Anche in base ad alcuni vostri commenti voglio aggiungere due parole su fondi e previdenza. Io sono convinto che la previdenza sia più rischiosa dell`investimento poichè occorre fare previsioni sempre a lungo termine e quindi con una forte incertezza sia sulla situazione personale, che sull`evoluzione economica e legislativa futura. Questo rischio di valutazione prescinde dallo strumento impiegato che é una cosa diversa. Difatti anche se io posso affidarmi ad un fondo di di sicura onestà e solvibilità, resta inalterato il mio rischio di sbagliare le mie previsioni e benficiare di somme insufficienti. Oppure possono sopravvenire nuove forme di tassazione o di decurtazione dei benefici economici che io davo per certi, che mi possono mettere in difficoltà. Infine io sono convinto che sia un notevole successo far bene il proprio mestiere. Riuscire contemporaneamente in più lavori altrui é da fenomeni. Difatti concessa l`efficacia del potere di controllo di amministratori sindacalisti di fondi di categoria, resta da capire come farà apppunto a controllare chi non possiede le competenze tecniche necessarie poichè fa un altro lavoro. Inoltre, ancora concesso il principio di Baffino, che afferma che chi é comunista o di sinistra non deve essere necessariamente un pezzente (e quindi giusta la barca col leasing da 8000 euro mensili), mi pare che il portamento, il tenore di vita, le pretese e gli emolumenti dei nostri vertici sindacali, siano - almeno all`apparenza - molto più vicini a quelli dei padroni che allo stile degli operai ed impiegati I cui diritti devono difendere. Dunque - senza offesa per nessuno – se io devo far fruttare I miei soldi in realtà di mercato ho ahimé bisogno di un capitalista, per cui io ne preferisco uno vero, bieco, che si faccia pagare ma che sia serio, piuttosto che uno prestato a quella attività.
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Naturalmente l`età anagrafica e l`anzianità lavorativa fanno premio in questo tipo di scelta. È ovvio che chi é vicino alla pensione (da 50 in su) ha convenienza sfruttare al massimo il vigente sistema. Infatti l`accumulo in sede previdenziale di pagamenti diluiti in 10/15 anni, produce risultati molto modesti, a meno di non accollarsi versamenti molto cospicui. Invece chi é giovane ed ha ancora quasi tutta la vita lavorativa davanti deve sicuramente costruirsi una forma di previdenza integrativa poichè solo per l`inevitabile andamento della curva della vita probabile, che si allunga sempre di più invecchiando la popolazione, vedrà per forza nel futuro ridursi I suoi possibili trattamenti pensionistici, a parità di vita lavorativa. Ma tengo a precisare che questa necessità non implica per forza il ricorso ad un`assicurazione sulla vita, ad un fondo di categoria, o alla corresponsione del TFR, esistendo anche altre ed abbordabili forme di previdenza. Un esempio: la cessione del TFR come garanzia per un mutuo per acquistare una casa.
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Proprio in tema conoscere la tipologia dei fondi di investimento può aiutare. Non ingannatevi sui nomi: il fondo di “investimento” non serve solo per far investimenti, ma anche potrebbe essere utilmente impiegato ai fini di previdenza. Quello che conta e che ora cercherô di spiegarvi é come arrivare ad un mix soddisfacente a seconda dello scopo che vogliamo ottenere.
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Innanzitutto esistono fondi chiusi ed aperti. Quelli chusi hanno un numero predeterminato di quote che sono collocate sul mercato. Una volta esaurite per ogni nuovo ingresso ci deve essere qualcuno che vende. Il fondo aperto invece ha un capitale variabile che aumenta e diminuisce a seconda degli ingressi e dei rimborsi. Il fondo chiuso da una garanzia di stabilità del capitale, quello aperto invece ha il vantaggio di poter adeguare la propria raccolta alla liquidità presente sul mercato.
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I fondi obbligazionari hanno l`obbligo statutario di possedere solo titoli obbligazionari. Si differenziano in fondi di liquidità se investono solo sul mercato monetario e quindi a breve o brevissimo termine, obbligazionari conservativi, se investono solo in titoli dello stato o di certa solvibilità, a reddito elevato se accanto ad una componente di primaria qualità (di solito non meno del 50%) investono in obbligazioni di società a rischio medio/alto, ed infine quelli speculativi che investono su mercati finanziari ad alto rischio.
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Naturalmente l`andamento dei mercati finanziari propri degli strumenti posseduti si ripercuote sul valore del fondo. La quotazione della singola parte o quota é pari alla NAV (net asset value= valore netto dell`attivo) divisa il numero delle quote esistenti ed é calcolata ogni giorno, ma con valore riferito di solito alle 48 o 72 ore non festive precedenti. Es se un fondo quota 10 vuol dire che la sua NAV non é quella di oggi, ma di ieri o ier l`altro. Come ho detto il vantaggio di possedere la quota di un fondo consiste nel permetterci di beneficiare degli eventuali utili derivanti da una pluralità di tittoli, che poi vengono tempestivamente ceduti o acquistati a seconda dell`immediato andamento di mercato.
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I fondi bilanciati invece possiedono una parte di obbligazionario ed una parte di azionario. La percentuale tra I due varia a seconda del profilo di rischio. Questo concetto é importante: difatti esistono TRE profili di rischio: quello del singolo fondo, quello del gestore/collocatore, quello dell`investitore. Ogni operatore ha delle proprie tabelle, la tecnica professionale però insegna che si dice RISCHIO MODERATO quando l`azionario non supera il 20/25% del totale, RISCHIO MEDIO O ACCETTABILE quando arriva al 40/50% del totale, RISCHIO ELEVATO quando si arriva al 65/70%. Naturalmente questi sono concetti teorici perché é vero che in linea di principio l`obbligazione é meno rischiosa dell`azione, bisogna però distinguere gli emittenti. Difatti un sano bond argentino anche se obbligazione é di gran lunga più rischioso che un`azione della Bayer.
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Ora il tipo di rischio del fondo lo leggete nel prospetto dimostrativo che dovete sempre vedere prima di far qualsiasi acquisto. Il rischio dell`investitore lo decidete voi a seconda delle vostre conoscenze e del risultato economico che vorreste conseguire, ma attenti al grado di rischio del gestore o collocatore. Difatti qualsiasi intermediario vi obbliga quando compite una qualsiasi operazione finanziaria a sottoscrivere tutta una serie di moduli scritti in caratteri miscoscopici, che con buonapace delle associazioni dei consumatori, a torto o a ragione privano di fatto di capacità contrattuale il risparmiatore in caso di contestazione con l`intermediario. Poco giova dire che bisognerebbe leggere attentamente ogni parola, pensarci e poi (dopo un mese di lettura e meditazione) ritornare. Difatti ad una nostra eventuale anche giustificata obbiezione su una clausola 90 su 100 ci dicono che il contenuto é stabilito dalla “direzione” o si accetta in toto o si va da un` altra parte (dove guarda caso ci si trova davanti ad un modulo di colore diverso, di carattere differente, ma di contenuto concettuale identico, alla faccia dalla concorrenza). Naturalmente il discorso non vale si il vostro investimento supera I 10 milioni….Faccio questo discorso perché uno dei punti di forza a favore del collocatore in caso di contestazione é la statuizione delle conoscenze e del profilo di rischio accettato dal risparmiatore. Dunque mai sottoscrivere di essere degli esperti (anche se lo siete veramente) e mai accettare un rischio elevato. Questo potrebbe tradursi in una comoda scappatoia nel caso vi rifilassero I soliti sorci verdi al posto dei promessi topoloni rosa.
Grazie, arrivederci alla prossima volta.
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