CVD: Come Volevasi Dimostrare. Lo avevo previsto ieri in un commento (non che ci volesse Nostradamus...). Appena dalle belle enunciazioni di principio si passa al concreto...
Ingresso nel Pse, la Margherita ferma sul no. E' già dibattito tra Ds e Dl sulla collocazione del Pd nelle "famiglie" europee. «Dobbiamo entrarci». «Meglio limitarsi a collaborare» - La Quercia: anche i socialisti europei cambieranno. Ma i centristi frenano
FIRENZE — Creare qualcosa che assomigli il più possibile al Democratic Party. E che poco o niente avrà a che fare con le denominazioni correnti del centrosinistra europeo. Quindi, anche col Pse. E così il richiamo all'approdo nel Partito Socialista Europeo, che ieri Piero Fassino ha fatto dal palco del Mandela Forum, al congresso ds di Firenze, non ha spaventato proprio nessuno. Nelle chiacchierate private, i leader di Quercia e Margherita fanno capire che se di casa comune si tratterà, non potrà mai essere davvero questo Pse. E dunque sì, va bene se i Ds ne parlano, ma nessuno immagina che il Pd possa entrare davvero in quella «famiglia » [...]
Comunque mai in questo Pse, ribadiscono i Dl. Lo dice esplicitamente il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni: «Ora si costruisce il Pd, tagliando per bene tutti i cordoni ombelicali. Il nuovo soggetto andrà senza legami dove vuole. Ma non nel Pse». E la linea è quella che da sempre Francesco Rutelli va spiegando: mai con i socialisti europei. Anche se ieri, sollecitato, il leader dl ha preferito non parlarne: «Mica mi faccio rovinare il discorso che farò domani (oggi; ndr) al nostro congresso, eh? Ascoltatemi e capirete». Antonio Polito, senatore della Margherita, fa un ragionamento simile: «Premesso che la collocazione del Pd la decideranno gli organismi dirigenti del nuovo soggetto politico, credo anche che interessi pochissime persone. Mancano due anni... Comunque, io la penso come Pietro Scoppola: sarebbe strano che un partito nuovo, che nasce per rifondare il riformismo, aderisca poi al Pse. Si può collaborare con loro, ma alla fine l'approdo non potrà essere quello. Si andrà oltre, necessariamente». Meno netto Dario Franceschini: «Questo problema credo che si risolverà dopo. Ora deve prima essere fondato il Pd. Chiaro che una casa comune ci attende tutti, in Europa. Ma non può essere il Pse. Non come è ora, almeno. È evidente». Questa la linea della Margherita.
Ma anche tra i Ds è palpabile la volontà di non trasformare il tema in una guerra di religione. Parola d'ordine: mediare e tranquillizzare. Lo spiega bene Marco Minniti: «Si stanno giocando due partite: una europea e una italiana. Da noi il Pd va oltre quel che c'è. E anche la casa socialista è in movimento. Ci ricongiungeremo a duplici cambiamenti avvenuti». E se la senatrice Annamaria Carloni si dice «aperta alla prospettiva del Pse», la deputata Franca Chiaromonte è contraria: «Per quanto mi riguarda, mai e poi mai». Di «percorso verso il Pse» parla il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Ma chiarisce: «Si dovrà fare in modo che però questa non diventi una pregiudiziale. Anche perché sta cambiando il quadro: forze diverse entrano nel partito socialista europeo, che quindi sta modificandosi giorno dopo giorno. Ma è chiaro che il Pd deve guardare inevitabilmente a quell'obiettivo». Meno dialogante la presidente dei senatori dell'Ulivo, Anna Finocchiaro: «Dobbiamo entrarci, nel Pse. È l'approdo di tutte le forze democratiche. Però ritengo questa discussione un po' provinciale, se me lo consentite». E il ministro dello Sviluppo, Pierluigi Bersani, invita tutti a sdrammatizzare: «Nessuno di noi ha ansia di diventare socialdemocratico. E in questo vorrei tranquillizzare anche Franco Marini, che una volta disse: non morirò socialdemocratico. Ha ragione. Troveremo dunque un punto di aggregazione che consenta di raggiungere una mediazione condivisa. Senza strappi».
Angela Frenda - CORSERA
E' meraviglioso. Devono ancora sciogliersi. Devono ancora unirsi nel nuovo soggetto. E già sono in disaccordo su tutto. Era prevedibile, e lo avevamo previsto. Ma allora di cosa hanno discusso, in tutti questi lunghissimi mesi? Se chiamarsi PD o Pippo? Se tanto mi da tanto, devo dedurre che non hanno discusso su niente di potenzialmente controverso. Non di gruppi europei, non di organismi dirigenti, non di spartizione delle spoglie, non di simboli, non di programmi. Quando i DS e i DL avranno finito di auto-celebrarsi per l'avvenuto, rispettivo ammaina-bandiera, ci potrebbero cortesemente spiegare se hanno discusso, ed eventualmente trovato un accordo, sulle COSE DA FARE?
Un piccolo elenco aggiuntivo, oltre le cose già citate? manca solo l'imbarazzo della scelta: gruppi parlamentari, organismi direttivi, sedi di partito, ripartizione dei costi, legge elettorale, conflitto d'interessi, collegi elettorali, finanziamenti alla scuola cattolica, testamento biologico, PACS (scusate se non li chiamo Dico, ma mi scappa da ridere), eventuali rapporti con mastelliani e/o casiniani... Si potrebbe andare avanti per mezz'ora, ma è venerdì...
Ma la cosa che preoccupa è anche il tono della discussione: sentite Fioroni, del quale pure, in qualche circostanza, avevamo parlato bene: "...Il nuovo soggetto andrà senza legami dove vuole. Ma non nel Pse..." Fantastico. Traduciamo: "...Il nuovo soggetto andrà senza legami dove vuole, purchè non vada dove noi non vogliamo che vada". Insomma, è già scattata la prassi mai morta dei veti: o facciamo come diciamo noi, o non facciamo. Ma in un nascente partito la prima cosa non dovrebbe essere la definizione dei processi decisionali? chi decide cosa con quali procedure e maggioranze?
Questo partito non andrà proprio da nessuna parte. Spero che il nuovo statuto (ove mai se ne sia discusso, cosa di cui dubito) preveda già degli organismi e delle procedure per il divorzio.
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