ROMA - Fosse stata un partita avrebbero perso 2-0 a tavolino per non essersi presentati. I vertici della Lega calcio hanno disertato l'audizione in seduta congiunta fissata dalle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato, scatenando la dura reazione dei parlamentari. Alla fine si è presentato Matarrese, ma con un grave ritardo e quando ormai la frittata era fatta. In mattinata a Palazzo Madama era previsto infatti un incontro per confrontarsi sul decreto legge approvato in emergenza dal governo per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi, ma i senatori hanno atteso invano tanto il presidente Antonio Matarrese, quanto il vicepresidente vicario, Rosella Sensi.
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L'incombenza è stata lasciata invece all'avvocato Leandro Cantamessa, componente del consiglio di serie A della Lega. Troppo poco, secondo la Commissione, rispetto all'importanza degli argomenti da affrontare. A prendersela più tutti è stato l'onorevole Carlo Vizzini di Forza Italia, che ha abbandonato immediatamente la commissione costringendo il presidente, Cesare Salvi, ad aggiornare l'udienza con la Lega calcio a data da destinarsi.
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A nulla è valso l'intervento del senatore Francesco D'Onofrio che ha provato a spiegare alle commissioni riunite che il presidente della Lega Matarrese era impegnato questa mattina al Viminale nella consegna di un assegno di 420 mila euro raccolti a favore della vedova di Filippo Raciti. A fare più di tutti le spese dell'incidente diplomatico è stato però l'incolpevole Cantamessa. "Mi sono sentito in grande imbarazzo", ha ammesso l'avvocato. "Il senatore Vizzini - ha aggiunto - ha usato parole forti ma sbagliate. Quel signore che si è allontanato non è stato cortese nei miei confronti".
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Matarrese alla fine è arrivato poco prima delle 13, giustificando sia il ritardo sia la scelta di farsi sostituire da Cantamessa. "Cantamessa - ha detto il presidente di Legacalcio - non è uno qualsiasi [...]
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