La presentazione del film di Deaglio “Gli Imbroglioni; De Corato si ricorda di essere fascista; Mastella scende in campo in difesa degli interessi del Cavaliere; Don Verzé “accetterebbe” le strutture di Emergency in Afghanistan... Scusate per la lunghezza del titolo, ma sono stato via tutto il giorno, vi toccherà sopportarmi.
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DEAGLIO E CREMAGNANI: “Gli Imbroglioni”. Sono reduce dall’aver visto in anteprima il film che uscirà il 18 con un numero monografico del “Diario” sui brogli elettorali. Quello che abbiamo visto nel primo film (“Uccidete la Democrazia”), era solo un insignificante antipasto. La notizia nuova più importante è che nella “notte dei brogli” al Viminale ci sono stati tre blocchi del sistema informatico, varie intrusioni, e che al Viminale erano presenti, per tutta la notte, i “Golden Boys” della Security Telecom, a partire dai galeotti Tavaroli e Ghioni. Che cazzo ci facevano? La gestione del voto elettronico è stata affidata a 18.000 pellegrini, assunti con un contratto a progetto che prevedeva anche ben un giorno di addestramento. 300 euri per un giorno di addestramento e per tutta la durata di elezioni e spogli. Alcuni hanno aspettato l’obolo per mesi. La maggior parte di loro, visto l’approfondito “addestramento” di un giorno, capiva di informatica meno di me, il che è quanto dire...
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DE CORATO, IL FASCISTA ABBONATO ALLA POLTRONA DI VICE-SINDACO DI MILANO: Domani ricorre l’anniversario dell’uccisione del commissario Calabresi. Facciamo le nostre condoglianze alla famiglia, anche se le modalità della morte di Pinelli non ci sono mai risultate chiare. Dunque Penati, il presidente diessino della Provincia, in un tentativo di pacificazione fra fazioni e fra generazioni, chiede di partecipare alle cerimonie di commemorazione. Niente da fare, secondo il De Corato. Sapete, il fascismo è un virus, una volta contratto, è difficilissimo da debellare. Dunque, De Corato accetterebbe pure la presenza di Penati (bontà sua!), però vorrebbe condizionarla alla rimozione della lapide che a suo tempo è stata dedicata al Pinelli.
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Ora del caso molto oscuro di Pinelli sappiamo, per certo, due sole cose:
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- che non ha mai avuto una mazza a che fare con la bomba di Piazza Fontana, e...
- che è entrato vivo e innocente nella questura di Calabresi, e che ne è uscito orizzontale, con i piedi avanti e la testa dietro.
Qualcuno spieghi al fascista questi piccoli particolari
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MASTELLA IN DIFESA DEGLI INTERESSI DEL CAVALIERE: Rottura nella maggioranza sulla legge per il conflitto di interessi. Il ministro Mastella ha annunciato che l'Udeur si asterrà già da oggi alla Camera, dove è previsto il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Una defezione che alla Camera non dovrebbe avere conseguenze sul provvedimento, mentre al Senato potrebbe aprire scenari imprevisti. "La riforma della legge elettorale sarà il mio conflitto di interessi. Vedo un gran movimento - spiega Mastella - ma non mi sembra si vada nella giusta direzione. Io, ai miei colleghi di governo l'ho detto chiaro e tondo: facciamo la legge elettorale che propongo io. In questo modo governo e coalizione, non solo arriveranno fino in fondo alla legislatura, ma vinceranno anche le prossime elezioni.
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Ancora una volta, emerge lo statista di Ceppaloni: “votate la legge elettorale che dico io, ed io non metto la sabbia negli ingranaggi della legge sul conflitto d’interessi. Non è grandioso, il Ceppalo-Statista?
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COM’E’ GENEROSO, DON VERZE’... Si è dichiarato pronto (ovviamente per il bene pubblico) a prendere in mano tutte le strutture create in Afghanistan da Gino Strada e da Emergency. Non è chiaro chi glielo abbia chiesto, ma il suo portavoce (voce dal sen fuggita), si è affrettato a dichiarare che non l’hanno chiesto loro, visto che non c’è niente da guadagnare... Cazz...pita, che altruismo! Non è neanche chiaro se abbiano posto come condizione al re Travicello la liberazione di Rahmatullah, prima di offrire qualsivoglia forma di collaborazione. Don Verzé, oltre che per le sue opere di pene, è passato alla storia come grande amico ed ammiratore di Craxi prima, e dal ’64 di Silvio.
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Dopo averlo curato nella sua clinica, gli predisse un grande avvenire, e stabilì che Silvio era, per la collettività, un vero e proprio Dono di Dio. Lungimirante don Verzé: ecco da dove discende la certezza berlusconiana di essere stato unto dal Signore. Non si riferiva a Dio, ma al Signore delle Cliniche, sue ed altrui.
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P.S.: Don Verzè è anche molto amico di Cacciari e di Formigoni. "Formigoni, Formigoni, quante belle convenzioni...!"
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