Gino Strada ha realizzato ciò che per molti sembrava un'utopia: un centro di eccellenza di cardiochirurgia in Sudan. L'Ospedale si chiama Salam (Pace), è sorto ed è già operativo a Soba, a 20 hm da Khartoum. Il progetto dell'ospedale è dell'architetto veneziano Raul Pantaleo, che è anche autore di un libro sulla "fenomenologia dei nani da giardino" (non sto scherzando, verificare per credere).
Temperatura esterna di 50 gradi; problemi di condizionamento da risolvere senza l'impiego di quantità immani di energia; quindi muri esterni da 60 cm, di spessore, con intercapedine; 1000 mq di pannelli fotovoltaici; un ingegnoso sistema a labirinto per filtrare la sabbia portata dal vento nei condotti.
L'ospedale è immerso nel verde. Vietato l'ingresso alle mosche, grazie ad una ingegnosa lama d'aria fredda che piomba verso il basso dal battente di ogni porta esterna. Le mosche non entrano.
L'ospedale è dotato di un modernissimo edificio dedicato esclusivamente al culto o alla meditazione. Per tutte le religioni, per tutti gli ateismi.
Nella struttura si sono trasferiti parecchi tecnici che lavoravano in Afghanistan, prima che ne fossero scacciati dalla dabbenaggine del Re Travicello Karzai, che ha pensato bene di tenere in galera per tre mesi Hanefi, e poi di liberarlo senza neanche due parole di scuse.
I pazienti da operare con priorità saranno accolti, gratuitamente, dal Sudan e dai nove paesi confinanti. Un'area vasta come l'Europa. Fortunatamente meno densamente abitata. L'area è piena di bambini con cardiopatie derivanti, spesso, da semplici febbri reumatiche, e di giovani che si ritrovano già con due valvole calcificate, ed un peso corporeo di 20 chili.
Gino Strada è già all'opera in sala operatoria, e non si è preoccupato di andare prima a fare "l'annuncio" nel salotto di Bruno Vespa, come magari sperava qualche lettore del blog che da mesi spara a zero su Gino Strada, accusandolo di essere una sorta di maleodorante opportunista che sfrutta il dolore per una ipotizzata carriera politica che a noi non è stato dato, per il momento, di intravedere.
Noi, da parte nostra, siamo sempre più convinti nella nostra scelta di promuovere la petizione per la candidatura di Gino Strada al Nobel per la pace, e sempre più orgogliosi del fatto che questa petizione - fatto enorme per un blog privato - abbia superato, ad oggi, le 7.250 firme. Non molliamo, così come non ha mollato Gino Strada.
Le foto che corredano questo articolo sono state rubate su "D Donna": speriamo che non ce ne vogliano.
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