uno indietro" di Lenin”, “Il Capitale di Carlo Marx”, “I quaderni del carcere” di Antonio Gramsci. Tutta roba leggera. Nel 1961 fonda il gruppo musicale, Gianni Morandi e il suo complesso.
Ecco, il resto della biografia ve lo risparmio; quello che mi ha sempre affascinato, di Morandi, è il sorriso; quando il caimano sorride, si capisce lontano un miglio che “indossa” il sorriso come una cravatta di Marinella; quando sorride Morandi, si capisce che il sorriso parte dalla pancia e dal cuore ed arriva sulle labbra.
Io sono affascinato anche da questo sempiterno ragazzo che lascia le scuole a 12 anni, ma che riesce a districarsi, senza grossi problemi, fra congiuntivi, condizionali e concetti… E poi questo incredibile padre che gli mette in mano Tchernischevsckij, Marx, Gramsci… e la perla dell’esordio professionale, a 14 anni, nella “Casa del Popolo” di Alfonsine…
Gianni Morandi, pur non avendo mai imboccato la strada dell’impegno ad ogni costo, ha inserito nel suo repertorio anche qualcosa di impegnato, senza peraltro lasciarsene totalizzare. E’ stato, e continua ad essere, un cantante dal repertorio quasi sempre semplice, quasi sempre piacevole. Come “Perla” di questo ragazzo di 63 anni ho scelto “Canzoni Stonate” perché mi piace, perché spero che piaccia anche a voi, e perché mi ricorda anche certe piccole esperienze “musicali” personali del periodo dell’Università, durante il quale affrontavo, insieme ad altri temerari amici, il rischio del lancio di ortaggi e oggetti contundenti, pur di guadagnare quanto serviva per la miscela al 5% nella Vespa, e per “l’ingresso, consumazione inclusa”, al Tramonto d’Oro di Praiano, quando c’erano i nuovi “arrivi” di studentesse austriache, argomento sul quale il gestore del “Tramonto” ci teneva tempestivamente aggiornati.
Gianni Morandi – Canzoni Stonate
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