Andrea Miglioranzi, della Fiamma Tricolore, si è dimesso dall'Istituto per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Il neo consigliere, la cui nomina, assieme a quella di Lucia Cametti (An), ha scatenato in questi giorni molte prese di posizioni critiche, ha deciso di rassegnare le dimissioni con una lettera inviato al Presidente del consiglio comunale veronese.
«Egregio Presidente - scrive Miglioranzi - da alcuni giorni la mia elezione da parte del Consiglio Comunale di Verona nell'Assemblea dell'Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea è diventata pretesto per strumentalizzazioni e attacchi contro il Sindaco e la Giunta comunale veronese. È evidente che un'opposizione incapace di affrontare i problemi della città ricorre ad argomenti estranei al terreno delle scelte amministrative proposte e attuate dalla nuova Giunta. Per eliminare quindi strumentalizzazioni pretestuose che tendono a sviare l'attenzione dei cittadini e dell'opinione pubblica dal lavoro del Sindaco Tosi e della Giunta - conclude-, rassegno le mie dimissioni dall'Assemblea dell'Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea».
In risposta alle critiche Miglioranzi aveva regalato altre "perle di pensiero". «Non sono un nostalgico - dice Miglioranzi -. Essere fascista per me significa avere un patrimonio etico e culturale con cui coniugare tradizione e valori sociali». «Credo che la mia nomina non sia una provocazione, ma un'occasione per far emergere la verità. Non amo parlare di revisionismo, questa parola ha assunto connotazione negativa. Mi piace parlare di verità, questo sì. La storia è stata scritta dai vincitori, lo sappiamo tutti. Non capisco questa levata di scudi».
Dopo la protesta della senatrice di Rifondazione Tiziana Valpiana, dell'Anpi, lunedì è arrivata anche la presa di posizione dei Ds. «Siamo sbalorditi e indignati per la scelta del Consiglio comunale di Verona, a salda maggioranza di centrodestra, di nominare il dirigente del movimento Fiamma Tricolore Andrea Miglioranzi membro del Consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la Resistenza - afferma Samuele Mascarin, organizzatore nazionale della Sinistra giovanile dei Ds-. Una scelta provocatoria alla luce della storica militanza di Miglioranzi nell'estrema destra veneta, testimoniata anche dalla sua pluriennale attività nel gruppo musicale skinhead Gesta Bellica». «Non può sfuggirci che questo è uno dei primi emblematici atti politici della maggioranza di centrodestra guidata dal nuovo Sindaco di Verona Flavio Tosi», rileva Mascarin. «Come Sinistra giovanile ci auguriamo che da subito non solo il mondo democratico e antifascista, ma anche le istituzioni si attivino - conclude l'esponente Ds - affinchè la nomina di Miglioranzi venga sospesa e revocata e si impedisca che all'Istituto veronese per la Resistenza sia delegato un esponente dell'estrema destra già condannato nel 1996 a tre mesi di carcere per istigazione all'odio razziale».
Sulle dimissioni di Miglioranzi interviene anche il sindaco Tosi. L'astro nascente del leghismo si toglie d'impiccio dalle polemiche, ma esprime ancora vicinanza con Miglioranzi. «Ringrazio l'amico consigliere Andrea Miglioranzi che, con le sue dimissioni, confermando le sue doti di grande lealtà e di correttezza, ha dimostrato di avere a cuore il bene della città, sottoposta per l'ennesima volta ad un fuoco di fila da alcuni media nazionali per una questione non così rilevante (la classica tempesta in un bicchiere d'acqua), e ha dato un contributo utile a riportare su un terreno concreto il dibattito politico amministrativo» [...]
Non pensa minimamente alle dimissioni invece l'altra nominata dal Consiglio comunale veronese all'Istituto per la Resistenza. Lucia Cametti, di An non si sente di troppo. «Non capisco perché ci sia questo ostracismo - commenta - nei confronti di chi è stato eletto dal Consiglio comunale. Ci tengo a sottolineare che non sono stata nominata, ma eletta. E poi, perché si parla soltanto di me e di Andrea Miglioranzi - prosegue il consigliere - e non del terzo esponente eletto, che fa parte dei Comunisti Italiani? Mi chiedo se ancora oggi, a sessant'anni dalla Resistenza, si vogliano dividere i fascisti dai comunisti. Ma allora, chi sono i veri fascisti?». (Ebbene si, specie se si parla di Resistenza, dividere i fascisti dai comunisti è non solo possibile, ma addirittura una necessità irrinunciabile - NdR)
«Quelli che vogliono che io mi dimetta - aggiunge - sono degli stalinisti. Mi attaccano perchè sono una donna e perché nella loro dittatura intellettuale non sono disposti a sentire una voce fuori dal coro, che invece potrebbe portare nuove idee».
...quali, di grazia?... ma vaffa...
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