Alla attenzione di TAFANUS.
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Ho letto la vecchia intervista a Gino Strada del 25 maggio 2006 da voi riportata nella quale, in polemica con la Croce Rossa Internazionale, descrive un ospedale di Kabul per come lo aveva trovato nel 2000. Si tratta dell'allora ospedale "Karte Seh" che definisce "una sorta di immondezzaio dove le pazienti-donne stavano chiuse in una prigione con un chiavistello e la guardia davanti, a impedire visite a chiunque, medici compresi. Chiuse a chiave e guardate (non a vista, naturalmente) dai talebani, in un ospedale sostenuto dalla Croce Rossa. In questo modo erano «coperti» i bisogni. Da loro".
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Al riguardo Le invio una nota informativa sui servizi sanitari resi dall'Esteqlal Hospital di Kabul.
Nel nostro sito (www.coopitafghanistan.org) riportiamo tutti i progetti di emergenza realizzati dalla cooperazione italiana in Afghanistan, che suggeriamo di consultare, dove riportiamo anche i rendiconti contabili ufficiali di come sono spesi i soldi dei contribuenti.
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Mi corre l'obbligo di segnalare, a questo proposito, che il 94% dei fondi in loco disponibili stanziati dal Ministero Affari Esteri sono stati impiegati in favore dei beneficiari nei progetti di emergenza realizzati in 9 province del paese negli ultimi 5 anni, mentre solo il 6% e' assorbito dai costi di gestione in loco (affitto uffici, staff locale, mezzi di trasporto, utenze, ecc.).
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Ci farebbe piacere che anche le altre organizzazioni che operano in campo umanitario usassero lo stesso criterio di trasparenza pubblicando nei loro siti due dati che interessano i contribuenti, e cioe' (1) il costo pro-capite dei fondi impiegati in favore dei beneficiari e (2) il rapporto tra fondi spesi in favore dei beneficiari e quanto sostenuto per i costi di gestione. Grato per l'attenzione.
Pietro De Carli - Capo Programma Emergenza della Cooperazione Italiana - Kabul (Afghanistan)
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Caro De Carli,
la ringrazio per la sua esaustiva e cortese lettera, che però mi lascia quasi sorpreso, perchè non vedo alcun contrasto fra quanto contenuto nell'intervista dell'anno scorso a Gino Strada, e quanto da lei scritto. Gino Strada, come lei stesso correttamente ricorda, si riferisce all'ospedale della CRI "Karte Seh" ed alle condizioni nelle quali si trovava del 2000. Lei ci spiega come questo ospedale, che ora si chiama "Esteqlal", sia stato ristrutturato nel 2003/4. Mi sembra di capire che possiate avere ragione entrambi: Gino Strada a dirci com'era nel 2000, lei a dirci com'è adesso, dopo la ristrutturazione.
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Lei ci fa successivamente un elenco dettagliato degli interventi di vario tipo effettuati dopo il 2004 dall'ospedale suddetto, ma non vediamo come questo possa in alcun modo sminuire l'opera di Gino Strada in Afghanistan, Cambogia, Iraq, Sierra Leone, Sri Lanka, Sudan, etc.. Non credo che nè Gino Strada nè il Tafanus abbiano mai aperto una sorta di gara fra Emergency e CRI. Noi siamo dell'avviso che in un ipotetico mondo migliore, si dovrebbe poter fare a meno sia della CRI che di Emergency. Purtroppo così non è. Che poi quando una équipe di volontari che opera in zone di guerra possa correre il rischio di "sfioramenti" fra attività istituzionale e risvolti politici, mi sembra inevitabile, più che disdicevole.
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Mi cita poi dei significativi dati di bilancio della sua organizzazione, concludendo che le piacerebbe che "...anche le altre organizzazioni che operano in campo umanitario usassero lo stesso criterio di trasparenza...", quasi a lasciar sottintendere che "altri" non abbiamo la stessa trasparenza. Mosso da questo dubbio, sono andato a verificare sul sito di Emergency, ed ho trovato al link http://www.emergency.it/moduli/bilanci/bilancio05.pdf 5 anni di bilanci in PDF, ognuno di circa 40 pagine, redatti sia seguendo i criteri civilistici, sia le raccomandazioni dell'Associazione dei Ragionieri Commercialisti, con particolare riguardo ai criteri da seguire nel caso di onlus. Sono bilanci redatti in forma talmente chiara ed esaustiva che si potrebbe portarli ad esempio nelle scuole tecniche.
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Infine, non accenna alla critica di Strada sul dottor Cairo, il quale da anni permette che si pensi a lui come ad un medico chirurgo, senza sognarsi di smentire chiaramente questa leggenda metropolitana, visto che il dottor Cairo risulta essere laureato in legge e diplomato fisioterapista, e non può neanche fare un intervento di appendicite.
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Ancora l'altro ieri, in una trasmissione radiofonica "giornalistica" condotta da tale dottor Forbice, abbiamo sentito Omar Calabrese parlare del dottor (inteso come medico) Cairo, col supporto di un altro giornalista (Magnaschi), e col silenzio assenso del dottor Forbice. Persino Chiara Valentini, vicina alla sinistra, non ha corretto la fola. Immagino quindi che si tratti di una leggenda metropolitana ormai diffusa come una metastasi. Ci dice anche la sua verità? Chi è (o meglio: cos'è) Cairo?
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Off Topics: verso la fine dell'avventura irachena del dottor Maurizio Scelli, molti giornali, mai smentiti, hanno pubblicato la notizia che l'addetto-stampa (?) di Maurizio Scelli godesse di una retribuzione di 600 milioni di lire all'anno. Se tanto mi da tanto, il suo capo avrà preso non meno di 700 milioni all'anno? Per confronto: è più del doppio dell'attuale retribuzione di Condoleeza Rice.
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La ringraziamo per il suo intervento, e le assicuriamo fin d'ora la nostra assoluta disponibilità a darle tutto lo spazio necessario per i chiarimenti ulteriori che volesse fornire, o anche solo illustrarci le attività della sua organizzazione. Noi non vogliamo fare gare fra CRI, Emergency, Medici senza Frontiere. Giudichiamo tutti voi dei benemeriti, ma vorremmo un mondo che non avesse bisogno di nessuno di voi. Sulla faccenda "candidatura al Nobel", abbiamo optato per Gino Strada perchè Emergency onora l'Italia, e perchè si tratta di un ente fondato sul volontariato, mentre l'ente da lei diretto, pur con tutti i suoi meriti, è a tutti gli effetti una organizzazione statale.
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Cordiali saluti e buon lavoro
Tafanus
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