Diciotto anni e non sentirli: Blob spegne le candeline, e il gruppo di "anarchici" che ogni giorno lo confeziona, capitanati dal papà storico Enrico Ghezzi, festeggia a Viale Mazzini, incassando anche gli auguri di Prodi e Berlusconi. Non una vera e propria celebrazione, precisa Ghezzi, quanto "un'occasione per parlare insieme di alcune incertezze e, ahimè, certezze della tv di oggi, sempre più securitata". Così, la sala degli Arazzi della Rai diventa subito palcoscenico per una sorta di 'Blob' live, tra metatelevisione e critica feroce, dibattito e spezzoni trasmessi. Tutto, ovviamente, nel rispetto del disordine prestabilito che ha fatto di 'Blob' una delle trasmissioni cult delle tv italiana, non a caso tra le più longeve.
Ad aprire la conferenza, ci pensa Paolo Ruffini, direttore di Raitre, che ammette come la sua rete "sarebbe diversa se non ci fosse Blob, che dimostra come si possa cambiare rimanendo se stessi". Il direttore, osserva Ghezzi, "è la persona che più di tutti, dai tempi di Angelo Guglielmi, ci ha assicurato autonomia o questa parvenza di autonomia". Una Raitre che, dai tempi di Guglielmi, è cambiata e che in quegli anni schierava un "tridente" d'eccezione: l'irriverente Piero Chiambretti ne 'Il Postino', a seguire Blob, poi la garbata incursione di Andrea Barbato, con la sua 'Cartolina'. Se lo ricorda bene Chiambretti, in sala tra gli invitati d'eccezione: "E' stata un'epopea, io sono nato professionalmente con Raitre", ammette osservando come lo stesso Blob, nel corso degli anni, sia cambiato: prima i 'protagonisti' del patchwork di Ghezzi si arrabbiavano, "ora, al contrario, se una cosa passa su 'Blob' vuol dire che è degna d'attenzione, bella o brutta che sia". La prima fase, spiegherà dopo Ghezzi, "è durata appena dieci giorni".
Tra gli invitati anche Michele Santoro, che ha parlato di Blob come dell'"unica espressioni di critica televisiva" del panorama italiano. Tra i 'Blob-dipendenti' dichiarati anche Gianfranco Funari, che dopo 11 anni da sabato 28 tornerà su Raiuno: ""A casa mia si vede solo Blob, il tg, e qualche film. E sapete perché mi piace? Perché è l'unica trasmissione che anche se mi delude mi da speranza per il giorno dopo". Nonostante l'assenza dai video, Funari mantiene intatta la sua verve, e punta il dito contro la scelta di Ghezzi di trasmettere il messaggio di auguri di Antonio Ricci, papà di Striscia la notizia, nata ben due anni prima di Blob: "Io da Ricci non mi sarei mai fatto fare gli auguri, Striscia mi fa schifo", sentenzia Funari. "Neanche a me piace Striscia - si difende Ghezzi - ma mi piace la difficile autonomia di Ricci". "Ma quale autonomia? - si riscalda Funari - ma che te lo devo di' io? Di che autonomia parli?".
Blob festeggerà il suo compleanno anche con una puntata speciale, in onda il 24 aprile sui Raitre a partire dalle 23.50. Cinquanta minuti battezzati 'Don't panic' che mostreranno "le cose più estreme, quelle che ci hanno creato più problemi", annuncia Ghezzi. Il titolo, così come in un certo senso l'ispirazione di Blob prende le mosse da un evento drammatico, accaduto il 22 gennaio 1987, quando un funzionario della Pennsylvania accusato di corruzione, Budd Dwyer, si sparò davanti ad una telecamera, nel corso di una conferenza stampa, e subito dopo qualcuno cercò di rassicurare i presenti, urlando: Don't panic. Il filmato fu mandato in onda dai Tg e "anche da Unomattina, ricorda Ghezzi. Naturalmente, si blocca prima dello sparo. Una scelta che Ghezzi giudica "non meno oscena del far vedere per intero il video".
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