IL BRACCIO DI FERRO SULLE COPPIE DI FATTO: Casa, chiesa e Family
di Marco Damilano - L'Espresso
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Mezzi speciali. Volantini. Riunioni. I cattolici si mobilitano per la manifestazione anti-Dico. E puntano a far nascere dalla piazza un nuovo movimento. Per guidare la politica
Ci saranno il partito dei cattolici liberali guidato dal divo anni Settanta Fabio Testi e i monarchici dell'associazione Il Tricolore. Giuliano Ferrara, Lucia Annunziata e Pierluigi Diaco ("Da cattolico liberale non condivido la legge sui Dico", ha dichiarato ad 'Avvenire' l'ex ragazzo prodigio), i cattolici padani e il sito Sposi subito. Il telegiornalista Francesco Giorgino e lo psichiatra ex senatore forzista e cossighiano Alessandro Meluzzi, massone di rito scozzese, con squadra e compasso appuntati al bavero, ora relatore entusiasta nelle diocesi su Eros, Agape e papa Ratzinger.
Più che il Family day, sembra l'Isola dei famosi. Effetto mediatico assicurato: in viale Mazzini è scoppiata una battaglia sulla diretta Rai della manifestazione del 12 maggio. Si era prenotato Mauro Mazza per il Tg2, ora la reclamano anche Gianni Riotta e Antonio Di Bella. E sì che gli organizzatori avevano bussato alla porta del direttore generale Claudio Cappon, chiedendo garanzie sulla copertura televisiva. Intanto, hanno inondato le chiese di carta. Domenica 29 aprile i volantini che invitano al raduno erano all'uscita di tutte le parrocchie romane, con uno slogan ('Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese') identico a quello che usava Gianni Agnelli sulla Fiat. Se lo sono trovati sul banchetto anche due cattolici adulti come Romano Prodi e Giovanni Bazoli, alla messa per il trigesimo di Beniamino Andreatta, nella chiesa romana di Sant'Ignazio. E poi il numero del conto corrente di finanziamento, pubblicato ossessivamente tutti i giorni sul quotidiano della Cei. I treni e le navi speciali dalla Sicilia, costo del biglietto 86 euro, posti rapidamente esauriti. Si parla di 200 mila persone. Ma, in realtà, gli organizzatori puntano a numeri molto più grandi: 500 mila, un milione. Per la famiglia, contro i Dico. Per una giornata che nessuno voleva, o quasi.
Per arrivarci, raccontano, si è dovuto spendere in prima persona il cardinale Camillo Ruini, non più presidente della Cei da qualche settimana. Le associazioni più importanti, l'Azione cattolica, le Acli, avevano una linea soft: sì al manifesto sulla famiglia, no alla manifestazione. La sera prima della riunione decisiva, però, i presidenti sono stati raggiunti da una telefonata del cardinale. Paterno, comprensivo, ma fermissimo nel perseguimento dello scopo: "Ho saputo che avete qualche perplessità, in parte le condivido, ma è importante la vostra presenza, sa, gli altri hanno aderito...". Così, si sono riallineati tutti. Nell'ultimo fine settimana si sono riuniti il consiglio straordinario dell'Ac e gli scout dell'Agesci e tra distinguo e mal di pancia, richiami al "senso di responsabilità", hanno confermato l'impegno per la mobilitazione. "E dopo il 12 maggio", sospira uno degli interessati, "niente sarà come prima...".
In gioco, infatti, c'è molto di più che la legge sui Dico. Anzi, la legge non è in contesa: dopo la crisi di governo è stato Prodi a levarla dal tavolo delle priorità. I politici hanno già sciolto le righe, insomma. La vera partita è rinsaldare l'esercito bianco, che si trova al bivio: proseguire sulla strada seguita fin qui, quella della trattativa con i partiti gestita direttamente dai vescovi, oppure mettere in campo per la prima volta un movimento, che scende in piazza a manifestare e non si fa rappresentare dagli schieramenti. Un girotondo cattolico: con i politici a naso all'insù, lontani dal palco, costretti ad applaudire parole d'ordine decise altrove.
"È il momento di investire sulla nostra identità, senza chiusure, senza frontiere", spiega Francesco Bonini, l'ideologo della Chiesa ruiniana. Sul Family day nasce un nuovo modo di agire della Chiesa nella società italiana. L'evento del 12 maggio è preceduto da una miriade di iniziative su e giù per l'Italia, tutte sul tema della famiglia: da Rho a Cosenza, da Brescia a Monopoli. Incontri nei cinema per parlare della nota della Cei sui Dico, come quello organizzato a Giulianova dall'associazione L'infinito. Oppure il meeting dei carismatici di Rinnovamento dello spirito a Rimini, dove c'erano anche Claudia Koll e Amedeo Minghi, tutto dedicato alla famiglia. E si muovono anche sigle finora impermeabili alle battaglie di cassetta. I Neo-catecumenali, per esempio: presenti in massa ai grandi raduni ecclesiali, con il capogruppo armato di chitarra e tamburello e il dipinto che raffigura la Madonna, si sono finora sempre tenuti a distanza dalle manifestazioni politiche. Il 12 maggio sarà la loro prima volta.
Una linea che preoccupa le associazioni storiche e una buona parte dei vescovi, timorosi di trasformarsi in organizzatori di cortei, pullman e navi speciali. Ed è vista invece di buon occhio da chi con una manifestazione oceanica spera di condizionare le scelte della Chiesa nei prossimi anni. Un modello di mobilitazione dove a contare sono in pochi, sempre i soliti, quelli che mandano le lettere di invito. I ciellini del settimanale 'Tempi' sono già alla tappa successiva: organizzare uno Scuola day.
E la politica? Tutto il centrodestra è mobilitato per tentare la saldatura finale con il mondo cattolico. Basta sfogliare le adesioni. Il circolo territoriale di An Giorgio Almirante di Arenella e quello giovanile intitolato a Sergio Ramelli. La fondazione Sorella Natura, coordinata dal forzista di lungo corso Angelo Sanza. L'associazione Valori e libertà della super-berlusconiana Isabella Bertolini. Quasi tutto l'Udc, in testa Carlo Giovanardi e Luca Volontè. I laici (???) della Cdl capeggiati dal senatore di Forza Italia Gaetano Quagliariello: tra loro la new entry nel club divorziati pro-family, dopo Pier Ferdinando Casini, il leghista Roberto Castelli, unito anni fa da un rito celtico con l'attuale compagna Sara Fumagalli. All'appello manca solo Marcello Pera, un tempo capofila dei teo-con. Oggi, ingelosito, tuona, nientemeno, contro il "rischio clericale" e contro "quel politico che si è fatto fotografare tre volte accanto al papa": non è più lui, evidentemente.
Già si vedono i primi effetti del corteggiamento. A Genova l'Azione cattolica, considerata tradizionalmente più vicina al centrosinistra, si è spaccata sulla scelta della vice-presidente Paola Ferrari di candidarsi per Forza Italia alle amministrative. Nella città di cui è arcivescovo il neo-presidente della Cei monsignor Angelo Bagnasco. E con tanto di comunicato benedicente dell'associazione: "Ringraziamo Paola e la accompagnamo con la preghiera". Un segnale del rimescolamento di carte che sta provocando la manifestazione anti-Dico.
Ma la novità delle ultime settimane è un'altra.Tra il centrosinistra e la gerarchia ecclesiastica è il momento della tregua, dopo le polemiche roventi dei mesi scorsi, quando la Cei richiamò i parlamentari cattolici al vincolo dell'obbedienza sui Dico. Ai congressi Ds e Margherita la questione dei rapporti con la Chiesa ha tenuto banco. Ma nessuno ha dichiarato guerra al Family day, anzi. "Guardiamo con interesse all'iniziativa", ha scandito dal palco di Firenze Piero Fassino: il primo leader di partito a vedere al Botteghino i portavoci della giornata, l'ex sindacalista della Cisl Savino Pezzotta e la ex radicale Eugenia Roccella. Un incontro a dir poco caloroso. Al congresso della Margherita, poi, è stato approvato un ordine del giorno di appoggio alla famiglia, firmato da oltre 160 delegati e promosso da uno strano trio: l'ambientalista Ermete Realacci, il senatore Luigi Bobba e soprattutto il ministro Giuseppe Fioroni, che si candida a capeggiare i catto-dem, i cattolici del Partito democratico.
Risultato: il Pd sta nascendo come il partito progressista meno laicista dell'Europa occidentale, il più sensibile ai richiami della Chiesa. "Nel giro di pochi giorni ho sentito da parte delle gerarchie ecclesiastiche un cambio di interesse", conferma Enzo Carra, capofila dei teo-dem rutelliani. "La Chiesa vede con piacere un centrosinistra che si interroga sui temi etici, non ha nessuna intenzione di farsi ghettizzare sul centrodestra". Ma ora serve qualcosa in più di qualche buona intenzione: la Cei si aspetta l'affossamento definitivo dei Dico in Parlamento. E anche l'isolamento delle forze anti-clericali nel centrosinistra, dai radicali allo Sdi. È quello che ha chiesto il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone dopo il bossolo spedito a monsignor Bagnasco: "L'Italia non lo lasci solo". Appello prontamente recepito da Fausto Bertinotti. Così il Family day potrebbe trasformarsi in qualcosa di più di una semplice manifestazione: la scesa in campo di un soggetto dei cattolici che non sta con il centrosinistra, ma non si schiaccia neppure sulla destra. Pronto a giocare a tutto campo. Con mezzi nuovi, ma con l'obiettivo di sempre: l'egemonia cattolica sulla politica italiana. (Marco Damilano - L'Espresso)
...attraverso un varco aperto nelle mura di Roma, presso Porta Pia, i
bersaglieri del Regio esercito italiano, il 20 settembre 1870 posero fine al
potere temporale del Papa Pio IX. Successivamente i beni della chiesa furono
confiscati da re Vittorio Emanuele II. Oggi tutti i
beni sono stati restituiti alla Chiesa, incluso il potere temporale. Ci vuole una nuova breccia di Porta Pia, dove oggi si combatta non con le armi, ma coi pomodori marci. E dove i bersagli non siano solo le truppe papaline, ma i nostri troppo condiscendenti commilitoni del PD, a partire dal suo ostetrico Fassino...
...c'è da chiedersi se a questa manifestazione parteciperanno i cattolicissimi e divorziatissimi Berlusconi e Fini, il concubino Casini, lo "sposo celtico" Castelli, lo "sposo celtico" separato Calderoli, l'uomo delle omelie Volonté (quello ridicolizzato fa Paolo Farinella). Ci sarà Angela del Grande Fratello? E Berlusconi parteciperà mano nella mano con la seconda moglie Veronica o con la quinta grande sorella Angela? Oppure sussurrerà teneri dettami politici nell'orecchio di Mara Carfagna? e "Le Gerarchie", quelle che hanno protetto e coperto per decenni centinaia di preti pedofili ci saranno? magari portando un cartello che invoca una macina da mulino al collo di chiunque scandalizzi un bambino...
...e ora, come disse un celebre comico: "...non datemi del mangiapreti: io non mangerei mai schifezze simili..."
VIVA L'ITALIA LAICA - Tafanus
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