Stamattina avevamo annunciato la "faticosa" pubblicazione della lettera di Francesca Moccagatta. Non è vero. Stamattina abbiamo pubblicato solo un quarto della lettera della Moccagatta. Il 75% della stessa è stata tagliata da Augias per "ragioni editoriali". Se l'avesse pubblicata integralmente, avrenne preso uno spazio di ben 984 parole (cioè ben il 95% della lettera razzista di poverini). Augias ha pensato bene di "ridurre a decenza" la lettera stessa, portandola a 244 parole. Rimediamo noi, pubblicando la lettera integrale, anche perchè la troviamo leggermente più intelligente e formativa di quella del poverino. Evidenzio in grassetto le parti che Augias non ha ritenuto di riportare.
Oggi su Repubblica è stato pubblicato un estratto della mia lettera che nell'originale parafrasava esattamente quella di Poverini (stessi attacchi, esempi, stessa lunghezza ecc.). Tagliarla l'ha snaturata anche nei contenuti che così risultano "buonisti" e indeterminati, quindi mando la versione integrale:
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"GENTILE Augias, ho 56 anni, ho studiato, leggo buoni libri, mi interesso di politica, lavoro in una biblioteca statale, leggo ogni giorno 2 quotidiani, guardo poco la tv (e quel poco mi basta) e voto a sinistra.
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L’altro giorno sul 7, a Firenze, a una signora incinta con bambina di circa 4 anni per mano, che era in evidente stato di difficoltà, è stato ceduto il posto da una signora di mezza età probabilmente filippina nonostante il 7 fosse pieno di ragazzi e ragazze italianissimi seduti (e urlanti frasi a suon di c… ecc.).
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Un paio di mesi fa alla fermata dell’1 vicino al Ponte alla Vittoria (e al parco delle Cascine), mi sono accorta che non avevo spiccioli per fare il biglietto a bordo (l’autista non dà resto) e sono andata al vicino chiostro per vedere di cambiare 50 euro. Il gestore non mi cambiava neppure se prendevo un caffè o una bibita, ho chiesto anche a un paio di clienti ma nessuno aveva il cambio. Un signore rom seduto per terra sul prato davanti al chiostro con un paio di signore e bambini rom ha letteralmente insistito per imprestarmi, cioè regalarmi, 2 euro!
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Un senegalese è morto tempo fa per salvare un cittadino italiano, e anche una giovane filippina è annegata per salvare una bimba a lei affidata. Molti stranieri immigrati muoiono per incidenti sul lavoro ogni giorno.
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Poco tempo fa uscendo da casa mia per andare a lavorare vedo che un distinto signore italiano sta spostando il cassonetto della nettezza sul marciapiedi, attaccato alla porticina del giardino dei miei anziani vicini. Gli dico “Scusi ma così gli inquilini non escono!” e lui mi risponde: “c... vuoi, è casa tua?” Io rimango senza parole come dopo un pugno nello stomaco e balbetto: “Ma sono due persone anziane, così non possono aprire…” e lui risalendo in macchina per posteggiare mi urla:”Levati dai coglioni stronza.”.
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Lavorando in pieno centro ogni tanto vado a prendere un panino in piazza Santissima Annunziata e mi è capitato già 2 volte di dover telefonare alla polizia perché qualcuno in carrozzella non poteva letteralmente uscire dalla piazza (una delle due volte pioveva a dirotto) perché davanti agli spazi senza catenelle erano posteggiate macchine, presumibilmente italianissime
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E’ certo, e per alcuni casi recenti ci sono le foto, che svariati italiani abbiano nella storia stuprato giovani arabe, somale, eritree eccetera, oltre a innumerevoli italiane (specie se parenti o conoscenti, anche minorenni) senza essere puniti. Anche chi ha riempito di botte la moglie di solito non viene punito, e quelli che picchiano la moglie sono anche di più di quelli che la uccidono e che al loro volta non son pochi visto che i dati ufficiali ci dicono che l’uccisione per mano di marito/padre/fratello/convivente è la prima causa di morte per le donne dai 15 ai 45 anni…
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Era un’intellettuale italiano quello che recentemente ha picchiato a sangue la moglie, poi l’ha chiusa in sacco della nettezza e poi l’ha buttata nel cassonetto della spazzatura, ed era un imprenditore italiano quello che pochi mesi fa ha seppellito viva l’amante minorenne incinta….
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Mia sorella abita a Genova e tempo fa ha cambiato casa perché nel peraltro signorile quartiere della Foce la notte era insopportabile lo spettacolo di clienti italianissimi che menavano soprattutto le prostitute africane insultandole ad alta voce e talora pisciandogli addosso.
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Abito a Firenze, alle Cure, e nel mio quartiere la quasi totalità dei numerosi vecchini e vecchine passeggia quotidianamente sottobraccio a signore filippine o africane o sudamericane e poi si siedono sulle panchine e chiacchierano prima di tornare a casa.
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In Italia l’81% degli immigrati e immigrati paga le tasse: dati ufficiali. Tra gli immigrati regolari il tasso di delinquenza è inferiore a quello dei cittadini italiani (e molto inferiore a quello dei nostri italianissimi parlamentari): dati ufficiali.
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Regolarizzare tutti sembra la buona risposta, dunque, piuttosto che l’espulsione coi suoi costi e il suo carico di violenza. I dati ci dicono che circa 9 milioni di maschi italiani fanno uso regolare dei cosiddetti “servizi sessuali” (cioè va a prostitute o a transessuali oltre un maschio italiano adulto su 3!) e si sa che il mercato del sesso in Italia è sempre molto “forte”. Finchè sarà così l’unico modo per non “sopportare lo strazio umano di vedere per le strade, di giorno e di notte, giovanissime prostitute schiave” è quello di chiudere gli occhi o di segregarle in zone più o meno degradate e “atte a ciò”: occhio non vede cuore non duole.
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Perché riportare sempre alla nazionalità, alla “razza”, all’”etnia” o alla religione la colpa del misfatto? (solo se nazionalità, etnia o religione diversa dalla propria, naturalmente!). Forse che appartiene alla cultura italiana seppellire vive le minorenni incinta? Forse appartiene alla cultura cattolica sterminare a coltellate la famiglia accanto o la vicina rumorosa?
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Perché i giornali scrivono e la gente ripete che il padre di Hina ha ucciso in quanto musulmano? Che Doina ha ucciso perché è rumena?
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Perché propagare la falsa diceria che il nemico, il cattivo, il violento viene da fuori? Dalla storia d’Europa, dai trattati di psicologia, dai dati statistici, dai film di Carpenter e chi più ne ha più ne metta, sappiamo che non è cosi. Non è così.
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La maggior parte degli omicidi avviene in famiglia, e anche la maggioranza degli stupri e delle molestie… A nessuna cultura e a nessuna religione appartengono efferatezze e omicidi, e neppure furti o rapine… E’ piuttosto la cultura patriarcale e la costruzione stessa dell’identità “bianca” che è fatta di violenza, di sopraffazione e di rimozione (dall’esperienza coloniale alla realtà degli stupri domestici).
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Continuare a riportare l’umanità a stereotipi, non uscire dalla logica dell’inferiorizzazione dell’altro da sé, dimenticare la storia, negare le ingiustizie, ricorrere a categorie autoassolutorie… non è far crescere “ogni giorno di più l'intolleranza e l'odio per lo stranieri”, il razzismo, la cultura della paura verso un nemico che non è il nemico reale?
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Francesca Moccagatta, Firenze
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Cara Francesca, troppo lunga, troppo logorroica... se la sua fosse stata una bella lettera qualunquista, alla poverini, avrebbero tollerato anche il superamento delle 1000 parole. Ma così... abbia pazienza, c'è un limite a tutto, "si contenga".
Tafanus
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