…poi DOVRO’ staccare la spina su questo argomento, perché rischio di…finire la benzina.
Prendo spunto da una critica benevola che mi è pervenuta da una persona che stimo molto (Charly Brown) in forma privata, ed alla quale ho risposto (spero in maniera convincente) in forma privata. E prendo spunto da un intervento di Gian Nicola, il quale ha scritto questo commento:
“…Caro Taf, giunti alla fine di questa estenuante maratona sulle foibe (ho letto oggi tutti i post sull'argomento), devo testimoniare due cose: un grazie sentitissimo per la tua fatica (reale fatica, viste le tue condizioni di salute), che ha consentito a tutti noi di avere notizie, per una volta, serie e documentate e il mio personale fastidio per le decine di post sprecati a rispondere alle ignobili sciocchezze di una macchietta (Ardito) e di un finto-moderato (Neri). Ammiro, da un lato, la vostra sovrumana pazienza nei confronti dei meno dotati intellettualmente, ma trovo eccessivo questo intestardirsi a cavar sangue dalle rape. Bisogna rassegnarsi: gli idioti esistono ed esistono anche i mascalzoni. A volte, tragicamente,le due cose coincidono.
L'unica seria obiezione alla tua tesi è venuta da Prosdocimo col post delle 23.24 di ieri, sul post del Giorno del ricordo. Con argomenti corretti e motivati, Prosdocimo parla di "giustificazione relativistica" a proposito del tuo contrapporre i 1300 "morti sicuri" delle foibe ai milioni delle stragi nazifasciste. A lui, e solo a lui a mio avviso,andrebbe data risposta ( come alle altre "provocazioni" del suo post).Se ne hai tempo e voglia, mi piacerebbe sentire il tuo parere. Il mio, se ti interessa, lo scriverò in un altro momento per non dilungarmi qui ulteriormente. Scritto da: Gian Nicola | 12/02/07 a 12:25
Gian Nicola si riferisce al commento di Prosdocimo, che riporto di seguito, per non costringervi ad immani ricerche:
“…Vabbe', Ardito è dichiaratamente fascista e dice cose da fascista. Ma noi siamo comunisti e dobbiamo dire cose da comunisti? Mah, in certi contesti è d'uopo. Ma, poi, comunisti quali? Quelli che alla stazione di Bologna, in quanto lavoratori delle FFSS, negarono ai profughi istriani di scendere nella città "rossa" e perfino un pasto? No. Io no. Quelli che dissero "i compagni Russi avranno avuto le loro buone ragioni" nel '56 in mezzo ai fatti d'Ungheria e ribadirono il complesso concetto nel '68 per la Cecoslovacchia? Quelli che costrinsero il gruppo del Manifesto a uscire dal Partito sotto l'accusa di frazionismo, che ammutolirono Terracini e ridussero Ingrao ad uno sterile monumento di se stesso? O quelli che tramortirono di fronte alle "revisioni" di Gorbaciov? Io, no. Io dico che non si può glissare la domanda implicita di Ardito sul che cosa significano i 1300 morti sicuri delle foibe. Sono sufficienti, Antonio, a muovere una risposta perchè i milioni di vittime nazifasciste non stabiliscono un metro di misura al di sotto del quale ce ne usciamo ( anche noi?!) con una comoda rubricazione di " danni collaterali". Perchè è una domanda che , per noi non per Ardito, vuole una risposta. Anche imperfetta , la risposta, ma non quella " giustificazione" relativistica che accampi tu, Antonio. Ha ragione Ardito sul punto: Tito preparava il dopoguerra, la nuova spartizione d'Europa. Yalta dimostrò che non era certo lui il più cinico. Ma le popolazioni coinvolte, come birilli che non possono che perdere, pagarono le follie criminali in nome della Patria Nazionalista e quelle per la Patria Socialista. Perchè quello che per i Comunisti in buona fede - il vero popolo comunista - fu Internazionalismo e per gli altri Patria, per i Capi (di Partito, di Governo, di Stato) fu per quello adesione ad un unico punto di vista e per questa difesa degli interessi dei potenti di turno. Come e perchè, poi, i singoli credettero di agire in favore di questa o contro quella "linea", aderendo o rigettando questa o quella "visione del mondo" è storia di ideali, illusioni, tradimenti ed eroismi che compongono come mattoni inconsapevoli i muri di sostegno di ogni potere in cerca di legittimità . Obbligo: cascarci il meno possibile diffidando , fino all'eccesso, di tutte le categorie di giudizio che ci vengono imbandite come biada all'asinello.
Scritto da: prosdocimo | 11/02/07 a 23:24
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Prima di fornire testimonianze d’accusa e di difesa, vorrei chiarire una volta per tutte a Prosdocimo, a Gian Nicola, a Charly Brown, e persino a me stesso, alcune cose. La stanchezza, e la disorganicità con la quale si è svolta la discussione, mi costringono ad un certo “disordine espositivo”, di cui mi scuso in anticipo.
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Facendo un post (anzi, tre) sul Giorno del Ricordo, sapevo perfettamente che avrei suscitato un vespaio, come è puntualmente avvenuto. E sapevo perfettamente che alcuni avrebbero applaudito, ed alcuni avrebbero fischiato. Detto questo, chiarisco, in bel disordine, i punti del mio pensiero, laddove sembra, da alcune reazioni, che non sia stato espresso chiaramente.
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-1) I morti, secondo me, non sono come le azioni per Cuccia (soleva dire che le azioni si pesano, non si contano). Per me la verità sta in qualche luogo mediano. Il numero dei morti non è tutto, ma non è neanche niente. Nei salotti usiamo dire che un morto o 100 morti sono la stessa cosa. Non sono d’accordo. Lo sono ancor meno quando iniziamo a parlare di 2500 e di 13 milioni. 2500 morti sono una vergogna per l’umanità, e per questi morti chi li ha compiuti e/o avallati deve vergognarsi. Anche 13 milioni di morti sono una vergogna per l’umanità; come i 2500, solo moltiplicata per 5000 volte.
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-2) I morti delle foibe in gran parte sono fatti risalire a episodi di criminalità politica, ma anche comune: un misto di “dissuasione” dal restare, partigiani che si vendicavano di fascisti, ustascia che ammazzavano partigiani, tutti contro tutti. I 13.000.000 della Shoah sono morti scientificamente programmati ed eseguiti da una grande nazione, appoggiate da un piccolo ometto di nome Mussolini. Non riesco a mettere nello stesso calderone 2500 omicidi barbari coi milioni di esseri umani, anche tedeschi e italiani, scientificamente passati per i camini senza neanche l’alibi di essere di una nazionalità nemica.
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-3) I miei rapporti col PCI sono iniziati DOPO lo strappo di Berlinguer e l’inizio del dibattito sulla questione morale. Quindi su Praga e Budapest stavo dove stavamo tutti: in strada, a manifestare contro i comunisti sovietici. Prima del ’75 votavo per Ugo La Malfa (il figlio non lo voterei neanche come rappresentante di scala nel condominio). Da Berlinguer in poi, PCI-PDS-DS, come direbbe il cavaliere. Niente extra-sinistra. Con questo spero di aver esaurito tutti i dubbi eventuali sulla mia posizione rispetto al vetero-comunismo ideologico.
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-4) Quando dico che i morti non sono tutti uguali, ovviamente mi riferisco ai morti che sono morti perché attivamente impegnati a far qualcosa. A costo di scandalizzare, ribadisco: se muore un partigiano che volontariamente lotta per liberare l’Italia dal nazifascismo, in una scala da uno a dieci il mio dispiacere è dieci. Se muore un nazista o un fascista perché un partigiano gli spara in fronte mentre tenta di rafforzare la sua posizione in un paese occupato, o tenta di portare un treno ad Auschwitz, il mio dispiacere è zero.
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-5) Concedo larghe attenuanti ai popoli jugoslavi che hanno pesantemente subito, per vent’anni, la violenza e la sopraffazione fascista, così come concedo larghe attenuanti agli ebrei post-shoah (quelle stesse attenuanti che non mi sento di concedere agli israeliani che ammazzano 20 palestinesi perché forse in un auto c’è un vice-sotto capo di Hamas).
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-6) Capisco chi, come Massimo Bacci, da figlio di esuli ripudia il Tafanus; noi continueremo a pensare “a prescindere” dal fatto se qualcuno abbia avuto dei danni, magari patrimoniali, personali. Il nostro pensiero dominante è che noi quella guerra, insieme ai tedeschi, non dovevamo farla. Oggi non siamo legalizzati ad accusare altri per le conseguenze di fatti che NOI abbiamo scatenato. Chi rompe paga, e i cocci sono suoi.
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-7) La Giornata del Rcordo: io ho seguito tutta la discussione in aula, nel 2004, e non mi è piaciuta. Gasparri e Menia hanno tentato un’operazione da MinCulPop: parliamo delle foibe per sminuire l’impatto mediatico della Shoah; mettiamo la Giornata del Ricordo il più vicino possibile alla Giornata della Memoria; la “cosa” più vicina al 27 Gennaio era il 10 Febbraio, che con le foibe, nello specifico, c’entrava poco o niente: il 10 Febbraio ’47 non è stata scoperchiata alcuna foiba, è stato solo firmato il Trattato di Parigi, che i fascisti chiamano spregiativamente “diktat”, scordandosi che la guerra funziona esattamente così: la fai; se la vinci, bene; se la perdi, arrivano le rese incondizionate, i diktat, i processi di Norimberga.
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-8) Io non condivido il Violante di allora, che tendeva a “pacificare” e ad assimilare, quasi, i partigiani ai “ragazzi di Salò”. I partigiani hanno contribuito a cacciare i nazifascisti, i ragazzi di Salò volevano difendere e perpetuare il potere dei due pazzi con l’elmetto nel cervello. No, i morti non solo uguali. Concordo con Violante quando dice che anche i “ragazzi di Salò” erano mossi da ideali. Tutti siamo mossi da ideali, giusti o sbagliati. Però io sono sempre stato cogli ideali di Pertini, di Bocca, di Tina Anselmi, e mai con quelli di Almirante e di Tremaglia. Tremaglia era un ragazzo? Anche la Anselmi, era una ragazza. Eppure ha fatto una scelta di democrazia, e non una scelta di difesa della dittatura sanguinaria, espansionista e razzista.
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-9) Mia madre, durante la sanguinosa ritirata dei tedeschi, dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia, era una ragazzina, anche se era già sposata e aveva avuto i primi due figli, fra i quali il sottoscritto. Io me la ricordo. Le sue coetanee facevano ancora la pagliacciata del “Sabato Fascista”, con le loro divise da non so cosa passate dal regime che era già morto ma non voleva accorgersene. Mia madre passava tutto il tempo libero in una chiesa adibita ad ospedale da campo, dove curava feriti americani, italiani e tedeschi, senza chiedere di che nazione fossero. Medicava ferite, cambiava bende, umettava le labbra dei moribondi, teneva la mano ai ragazzini che si spegnevano. Fino ad un mese prima, sarebbe svenuta solo a vedere un taglietto a un dito. Eppure neanche quei morti erano tutti uguali. C’erano tedeschi che si spegnevano con la vergogna nello sguardo, consci di quello che avevano scatenato nel mondo; ma c’erano anche tedeschi che crepavano dicendo, con l’ultimo respiro, Heil Hitler. No, i morti non sono tutti uguali.
Voglio chiudere, definitivamente, con un excursus di commenti ricevuti, scegliendo prevalentemente fra quelli pervenuti da gente che per storia personale o familiare, hanno qualcosa da insegnarci
Tafanus
Cari Amici, come detto qualche giorno fa, vi leggo sempre con molto piacere. Devo pero' dire che la vostra posizione sulle foibe e' irritante. Quei morti ci sono stati e meno male che dopo 60 anni sia stato detto. Fine. Il giorno del ricordo è una pacchianata, ma il silenzio del dopoguerra ( e ci metto anche Cefalonia) è stato una vergogna. Si', meritavamo di perdere la guerra, embè? Allora non dobbiamo neanche dispiacerci per i nostri morti ? Vi ho sempre ammirato perché parlate al di fuori dei dogmi delle 'opposte tifoserie'. Continuate a farlo. Amichevolmente,
Marco Benvenuti.
Caro Antonio, volevo ringraziarti per questa lucido e preciso racconto sulle foibe. Io sono triestina e nei racconti dei miei nonni e della minoranza slovena del Carso questi fatti non sono andati come i fascisti Gasparri e Menia e altri amano raccontare!! Gran parte dei infoibati erano collaborazionisti e fascisti e come hai spiegato bene la guerra la iniziò Mussolini e non Tito! Grazie anche da quelle persone come gli Sloveni di Trieste che durante il fascismo e fino a qualche anno fa' non potevano parlare la loro lingua pena le botte e altro!! Per inciso io sono Italianissima (mio padre e' toscano) ma odio le ingiustizie!! E certe cose vanno dette: sono stufa di sentir parlare di queste foibe come di un altra Shoah, falso! Grazie e ancora grazie!
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Ho gia' inoltrato a delle mie amiche triestine (ma della minoranza slovena) il tuo giornale! Grazie ancora a te che pur non essendo nato nella mia città sei stato molto preciso nello spiegare questi avvenimenti! Ti ricordo che abbiamo un parlamentare di AN (Menia) ex picchiatore fascista che pochi anni fa, essendo assessore alla cultura a TS, non ha voluto celebrare nella RISIERA (unico forno crematorio in Italia) la ricorrenza del 25 aprile! Mi dispiace ma la memoria condivisa non fà per me!! Per me fascisti erano e fascisti rimangono! Ti ringrazio ancora. Con simpatia, un abbraccio.
Daria Gori – Florida
Sono nato a Trieste , e questo non e stato un vantaggio per me, nel trovare sia un lavoro, e tanto meno una casa popolare perché quando facevo la domanda per entrare in graduatoria partivo con qualche punto di svantaggio, perché non ero esule , e così via per tante altre cose. Io non volevo avere di più di un esule, ma almeno quanto lui, alla pari .Grazie.
Logar Sergio nato 1954.
Tafanus, solo poche righe di apprezzamento per quanto hai scritto in relazione alla giornata del 10 febbraio. Sono davvero commosso, non pensavo affatto che dopo anni di "dezinformacija" e "Cuori nel pozzo" ci fosse in Italia qualcuno così informato riguardo ai fatti (vedi un po' cosa gira sulla wikipedia italiana sul tema, per esempio). Un grazie da parte di molti Sloveni di Trieste Gorizia e Udine. Continua così, da oggi in poi ti vorrò molto bene.
Scritto da: Triestino | 12/02/07 a 10:58
Tutta questa cultura revisionista (in senso propagandistico, non storico) ha, secondo me, due radici: l'anticomunismo atlantico e il revanscismo di Salò. Per molti anni questo humus è rimasto silente a leccarsi le ferite della sconfitta. Ora che le destre sono tornate in auge a causa anche della xenofobia leghista e dell'opportunismo Berlusconiano, tutto l'armamentario propagandistico che si rifà alle due radici di cui sopra sta cercando di ottenere riconoscimento accademico. Stiamo attenti perchè con i volonterosi aiutanti di centrosinistra che si ritrovano tra un pò ci diranno che Mussolini era solo un romagnolo scavezzacollo.
Scritto da: Lameduck | 12/02/07 a 16:24
Sono figlio di esuli da Fiume dove, come in Istria e Dalmazia, e' stata effettuata una pulizia etnica che e' proseguita nel dopoguerra perfino nei cimiteri, espellendo i morti con nome italiano sepolti anche da oltre un secolo e mezzo. Trovo indecente il vostro commento sul giorno della memoria delle foibe: vi siete messi allo stesso livello dei vari Gasparri e di quanti, nel dopo guerra, hanno fatto finta di non ammettere gli orrori perpretati dall'esercito di Tito. Sono un laico che vota a sinistra da sempre, mi fa orrore questa destra che ci ritroviamo, ma quello che avete scritto sulle foibe e' per me rivoltante. CANCELLATEMI dalle vostre liste.
Massimo Bacci
Caro Antonio,
hai fatto una ricerca talmente approfondita che non mi sento di aggiungere altro.
Faccio giusto un paio di riflessioni:
- la prima sulle belle parole che Napolitano ha pronunciato nella commemorazione del giorno della memoria e che io condivido:
«Dramma scatenato da un moto di odio e di furia sanguinaria»
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/02_Febbraio/10/napolitano.shtml
- la seconda su quello che io intendo per "memoria condivisa": una “memoria condivisa” di quegli accadimenti, non deve passare solo attraverso il riconoscimento di quello che fecero i”titini” in Istria dal 1945 al 1954 ma anche dei massacri che fecero i fascisti dal 1920 al 1945, questo a me risulta chiaro come una notte di luna piena con cielo sereno. Ora,devo dire,che anche in questo caso, la sinistra italiana seppur con colpevole ritardo ha fatto la sua parte, mi sembra invece che sia la destra che tenda invece molto a dar risalto al periodo 1945-1954 e cerchi invece di minimizzare il periodo 1920-1945. Ritengo inoltre che per avere una vera memoria condivisa,in questa giornata del ricordo,andrebbero coinvolte anche le popolazioni slave, attraverso i loro governi attuali,in cui noi riconosciamo tutto il male che abbiamo fatto a loro e loro,parimenti,riconoscono tutto il male che hanno fatto a noi. Personalmente, by my own, è un punto di incontro che ho già raggiunto; spero che in futuro lo sia anche a livello di governi, stante il fatto che la Slovenia è pure entrata in Europa e la Croazia e la Bosnia lo faranno presto. Ciao
Scritto da: cazzulati eritreo | 12/02/07 a 08:00
Un bellissimo post che me ne ha ispirato un altro. Bisogna parlare di questi fatti e spiace che anche le figure istituzionali seguano la corrente senza ricordare anche gli antefatti che portarono alle tragedie delle foibe. Voglio dire che insistere con la balla "italiani brava gente" solo per compiacere il revanchismo fascista, alla fine, mi fa tristezza. Napolitano ha perso un'occasione per rendere giustizia anche alle vittime slovene dell'aggressione fascista alla Jugoslavia. Un saluto.
Scritto da: Lameduck | 11/02/07 a 19:32
Incredibile! Sono capitata qui per caso... Scusa ma come vedi dal cognome sono una ragazza slovena, vivo in Italia e ho solo 26 anni. Quando sono nata il Maresciallo Tito era già morto. A scuola ci hanno raccontato un sacco di balle: che Tito era il peggior criminale di tutta la storia umana, che era un traditore Croato che ha venduto il suo popolo ai Serbi, che i Nazisti e i Fascisti italiani erano dei liberatori, che volevano bene al popolo Sloveno e che sono stati ammazzati da Tito, che da noi è peggio di satana. Io mi domandavo se veramente poteva esistere un uomo tanto cattivo, e che non era neanche Serbo, perchè per noi i Serbi sono i cattivi: si diceva che le guerre balcaniche erano colpa sua, ma come poteva essere colpa sua se era già morto? Si diceva che Milosević era il suo successore, ma come poteva essere lui che ha tolto la stella rossa dalla bandiera Jugoslava, ed era un nazionalista che è il contrario di un comunista? Si diceva ancora che la colpa più grave di Tito era quella di aver fatto una sola nazione fra i selvaggi e barbari Serbi e Macedoni, e noi "civili" Sloveni e Croati, e che non potevamo vivere insieme perchè troppo divesi. E' questa una colpa? Oggi nel mio paese si da la caccia agli Zingari, e molta gente pensa che Hitler aveva ragione a massacrarli tutti, e se non lo ha fatto, ora ci devono pensare gli Sloveni. E' questo un paese migliore? Da cosa siamo stati liberati? Siamo in Europa, ma ci comportiamo da Europei? Sai che il 99% degli Sloveni crede a queste cazzate che ci sono state insegnate a scuola? Io più leggo queste cose e più amo l'Italia, perchè da voi, a parte Gasparri e qualche altro cretino, non ce ne sono di persone che ragionano così. E mi vergogno profondamente di essere Slovena ed ex Jugoslava. Quando vado all'estero dico di essere Italiana, perchè ho imparato la vostra lingua, scusa se mi faccio passare per una vostra connazionale, ma mi vergogno di essere Slovena per i crimini che ha commesso la mia gente e per quelli che sta ancora commettendo. Ora vivo in Italia e non credo che tornerò mai più nel mio ex Paese.
Con affetto, amore e ammirazione per voi Italiani.
Valentina.
Scritto da: Valentina Vlahović | 12/02/07 a 00:16
Cara Valentina, grazie per la tua visita, e spero di leggerti ancora. Grazie per il giudizio fin troppo generoso che dai sugli italiani, ma non farti eccessive illusioni. Questo è un paese che al 50% è pronto (e non vede l'ora) di riportare l'Italia sotto il governo del nano di Arcore, dei Gasparri, dei Buttiglione, dei Giovanardi, e di altri consimili personaggi. E poi, di cosa devi vergognarti tu, personalmente, a 26 anni? Le colpe dei padri ricadono sulle spalle dei figli solo quando i figli le sposano beceramente ed acriticamente. Non mi sembra il tuo caso. Come forse avrai potuto leggere in qualche commento, o in qualche altro post, la destra in genere, in Italia, non ci sta a recitare il mea culpa. Sono passati 60 anni, e ancora non riescono a dire "siamo stati dei pazzi criminali". Speriamo nei prossimi 60... Grazie e buonanotte
Tafanus
Scritto da: Tafanus | 12/02/07 a 01:14
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