...si avvicina il ballottaggio in Sicilia, e le elezioni amministrative in molte parti d'Italia, ed il Geniale della famigghia Berlusconi fa uno sgub: vecchio come un pesce marcio, ed oltretutto pieno di falsità ed omissioni... Vediamo:
Bufera su Visco: "Si dimetta"
.
Roma - Si moltiplicano le reazioni al "caso Visco", dopo la pubblicazione sul "Giornale" del verbale in cui il comandante della Fiananza, generale Speciale, accusa il viceministro di ingerenza con minacce nell'inchiesta Unipol-Bnl. Nella Casa della libertà continuano a levarsi forti le voci di chi chiede le dimissioni di Visco [...]
...il pluri-inquisito Storace chiede anche lui spiegazioni, mentre il super garantista a senso unico alternato Gasparri chiede: "quando lo arrestano?"
Fini: "O Speciale dice il falso o Visco si dimetta" "O il viceministro Visco dimostra che il comandante generale della Guardia di Finanza dice il falso, oppure dovrebbe trarre le conseguenze" e quindi «rassegnare le dimissioni" [...]
...Fini, mente sopraffina... non funziona così: è chi accusa (nella fattispecie Speciale) a dover dimostrare le accuse, non Visco a dover dimostrare che le accuse sono infondate... Ricorda? si chiama "stato di diritto"...
Cicchitto: "Ribadiamo, Visco deve andarsene" "Il viceministro ha perso ogni credibilità e deve dimettersi [...]
...Cicchitto, oltre che ex craxiano, ex comunista, ex piduista, lei non era mica anche ex supergarantista?...
Capezzone: "Uno dei due se ne deve andare..." "Vedo, nella maggioranza, troppa omertà a proposito dell'affaire Visco". Sarebbe invece interesse di tutti fare massima chiarezza. Sono e resto garantista, naturalmente [...]
...Naturalmente!...
Cossiga: se il generale mente, Prodi lo deve radiare... "Se il governo della Repubblica ritiene che il generale Speciale abbia mentito formulando gravi e false accuse al suo superiore politico diretto, deve, in Consiglio dei ministri, non limitarsi a destituirlo ma radiarlo dalle Forze Armate per mendacio e fellonia" [...]
Buttiglione: "Nessuna copertura" "Bisogna andare fino in fondo, non si può liquidare la cosa coprendola come si è fatto fino ad oggi" il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione non ha dubbi: "Il generale Speciale è persona di grande probità e di indiscusso prestigio [...] ...e così noi pensiamo di Visco, un uomo nella cui fedina penale c'è un muretto a secco "abusivo" nella sua villa di Lampedusa...
Fin qui le minchiate del giornaletto di famigghia e dei vassalli di turno. Ma vediano cosa dicono persone serie come Carlo Bonini, che hanno una certa familiarità col giornalismo d'inchiesta (quello vero)...
Dietro alla vicenda della Guardia di finanza lombarda incroci con il Sismi dell'era Pollari - Intrighi e guerre di potere - la vera storia del caso Speciale - Gli ufficiali da trasferire non si erano mai occupati di Unipol
di CARLO BONINI
.
SEMBRA una storia limpida, "il caso Visco". Non lo è. Perché monca e sapientemente manipolata. E, come in tutte le storie manipolate, i fatti ne nascondono un'altra. Che racconta le mosse oblique del vertice della Guardia di Finanza e ne svela le ragioni velenose. È notizia di ieri. Il "Giornale", di proprietà della famiglia Berlusconi, "documenta" un brutto affare. In un verbale del 17 luglio 2006, il comandante generale della Finanza, Roberto Speciale, riferisce all'Avvocatura dello Stato di essere stato oggetto di indebite, insistite e minacciose pressioni da parte del viceministro per l'Economia Vincenzo Visco per trasferire quattro alti ufficiali in servizio a Milano.
.
Quattro ufficiali che, in quel momento "lavorano all'inchiesta" che ha tolto serenità ai Ds, "il caso Unipol". La richiesta di trasferimento non ha nessuna apparente motivazione se non quella, "inconfessabile" di punire servitori dello Stato considerati politicamente inaffidabili dai nuovi inquilini di Palazzo Chigi. Il comandante Speciale resiste coraggiosamente all'arroganza del viceministro e la spunta. I quattro ufficiali restano al loro posto. Il fatto non è nuovo (le cronache del luglio 2006 riferirono diffusamente del conflitto tra comandante generale e viceministro), ma il verbale di Speciale offre pathos, sollecita indignazione. Tra il 13 e il 17 luglio 2006, sembra di vederlo, il generale mentre, assediato nel suo ufficio di viale XXI aprile, prova a spiegare a Visco che non può dare corso immediato a trasferimenti imposti del ministro senza violare la legge. Che esistono delle procedure da rispettare e che a quelle lui starà. Sembra di vederlo ancora, ventilare stoicamente le dimissioni il 17 luglio 2006, quando dall'ufficio del viceministro arrivano arroganti minacce.
.
La cronaca del "Giornale" porta la firma di Gianluigi Nuzzi. E il dettaglio non è neutro. Serve a entrare nella storia del "caso Visco", a ricostruirne con esattezza i passaggi. A illuminarne i protagonisti. Nuzzi ha ottime fonti nella Guardia di Finanza. Ha tenuto dei corsi alla scuola della Guardia di Finanza. Nella Guardia di Finanza ha raccolto il brogliaccio di un'intercettazione mai trascritta che, nel gennaio 2006, documenta la ormai celebre conversazione telefonica tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ("Abbiamo una banca...") che sprofonda i Ds in uno psicodramma. Ma, soprattutto, Gianluigi Nuzzi ha un amico importante nelle Fiamme Gialle: il generale Emilio Spaziante, che della Guardia di Finanza è stato capo di Stato Maggiore dal luglio 2005 al marzo scorso, quando viene nominato vicedirettore del Cesis (organo di coordinamento dei nosti servizi segreti). Nuzzi e Spaziante si conoscono da tempo e insieme, nel 2004, inciampano in una fuga di notizie per un'indagine sui bilanci dell'Impregilo. Vicenda che appare dimenticata, ma che, nel gennaio 2006, quando si consuma la fuga di notizie su Fassino e Consorte, a molti sembra utile ricordare.
.
Estate 2006, dunque. Visco è appena arrivato all'Economia, il generale Emilio Spaziante è a Roma ormai da un anno quale capo di Stato maggiore. Fino all'anno prima, ha comandato la Regione Lombardia. E la Lombardia e Milano sono da sempre il suo "collegio". Non c'è foglia che si muova nei comandi territoriali che lui non sappia. Quando dunque lascia per il comando a Roma, Spaziante impone quale suo successore un amico fraterno, un compagno di corso: il generale Mario Forchetti. Per Spaziante è una garanzia doppia. Non solo per l'amicizia, ma per il network che li lega. Entrambi sono stati ufficiali del "II Reparto", l'intelligence della Guardia di Finanza, l'occhio e l'orecchio che lavora in perfetta osmosi con il Sismi dell'ex generale di corpo d'armata della Fiamme Gialle Nicolò Pollari e da cui Pollari pesca decine e decine di suoi ex ufficiali.
.
Il Sismi di Pollari - la Guardia di Finanza della Lombardia - il capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante. E' un triangolo d'acciaio che ha il suo baricentro a Milano dove, in quei mesi, molto bolle in pentola. Non solo le inchieste sulle scalate bancarie e sul caso Unipol, ma anche le vicende di Telecom, le singolari intrusioni nelle anagrafi tributarie alla ricerca di qualche buona notizia sullo stato dei patrimoni dei leader del centro-sinistra.
.
Epperò, ecco che nel luglio del 2006, il network sembra doversi improvvisamente spezzare. In giugno, il comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, sollecita il viceministro Visco a dare corso a una cinquantina di avvicendamenti di alti ufficiali stilata nei mesi precedenti. Visco prende tempo e chiede di poter prima compiere un giro di orizzonte. Riunisce i direttori generali delle amministrazioni civili dello Stato, i vertici della Guardia di Finanza, chiedendo che su quella lista di trasferimenti faccia le loro osservazioni non solo il generale Spaziante, ma anche l'allora comandante in seconda Italo Pappa e l'ufficiale che dovrà succedergli, il generale Sergio Favaro. Per quel che ne riferiscono oggi fonti qualificate al ministero dell'Economia, Visco raccoglie da Favaro e Pappa un'opinione condivisa che a Milano e nella Lombradia esista "una criticità". Nessuno aggiunge di più. Ma il network che fa capo a Spaziante non è un segreto per nessuno.
.
Visco chiede dunque al Comandante generale di integrare la lista di trasferimenti già pronta con quattro nomi: il comandante regionale della Lombardia, generale Forchetti; il comandante del Nucleo provinciale Regionale della Lombardia, colonnello Lorusso; il comandante del Nucleo provinciale della polizia tributaria di Milano, colonnello Pomponi; il gruppo dei servizi di polizia giudiziaria, Tomei.
.
I quattro ufficiali da trasferire diventano presto tre (Tomei scompare dall'orizzonte). E il 13 luglio 2006, a leggere il suo verbale pubblicato dal "Giornale", il comandante generale Speciale entra nel suo personale inferno. Curiosamente, però, lo stesso generale omette di riferire cosa accade il 14 di luglio. Con una nota al viceministro Visco, lo informa di aver predisposto l'avvio dei procedimenti di trasferimento. Indica anche a quali nuovi incarichi saranno destinati: Forchetti sarà il nuovo comandante generale della Regione Piemonte; Lorusso il nuovo capo di stato maggiore del comando interregionale di Milano; Pomponi andrà al comando generale a Roma.
.
Passano i giorni e al ministero monta l'irritazione perché non si ha alcun segno che quel che Speciale ha scritto nella sua nota avrà un seguito. Ma lo stallo ha una ragione. Consente di manovrare a chi deve impedire che il triangolo Sismi-Spaziante-Milano si spezzi. Viene costruito un primo falso. Che i tre ufficiali da trasferire paghino il loro coinvolgimento nell'indagine Unipol. In realtà, nessuno di loro vi ha mai messo mano. All'inchiesta (e alle sue intercettazioni) hanno lavorato, a Milano, gli uomini del nucleo di polizia valutaria di Roma. Piuttosto è vero che il brogliaccio dell'intercettazione Consorte (di cui si è avuta "fuga di notizie") è stato redatto nella caserma milanese di via Filzi, sede del nucleo di polizia tributaria (quello comandato da Pomponi). Il resto è un gioco da ragazzi. La notizia dei trasferimenti contesi obbliga l'Avvocatura generale dello Stato ad aprire un fascicolo per conoscere "eventuali addebiti disciplinari" sul conto degli ufficiali in predicato di trasferimento. E il caso viene affidato a Manuela Romei Pasetti, amica di famiglia del generale Spaziante. Che, insieme a Speciale, viene sentito ad horas negli uffici della caserma di via Filzi a Milano. I generali Pappa e Favaro, che pure avrebbero qualcosa da dire, e di diverso, dovranno aspettare settembre e saranno sentiti in Procura.
.
A fine luglio 2006, la partita è chiusa. Spaziante e Speciale hanno vinto. Gli ufficiali da trasferire restano al loro posto. Come i veleni di quella storia. Buoni per essere riproposti ora, che si ricomincia a parlare di un nuovo comandante generale della Guardia di Finanza.
...e con questo il Geniale è servito... però noi siamo curiosi, ed abbiamo voluto vedere come giravano le cose quando a comandare c'erano "loro"... Per non dimenticare...
__________________________________________________________________________
UN GIOVANE UFFICIALE DELLA GdF CHE FARA' CARRIERA: SI CHIAMA MASSIMO MARIA BERRUTI, E FINIRA' IN FORZA ITALIA
...Il 24 ottobre 1979 Silvio Berlusconi riceve la visita di tre ufficiali della Guardia di Finanza nella sede dell'Edilnord Cantieri Residenziali. Si spaccia per un "un semplice consulente esterno" addetto "alla progettazione di Milano 2". In realtà è il proprietario unico della società, intestata a Umberto Previti. Ma i militari abboccano e chiudono in tutta fretta l'ispezione, sebbene abbiano riscontrato più di un'anomalia nei rapporti con i misteriosi soci svizzeri. Faranno carriera tutti e tre. Si chiamano Massimo Maria Berruti, Salvatore Gallo e Alberto Corrado. Berruti, il capopattuglia, lascerà le Fiamme Gialle pochi mesi dopo per andare a lavorare per la Fininvest come avvocato d'affari (società estere, contratti dei calciatori del Milan, e così via). Arrestato nel 1985 nello scandalo Icomec (e poi assolto), tornerà in carcere nel 1994 insieme a Corrado per i depistaggi nell'inchiesta sulle mazzette alla Guardia di Finanza, poi verrà eletto deputato per Forza Italia e condannato in primo e secondo grado (ed anche in Cassazione: ndr) a 8 mesi di reclusione per favoreggiamento. Gallo risulterà iscritto alla loggia P2... http://www.berluscastop.it/_und/silvio_it2.htm
___________________________________________________________________________________
...quando il divino Giulio Tremonti metteva a disposizione della sorella "Angiola" (non Angela, proprio "Angiola"), pittrice non celeberrima, le caserme della GdF per le sue mostre di quadri...
...è stata durissima, riuscire a trovare qualche notizia in merito... tutto sparito dal web? eppure io ero sicurissimo. Poi, alla fine, qualcosa ho trovato. Una prima notizia sul Tafanus (noto giornale fazioso) del luglio 2006, che così scriveva:
.
...Visco ha buttato fuori i vertici della Guardia di Finanza della Lombardia? Il centro-destra si è affrettato a dire che Visco si stia vendicando per le indagini sul caso Unipol. Non è così: questi finanzieri si sono occupati, bene, dei casi Parmalat ed Antonveneta; mai di Unipol; male di “grandi evasori fiscali” (e qui mi fermo: “tengo famiglia” anch’io). Questi alti ufficiali facevano parte del “giro stretto” Tremontiano, quello che non ha scoperto neanche un bar che non rilascia tutti gli scontrini che dovrebbe rilasciare. E’ la stessa Guardia di Finanza che prestava, gratis, caserme della GdF alla sorella di Tremonti, pittrice non celeberrima, perché vi organizzasse le sue mostre? …quando il peculato ed il cattivo gusto si fondono… Infine, Visco avrebbe applicato esattamente le regole dello spoil-system voluto dal centro-destra e prodotto dalla legge Frattini: chi vince piglia tutto, alias ti caccio quando e come voglio, perché adesso comando io...
.
...un'altra sola nota ho trovato sul web (eppure, all'epoca, se n'era parlato tanto, perchè la cosa stava esattamente a metà strada fra il peculato ed il cattivo gusto...
.
CULTURA E POLITICA
.
Una mostra di Angiola Tremonti nel palazzo della Finanza - La pittrice e scultrice Angiola Tremonti, sorella del Ministro dell'Economia e delle Finaze Giulio, ha presentato una mostra di quadri e statue a Como, nella sede della Guardia di Finanza di Palazzo Terragni. Gli esponenti locali dell'Ulivo hanno espresso la loro indignazione. Angiola Tremonti ha negato che l'esposizione, la prima di questo tipo a Palazzo Terragni, sia stata raccomandata dal fratello.
http://www.resistere.it/primo.htm
SOCIAL
Follow @Tafanus