PERSONAGGI: EUGENIA, LA PALADINA ANTI-DICO
di Marco Damilano
Dalle battaglie con Marco Pannella al Family Day. Così la Roccella è diventata la prediletta della Cei
Dice: "L'essere radicale è un metodo. Resta per sempre". Deve essere proprio così: 26 anni fa, di questi tempi, era stata trascinata via dalle forze dell'ordine in piazza San Pietro, con cartelli contro il Concordato, e processata per manifestazione non autorizzata. Con lei, nel 1981, c'era il giovane segretario del partito radicale, Francesco Rutelli. Oggi si prepara a manifestare ancora sul sagrato di una chiesa, dalla parte opposta, però: San Giovanni in Laterano, 12 maggio, il Family Day organizzato contro i Dico. In prima fila, di nuovo lei, Eugenia Roccella. Parlerà in piazza insieme all'ex leader Cisl Savino Pezzotta. Stessi toni apocalittici, stesso piglio da Giovanna d'Arco: ieri anti-clericale, oggi prediletta delle gerarchie ecclesiastiche di Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.
In nome della famiglia è tornata a frequentare i politici. È stata ricevuta da Piero Fassino, interessato alla manifestazione. È andata da Pier Ferdinando Casini, ma qui giocava in casa. Dal compagno di lotte Rutelli ancora no, ma ci andrà a breve. "L'Eugenia dei due mondi", la chiama compiaciuto 'Il Foglio' di Giuliano Ferrara, uno dei quotidiani da cui la Roccella diffonde il suo verbo. L'altro è il giornale della Cei 'Avvenire' che già rintraccia i segni di una conversione annunciata: "L'infanzia l'ha trascorsa in Sicilia, con nonni e zii che la battezzarono a cinque anni", strappandola al destino relativista, pare di capire.
Laica, la Roccella giura di esserlo ancora. Esibisce con orgoglio il distintivo nelle trasmissioni tv dove difende l'onore della famiglia. E non dimentica il pedigree radicale: il papà Franco è stato tra i fondatori del partito, a lungo deputato, amico di Marco Pannella dai tempi dell'università, fino all'inevitabile litigio. Qualche giorno fa, incontrandola a Montecitorio, Ciriaco De Mita l'ha abbracciata: "Da quando non c'è più tuo padre non so con chi discutere di politica".
Oggi Eugenia rivendica: "Se fosse vivo, papà sarebbe con me". Franco Roccella è morto nel 1992, la sua malattia, insieme a quella della madre negli anni Ottanta, sono state decisive per far cambiare strada alla figlia. "È morto in casa, come voleva lui, non ha mai chiesto di lasciarlo morire", ricorda con riferimento al caso Welby. Anche questo è metodo radicale: il corpo, la vita, la morte da usare come un oggetto contundente nelle polemiche politiche. Rudimenti appresi negli anni Settanta, quando la Roccella, appena ragazza, era già una leader del movimento di liberazione della donna. Militanza dura e pura, raccolta di firme per il referendum radicale del 1981 sull'aborto, quello che voleva abrogare la legge 194, ma nel senso della liberalizzazione. "Non ero d'accordo con quella battaglia. La consideravo un grave errore", ammette Roccella. Pubblicamente, però, non ne prende le distanze, forse per disciplina di partito o di tribù, forse per rispetto della sua storia personale che tiene insieme tante cose, troppo diverse, spesso.
L'incontro tra la Roccella e gli ultras cattolici è avvenuto due anni fa, in occasione dei referendum sulla fecondazione assistita, quando la scrittrice-giornalista annunciò la sua astensione. All'ultimo meeting ciellino di Rimini è stata la più applaudita con il suo intervento contro la pillola abortiva Ru486, in tandem con la scienziata Assuntina Morresi. Anche l'altra amica del cuore, la storica Lucetta Scaraffia, combatte a spade sguainate: al punto da sobbarcarsi perfino l'ingrato compito di recensire un libretto del capogruppo dell'Udc Luca Volontè sul 'Corriere', quando si dice la devozione a una causa. Insieme, Eugenia e Lucetta, abituate a pensare in grande, hanno scritto un libro contro l'Onu, colpevole di voler distruggere il cristianesimo. Insieme, hanno curato il volume 'Italiane' commissionato dal ministro delle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo in era centrodestra. Spuntavano, in quei ritratti di donne illustri del Novecento, le varie anime della Roccella: Adelaide Aglietta, Elsa Morante, Carolina Invernizio, Liala. Riecheggiavano gli antichi slogan: non siamo streghe, solo donne. Oggi, però, da testimonial del Family Day, Eugenia Roccella appare soprattutto come una sorridente, combattiva madonna. Pellegrina.
...come canterebbe ancora oggi Fiorella Mannoia..."come si cambia, per non morire"...
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