Di Joan Baez Wikipedia riporta una biografia, peraltro molto completa, che comincia con le seguenti parole: ”... è una cantante di musica folk statunitense conosciuta anche per il suo impegno politico...”
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Io, che sono un noto provocatore, vorrei parafrasare e capovolgere questo concetto: “Joan Baez è stata un fulgido esempio di impegno civile, portato avanti per mezzo secolo. In questo è stata aiutata da una splendida voce, da una famiglia meravigliosa, da splendidi compagni di viaggio”
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Dopo la Iva Zanicchi di “OK il prezzo è giusto”, la Baez delle marce per i diritti delle minoranze, di Hanoi... a volte l’ordine alfabetico gioca brutti scherzi, avvicinando cose che fra di loro c’entrano come l’abbaino e Cesare Abba... Della Baez musicista dirò poco, perchè sapete tutti tutto, e se volete la discografia completa, la trovate in mille siti internet, a cominciare da Wikipedia. A me preme oggi ricordare alcune tappe fondamentali dell’ “altra” Baez, quella che è diventata cara a due generazioni di diseredati in tutto il mondo.
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Joan Baez è nata a Staten Island (NY) nel 1941, in piena guerra, anche se la guerra era altrove. Suo padre, il fisico Albert Baez, rifiutò posti di prestigio nel campo della difesa militare, probabilmente influenzando con queste scelte il successivo impegno politico di Joan nel campo del pacifismo e della tutela dei diritti civili.
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Nel 1951 Joan risiede a Baghdad, a causa dei frequenti spostamenti per lavoro di suo padre. Rimane molto colpita dalla povertà e dalle condizioni di vita della popolazione locale.
Alla fine degli anni ’50 Albert Baez è al MIT di Boston, dove si trasferisce con la famiglia. Studia, ed inizia a cantare e suonare in un locale di Cambridge, per 20 dollari a sera. Nel ’60 incide il suo primo album,che non passerà alla storia. Il successo arriva l’anno dopo col secondo album (Joan Baez Vol. 2, che vince il disco d'oro) E’ la consacrazione definitiva come cantante. Nei primi anni sessanta contribuisce a dare il successo a personaggi del calibro di Bob Dylan e Joni Mitchell.
L’impegno sociale e politico di Baez è caotico, ma sincero, e non conosce pause. La ritroviamo moglie, nel ’68, di un uomo arrestato perchè renitente alla leva per il Vietnam. La ritroviamo splendida esecutrice di “We shall overcome” alla marcia di Martin Luther King a Washington; la ritroviamo nelle battaglie per l’obiezione fiscale (autodecurtava i versamenti delle sue imposte sul reddito della quota che sarebbe servita per i costi della guerra in Vietnam).
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La ritroviamo al festival di Woodstock, dove la sua molto politicizzata "The Night They Drove Old Dixie Down” entra nella hit americana dei singoli.
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Durante il Natale del 1972, si unisce ad una delegazione pacifista che attraversa il Vietnam del Nord sia per chiedere il rispetto dei diritti umani nello stato, che per consegnare la posta e gli auguri natalizi ai progionieri di guerra statunitensi. Durante il suo soggiorno inizia su Hanoi il "bombardamento di Natale" ordinato da Richard Nixon, durante il quale la città viene bombardata ininterrottamente per undici giorni.
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Nei primi anni '70, Joan si impegna molto a sostegno di Amnesty International. Nel 1981 la ritroviamo in Cile, Brasile e Argentina, ma in nessuno dei tre paesi le viene permesso di esibirsi; i governi locali non vogliono sentir parlare di tortura e sparizioni.
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Nell'agosto del 2005 partecipa in Texas al movimento di protesta pacifista avviato da Cindy Sheehan, il mese successivo canta "Amazing Grace" durante il "Burning Man Festival" tributo alle vittime dell'uragano Katrina e nel dicembre 2005 partecipa alla protesta contro l'esecuzione di Tookie Williams.
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Di questa bellissima persona, che a 66 anni lotta ancora per il prossimo con la freschezza, l’energia, e a volte l’ingenuità di una ventenne, vogliamo offrire al vostro ascolto, eccezionalmente, due “inni” all’ottimismo ed alla speranza, che sono al tempo stesso parte della colonna sorona dei nostri “anni della speranza”:
"We shall overcome" e "Blowin' in the wind"
Buon ascolto e buona domenica.
Download joan_baez_blowing_in_the_wind.R.mp3
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