Un comunicato dell'avvocato Giulia Bongiorno, che assiste i due coniugi: per il leader di An e Daniela Di Sotto è "impossibile continuare il rapporto coniugale" - Si erano conoscsiuti nel 1971 in una sezione del Msi. "Di lui mi colpì il brutto cappotto di pelle e lo strano modo di parlare"
DI GIOVANNI GAGLIARDI - Repubblica
ROMA - In un'intervista di pochi mesi fa, Daniela Fini aveva detto che le cose che tenevano unito il suo matrimonio, dopo 25 anni, erano "l'amore per la famiglia, per lo sport, per la cucina". Evidentemente, neanche quello è bastato. L'avvocato Giulia Bongiorno, con un cominicato, ha annunciato che il leader di Alleanza Nazionale e la moglie hanno deciso di avviare le procedure per la separazione consensuale. "Ho ricevuto mandato dall'onorevole e dalla signora di assisterli in questa delicata fase - spiega il legale - in cui hanno maturato, con sofferenza, la decisione di una separazione consensuale".
Accade dunque, ma stavolta davvero, ciò a cui i settimanali, di gossip e non, avevano accennato negli anni recenti. Quando qualcuno aveva seminato sospetti dopo il cambiamento di look di Daniela Di Sotto - questo il nome da nubile -, quando qualcun altro ("Calunniatori", aveva detto lei) aveva sparso la voce di una presunta simpatia fra il leader di An e l'allora ministro Stefania Prestigiacomo. Quando la stessa Daniela aveva raccontato, in alcune interviste, le difficoltà di vivere accanto a un uomo di fascino e potere, continuamente insidiato da quelle che lei definiva "donne senza dignità".
Cinquantuno anni e un nuovo look, del quale Daniela aveva parlato in una lunga intervista pubblicata su Chi lo scorso febbraio. Sparita la versione aggressiva, via quel capello corto e quella pelliccia sopra il ginocchio con la quale era stata più volte immortalata, in passato, sulla tribuna vip dello stadio Olimpico. Una "remise en forme" dopo un periodo difficile, segnato anche dal coinvolgimento in una vicenda di intercettazioni telefoniche legate a una indagine su convenzioni nella sanità.
Nelle conversazioni del 2005 (riportate dal settimanale L'Espresso) Daniela Fini, senza giri di parole, in merito a una questione di soldi andava dritta al problema: spiegava di essersi "rotta il cazzo" e, a proposito di un presunto favore chiesto all'ex governatore del Lazio, diceva "sono andata a sbattermi il culo con Storace". Rivelazioni che, all'epoca, il leader di An definì, "una gogna mediatica nei confronti di mia moglie". (...questa donna ha rappresentato l'Italia all'estero, ed ha persino sfilato su una carrozza "reale"... Come si è ridotta, la monarchia britannica...)
Ma a parte gli incidenti di percorso, le differenze fra i due sono sempre esistite. Lui con una passione per i salotti della politica, lei con la mania delle poltrone delle sale cinematografiche. Lui, sub provetto, lei con la fobia per l'acqua e l'amore sfegatato per la "sua" Lazio e gli spalti degli stadi. Ma tutto si teneva. "Abbiamo i nostri spazi - diceva Daniela - per questo andiamo d'accordo".
Ma dal comunicato dell'avvocato Bongiorno emerge un altro quadro. "Percorsi di vita differenti - si legge - hanno determinato un progressivo allontanamento che, se non ha minimamente intaccato i sentimenti di stima e affetto reciproci, rende tuttavia impossibile continuare il rapporto coniugale con la serenità e lo spirito di condivisione necessari".
Un allontanamento che arriva dopo trentasei anni. Si erano conosciuti nel 1971, in una sede di partito. Raccontava Daniela, in un'altra intervista, qualche tempo fa: "Per me, che militavo nel Msi, la politica è sempre stata una passione. La prima cosa che mi ha colpito di lui è stato il lungo e brutto cappottone di pelle, e il suo strano modo di parlare. Lo chiamavano Tortellino, era appena arrivato da Bologna''.
Daniela, invece, lavorava come tastierista al Secolo d'Italia. Era sposata con Sergio Mariani, ex parà della Folgore e per questo detto "Folgorino", mandato al soggiorno obbligato in Sardegna. Lei voleva rompere il matrimonio, lui si sparò. Riuscì a sopravvivere, mai lei scelse Gianfranco. Erano gli anni ruggenti del Movimento sociale, e quel comportamento costò caro alla Di Sotto: "Quelli del partito emisero subito la loro odiosa sentenza, si schierarono tutti contro di me".
Negli anni recenti, era stata suo malgrado vittima del pettegolezzo che per qualche giorno aveva animato le pagine di quotidiani e settimanali, quello su una presunta simpatia fra Fini e Stefania Prestigiacomo. "In quell'occasione mi è dispiaciuto che il pettegolezzo riguardasse una signora con un figlio piccolo - racconta Daniela, sempre nell'intervista a Chi - tra noi due abbiamo risolto tutto parlando, come sempre". La crisi, vera o presunta, sembrava metabolizzata. In un'altra intervista, questa volta a Vanity Fair, Daniela aveva detto che dietro alla vicenda c'erano "solo calunniatori e cretini, bastardi schifosi".
Ma era la vita quotidiana, la più difficile da affrontare, non tanto i gossip episodici. A lei non era mai andato giù quello che definiva "lo squallore" dei salotti, e soprattutto non le andavano giù "le donne senza dignità" che facevano piedino a Gianfranco o si avvicinavano a lui "chinandosi per mostrare le tette". E lei, temperamentosa sempre, le puntava: "Scusa, bella, se stai piegata così o se stai in piedi, che te cambia?".
...e come avrebbero potuto piacere, a Lady Fini, le donne senza dignità? Proprio a lei che si era "rotto il cazzo", e che era andata a "sbattersi il culo" con Storace", per garantire un futuro sereno ai suoi cari... una sempre così raffinata!...
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